30 giugno 2019

Corteo in mare per i porti aperti, De Magistris: "Lo dedico al capitano Carola"

Il sindaco di Napoli si schiera ancora più apertamente contro Salvini e lo fa partecipando ad un corteo in mare contro le politiche migratorie di Matteo Salvini e a favore dei porti aperti. 


Corteo in mare a favore dei porti aperti, De Magistris: "Lo dedico al capitano Carola Rackete"

Un corteo in mare, partito dal porto di Napoli e capitanato da Luigi De Magistris per schierarsi contro le politiche migratorie di Matteo Salvini e a favore dei porti aperti. "Dedico questo importante primo corteo a Carola Rackete e tutte le donne e gli uomini perseguitati per ragioni di giustizia. Mi schiero senza alcuna forma di tentennamento verso questa comandante che ha fatto ciò che chiunque rimasto umano avrebbe fatto". Così il sindaco di Napoli motiva la propria scelta.

Al porto del capoluogo campano sono moltissimi i capitani di altre Ong, tutti a sostegno di Carola Rackete arrestata dopo aver forzato il blocco a Lampedusa e pronti a sfidare il vicepremier. "Salvini non lo contiamo proprio", dichiara Stefano Bertoldi di SOS Méditerranée, "non ci interessa. Noi abbiamo come referente il diritto internazionale, che forse sta un po' più in alto di lui". Proprio Salvini avrebbe avvisato altre due navi pronte a fare rotta verso la Libia, Open Arms e Alan Kurdi.

"Noi siamo già in mare", spiega Veronica Alfonsi di Open Arms ai microfoni di "Stasera Italia", "vi siamo già tornati partendo proprio dalle acque di fronte al porto di Napoli e siamo pronti ad affrontare le conseguenze della  nostra missione". Nel frattempo c'è chi vede nel capitano Rackete un'icona. "L'imbarcazione che avevamo oggi è stata ribattezzata 'Free Carola'", sono le parole di Alessandro Metz della Mare Jonio, "perché era il modo migliore per esserci oggi e segnalare anche la vicinanza, la solidarietà e la complicità con la comandante della Sea Watch 3".

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29 giugno 2019

La Francia condannò l'italiana che aiutava i migranti (e adesso fa la morale)

Alla luce delle dichiarazione della portavoce del governo Macron, che ha riferito che "la Francia si rammarica che si sia arrivati a questa situazione perché il governo italiano sceglie una strategia per rendere isterico il dibattito su argomenti dolorosi", la notizia del luglio scorso assume un valore molto diverso: alla cuneese Francesca Peirotti, infatti, i giudici di Aix en Provence avevano inflitto 6 mesi perché aveva aiutato persone in difficoltà ad attraversare il confine italo-francese.


Giovane cuneese condannata a 6 mesi di carcere in Francia per aver aiutato 8 migranti a attraversare il confine

Era accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

E' stata condannata dalla corte d'appello di Aix En Provence a sei mesi di carcere, con sospensione condizionale della pena per aver aiutato otto migranti ad attraversare il confine da Ventimiglia verso Mentone.  Francesca Peirotti ha 31 anni ed è originaria di Cuneo ma da tempo vive a Marsiglia. L'accusa per lei è "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina in territorio francese".

I fatti risalgono all'8 novembre 2016. La giovane animatrice socio-culturale molto attiva sui temi dell'immigrazione, è accusata di aver trasportato su un furgone con il logo della Croce Rossa otto richiedenti asilo arrivati in Italia da Eritrea e Ciad e rimasti bloccati a Ventimiglia. Tra loro c'era anche un neonato. La ragazza era stata bloccata dalla gendarmeria francese sull'autostrada A8 all'altezza di Mentone.

In primo grado, a maggio 2017, era stata condannata a una multa di 1000 euro dal tribunale di Nizza che non aveva accolto la richiesta di condanna della procura. La corte d'Appello ha deciso per una pena ben più grave a cui potrebbe aggiungersi anche l'interdizione a vivere nella regione francese per  prossimi cinque anni, se la condanna dovesse essere confermata anche in cassazione. La ragazza infatti, assistita dal suo avvocato Zia Oloumi, ha già presentato ricorso alla corte di cassazione di Parigi.

Peirotti aveva fatto ricorso in appello contro la multa e ora intende andare fino al terzo grado di giudizio e -  se necessario -  fino ala corte di giustizia europea. "La solidarietà non può essere un reato", ha più volte spiegato la giovane che in passato aveva passato sei mesi nella Jungle di Calais.

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28 giugno 2019

Fratoianni su Sea Watch: "Odissea creata dal Ministro del Disordine"

Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana, è a bordo della Sea Watch, dopo essere arrivato a Lampedusa insieme alla delegazione PD che ieri si è imbarcata per dare aiuto all’equipaggio della nave della Ong tedesca.



Fratoianni su Sea Watch: “Dormo sul ponte. Questa è un’odissea creata dal Ministro del Disordine”

“Alle 4,30 Riccardo Magi mi sveglia. È il mio turno. Stanotte la nostra breve crociera sulla Sea Watch3 prevede una rotazione per dare una mano all’equipaggio nella guardia sul ponte.Ieri sera la Capitana Carola ci ha chiesto di farlo. Dopo la nuova evacuazione medica necessaria per fornire cure adeguate ad un ragazzo affetto da una probabile ernia inguinale, c’è qualche preoccupazione in più a bordo. Non è difficile intuirne i motivi”. Comincia così il racconto della prima notte, riportata su Huffington Post, passata a bordo della Sea Watch, la nave che si trova a solo un miglio di distanza da Lampedusa. A parlare è Nicola Fratoianni, deputato di Sinistra Italiana. Lui, insieme alla delegazione PD, si è recato nell’isoletta per monitorare la situazione.

“La motovedetta si allontana con il malato e col fratello minore intorno a mezzanotte. Gli altri naufraghi vedono terra, lì vicino. In mare tra l’altro, le distanze sembrano sempre più corte di quanto non sia in realtà. E dopo oltre 15 giorni dal salvataggio, stress e fatica possono diventare un impasto difficile da gestire. La paura è che qualcuno, esasperato possa lanciarsi in mare, per forzare i tempi. Per cercare di arrivare a terra in qualche modo. Magari recuperato da una delle motovedette che girano costantemente intorno a noi. La giornata di ieri è passata aspettando, ancora una volta, qualche segnale di ragionevolezza”, prosegue il racconto.

