31 maggio 2018

Passeggero non si lava da giorni: malori a bordo

Volo dalle Canarie ad Amsterdam costretto a un atterraggio d'emergenza per la puzza di un uomo che ha causato malori tra gli altri passeggeri. Dopo che la gente ha cominciato a vomitare a destra e sinistra, sembra che il pilota abbia deciso che era meglio interrompere il volo. Sono veramente curioso di sapere se puzzava più dei ragazzi che vengono in palestra.



Passeggero non si lava da giorni, malori a bordo: Aereo costretto all'atterraggio di emergenza

Brutta disavventura a bordo del volo Transavia HV5666 dalle Canarie ad Amsterdam, costretto a un atterraggio d'emergenza a causa del cattivo odore di un passeggero. L'uomo è stato dapprima segnalato dai passeggeri e poi costretto dall'equipaggio a una sorta di "quarantena". Tutto perché sembra non si lavasse da giorni, come riporta il sito web airlive.net.

Sembra inoltre che fosse così maleodorante da provocare negli altri viaggiatori conati di vomito. In molti hanno dato di stomaco subito dopo il decollo dall'aeroporto spagnolo. L'equipaggio ha cercato di metterlo in quarantena in un bagno del Boeing 737 prima che i piloti deviassero la traiettoria. Il velivolo è atterrato a Faro, nel sud del Portogallo, e l'uomo è stato allontanato. 

«L'odore era insopportabile. Era come se non si fosse lavato per diverse settimane. Diversi passeggeri si sono ammalati e hanno dovuto vomitare», racconta il passeggero belga Piet van Haut. La compagnia aerea Transavia ha confermato lo sbarco di emergenza motivandolo con "ragioni mediche".

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30 maggio 2018

Lapo: “Pronto a scendere in politica, gratis”

Abbiamo aspettato due mesi ma sembra che finalmente le cose si sistemeranno: "L’erede della famiglia Agnelli che nel corso della sua vita ha svolto parecchi lavori diversi ha deciso che, vista la situazione delicata dell’Italia, è tempo di lanciarsi in politica". 


Lapo Elkann: “Pronto a scendere in politica e ad aiutare qualsiasi governo, gratis”

A volte ritornano. Era da diverso tempo che Lapo Elkann non era oggetto di discussione nel nostro paese, ma con l’intervista rilasciata oggi a Vanity Fair è pronto a scatenare commenti e reazioni di vario genere. L’erede della famiglia Agnelli che nel corso della sua vita ha svolto parecchi lavori diversi ha deciso che, vista la situazione delicata dell’Italia, è tempo di lanciarsi in politica. L’imprenditore torinese ha rilasciato un’intervista stamattina alla versione online di Vanity Fair.

Lapo ne ha approfittato anche per lanciare il suo ultimo progetto ‘Italia Indipendent’, corredata dall’hashtag #EveryONE, a difesa di tutte le differenze esistenti nel Mondo. “Io credo nel mio Paese, nella mia patria. E credo anche che abbia bisogno di aiuto e di stimoli. Per questo motivo, io ci sono. E se qualcuno vuole aiutarmi, è il benvenuto. Voglio lavorare insieme ai miei concittadini per risvegliare l’amore per il nostro Paese. Perché chi lo guida attualmente, forse, non ce l’ha” questo uno dei passaggi dell’intervista di Lapo.

È proprio la politica, come dicevamo, l’obiettivo del rampollo della famiglia Agnelli. “Sarei onorato se mi venisse concessa la possibilità di rilanciare l’italia in termini di comunicazione a livello mondiale. Il mio obiettivo è vendere il mio paese, le sue qualità, le sue specificità e le sue bellezze in giro per il Mondo. Lo posso fare anche da volontario, senza essere pagato, non importa quale sia il governo che avremo da qui a un mese. Voglio solo aiutare il mio paese”.

L’eccentrico imprenditore lancia più di una critica al ‘sistema’ italiano, concetti già espressi da altri suoi ‘colleghi’: “Noi imprenditori, attualmente, non siamo aiutati dalle strutture. Il sistema del nostro paese non ci aiuta, non ci sostiene. Se un imprenditore italiano vuole concretizzare le proprie idee e i propri progetti ha molte difficoltà qui da noi. In Francia o in Germania è molto più semplice, non devono sbattersi troppo, vengono agevolati.

Lapo Elkann ha anche parlato di un capitolo negativo della sua vita, quello della dipendenza dalla droga: “Per 20 anni della mia vita mi ha accompagnato, è stata una grande problematica. Ma l’ho combattuta”. Al momento, quindi, le cose sembrano andare meglio rispetto al passato. Gli anni passano anche per lui e si sviluppa la consapevolezza che non si può fare la ‘bella vita’ per sempre.

“La dipendenza è stata una grande battaglia della mia vita. Oggi posso dire che mi trovo in un buon momento, sono capace di aiutare chi attualmente sta vivendo le stesse difficoltà che ho vissuto io in passato” conclude Lapo. Il male non si augura a nessuno, quindi noi speriamo che si sia effettivamente lasciato alle spalle questo capitolo buio e che nel ‘secondo tempo’ della sua vita ritrovi pace e serenità. E magari aiuti effettivamente il Paese a risollevarsi dalla situazione delicata in cui è ripiombato nelle ultime settimane.

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29 maggio 2018

Mamma all’anagrafe per cambiare nome al figlio

Come sempre, su queste notizie così strane, c'è sempre il dubbio della veridicità ma volendo fidarci, proviamo a pensare cosa avremmo fatto noi al posto della povera mamma svedese, di fronte ad un errore del genere: il nome del figlio tatutato, da Kevin, diventato Kelvin.


