15 luglio 2020

Un ristoratore disperato a Civitanova

Una situazione che mi ha toccato particolarmente questa sera, presso una piccola osteria del centro di Civitanova. Sono quasi le 19, la porta è aperta, mi affaccio e vedo un signore a torso nudo che si sta infilando una maglietta. Chiedo permesso ed entro.


Mi presento e chiedo se fosse interessato all'applicazione per il menu su smartphone o se abbia già provveduto con qualche soluzione alternativa, al fine di evitare il cartaceo, per il quale bisogna usare degli accorgimenti che ne rendono disagevole l'utilizzo (per chi li mette in pratica).

La mia domanda ha dato purtroppo il via al suo sfogo, composto, di un uomo mite che sta per essere sopraffatto dalle difficoltà economiche legate a questo cavolo di virus e di governo, inadeguato a gestire la crisi (probabilmente sarebbe stato inadeguato qualsiasi altro esecutivo ma purtroppo c'è questo).

Il signore dai capelli brizzolati e dalla corta barba bianca mi dice che sta pensando di chiudere l'attività, di non aver ricevuto nessuna forma di aiuto, di non poter lavorare come potrebbe e vorrebbe per via delle misure anti-covid e quello che sarà probabilmente il colpo di grazia è la bolletta dell'energia elettrica di 2100 euro, o meglio, il sollecito di quella bolletta che se non pagato porterà al distacco della corrente. Il proprietario del locale, per di più, ha voluto per intero i canoni anche dei mesi di chiusura e questo va ad aggravare una situazione già catastrofica.

Ho provato ad interagire con lui, mentre mi raccontava, cercando di trasmettere un pensiero positivo, come il fatto che resistendo questa estate, probabilmente in autunno saremo fuori dal virus e tutto potrebbe tornare come prima, anche perché non sa niente nessuno e l'ipotesi non è così peregrina. Ma il pessimismo legato alle sue difficoltà non lo fa ben sperare nemmeno su una eventuale ed auspicabile scomparsa del virus.

Per dimostrare empatia o una certa forma di solidarietà, ho provato con il classico "mal comune mezzo gaudio", raccontando la mia situazione non proprio rosea, fuori dal mondo del lavoro dal 2015 e oggi, dopo la precedente fallimentare esperienza di agente di commercio, a cercare di rimettermi in carreggiata con questo nuovo progetto per la ristorazione. 

A quel punto, quel signore affranto, piegato dalle difficoltà e sull'orlo della bancarotta, in effetti ha cambiato atteggiamento per qualche istante, dimostrandomi tutta la sua vicinanza e poco dopo, quando ci siamo salutati, è stato di una cortesia unica e mi ha fatto un grosso in bocca al lupo per la mia nuova attività lavorativa. Ho ricambiato, avrei voluto quasi abbracciarlo, e gli ho detto di cercare di non mollare. 

E' difficile ma spero proprio che ce la faccia.