Secondo Fratoianni, la Guardia di Finanza, salita a bordo, avrebbe riferito alla Capitana Carola Rackete che una soluzione era presto vicina. In più, in questi giorni sarebbero arrivate a Lampedusa più di cento persone con barchini di fortuna e tutti, a  bordo, si chiedono perché i 40 a bordo della Sea Watch sono bloccati. “Una situazione surreale che non ha nulla a che vedere con la gestione dei flussi migratori. Né con la retorica falsa e mistificatoria dell’invasione. I migranti della Sea Wacht3 non sbarcano perché sono un materiale prezioso. Sono la prima formidabile incarnazione del Decreto Sicurezza bis. Per il Ministro del disordine valgono moltissimo. Qui la guerra senza quartiere contro chi organizza e pratica solidarietà, compie un altro formidabile passo in avanti. E così in questo impressionante rovesciamento di senso la propaganda fiorisce sempre di più”, prosegue.

Fratoianni, che prima di partire si è scagliato contro la proposta di Giorgia Meloni, che vorrebbe l’arresto dell’equipaggio e l’affondamento della nave, prosegue puntando sull’importanza della solidarietà che, per il Governo, dice lui, è una colpa. “Gli altri parlamentari stanno dormendo dopo aver fatto i loro turni. La notte la abbiamo passata sul ponte. Su tre comodi materassi messi uno accanto all’altro. Abbiamo fatto una specie di “campo largo”. Una di quelle figure mitologiche del dibattito politico e spesso un po’ politicista che occupa la scena italiana a sinistra. Questo accampamento in ogni caso serve a qualcosa. Ora magari proviamo a dargli un senso. La prossima settimana si vota la proroga delle missioni. Basta con la missione in Libia. Basta con i regali di motovedette e con la collaborazione con la cosiddetta guardia costiera libica. In fondo non serve molto a capire che non si può affidare il salvataggio di chi fugge dall’orrore a chi quell’orrore lo organizza e lo gestisce. In fondo anche questa storia nasce un po’ da lì”, conclude il post.

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27 giugno 2019

Incidente spettacolare al casello dell'autostrada

Si va sulla luna ma non si riesce ad uscire dall'autostrada 😳


26 giugno 2019

Fedez si fa biondo e diventa Brigitte Nielsen

Carlo Verdone lo definirebbe "m'paja e fieno che se fa a Miami", come il suo personaggio cult nel film 'Gallo cedrone', e deve essere stata proprio l'aria americana per Fedez la principale responsabile del suo colpo di testa. 


Fedez si fa biondo, non sembra Brigitte Nielsen?

Il rapper è tornato dalla vacanza a Los Angeles con un nuovo look: capelli biondo platino che gli cambiano parecchio l'aspetto.

"Ho battuto sul tempo l'arrivo dei capelli bianchi" scherza su Instagram e i follower lo seguono a ruota libera tra battute e sfottò. C'è però anche chi apprezza, come Chiara Ferragni che commenta senza mezzi termini: "Quanto sei figo amore mio". L'influencer sembra apprezzare il look del marito e sul suo profilo condivide un'altra foto: "Siamo una famiglia di biondi adesso".

Magia dell'amore, che rende tutto perfetto. A noi Fedez biondo più che figo ci sembra uguale a Brigitte Nielsen...

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25 giugno 2019

La capitana Carola: "Perderò la Sea-Watch, ma ora forzo il blocco"

"Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So che cosa rischio: le denunce e il sequestro. Ma i 42 naufraghi che ho a bordo sono allo stremo"



Sea Watch, la capitana Carola: “Forzo il blocco ed entro a Lampedusa”

Sea Watch 3 dichiarazioni capitana Carola – “Forzo il blocco ed entro a Lampedusa. Non ho altra scelta”. Non usa mezzi termini Carola Rackete, capitana della Sea Watch 3, la ong olandese con 42 migranti a bordo, ferma dal 12 giugno fuori dalle acque italiane.

In un’intervista al quotidiano la Repubblica, la trentunenne tedesca ha dichiarato di essere in attesa della risposta da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo a cui alcune delle persone che si trovano a bordo si sono rivolte nella giornata di lunedì 24 giugno per tentare di trovare una soluzione.

“Sto aspettando cosa dirà la Corte europea dei diritti dell’uomo – afferma Carola –  Poi non avrò altra scelta che sbarcare a Lampedusa”.

Se dovesse forzare il blocco, però, la capitana rischierebbe l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, oltre a una multa e alla confisca dell’imbarcazione.

“Lo so ma io sono responsabile delle 42 persone che ho recuperato in mare e che non ce la fanno più. Quanti altri soprusi devono sopportare?” si domanda la capitana, la quale poi aggiunge: “Non bisognava arrivare a questo punto”.

Carola, poi, fa il punto sulla situazione a bordo, in cui vi sono anche tre minorenni di 11, 16 e 17 anni. “I migranti non ce la fanno più, si sentono in prigione. Alcuni minacciano lo sciopero della fame, altri dicono di volersi buttare in mare”.

“L’Italia – continua la capitana – mi costringe a tenerli ammassati sul ponte, con tre metri quadrati di spazio a testa”.

La Rackete, poi, conferma che Malta “ha negato l’autorizzazione allo sbarco”, mentre l’Olanda non ha collaborato.

Sulla Tunisia, ipotizzata come possibile punto di approdo della ong, invece, la capitana ha categoricamente escluso uno sbarco perché il Paese nordafricano “non ha una normativa che tuteli i rifugiati”.

Intanto, Matteo Salvini ha ribadito che non consentirà alla nave di entrare in acque italiane: “La Sea Watch in Italia non ci arriva, possono stare lì fino a Natale” ha dichiarato il vicepremier.