Tatuatore sbaglia nome del figlio: mamma va all’anagrafe per cambiarlo

Ha cambiato il nome del figlio di 5 anni per adeguarlo all’errore del tatuatore: è successo in Svezia.

Tatuarsi il nome del figlio, una scelta oggi alquanto comune ma che per una mamma svedese e il suo bambino si è invece trasformata in una vera e propria scelta di vita, capace di intaccare una certezza che in molti riterrebbero intoccabile: il nome stesso del figlio.

La signora aveva deciso di farsi tatuare i nomi dei suoi due figli, Nova e Kevin. Fin qui tutto normale se non fosse che, per un eccesso di distrazione, il tatuaggio ha riportato un fatale errore. Non una linea sbilenca o una chiazza di colore ma un vero e proprio errore di scrittura: il nome Kevin si è trasformato in Kelvin.

Poco conta interrogarsi su come sia possibile che la donna non si sia accorta per tempo della svista del tatuatore, fatto sta che, a giochi conclusi, il tatuaggio era lì, in bella vista e sbagliato.

Che cosa fare? La donna è stata inizialmente colta da una buona dose di sconforto ma poi, passate le lacrime, ha vagliato le varie possibili soluzioni. Peccato però che nessuna sembrava convincerla a pieno: il tatuatore si era persino offerto di porre rimedo al suo errore, cancellando gratuitamente l’opera con il laser ma nemmeno questa opzione convinceva Johanna.

Che cosa fare allora? Per qualche incomprensibile ragionamento l’unica soluzione parsa accettabile alla donna era risolvere il problema alla radice: andare all’anagrafe e cambiare il nome del figlio.

Detto fatto! Ora occorrerà spiegare a Kevin, 5 anni, che il suo nome ha una L di troppo: Kevin è diventato Kelvin.

Incredibile ma vero, il tatuaggio ha vinto sul nome scelto oramai 5 anni or sono per il figlio. Una decisione certo sopra le righe e che, senza dubbio, fa riflettere e discutere. 

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28 maggio 2018

Bimbo penzola nel vuoto: uomo si arrampica e lo salva

Vedere quel bambino appeso in quel modo, penzolare pericolosamente nel vuoto, mette i brividi. Fortunatamente è arrivato questo ragazzo che con una prontezza ed un'agilità eccezionali, ha scalato 4 piani in pochi secondi e l'ha salvato. Dal video, non si capisce comunque cosa stesse a fare l'uomo sul terrazzo, che da quanto sembra, avrebbe potuto salvarlo ben prima dell'arrivo di "Spiderman".



Parigi, bimbo penzola nel vuoto: uomo scala l'edificio in pochi secondi e lo salva

In una manciata di secondi si è arrampicato fino al quarto piano di un palazzo portando in salvo una bambino di circa quattro anni che penzolava nel vuoto, appeso al cornicione di un balcone. È successo a Parigi, nel 18mo arrondissement, e l'eroe - protagonista del video postato e molto condiviso sui social - è Mamoudou Gassama, un giovane immigrato di 22 anni originario del Mali.

Il suo gesto eroico - che gli è valso il soprannome di “Spiderman” - è stato lodato dal presidente francese Emmanuel Macron, che lo ha ricevuto all’Eliseo. Il capo dello stato francese ha annunciato che al giovane sarà concessa la cittadinanza onoraria francese e che entrerà a far parte dei pompieri.

27 maggio 2018

Bando per gondolieri: tutti parenti, solo 5 su 60 estranei

Ma di cosa vogliamo parlare? L'Italia è un paese marcio e corrotto fino all'osso. A Venezia hanno fatto un bando per sostituto gondoliere e su una sessantina di nomi,  degli idonei,  quaranta sono figli di gondolieri, poi ci sono fratelli, cognati, generi e nipoti. Ne rimangono fuori 5 ma secondo me perché non hanno cercato bene tra i parenti.


Gondolieri, parentopoli dei sostituti. Tutti parenti, solo 5 su 60 estranei

VENEZIA - Prima la lista dei nomi, ora quella con il grado di parentela. Non si placano le polemiche sul bando del Comune per i sostituti gondolieri e c'è chi grida allo scandalo parentopoli per la presenza di molti vincitori consanguinei ai titolari di licenza. Il consigliere comunale grillino Davide Scano annuncia un accesso agli atti per vederci chiaro e scoprire quanto c'è di vero in questa nuova accusa.

«Su una sessantina di nomi degli idonei al bando, quaranta sono figli di gondolieri - spiega uno degli esclusi alla selezione che preferisce rimanere anonimo - Poi ci sono fratelli, cognati, generi e nipoti fino ai fiossi (i figliocci, cioè gansér e lavabarche, a cui il pope insegna il mestiere sotto la sua protezione, ndr). Sono solo 5 quelli completamente estranei a legami con i gondolieri». Molti degli esclusi sono arrabbiati e sperano che la selezione venga annullata.

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26 maggio 2018

Culla abbandonata diventa discarica

Si può essere così incivili e lerci, da abbondare rifiuti di qualsiasi tipo in giro per le strade della città, quando esiste un servizio comunale quasi gratuito (1 euro a pezzo) che passa comodamente a casa? Evidentemente si, purtroppo.


Civitanova: il bambino cresce e la culla finisce in strada (Foto)

Il problema dell'abbandono dei rifiuti in città, a volte anche ingombranti, purtroppo è abbastanza frequente. Non è raro vedere foto nei social di elettrodomestici, mobili, sedie e qualsiasi altra cosa, lasciati in giro ovunque, dalle zone periferiche fino al centro città.

