05 maggio 2022

Primo giorno di terapia autoimmune

 Giovedì 05 maggio 2022.


Oggi finalmente si comincia con la terapia. Arriviamo in ospedale (a Civitanova) puntualissimi alle 10:30 e poco dopo veniamo chiamati nell'ambulatorio della dottoressa che ci ha preso in carico, dato che il dottore con cui avevamo parlato in precedenza, nella visita collegiale fatta a Macerata, ha ufficialmente il covid. 




Dopo aver studiato attentamente la cartella clinica e confrontatasi col collega malato, ci fa sapere di aver scelto un determinato farmaco invece dell'altro. Nello specifico, si tratta di quello da fare ogni due settimane, della durata di mezz'ora (l'altro ogni tre settimane e con flebo da un'ora), più indicato per questioni tecniche e anche meglio tollerato dall'organismo delle persone non più giovanissime.

Dopo queste spiegazioni, ci mettiamo in fila per l'inserimento dell'ago in vena, prima dell'infusione, e poco dopo mia madre viene fatta entrare. Io nel frattempo esco (c'è una porta in fondo al reparto che dà all'esterno) a prendere una boccata d'aria e liberarmi dalla mascherina.

Rientro dopo un po' ma non vedo mamma da nessuna parte. Immagino che sarà andata a farsi iniettare il farmaco ma nelle poltrone che si vedono dalla porta aperta non c'è. A un certo punto passa la dottoressa che si avvicina e mi dice che ci sono stati dei problemi nel "prendere la vena" nel braccio, sono stati necessari diversi tentativi e mia madre era andata un po' in sofferenza, avendo accusato quasi un mancamento. Porca vacca! Mamma è sempre agitata, non riesce a prendere le cose con razionalità e soprattutto ha paura di tutto.

Poco dopo esce dalla stanza con l'ago nel braccio. Fatto! Sembra abbastanza tranquilla anche se un po' frastornata e finalmente può iniziare la terapia. Mezz'ora di flebo più quindici minuti di "lavaggio" e per oggi abbiamo fatto. Una prima volta che poteva andare decisamente meglio.

Prima di andar via passiamo dalla dottoressa che ci deve dare la lettera con tutte le indicazioni per il medico di famiglia e ci fa il punto della "problematica vene". 

Ci vengono prospettate due tipologie di dispositivi, uno che va nel braccio e un altro sottopelle, vicino alla spalla. Il primo che si chiama PICC è più semplice da inserire, mentre per l'altro serve un "piccolo interventino" (lo ha chiamato così) e quindi la scelta è quasi automatica: mettiamo quello sul braccio e poi vediamo come va, se dovesse essere troppo fastidioso penseremo a cambiarlo.

Tra le indicazioni ricevute c'è quella di mettere la protezione se dovesse stare per parecchio tempo al sole, anche in macchina, perché quel tipo di medicinali potrebbe causare delle macchie. 

Nel caso di febbre assumere la classica tachipirina e per dolori articolari qualcosa di un po' più forte, tipo Aulin o Brufen. Un consiglio anche per quanto riguarda l'igiene della bocca, quello di non usare soluzioni alcoliche che potrebbero causare irritazioni ma semplice acqua e bicarbonato che fanno la stessa funzione ma senza effetti secondari indesiderati.

Ci lasciamo con l'appuntamento tra due settimane per il trattamento ma verremo chiamati il giorno prima per inserire il dispositivo di aiuto per le vene.



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