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24 giugno 2019

Ballerino grasso deriso sul web diventa una celebrità - VIDEO

Il web distrugge ma, a volte, riscatta. Com'è successo all'uomo ormai universalmente noto come #Dancingman, che, deriso sulla pista da ballo, è ormai diventato una celebrità social.



Ballerino grasso deriso sul web diventa una celebrità: per lui una serata con vip e belle donne

Si chiama Sean e le sue foto sono state pubblicate per la prima volta sul sito 4chan. Un internauta rimasto anonimo le ha condivise per prenderlo in giro sul suo modo di ballare: «Si è fermato quando ci ha visti ridere», aveva commentato il "reporter", sfottendolo.

Ma il web ha preso le parti del ballerino extrasize e si è mobilitato per ritrovarlo e dargli un'altra opportunità: è stata Cassandra Fairbanks, un'utente di Twitter, a prendere in mano la situazione e a organizzargli una serata che potesse porre rimedio all'umiliazione subìta.

Finalmente Sean è uscito allo scoperto e ora alla festa in suo onore, oltre a quasi 2000 donne che si sono candidate a ballare con lui, ci potrebbero essere anche numerose celebrità.

«Hey, Cassandra, tienimi informato della festicciola - ha twittato (addirittura) Pharrel Williams - Dancingman, non vergognarti mai di essere ciò che sei». E un musicista d'eccezione si è addirittura proposto come dj per una notte: Moby in persona.

Non solo, ma sono stati già raccolti 25mila dollari per pagare a Sean il biglietto per Los Angeles. Dove siamo certi che potrà ballare tranquillo.

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23 giugno 2019

Incontri ravvicinati in discoteca

Quando si accendono le luci in discoteca e ti ritrovi abbracciato con una sconosciuta che da sobrio non sfioreresti nemmeno con un bastone



22 giugno 2019

Il primo astronauta pakistano sulla luna

Lancio nello spazio che non avverrà al cosmodromo di Bajkonur ma da un deposito di bombole di gas 🚀



21 giugno 2019

Potenza Picena, pitbull azzanna un husky e ferisce il padrone

"I cani erano tenuti regolarmente al guinzaglio - riporta l'articolo - Improvvisamente, però, uno dei due pitbull si è liberato dal guinzaglio, ha attraversato la strada correndo e ha aggredito l’altro cane". E' la seconda volta in pochi giorni che un cane si libera dal guinzaglio e fa danni in giro, ma forse è meglio dire da qualcosa simile ad un guinzaglio perché da uno vero non ci si libera. 


Potenza Picena, pitbull azzanna un husky e morde il padrone ferendolo a una mano

POTENZA PICENA - Un pitbull aggredisce un altro cane. E il proprietario di quest’ultimo, per difendere il suo amico a quattro zampe, viene morso ad una mano. Di recente era capitata la stessa cosa ad una signora civitanovese, che si trovava a passeggio con il suo meticcio. L’ultimi episodio è avvenuto intorno alle 22.30 dell’altra sera, a Potenza Picena. 

Il proprietario di un cane husky stava passeggiando con l’animale quando, ad un certo punto, si è incrociato con una coppia che stava portando a spasso due pitbull: erano dall’altra parte del marciapiede. I cani erano tenuti regolarmente al guinzaglio. Improvvisamente, però, uno dei due pitbull si è liberato dal guinzaglio, ha attraversato la strada correndo e ha aggredito l’altro cane. Il proprietario dell’husky ha cercato per quello che ha potuto di difendere il proprio amico a quattro zampe e, nel tentativo di farlo, è stato azzannato ad una mano dall’altro cane. 

Immediatamente si sono mobilitati anche i due proprietari dei pitbull, che hanno cercato di difendere il cane aggredito e di tenere a freno pure il secondo pitbull, che nel frattempo era riuscito a liberarsi pure lui. I due cani pitbull risultano entrambi in regola, ma scatterà comunque una segnalazione al servizio veterinario dell’Asur e una sanzione per la coppia di proprietari.

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20 giugno 2019

Cina, la «febbre cristiana» scuote il gigante ateo

Il Vangelo non è mai stato così popolare nel Paese. Aumentano le conversioni soprattutto fra i più istruiti. Nella città di Wenzhou il 30% dei residenti è cristiano



Cina e Santa Sede. La «febbre cristiana» scuote il gigante ateo

Una Chiesa fortemente penalizzata dal contesto in cui si trova ad operare, e tuttavia vivace, con un suo dinamismo missionario. Questa, a detta degli esperti, la situazione dei 12 milioni di cattolici cinesi (metà dei quali si riconosce nella “Chiesa ufficiale”), che corrispondono a poco meno dell’1% della popolazione totale, circa 1,3 miliardi di abitanti. Detto che cifre aggiornate, affidabili e complete sulla presenza cattolica in Cina è quasi impossibile trovarne, possiamo rifarci agli studi di alcuni esperti per disegnare una mappa della presenza cristiana (e segnatamente cattolica) in Cina.

Scrive Rodney Stark ne Il trionfo della fede: «Le migliori statistiche disponibili collocano il numero dei cristiani presenti in Cina nel 1950, quando il nuovo regime comunista consolidava il proprio potere, in 4,2 milioni circa. Nel 1980, dopo parecchi decenni di repressione, il numero dei cristiani era probabilmente attorno ai 10 milioni. Se ammettiamo che, nel 2007, ci fossero 61 milioni di cinesi cristiani, allora dal 1980 al 2007 il tasso di crescita sarebbe in media del 7% annuo. Se questo tasso dovesse perdurare, nel 2030 ci saranno più cristiani in Cina che in qualsiasi altro Paese: 295 milioni». Gli ottimistici calcoli di Stark si riferiscono ai cristiani globalmente considerati (è noto che in Cina le comunità protestanti radunano molti più fedeli delle cattoliche), ma soprattutto si basano su proiezioni a partire da sondaggi.