Da una decina di giorni, tra i rifiuti abbandonati in strada, segnaliamo anche una culla, completa di materasso e lenzuola, lasciata in via Alessandro Volta, la strada che corre parallela alla ferrovia, in zona Ceccotti.

Evidentemente, l'occupante è diventato ormai grande e bisognava disfarsi di quel lettino ma ci permettiamo di fare due semplici osservazioni. La prima è che, al costo di un solo euro, si sarebbe potuto far intervenire il servizio comunale di raccolta invece di rischiare di pagare molto di più nel caso di una eventuale sanzione. La seconda è che quella culla, che a prima vista non sembra malmessa, avrebbe potuto far comodo ad altri bambini, magari meno fortunati ed oltre ai diversi gruppi social in cui gli utenti regalano qualsiasi cosa, non più utilizzata, a chi la passi a prendere, a Civitanova esiste anche il centro del riuso, nei locali ristrutturati dell' ex mattatoio di via Fontanelle.

Da segnalare inoltre che quella che una settimana fa era una semplice culla abbandonata, negli ultimi giorni sta diventando una vera e propria discarica, con l'abbandono di altri oggetti in legno e cartoni, su un terreno che era già pieno di qualsiasi cosa, da cocci di stoviglie in frantumi, ciabatte di plastica e vestiario.







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25 maggio 2018

Neonata Blu, interviene la procura

Il Tribunale di Milano chiede ad una coppia di genitori di rispettare il precetto dell’articolo 35 del Dpr 396/2000, secondo cui “il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso”. I due, che avevano scelto di chiamare la loro bambina Blu, ora devono decidere se adeguarsi alla richiesta.



Milano: chiamano la figlia “Blu”, la Procura chiede di cambiare il nome

Il Tribunale di Milano chiede alla coppia di rettificare il nome anteponendo un altro nome femminile. I genitori ora devono decidere se adeguarsi alla richiesta

Il nome “Blu” può essere anche maschile e chiamare una bambina in questo modo andrebbe  violare il precetto dell’articolo 35 del Dpr 396/2000, secondo cui “il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso”.

Con queste motivazioni il Tribunale di Milano ha convocato due coppie milanesi che hanno scelto di chiamare le loro figlie in questo modo.

Una delle due coppie non si capacita perché la propria figlia è nata, ed è stata chiamata Blu, un anno e mezzo fa. Ora il Tribunale impone loro di anteporre un altro nome femminile, facendo slittare Blu come secondo nome, altrimenti i giudici potrebbero decidere al loro posto.

I genitori non si aspettavano era di essere convocati così tardi. All’ufficio anagrafe avevano avvisato la coppia del rischio convocazione, ma dopo un anno e mezzo madre e padre ritenevano che non ci fossero più problemi. Anche perché, in tutto questo tempo, la bimba si è abituata ad essere chiamata Blu.

“Considerato che si tratta di nome moderno legato al termine inglese Blue, ossia il colore Blu, e che non può ritenersi attribuibile in modo inequivoco a persona di sesso femminile – si legge nella lettera di convocazione in Tribunale – l’atto di nascita deve essere rettificato, anteponendo altro nome onomastico femminile che potrà essere indicato dai genitori nel corso del giudizio”.

I genitori ora devono decidere se adeguarsi alla richiesta del Tribunale e presentarsi, giovedì 24 maggio, con un nome alternativo, o se rischiare che i giudici decidano al loro posto.

Nell’altro caso, la Procura di Milano ha rinunciato a chiedere la rettifica del nome Blu dato dai genitori a una bambina questa volta di quasi 5 mesi. Il Tribunale civile milanese ha quindi confermato il nome della piccola.

All’estero Blu (o Blue) è ampiamente sdoganato, la figlia di Beyoncé si chiama Blu, anche una famosa coppia italiana, Clizia Fornasier e Attilio Fontana, hanno chiamato Blu il loro figlio, nato nel 2016.

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24 maggio 2018

Spende 23 mila euro per assomigliare al suo idolo

Cosa non si fa per assomigliare al proprio idolo! Di seguito la storia del giovanissimo Jack Johnson, 19enne britannico, che ha deciso di cambiare in modo permanente il suo volto grazie alla chirurgia. Il suo scopo? Assomigliare il più possibile al suo mito: l’ex calciatore David Beckham.


Spende 23 mila euro per assomigliare a Beckham ma il risultato è questo...

Jack Johnson ha 19 anni e si è sottoposto a numerosi interventi di chirurgia plastica per assomigliare al suo idolo, l’ex giocatore David Beckham

Cosa non si fa per assomigliare al nostro idolo?
O meglio, cosa non si fa per sfuggire da noi stessi?
C’è chi, per provare ad allontanarsi da sé, decide di cambiare il proprio aspetto. E decide di farlo in maniera radicale ricorrendo al bisturi e alla chirurgia plastica.
Questa è la storia del giovanissimo Jack Johnson, 19enne britannico, che ha deciso di cambiare in modo permanente il suo volto grazie alla chirurgia. Il suo scopo? Assomigliare il più possibile al suo mito: l’ex calciatore David Beckham.

Il giovane ha raccontato la sua storia al programma “This Morning”, condotto da Holly Willoughby e Phillip Schofield. Jack ha confessato di aver speso circa 23 mila euro per i numerosi interventi di chirurgia per assomigliare al suo idolo. Il risultato però non è molto somigliante.
Il ragazzo ha raccontato le ragioni che lo hanno spinto a modificare in modo drastico il suo aspetto:
«Alcuni anni fa sono stato vittima di bullismo, ed ho perso la mia identità. Ho iniziato a truccarmi per cambiare aspetto, ma non è bastato. Allora ho deciso di provare con la chirurgia».
I problemi durante la sua adolescenza sono stati troppi da affrontare e Jack, prima ha iniziato a truccarsi, poi ha optato per un rimedio un po’ più definitivo.

