27 luglio 2022

Mille problemi per una TAC. Pazzesco!

Questa TAC non s'ha da fare. Non è il messaggio minaccioso dei bravi di un redivivo Don Rodrigo ma quanto emerge dai numerosi problemi che ho incontrato nel tentare di sottopormi alla suddetta prestazione sanitaria.

Dico subito che stamattina in una clinica di Fermo, dopo aver fatto 25km con una temperatura di 33-35 gradi, non me l'hanno fatta per un errore del CUP (centro unico di prenotazione).

Ma andiamo in ordine...

Sono andato dall'otorino per una vescica sulla lingua che non passava mai ma con l'appuntamento a una trentina di giorni e con le medicine giuste, alla fine è sparita. Avevo però questa visita prenotata e con una narice costantemente chiusa (nonostante operazioni nel 2013 e nel 2018), sono comunque andato.

Primo problema al pagamento del ticket in ospedale: devo pagare 22 euro, do una banconota da 50 e una moneta da 2 euro ma dopo una breve attesa, quando mi viene data la ricevuta, mi dimentico di chiedere il resto (non aggiungo altro) e me ne rendo conto solamente una volta arrivato a casa. Cribbio, mi mancano 30 euri!

Il giorno seguente mi reco all'ospedale senza nessuna speranza ma riesco a trovare lo stesso operatore e dopo aver esposto il mio problema risponde: "strano, di solito do il resto". Dopo conteggi e contro conteggi del fondo cassa, viene fuori un avanzo di 20,90 euro e mi chiede se mi vanno bene. Cazzarola, pensavo di averne persi 30 e così è più sopportabile la faccenda. Li prendo e me ne vado. Avevo pensato anche di scrivere alla direzione dell'ospedale ma alla fine ho lasciato correre, anche perché, per una cosa simile accaduta in un negozio di telefonia, ho vissuto una vicenda inenarrabile.

Chiuso il capitolo semi-truffa veniamo al discorso medico. Il dottore trova una ipertrofia del turbinato inferiore destro e dei polipi a sinistra e richiede una TAC per gli approfondimenti del caso. 

Purtroppo la dicitura usata nel referto (TC cranio-mascellare) non è facilmente interpretabile dal dottore che, per non sapere né leggere, né scrivere, invece della ricetta bianca telematica me ne fa una rossa in cui può scrivere liberamente e riprende la stessa identica dicitura usata dallo specialista.

La palla passa quindi all'operatrice del CUP che ha gli stessi problemi del medico di famiglia, cercando nella lista delle prestazioni, e mi mette qualcosa di simile dicendomi poi di spiegarlo a voce a chi mi farà l'esame.

Arriviamo quindi a questa mattina, quando mi reco in una clinica di Fermo dove non mi possono effettuare l'esame diagnostico perché così come scritto non rientra tra quelli in convenzione. Hanno sicuramente ragione loro ma dopo aver fatto 30 minuti di macchina, alle 10:30 di una mattinata infuocata, con temperature dai 33 ai 35 gradi, mi cadono le braccia. Che palle!

Non protesto nemmeno perché loro sono incolpevoli ma appena torno in macchina chiamo il CUP cercando di capire cosa si possa fare... un ca**o. Dopo 18 minuti al telefono, prima con un'operatrice e poi con il suo superiore, l'unica cosa che viene fuori è che devo ri-prenotare la prestazione.

Casualmente, oggi pomeriggio dovevo accompagnare mia madre all'ospedale, così ne ho approfittato per cercare l'otorino che mi ha prescritto la TAC. L'ho anche trovato e dopo avergli spiegato la situazione, mi dice che dovrei fare una "massiccio facciale", meravigliandosi per il fatto che gli altri non avessero lo capito. Io gli ho risposto che faccio un altro lavoro, per cui non ho voce in capitolo.

Unica nota positiva è che fatto l'esame non devo riprendere un appuntamento ma mi ha detto di cercarlo in ospedale e portarglielo a vedere, risparmiando tempo e denaro.

Domani ricomincio col girone infernale delle telefonate a Centro Unico di Prenotazione Regionale Marche per trovare qualcuno che mi faccia questa benedetta TAC.