Anthony Lam, autorevole studioso dell’Holy Spirit Study Center di Hong Kong, nel 2016 forniva relativamente alla Chiesa cattolica un quadro assai meno trionfalistico osservando che: «Ogni anno la Chiesa ha bisogno di 210mila nuovi battesimi soltanto per coprire le “perdite” naturali. Questo non include il drenaggio di fedeli da altre religioni o sette». Il punto è che, mentre tra il 2004 e il 2010 entravano nella Chiesa cattolica tra i 90 e i 100mila nuovi fedeli, oggi si assiste a una decrescita. Uno degli indicatori di vitalità di una Chiesa è il numero delle vocazioni sacerdotali e religiose. Ebbene: tra il 1999 e il 2004 abbiamo avuto 70-80 preti novelli l’anno, ma il loro numero è sceso a 50 l’anno nel periodo successivo (oggi i sacerdoti sono in totale 3.316). Calano anche i seminaristi sia nella Chiesa ufficiale sia in quella non ufficiale: nel 2014 quelli maggiori si erano ridotti a 560, mentre i minori erano 400; invece nella Chiesa non ufficiale si è passati dai 700 del 1996 ai 300 del 2014. Pure per le vocazioni religiose femminili la situazione non si presenta affatto rosea: le suore sono complessivamente 5.622. Quelle in formazione nel 1996 erano in totale 2.500, nel 2014 crollate a 156.

Secondo padre Gianni Criveller, missionario e sinologo del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), c’è però ragione di sperare nel futuro: «Oggi sono circa 70 milioni i cristiani cinesi (più del 5% della popolazione), di cui 12 milioni cattolici. Il loro numero è cresciuto soprattutto negli ultimi anni, quando si è sviluppato il fenomeno della “febbre cristiana”, definito il cristianesimo in Cina mai è stato così popolare e ben visto dalla popolazione».

Le aree più vivaci? Su tutte Baoding, nei pressi di Pechino (spesso teatro di persecuzione della comunità “sotterranea”), Hong Kong e Wenzhou: lì il 30% della popolazione è cristiana, il che ha meritato alla città l’appellativo di “Gerusalemme della Cina”. Il dato più incoraggiante, tuttavia, è che – in un Paese dove il 61% si definisce “ateo convinto” (il doppio rispetto ad ogni altra nazione del mondo) – a convertirsi a Cristo sono più i più ricchi e i più istruiti: un sondaggio condotto presso la prestigiosa Renmin University of China ha rivelato che il 62% degli interpellati dichiarava di essere «interessato» al cristianesimo. Perciò, nello speciale “Accenti” di La Civiltà Cattolica, dedicato alla Cina, padre Joseph You Guo Jiang può osservare che «il cattolicesimo cinese del XXI secolo ha davanti a sé molte sfide e opportunità », a cominciare dalla formazione di un laicato maturo e missionario.

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19 giugno 2019

Due miliardi di tonnellate di ghiaccio sciolte in un giorno: la foto incredibile

Lo scioglimento dei ghiacci è un fenomeno naturale in Groenlandia nella bella stagione. Ma quest'anno ci sono grosse anomalie. La foto del ricercatore Steffen Olsen, che lavora per l'istituto meteorologico danese, sta letteralmente facendo il giro del mondo


Groenlandia, 2 miliardi di tonnellate di ghiaccio sciolte in un giorno: la foto simbolo

La foto del ricercatore Steffen Olsen, che lavora per l'istituto meteorologico danese, sta letteralmente facendo il giro del mondo. E' stata scattata il  13 giugno 2019: la Groenlandia "si sta sciogliendo", e non è una buona notizia. Le temperature di giugno stanno segnando livelli molto elevati. Olsen stava portando a termine la spedizione per recuperare tutte le attrezzature e gli strumenti di una stazione di rilevamento meteo nel Nord-Ovest della Groenlandia. Il ghiaccio marino risulta essere "allagato" in quel punto, un’insenatura che prende il nome di Inglefield Bredning.

La scorsa settimana secondo i dati dell'istituto meteorologico danese la stagione di fusione del ghiaccio era iniziata con un mese in anticipo in Groenlandia rispetto a quanto auspicabile: di fatto il 40 per cento della superficie è andata in fusione, e 2 miliardi di tonnellate di ghiaccio si sono sciolte in un solo giorno.  Lo scrivono i siti di Washington Post e Cnn, citando i dati del National Snow and Ice Data Center. Lo scioglimento dei ghiacci è un fenomeno naturale in Groenlandia nella bella stagione. Di norma però il picco si ha fra giugno e agosto, mentre quest'anno lo scioglimento è cominciato già ad aprile.

L’improvviso picco "è insolito, ma non senza precedenti", riferisce alla Cnn Thomas Mote, ricercatore dell’Università della Georgia che studia il clima della Groenlandia. "È paragonabile ad alcuni picchi che abbiamo visto nel giugno del 2012", quando per la prima volta nella storia si sciolse quasi l’intera calotta. I dati di un satellite della Nasa e quelli raccolti dalle stazioni GPS sparse lungo la costa della Groenlandia hanno documentato che tra il 2002 e il 2016 questo territorio ha perduto circa 280 miliardi di tonnellate di ghiaccio l'anno.

Scioglimento dei ghiacci: un problema epocale
Il problema non riguarda la sola Groenlandia, ovviamente. All'inizio di quest'anno, si è infatti assistito alla scomparsa senza precedenti del ghiaccio marino dal Mare di Bering in un periodo dell'anno in cui il ghiaccio sarebbe dovuto aumentare. Questa tendenza verso il crollo del ghiaccio marino nell'Artico canadese e dell'Alaska continua, forse inesorabilmente.

Ed è grave, perché la perdita di ghiaccio marino sta distruggendo l'equilibrio nell'emisfero settentrionale, e si ripercuote su tutti gli ecosistemi. In tutta l'Artide, l'estensione del ghiaccio marino è al minimo storico per questo periodo dell'anno e, a seconda delle condizioni climatiche durante l'estate, è possibile che il 2019 possa stabilire nuovi record.

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18 giugno 2019

Perché i carcerati usavano divise a strisce bianche e nere?

Le divise, ossia l’abbigliamento consueto dei carcerati americani, un tempo erano a strisce bianche e nere. L’uso di tale abbigliamento risale alla nascita del sistema penitenziario moderno, verso la fine del XVIII secolo, negli Stati Uniti d’America.