Su La Gazzetta dello Sport si legge che il giovane Jack ha dichiarato:
«Voglio diventare come lui. Lo so che sono lontano dal risultato, ma ce la farò. Ho fatto iniezioni di Botox e dei riempimenti delle labbra, ma la strada è ancora lunga».

Jack ha concluso dicendo in trasmissione:
«Vorrei anche diventare famoso. Il mio sogno è fare la vita che fa Beckham».
La conduttrice allora ha tentato di dare al giovane un consiglio:
«Forse dovresti lavorare su te stesso e iniziare ad amarti».

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23 maggio 2018

Fabrizio Corona: “Io come Padre Pio”

Mentre cerchiamo ancora di capire come sia stato possibile che sia uscito dal carcere e soprattutto, che dopo aver violato le disposizioni del giudice non ci sia ritornato, adesso ci tocca anche sentire questa storiella del Fabrizio Corona che si sente come Padre Pio.


Fabrizio Corona: “Io come Padre Pio”

L’ex fotografo, in questo periodo si sente molto vicino al Santo di Pietrelcina. Ecco cosa ha fatto appena uscito dal carcere.

Dal carcere al misticismo il passo è breve. Almeno per Fabrizio Corona. L’ex re dei paparazzi, infatti, oggi si sente un po’ come Padre Pio. Lo ha dichiarato lui stesso in un’intervista rilasciata ad ‘ArtsLife’.

“Lui è stato un perseguitato come me – ha dichiarato – e come me era ossessionato dal danaro, anche se per motivi diversi. Chiedeva soldi a tutti, benestanti e non, per costruire l’ospedale più all’avanguardia d’Europa. Era un ambizioso e ha lottato contro tutti. Lo ripeto, io mi rivedo in lui, pur se in forma diversa”. E meno male che la ‘forma’ è diversa.

Il merito di questa ‘svolta religiosa’ va ai mesi passati in carcere. Dietro le sbarre ha avuto modo di conoscere l’arte di Alessandro Giorgetti. In particolare Corona è rimasto ‘folgorato’ dalle banconote con il volto del Santo di Pietrelcina che l’artista ha realizzato per il progetto ‘Mille preghiere per noi’.

“In carcere – ha raccontato – avevo letto su una rivista che c’erano queste banconote col volto del santo e ne sono rimasto colpito. E mi hanno emozionato le motivazioni che hanno spinto l’artista a volerle creare. Quando l’ho incontrato ho provato una sensazione indescrivibile nel vederle dal vivo. Oggi sento che mi rappresentano appieno e ringrazio il Maestro Alessandro Giorgetti per averle concepite”.

Per la cronaca, Appena uscito dal carcere, l’ex fotografo ne ha acquistata una al prezzo di 9mila euro.

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22 maggio 2018

La New York University non conosce Giuseppe Conte

Una delle cose dichiarate da Giuseppe Conte nel curriculum dell’Associazione civilisti italiani è avrebbe “perfezionato” i suoi studi giuridici alla New York University, di cui un portavoce ha però detto al New York Times di non avere trovato traccia, né come insegnante, né ricercatore, né come studente. Speriamo vivamente di non trovarci di fronte ad un nuovo caso Oscar Giannino.


La New York University non ha tracce degli studi dichiarati da Giuseppe Conte

Sul curriculum del futuro capo del governo c'è scritto che ha "perfezionato" lì i suoi studi giuridici, ma a loro non risulta

Di Giuseppe Conte – avvocato civilista e insegnante di diritto di 54 anni, che non ha mai fatto politica ed è stato indicato da Movimento 5 Stelle e Lega Nord come presidente del Consiglio del loro futuro governo – non si sa molto: la maggior parte delle informazioni sulle sue esperienze lavorative e di studio riportate dai giornali provengono da un curriculum redatto da lui stesso e disponibile sul sito dell’Associazione civilisti italiani, mentre un secondo curriculum si trova sul sito della Camera dei deputati. Una delle cose dichiarate da Giuseppe Conte nel curriculum dell’Associazione civilisti italiani è che tra il 2008 e il 2009 avrebbe “perfezionato” i suoi studi giuridici alla New York University, di cui un portavoce ha però detto al New York Times di non avere trovato traccia della presenza di Conte né come insegnante né ricercatore né come studente.

Il curriculum indica tutte le più rilevanti attività di studio e lavoro di Giuseppe Conte, che si è laureato nel 1988 in Giurisprudenza e che – dice sempre il curriculum – ha “perfezionato” i suoi studi di Diritto con periodi trascorsi in alcune delle più famose università del mondo, tra cui la New York University. Le altre università citate sono Yale (dove Conte sarebbe stato nel 1992), la Duquesne University di Pittsburgh (sempre nel 1992), la Sorbona di Parigi (nel 2000) e il Girton College dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito (nel 2001). Il curriculum indica anche un periodo di perfezionamento degli studi di Diritto all’International Kultur Institut di Vienna, una scuola di tedesco.

Il Post ha contattato tutte le università indicate nel curriculum di Giuseppe Conte per verificare l’esistenza e la natura dei suoi studi di perfezionamento, e sta aspettando risposte.

Come ha detto al New York Times la portavoce della New York University, Michelle Tsai, è possibile che Conte abbia frequentato dei corsi da uno o due giorni organizzati dall’università e per i quali non vengono conservati documenti. Tsai ha escluso che Conte tra il 2008 e il 2009 abbia frequentato dei veri corsi di Legge offerti dall’università. Sul curriculum di Conte disponibile sul sito della Camera – presentato da Conte stesso nel 2013 quando fu scelto dal Parlamento come membro del Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa – c’è scritto che «dall’anno 2008 all’anno 2012 ha soggiornato, ogni estate e per periodi non inferiori a un mese, presso la New York University, per perfezionare e aggiornare i suoi studi», una formulazione che sembra in contraddizione con quanto dichiarato dalla New York University.

Sullo stesso curriculum, i periodi di studio a Yale e all’università di Pittsburgh sono presentati così: «nell’autunno 1992 ha effettuato un soggiorno-studio di tre mesi presso la Yale University di New Haven (U.S.A.) per approfondire lo studio del diritto
nordamericano dei contratti; ha inoltre svolto attività di ricerca presso la Duquesne University di Pittsburgh». Il periodo di studi a Vienna, invece, non è indicato in questo secondo curriculum come un periodo di “perfezionamento” degli studi di diritto, ma più genericamente come un soggiorno studio di tre mesi presso l’International Kultur Institut. Degli studi alla Sorbona di Parigi, invece, c’è scritto che «nell’estate dell’anno 2000 ha soggiornato presso l’Université Sorbonne di Parigi per svolgere attività di ricerca scientifica». «Nel settembre dell’anno 2001», si legge infine sul curriculum [Conte]«ha studiato presso il Girton College, Cambridge University, ove ha svolto attività di ricerca scientifica».

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21 maggio 2018

La Casa danzante di Praga (Tančící dům)

Costruita nel 1996, è considerata uno dei pilastri dell'architettura moderna praghese. Il progetto è stato elaborato dagli architetti Vlado Milunič a Frank O. Gehry. La concezione dell'edificio é ispirata allo stile di danza della famosa coppia Fred Astaire (torre di pietra) e Ginger Rogers (torre di vetro). Nella Casa Danzante potete visitare la galleria, il ristorante e il bar con terrazza panoramica dal quale potete ammirare una veduta di Praga a 360 gradi.



La storia dell'edificio

Nei luoghi dove, tra il 1992 e il 1996, venne edificato l’edificio della Casa danzante, sorgeva una casa che venne distrutta durante il bombardamento aereo di Praga da parte degli americani, avvenuto il 14 febbraio 1945. Nel 1992, il terreno è stato acquistato dalla compagnia di assicurazioni olandese Nationale Nederlanden. Per la costruzione è stato scelto il progetto dell’architetto Vlado Milunic e, come collaboratore, è stato invitato l’architetto e designer di fama mondiale Frank O. Gehry. Sorse uno straordinario edificio atipico, che però si armonizza alla perfezione con gli edifici circostanti. È una delle piccole case praghesi che entra dinamicamente nello spazio della strada. L’edificio viene metaforicamente chiamato “Casa danzante” e "Ginger e Fred". Esso ha acquisito queste denominazioni grazie alle sue torri, che ricordano i ballerini Ginger Rogers e Fred Astair. Il ballerino viene rappresentato dalla torre di pietra, mentre la sua partner viene rappresentata dalla torre di vetro. In cima alla torre, che simboleggia una figura di un uomo, c’è una cupola avvolta da capelli immaginari. L’autore è Frank O. Gehry. Gli interni sono stati parzialmente progettati dall’architetto inglese di origine ceca Eva Jiřičná. Attualmente, nell’edificio ci sono alcuni uffici, una caffetteria, un ristorante di lusso con terrazza e una bella vista. L’edificio ha ottenuto un riconoscimento prestigioso dalla rivista americana Time – nel 1996, ha vinto nella categoria design dell’anno.




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20 maggio 2018

Borseggiatrici francesi in trasferta da Parigi a Roma

Borseggiatrici francesi in trasferta. A piazza Fontana di Trevi, i Carabinieri hanno bloccato due nomadi, 35enne e 32enne originarie della Francia, domiciliate a Parigi ma “in trasferta” a Roma. Siamo la barzelletta del eurozona. Vengono in Italia a delinquere perché sanno che da noi vengono rimesse in libertà dopo poche ore. Siamo un paese talmente idiota che non si fanno scrupoli, anzi partono per venire a rubare qui!


Gang di ladre a "caccia" di turisti tra metro e ristoranti: 7 arresti

Ormai non c'è pace per chi viene in visita al centro di Roma. Ristoranti, monumenti, metropolitana presi d'assalto - oltre che dai turisti - anche da bande di ladri e ladre. I carabinieri in meno di 48 ore hanno arrestato 7 persone e denunciato 6: tutte accusate di furto. 

Al ristorante Un 25enne e un 26enne, entrambi romani senza occupazione, sono stati denunciati dai militari dopo attente indagini partite dopo la denuncia di una turista, 25enne delle Filippine, che, mentre pranzava in un noto fast food all’interno del centro commerciale di via di Valle Aurelia, è stata derubata di una macchina fotografica professionale. I militari, acquisite le immagini della videosorveglianza interna al locale, hanno dato un volto ai due giovani ladri che, ieri sera, sono stati riconosciuti e fermati sempre all’interno dello stesso centro commerciale. 

La refurtiva è stata ritrovata all’interno dell’autovettura in uso ai due, parcheggiata nei pressi, e riconsegnata alla vittima.