Perché i carcerati usavano divise a strisce bianche e nere?

Ciò accadde essenzialmente perché così il carcerato in caso di fuga, non sarebbe riuscito a mimetizzarsi tra la folla, risultando quindi riconoscibile e distinguendosi facilmente dagli altri individui. I prigionieri carcerati risultavano visibili sia in paesaggi chiari che in paesaggi scuri, rendendo ogni tentativo di fuga più difficile e vano.

Tra le altre considerazioni che vanno fatte, in quel periodo la divisa dei carcerati era cucita e costruita in modo tale da rendere poco agili i movimenti e compromettere in caso di un’eventuale tentativo di evasione, la fuga. Numerosi film e immagini del passato ci propongono la figura del carcerato che indossava, appunto, questo tipo di uniforme a strisce bianche e nere.

Ai nostri tempi, gli Stati Uniti d’America hanno adottato per l’abbigliamento carcerario, delle divise arancioni.

L’arancione è un colore forte ed intenso che permette anche in questo caso di identificare con una massima sicurezza il detenuto che una volta evaso, cerca di nascondersi tra la gente. Ma in una recente ricerca, effettuata dai direttori dei penitenziari statunitensi, si evince che negli Stati Uniti d’America si vuole ritornare di nuovo all’uso della vecchia uniforme a strisce bianche e nere per i detenuti, poiché con la nuova divisa di colore arancione, il carcerato si distingue sì tra la folla, tuttavia può essere confuso con gli addetti alla manutenzione stradale che indossano abiti di colore arancione.

In Italia i carcerati non hanno il vincolo di indossare una divisa e sono liberi di vestirsi come meglio credono, per evitare maggiormente il disagio psicologico a cui già la detenzione costringe. L’unica imposizione sta nel fatto di non poter indossare cinture e stringhe al fine di evitare possibili reazioni inconsulte o drammatiche.

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17 giugno 2019

Polonia, ruba un carro armato sovietico e tenta l'invasione

I residenti hanno segnalato alla polizia la presenza di un vecchio T-55 russo che sfilava per le strade di un paesino nei pressi di Lodz


Polonia, ruba un carro armato sovietico e semina il panico in città

Un uomo ubriaco ha deciso di "invadere" un paesino polacco con un vecchio carro armato sovietico. E' successo a Pajęczno, nella provincia di Lodz, quando nella nottata di sabato 15 giugno i residenti hanno segnalato alla polizia la presenza di un T-55 russo che sfilava per la città. Adesso il guidatore rischia fino a 8 anni di carcere. Il carro armato, invece, è stato spostato in un deposito.

Secondo le prime ricostruzioni pare sia stata una bravata dettata dall'emozione nel trovarsi a tu per tu con un veicolo militare, in un luogo isolato e con troppo alcol in corpo. Il carro armato doveva infatti essere trasportato in un museo ma, a causa di un guasto improvviso dell'autorimorchio sul quale era stato caricato, è rimasto fermo in una piccola cittadina polacca di 6000 abitanti. Così l'autista del camion, bloccato in un tranquillo borgo nel cuore della Polonia, ha deciso di trascorrere un sabato sera "alternativo" alla guida di un veicolo da guerra di sessant'anni fa.

La polizia ha trovato una scena insolita al momento dell'intervento: il T-55 era fermo al centro della strada principale del paese e il guidatore era in piedi vicino alla torretta, in stato di completa alterazione psicofisica. Gli agenti l'hanno arrestato e adesso rischia 2 anni di carcere per guida in stato d'ebbrezza e 8 anni per "condotta potenzialmente disastrosa". Ad aggravare ulteriormente la situazione, il carro armato era sprovvisto di assicurazione e il conducente non possedeva la patente adatta per guidarlo. L'uomo è stato costretto anche a pagare le spese di prelievo e trasporto del veicolo militare in un deposito, in attesa di mandarlo definitivamente in pensione nel parcheggio di un museo.

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16 giugno 2019

Uccello piccolo ma cattivo

Inutile avere una balena che però non ha i denti 😂



15 giugno 2019

Chiuso nel frigo del supermarket, beve tre casse di birra

Un uomo di 38 anni ha trascorso la notte a una temperatura di circa 0 gradi, consumando almeno 18 lattine. Ora è accusato di furto 


Usa: chiuso nel frigo del supermarket, beve tre casse di birra invece di chiedere aiuto

È rimasto chiuso nel reparto frigorifero di un supermercato aperto 24 ore su 24 - il Kwik Trip - ma, anziché chiedere aiuto, non si è perso d'animo e ha bevuto le lattine di birra all'interno, circa tre casse. L'insolita vicenda è avvenuta a Marshfield, nel Wisconsin. E per il protagonista l'avventura si è conclusa con l'arresto da parte della polizia.

Jeremy Van Ert, 38 anni, ha passato la notte, almeno sei ore, all'interno del refrigeratore con una temperatura intorno agli zero gradi dopo che, questa la sua versione, si è ritrovato dentro il frigorifero per prendere della birra che voleva comprare, senza riuscire ad aprire la porta per tornare indietro.
Diversa invece la versione della polizia di Marshfield. "Il soggetto si è ritrovato bloccato nel frigorifero della birra e sapeva che il supermercato non gliel'avrebbe venduta, quindi ha deciso di restare lì dentro" ha detto il capo della polizia locale, Rick Gramza. 

Solo alle sei del mattino Van Ert è stato 'liberato', quando un cliente del supermercato ha aperto la porta dall'esterno. I dipendenti sono rimasti sorpresi ma, invece di spiegare la situazione, l'uomo è scappato. La sua fuga non è durata molto: i fumi dell'alcool avevano già fatto effetto e, come raccontano i testimoni, non si reggeva in piedi tanto da cadere sopra a una pila di casse di birra, rompendone tre.

Ora Van Elt si trova in carcere con l'accusa di furto perché non ha pagato tutte le birre consumate. "È incredibile, sono qui da vent'anni. Avevo sentito parlare di persone rimaste intrappolate negli edifici, ma mai in un reparto frigorifero" è il commento di Gramza. Intanto, il Twik Trip ha fatto sapere alla clientela che farà più attenzione alla sorveglianza, per evitare altri 'uomini surgelati'.

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14 giugno 2019

Immigrato irregolare distrugge 20 auto in sosta

A fare segnalazione alcuni abitanti del quartiere che hanno seguito l'uomo a distanza e l'hanno sentito pronunciare la frase: "Questo Stato italiano di merda non ha capito chi sono io"



"Italia Paese di merda". E l'immigrato irregolare distrugge 20 auto in sosta

Ha sfondato i vetri di 19 auto in sosta urlando di essere “un talento in questo Paese di merda".

Così i carabinieri hanno arrestato la scorsa notte un immigrato irregolare di 22 anni. È successo intorno alle 4 tra piazza Monte Falterona e piazzale Segesta.

Secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine, il marocchino ha preso una pietra e ha iniziato a colpire le macchine. Intanto urlava: "Questo Stato italiano di merda non ha capito chi sono io. Io sono un talento in tutto. E ora glielo faccio vedere". A fare segnalazione alcuni abitanti del quartiere che hanno seguito l'uomo a distanza. Giunti sul posto, i Carabinieri lo hanno arrestato per danneggiamento aggravato trovandogli in tasca un'altra pietra oltre a quella utilizzata per vandalizzare le auto in sosta.

Su quanto è accaduto è intervenuta Silvia Sardone, consigliere comunale ed europarlamentare della Lega. "Per il Pd è tutto normale? Ci hanno riempito di clandestini e con la loro retorica anti-italiana di fatto giustificano episodi del genere. La follia di stanotte - aggiunge Sardone -dimostra ancora una volta come il multiculturalismo tanto caro alla sinistra non è altro che un grosso fallimento: gli effetti più tangibili sono proprio nel ghetto arabo di San Siro".

Non è comunque la prima volta che succede un fatto simile. Lo scorso settembre nel mezzanino della fermata M3 di Zara, un immigrato fermato per un controllo aveva aggredito gli agenti urlando: "È questa l’Italia di merda? Siete dei bastardi".

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13 giugno 2019

Smette di fumare e accumula una fortuna

Il 24 luglio del 2005 – era una mattina come tante – Nino accusa degli strani dolori. La vista si offusca sempre più. “Era tutto buio –  è il suo racconto – ho dovuto fermare la macchina. Subito dopo ho buttato la sigaretta e chiesto a Dio di salvarmi”. Da quel giorno non mai più acceso una sigaretta.


Smette di fumare e in 12 anni accumula una fortuna

Fumare fa male alla salute, si sa. Ma anche alle tasche. Dopo 34 anni di vizio, Nino Veloso, brasiliano di 67 anni, fumatore incallito, si è fatto i suoi calcoli. Un pacchetto di sigarette qui in Italia costa in media 5 euro.

Lui ne acquistava addirittura tre al giorno e il suo conto bancario andava via via svuotandosi.

E non serve la calcolatrice per capire la cifra che, è il caso di dirlo, ha mandato ‘in fumo’.

Il 24 luglio del 2005 – era una mattina come tante – Nino accusa degli strani dolori. La vista si offusca sempre più. “Era tutto buio –  è il suo racconto – ho dovuto fermare la macchina. Subito dopo ho buttato la sigaretta e chiesto a Dio di salvarmi”. Da quel giorno non mai più acceso una sigaretta. I soldi spesi per acquistare le sigarette li ha sempre inseriti in un salvadanaio e una volta all’anno, non prima, decide di aprirlo.

In 12 anni ha accumulato oltre 20mila euro (oltre 60mila Reais), girato il mondo e acquistato una mountain-bike, la sua più grande passione (seconda soltanto alle sigarette). Senza contare che la sua vita adesso è cambiata in meglio su tutti i fronti.

Sta meglio in salute e ha potuto realizzare qualche sogno, andando in vacanza con la moglie, viaggiando tra il Messico, l’Argentina, l’Uruguay e il Cile.”Non sento più il desiderio di fumare – aggiunge Nilo -, ho tanti altri sogni da realizzare”. Un esempio da seguire, no?

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12 giugno 2019

Mauro Corona si alcolizza a Cartabianca

Mauro Corona beve birra in diretta a Cartabianca, la Berlinguer si infuria: "Maleducato"



Mauro Corona beve birra a Cartabianca, la Berlinguer si infuria

Ogni settimana a Cartabianca va in onda l'incontro-scontro tra la conduttrice Bianca Berlinguer e Mauro Corona, ma nella puntata di ieri il duello tra i due si è fatto particolarmente aspro.

Il collegamento era partito sotto i migliori auspici: nel giorno del trentacinquesimo anniversario della morte di Enrico Berlinguer, l'alpinista aveva riservato un affettuoso ricordo al segretario del Pci nonché padre della conduttrice. "Tutti gli abbiamo voluto bene. Ci ha lasciato un ricordo dolce e struggente, nessuno lo ha dimenticato", ha detto lo scrittore provocando la commozione della giornalista di Rai3.

Poco dopo, però, l'atmosfera si è riscaldata: mentre Berlinguer stava trattando tematiche relative al lavoro e alla disoccupazione, Corona ha cercato di portare il discorso su tematiche a lui care come la battaglia per il ripristino del Corpo Forestale - di cui lo scrittore indossa la divisa - e la condizione dei borghi di montagna. "Io so che qualcuno le ha detto di non farmi parlare. O mi fa parlare o me ne vado, mi sono rotto le palle!", ha tuonato minaccioso Mauro Corona. La risposta della padrona di casa non si è fatta attendere: "Ma lei crede davvero che a me dicono se lei può parlare della Forestale oppure no? Nessuno si preoccupa eh…".

Lo scontro cresce e lo scrittore rivendica: "Io porto i problemi della montagna povera e abbandonata". "Lei porta solo i problemi della Forestale, ma sa quanti altri problemi ci sono in Italia?", ribatte prontamente la Berlinguer. Corona a questo punto cita nuovamente il padre della conduttrice sostenendo che lui si sarebbe interessato a queste tematiche. Gli occhi della Berlinguer sembrano bagnarsi di nuovo al ricordo del genitore.