Borseggiatrici francesi in trasferta A piazza Fontana di Trevi, i Carabinieri hanno bloccato due nomadi, 35enne e 32enne originarie della Francia, domiciliate a Parigi ma “in trasferta” a Roma, che avevano sfilato il portafogli dallo zaino di un turista indiano, intento a fotografare la fontana monumentale.

Metro A A bordo della metro A, tra le fermate Spagna e Termini, i Carabinieri, in servizio in abiti civili, hanno arrestato un 27enne bosniaca, domiciliata al campo nomadi di via Pontina, sorpresa a derubare del portafogli una turista giapponese.

Metro B A bordo della metro B, invece, tra le fermate San Paolo e Termini, hanno fermato 4 nomadi minorenni, di età compresa tra i 10 e 13 anni, che avevano accerchiato e derubato una turista brasiliana, di 30 anni, asportandole il portafogli dalla borsa. Sono stati denunciati e affidati ad un centro di accoglienza minorile.

Fori Iperiali In via dei Fori Imperiali, i Carabinieri hanno arrestato tre cittadini romeni, di 38, 40 e 46 anni, tutti senza fissa dimora e con precedenti, sorpresi a rubare denaro contante, pari a 200 euro, dal marsupio di turista australiano di 70 anni. Infine, i carabinieri hanno bloccato un 30enne marocchino, senza fissa dimora, che poco prima aveva derubato dello smartphone una turista 46enne.

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19 maggio 2018

Lo splendore segreto di Mosca e San Pietroburgo

Immense, luminosissime e decorate in marmo, le stazioni della metropolitana di Mosca e San Pietroburgo sono belle come un 'sole artificiale'. Tutto lo splendore di quello che è considerato uno dei più grandi e maestosi progetti architettonici dell'ex Urss è stato immortalato negli scatti dell'architetto e fotografo canadese David Burdeny, recentemente pubblicati nella raccolta dal titolo "A bright future- new works from Russia". 


Il fotografo è stato il primo a cui è stato concesso di trascorrere due settimane all’interno delle strutture e immortalarne la bellezza quando erano completamente vuote. Un privilegio che gli è costato un anno di burocrazie, poi una volta ottenuto il permesso per scattare le fotografie ha dovuto lavorare dopo la mezzanotte, durante un’ora di shooting. Il risultato è una serie di immagini che mostrano perfettamente lo splendore e la maestosità delle due metropolitane costruite nel 1935. 

Del resto è proprio per questo che vennero realizzate durante il regime guidato da Stalin: l'intento propagandistico era quello di suscitare stupore in chi le guardava, in modo da rendere ammirevole e degno di contemplazione lo stesso regime. Con i suoi soffitti altissimi e decorati, i lampadari immensi e luminosi che si riflettono sulle pareti di marmo, il complesso viene paragonato ad un ‘’sole artificiale’’, una divinazione stessa del regime che richiama il culto del sole presente ovunque nel mondo. Le fotografie di Burdeny sono state in mostra nella galleria Jennifer Kostuik a Vancouver.












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18 maggio 2018

Quattro in storia, genitori aggrediscono la prof

Sono diventati così comuni (purtroppo) questi episodi che quasi non fanno più notizia ma di solito avvengono per motivi un po' più "importanti" che un semplice brutto voto. Magari, secondo la mente bacata di questi genitori, aggredendo tutti i professori che mettono brutti voti alla figlia, questa avrà un percorso scolastico migliore. Il fatto curiosamente è avvenuto in provincia Lucca, la stessa città dove qualche settimana fa, ci fu l'aggressione del baby bullo al professore malato che diventò virale sui social.


Viareggio, studentessa prende 4 in Storia, genitori aggrediscono la prof

Un'insegnante è stata aggredita dai genitori di un'alunna alla quale aveva dato 4 in un'interrogazione. È accaduto mercoledì scorso a una professoressa di storia e filosofia del liceo Giosuè Carducci di Viareggio (Lucca). 

La notizia è riportata oggi dalla cronaca locale della «Nazione». A denunciare l'episodio, sui social, è stata la stessa insegnante che si è detta «sconvolta, addolorata, incredula» per essere stata «brutalmente aggredita dal genitore di un alunno/a a cui ho dato, secondo scienza e coscienza, un'insufficienza». 

Secondo una prima ricostruzione del fatto, l'aggressione sarebbe stata prima verbale da parte di entrambi i genitori, e in un secondo momento la madre dell'alunna avrebbe strattonato l'insegnante per un braccio. La professoressa non ha riportato traumi fisici, anche se per lo choc si è rivolta alle cure del pronto soccorso.

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17 maggio 2018

Multe per chi occupa un posto auto

Capita spesso nelle nostre città di vedere sedie, secchi e molto altro, per far si che non si parcheggi in un determinato posto, per svariati motivi. A dire il vero, la maggior parte delle volte che l'ho visto, era a causa di lavori, oppure per proteggere un passo carrabile dagli incivili e praticamente mai per poter parcheggiare in quel punto. La legge, comunque, per questo comportamento, prevede una sanzione da 168 a 674 euro.


Multe salate per chi occupa un posto auto con la sedia

Si possono pagare fino a quasi 700 euro, il codice della strada parla chiaro

Quante volte capita di girare, anche per ore, con l'obiettivo di cercare e trovare un parcheggio per la propria auto? A volte ci si illude di averlo trovato, ma andando poco più avanti si scopre parcheggiata una smart, al limite del comico, quasi su due ruote.

Ma cosa peggiore è trovare una sedia, o peggio ancora, uno stendipanni, al posto di un auto per mantenere bloccato il parcheggio mentre l'interessato fa il giro dell'isolato. Magari un residente del posto che ci tiene tanto ad avere la sua vettura parcheggiata sotto casa. Questo accade non tanto nelle grandi città, quanto nei piccoli centri, probabilmente soprattutto al Sud Italia.