Ma ben presto lo sguardo di Bianca deve abbandonare la commozione per guardare attentamente cosa avviene nel collegamento. Mauro Corona, infatti, ha preso una bottiglia di birra coperta da un sacchetto di carta e sta bevendo in diretta. La conduttrice rimprovera il suo ospite, che si giustifica dicendo che anche una signora della Rai ha bevuto vino durante una trasmissione. Il riferimento sembra andare a Mara Venier in occasione di una sua recente intervista a Che tempo che fa.

Bianca Berlinguer, però, controbatte in modo determinato: "Qui non si beve in diretta, nelle altre trasmissioni ognuno si regola come vuole". La polemica continua con le parole di Corona: "Io e lei non andremo mai d’accordo, meglio chiudere e andare a casa". La conduttrice lancia la pubblicità e, al rientro, mette la parola fine allo sgradevole battibecco: "Non mi è piaciuto affatto che si sia messo a bere in diretta, né il suo comportamento". "È stato molto maleducato!", chiosa la Berlinguer.

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11 giugno 2019

Investe 15enne sulla provinciale, alla guida con tasso alcolico esagerato

Tra gente che parla al telefono e questi ubriaconi assassini, andare per strada è diventata una scommessa. Speriamo che il ragazzino si riprenda e a questo demente che guidava gli facciano qualche migliaio di euro di multa, oltre alla confisca dell'auto.


Investe 15enne sulla provinciale,  alla guida con tasso alcolico  di 4 volte oltre il limite 

CIVITANOVA - Un 51enne aveva travolto ieri un giovane ciclista. Dagli accertamenti è emerso che il guidatore aveva bevuto parecchio prima di mettersi al volante

Aveva sforato di 4 volte il limite di tasso alcolico l'automobilista che ieri pomeriggio ha tamponato un ragazzino di 15 anni che era in sella alla sua bicicletta. L'incidente è avvenuto lungo la provinciale 485, al confine fra Civitanova e Montecosaro. L'auto con a bordo un 51enne molisano ha urtato e provocato la caduta del giovane ciclista che è finito a terra. 

Il ragazzino è stato trasportato all'ospedale di Civitanova. Qui i sanitari hanno poi stabilito di trasferirlo all'ospedale Salesi di Ancona vista la gravità della sua condizione. Il 15enne ha riportato un trauma piuttosto serio alla vertebra, anche se non è in pericolo di vita. 

I carabinieri arrivati sul posto per ricostruire quanto accaduto hanno sottoposto l'automobilista al test dell'alcool. Il risultato è stato di 2 grammi litro di alcol nel sangue (il limite è di 0,5 grammi per litro), un limite superiore di 4 volte rispetto a quanto consentito. Ai militari l'automobilista ha raccontato che si trovava qui di passaggio e che era stato a pranzo. Per lui al momento una denuncia per guida in stato di ebbrezza e il sequestro della vettura.

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10 giugno 2019

Torero incornato durante la corrida: è molto grave - VIDEO

I medici non hanno nascosto la gravità della situazione. Roman Collado, incornato da un toro durante lo spettacolo di domenica a Las Ventas, ha subito una lacerazione profonda della muscolatura della gamba destra, perforata dalle corna del toro.



Torero incornato durante la corrida: la prognosi è molto grave

Il torero Roman Collado è stato incornato nello spettacolo di domenica a Las Ventas.

Domenica sera il torero valenciano, Roman Collado, era impegnato in uno spettacolo a Las Ventas di Madrid, che è considerata la principale plaza de toros di tutta la Spagna.

Stava affrontando Santanero I, un toro di 5 anni e mezzo dal mantello marrone e dal peso di 559 chili.

Il toro era già sanguinante e infilzato più volte con diverse banderillas. Ma proprio nel momento in cui il torero avrebbe dovuto infliggergli il colpo di grazia, nella sua disperata corsa ha deviato leggermente direzione cogliendo impreparato il torero e incornandolo alla gamba destra. 

Il torero si è immediatamente portato le mani alla gamba, mentre veniva trasportato prima in infermeria per il primo soccorso e poi condotto d'urgenza presso l'ospedale San Francisco de Asís.

Come riporta El Pais, Roman Collado ha subito una grave lacerazione alla gamba di circa 30 centimetri. Sono stati necessari due interventi per ricucire i muscoli e richiudere la ferita. E per i medici la funzionalità dell'arto potrebbe essere compromessa.

Questo ennesimo spargimento di sangue (del torero e del toro) servirà a fermare una volta per tutte questa intollerabile esibizione di violenza?

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09 giugno 2019

Strada allagata al Passo Gavia

PASSO GAVIA - Tra i muri di neve, a causa del repentino scioglimento, scorre un vero e proprio fiume d'acqua 😲




08 giugno 2019

Asia Argento e Luxuria scatenate al Gay Pride

Migliaia di persone hanno invaso le vie di Roma per un coloratissimo e rumorosissimo Pride, giunto alla 25esima edizione. Sul palco protagoniste e scatenatissime Asia Argento e Vladimir Luxuria che si sono anche baciate appassionatamente.