Forse, però, non tutti sanno che lasciare una sedia al posto dell'auto è un reato vero e proprio, punibile con un'ammenda fino a circa settecento euro. A dirlo è l'articolo 20 del codice della strada che spiega come sia "vietata ogni tipo di occupazione della sede stradale, ivi compresi fiere e mercati, con veicoli, baracche, tende e simili" ed è, invece, ammessa l'occupazione della carreggiata "a condizione che venga predisposto un itinerario alternativo per il traffico ovvero, nelle zone di rilevanza storico-ambientale, a condizione che essa non determini intralcio alla circolazione".

Mettere una sedia al posto dell'auto non porta di certo l'automobilista a predisporre "un itinerario alternativo". E continua la legge dicendo che "chiunque occupa abusivamente il suolo stradale, ovvero, avendo ottenuto la concessione (il codice della strada prende comunque l'esempio di una concessione data che non è di certo l'occupazione della strada con una sedia, ndr) non ottempera alle relative prescrizioni, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 168 a euro 674."

Il codice della strada non può di certo prendere ad esempio l'occupazione del suolo pubblico con una sedia, ma l'infrazione in questione viene collegata all'articolo 20 del codice stesso. Quindi, d'ora in avanti, faccia attenzione chi furbamente vorrà mantenere il posto auto con una sedia. Potrebbe costargli... caro.

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16 maggio 2018

La Miniera di Sale di Wieliczka

Se decidete di viaggiare a Cracovia, in Polonia, oltre all'immancabile visita ai campi di concentramento di Auschwitz, non potete perdervi la visita alla Miniera di Sale di Wieliczka, alla scoperta della tradizione mineraria polacca e della vita dei minatori che per secoli hanno scavato il suo sottosuolo per estrarre sale.


La Miniera di Sale di Wieliczka: un viaggio inusuale attraverso le gallerie alla scoperta della tradizione mineraria a due passi da Cracovia

Se decidete di viaggiare a Cracovia, in Polonia, non potete perdervi la visita della Miniera di Sale di Wieliczka, alla scoperta della tradizione mineraria polacca e della vita dei minatori che per secoli hanno scavato il suo sottosuolo per estrarre sale. Sto parlando di un totale di 287 chilometri di gallerie e cunicoli scavati fino alla profondità di 327 metri, 3,5 chilometri di questi visitabili. Potete scoprire le attrezzature minerarie usate durante gli scavi, ammirare le sculture di sale realizzate dai minatori, conoscere le leggende e le storie legate alla miniera, restare impressionati da intere stanze ricavate nelle rocce saline, tra le quali una grandissima cappella, utilizzata anche per celebrare matrimoni in profondità, e molto altro ancora

Certe volte quando devo decidere la destinazione di qualche viaggio, soprattutto se breve, scelgo in base al costo del biglietto aereo per raggiungerla. Quindi, in pratica vado sul sito di Ryanair e di qualche altra compagnia low-cost, guardo quali sono le destinazioni che partono dall’aeroporto che ho più vicino, e scelgo tra quelle che ancora non ho visitato tra quelle con il biglietto che costa meno.

E così è stato quando ho deciso di visitare la bella Cracovia, in Polonia, che in realtà non è mai stata nella mia wish list. E avevo torto, perchè si è rivelata un’ottima scelta, ideale soprattutto se si ha a disposizione solo un fine settima.


E ancora maggiore è stata la sorpresa quando già a destinazione ho scoperto che a pochi chilometri dalla città, nel comune di Wieliczka, ci sono 287 chilometri di gallerie e cunicoli scavati a profondità variabili fino a 327 metri nel sottosuolo, che costituiscono l’antica miniera di sale, oggi visitabili anche se solo in minima parte.

Incomincio a pensare di essere involontariamente attratto dal sale. Infatti, anche quando ho visitato la bellissima Bolivia, una delle cose che per prime sono andato a visitare è stato il Salar de Uyuni, il più grande deserto di sale del mondo, che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta, e del quale mantengo vivo ancora oggi un bellissimo ricordo, anche se ormai sono passati molti anni.

Questa miniera di sale è entrata in funzione addirittura nel XIII Secolo, quando il sale era merce davvero preziosa (usata addirittura come moneta per gli scambi), e l’attività estrattiva è proseguita fino al 1996. Infatti occupano la seconda posizione tra le miniere di sale più antiche del mondo, solo dopo a quella di Bochnia, sempre in Polonia, a soli 20 chilometri da Wieliczka.


Oggi, terminata l’attività estrattiva, la miniera di sale è diventata una importante attrazione turistica che racconta ai visitatori non solo questa peculiare caratteristica della morfologia del territorio, ma anche la vita delle migliaia di minatori che nel corso dei secoli si erano occupati quotidianamente della durissima attività estrattiva, così come le tecniche e gli strumenti di estrazione e le specifiche caratteristiche della roccia e del sale.

Un imponente lavoro di riconversione che ha interessato 3,5 chilometri della sua estensione totale ha permesso di creare un luogo davvero magico, letteralmente fuori dal mondo, che pur mantenendo la sua totale autenticità, affianca aspetti decisamente moderni, rendendo la visita un’esperienza che nel suo complesso difficilmente si può dimenticare.




Lungo le gallerie e nei cunicoli della miniera di sale ho trovato statue di figure storiche e religiose scolpite dai minatori direttamente nel sale, stanze decorate, cappelle nelle quali anche i cristalli dei candelieri sono stati forgiati nel sale, grandi laghi sotterranei naturali con un grado di salinità pari a quella del Mar Morto (se non sbaglio del 33%), e sono visibili le imponenti opere di ingegneria e di carpenteria in legno che sostengono i diversi livelli delle miniere, oltre alle attrezzature (molte delle quali originali) usate dai minatori.


Il percorso turistico

Io ho visitato la Miniera di Sale di Wieliczka scegliendo il “classico” percorso turistico in gruppo accompagnato da una guida che dura circa tre ore e comprende l’esposizione sotterranea del Museo delle Saline di Cracovia. Il percorso inizia con una discesa a piedi di 380 scalini, che sono solo un piccolo assaggio degli 800 che si faranno in totale per raggiungere la profondità massima di 135 metri. Ma il ritmo è davvero molto blando, quindi accessibile a tutti, anche ai bambini. Non preoccupatevi per la risalita, perchè questa avviene in ascensore.


In totale si visitano oltre 20 camere, tra cui la bellissima cappella di Santa Kinga, principessa alla quale, secondo la leggenda, la terra polacca deve la sua ricchezza salina. La cappella è grandissima, ci sono magnifici altari, un pulpito decorato ed è arricchita decorata con delle bellissime opere d’arte, tra le quali una scultura a grandezza naturale che rappresenta Giovanni Paolo II e la copia dell’Ultima cena di Leonardo da Vinci.


Una cosa che mi ha davvero emozionato è stato lo spettacolo di luce ai bordi di uno dei tanti laghi salini, accompagnato dalla musica di Chopin.

Dal percorso turistico si accede anche al Percorso del Museo delle Saline di Cracovia, dove è possibile vedere il Corno della Confraternita degli Scavatori incastonato in argento, addirittura del 1534.

Un’unica pecca: per fotografare e fare video occorre comprare un permesso a parte, che rendono nel complesso la visita alle miniere di sale non proprio economica, ma ne vale la pena.


Il percorso minerario

Il percorso minerario, che inizia nel Pozzo Regis, è diverso dal percorso turistico, e permette di conoscere una vera miniera proprio come un vero minatore. Il percorso inizia con la discesa in ascensore fino al livello I, a 59 metri, mentre si ritorna dal livello II, posizionato a 101 metri di profondità.

In autonomia ti permettono di imparare a misurare la concentrazione di metano, cercare e trasportare il sale, trovare i percorsi ed esplorare le diverse camere della miniera di sale. Insomma, fare tutte le attività che facevano i minatori. Per far questo ti fanno indossare le tute di protezione e ti danno le attrezzature minerarie: lampada, assorbitore del monossido di carbone e casco.


Inoltre, permette di conoscere direttamente la vita quotidiana della miniera, oltre alle tradizioni dei minatori, ma anche di conoscere le leggende legate alla miniera. È l’ideale se come me avete voglia di fare un’esperienza decisamente più attiva e coinvolgente, e per questo richiede uno sforzo fisico decisamente maggiore.

La guida, che è chiamato il capo minatore, assegna i compiti la cui realizzazione verrà scrupolosamente controllata alla fine del viaggio. E il turista diventa minatore principiante (Sleper), che nella luce della lampada da miniera deve fare i primi passi di questo mestiere difficile.

Il percorso di pellegrinaggio

Oltre ai due percorsi descritti finora, la Miniera di Sale di Wieliczka offre una terza possibilità: il Percorso di Pellegrinaggio, benedetto dal Cardinale Stanislao Dziwisz all’inizio del 2010, che costituisce un’autentica testimonianza della profonda fede che avevano i minatori che hanno lavorato per secoli nella miniera. Oltre alla cappella di Santa Kinga si visitano anche altre due bellissime cappelle: quella di San Giovanni e quella di Sant’Antonio.


La torre di gradazione

La torre di gradazione, ubicata nei pressi del Pozzo Daniłowicz con il quale si scende nei sotterranei della Miniera di Sale “Wieliczka”, è anche un’ottima alternativa per tutti coloro che vogliono usufruire dell’azione benefica del sale di Wieliczka senza dover scendere nei sotterranei.

Ha una superficie di 7.500 metri quadrati ed è provvista di una torre panoramica alta 22 metri dal quale si può ammirare il panorama del parco e dei pozzi minerari, e permette di fare terapia d’inalazione con l’acqua satura di sale, utile per chi di noi ha problemi con le vie respiratorie


L’aspetto più “moderno” della Miniera di Sale di Wieliczka al quale ho accennato è invece quello che mi è piaciuto meno. Penso che bar, ristoranti, negozi di souvenirs che si alternano lungo il percorso poco di addicono a un luogo del genere, e che gli fanno perdere inevitabilmente parte della sua autenticità. Ma questa è una mia opinione, soprattutto perchè sono un turista davvero responsabile e per questo amo solo gli aspetti totalmente autentici delle esperienze che vivo in viaggio.

Le Miniere di Sale di Wieliczka sono un luogo talmente importante per la sua valenza storica e sociale, che nel 1978  sono state dichiarate Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’ UNESCO, mentre nel 2013 il sito è stato allargato alla miniera di sale di Bochnia, che come ho già detto è a pochi chilometri di distanza. E questo spiega il perchè ogni anno è visitato da circa 800mila visitatori.

Tra questi ci sono anche personaggi estremamente importanti, tra i quali non è possibile non citare  Niccolò Copernico, Johann Wolfgang von Goethe (celebre scrittore conosciuto semplicemente come Goethe), Karol Wojtyła (futuro Papa Giovanni Paolo II), l’ex Presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton e molte teste coronate provenienti da tutta Europa.

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