Asia Argento e Luxuria scatenate al Pride, baci appassionati sul palco

La festa di Roma. «Chi non si diverte è fascista». Un grido dal carro di testa all'arrivo del corteo di Roma per riassumere lo spirito di una edizione del Gay Pride che quest'anno, inevitabilmente, ha assunto più che in passato un colore di militanza. Innanzitutto perché ricorrono i 50 anni dai fatti di Stonewall - riconosciuti come l'atto di nascita del movimento lgbt - ma anche perché a Palazzo Chigi siede un governo che con le sue posizioni sui diritti delle persone omosessuali ha fatto quantomeno discutere. «C'è la volontà di cancellarci» dice senza mezzi termini il presidente delle "Famiglie arcobaleno" Gianfranco Goretti, prima del via al 25mo Roma Pride, il più partecipato dei cinque cortei- ci sono anche Trieste, Ancona, Messina e Pavia - organizzati questo pomeriggio in Italia. «Siamo 700 mila - fa sapere il portavoce romano Sebastiano Secci - i tempi sono sempre più scuri. Un ministro della Lega ha detto che le famiglie arcobaleno non esistono, Di Maio che la famiglia è fatta solo da un padre e una madre. Oggi con il nostro arcobaleno argineremo queste istanze oscurantiste». Per cui si va: dietro lo striscione 'Nostra la storia, nostre le lottè, slogan dell'edizione, sfilano i carri del Muccassassina e del Mario Mieli con i loro scatenati animatori, ma anche tante coppie, giovani e giovanissime, non solo omosessuali, i carri delle aziende e dell'ambasciata britannica - è recentissima l'aggressione a Londra di una coppia lesbo - i disabili e gli sportivi. C'è la politica: Monica Cirinna e Massimiliano Smeriglio del Pd, i radicali Magi e Capriccioli. La Regione Lazio manda l'assessora Lorenza Bonaccorsi, per Roma Capitale c'è il vicesindaco Luca Bergamo. Contestazioni invece per la sindaca di Roma Virginia Raggi, assente. «L'avevamo invitata ma c'è stato detto che era all'estero, ma per estero intendevano il Vaticano. Era alla messa del Papa invece di essere qui con noi», ha detto da un camion utilizzato come palco uno degli organizzatori. E dalla piazza si sono levati fischi e «buu».

L'avversario principale del corteo però sembra essere il leader della Lega Matteo Salvini: eccolo truccatissimo nel fotomontaggio di un cartellone, eccolo addirittura schiacciato sotto il piede della Vergine, come l'iconografico demonio, ma anche Simone Pillon riceve la sua dose di attacchi. E non sembra un caso che il coro di 'Bella Ciaò s'alzi proprio a Santa Maria Maggiore, dove stamattina era apparso uno striscione di Militia Christi contro la manifestazione. Ma si procede, e i canti partigiani - c'è anche l'Anpi - sfumano nel repertorio più classico del pantheon musicale lgbt, da Raffaella Carra a Madonna e Lady Gaga. Intanto è onda arcobaleno anche a Trieste, dove spiccano i 'Cristiani Lgbt', Amnesty, la Cgil e dove a Piazza Unità s'è ricordato il discorso in cui Mussolini annuncio le leggi razziali. Pride anche ad Ancona, dove la Regione Marche preme per una legge contro i reati di omofobia; e poi la Sicilia e la Lombardia, dove a Pavia hanno sfilato in cinquemila. «Siamo tantissimi, siate tutti fieri di essere ciò che siete» il messaggio al termine del Roma Pride. Messaggio di unità per militanti, ma gridato forte, per raggiungere i vicini palazzi della politica.

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07 giugno 2019

Il fiorellino di papà

Bambino addobbato da girasole, perla gioia del papà sorridente 


06 giugno 2019

L'intelligenza artificiale che scova i compiti copiati

Sembra che l'Università di Copenhagen abbia creato un software, chiamato Ghostwriter, che adoperando tecniche di intelligenza artificiale, apprendimento automatico e reti neurali, riesca a scoprire se un elaborato è stato copiato.


L'intelligenza artificiale che capisce se il compito è stato copiato

Ghostwriter sa distinguere se il testo non è farina del sacco dello studente.

Trovare uno studente che, almeno in un'occasione, non abbia imbrogliato in un compito o in un compito in classe è cosa rara: un recente studio condotto negli Stati Uniti ha per esempio rivelato che il 95% degli studenti delle superiori ha ceduto alla tentazione, una volta o l'altra.

Con l'avanzare della tecnologia, l'altro lato della barricata s'è attrezzato se non per prevenire quantomeno per individuare i frutti dell'imbroglio: così in Danimarca è stata adottata la piattaforma Lectio, che fornisce un supporto in questo senso agli insegnanti.

Lectio è utile, ma ha dei limiti: è in grado di rilevare somiglianze tanto sospette (tra gli elaborati di due studenti diversi, per esempio) da essere praticamente un plagio, ma non può far nulla se un compito viene scritto non da chi dovrebbe eseguirlo, ma da un'altra persona (o magari viene pescato da un sito web).

È per colmare questa lacuna che l'Università di Copenhagen ha creato Ghostwriter adoperando tecniche di intelligenza artificiale, apprendimento automatico e reti neurali.

Analizzando gli elaborati prodotti dagli studenti nel corso della loro carriera, Ghostwriter è in grado di elaborare una sorta di profilo dell'autore basato sul modo di scrivere, gli errori abituali, la lunghezza e la struttura delle frasi, le espressioni adoperate abitualmente e via di seguito.

«Il nostro programma» - spiega il dottor Stephan Lorenzen, del Dipartimento di Informatica - «identifica le discrepanze nello stile di scrittura confrontando i testi recenti con quelli più vecchi».

In questo modo i professori possono avere un'indicazione abbastanza sicura sul fatto che quell'ultimo compito sia stato effettivamente svolto dallo studente cui era stato assegnato, oppure no.

Tuttavia, nonostante Ghostwriter abbia raggiunto un'accuratezza del 90% durante i test (eseguiti analizzando oltre 130.000 compiti), Lorenzen si sente in dovere di precisare: «Ogni risultato ottenuto dal programma non dovrebbe essere l'unico elemento preso in considerazione, ma fungere da supporto e prova quando si sospetta un imbroglio».

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05 giugno 2019

Decespugliatore scaglia sasso contro autobus: vetro in frantumi

Ho sempre paura quando passo vicino a questi che tagliano l'erba, perché è capitato più volte che auto di passaggio vengano danneggiate ma quello che è successo stamattina è un po' più grave. Un sasso scagliato dal decespugliatore ha mandato in frantumi un vetro dell'autobus che trasportava una scolaresca delle elementari, ferendo tre bambini.



Civitanova, una pietra colpisce il vetro di un autobus: feriti 3 bambini di una scolaresca

L'episodio è avvenuto nella mattinata odierna (intorno alle 11:30) in via Aldo Moro a Civitanova Marche. 

Un autobus dell'Atac stava riportando nel proprio istituto scolastico una scolaresca della scuola elementare Zavatti che si era recata fuori sede per lo svolgimento di alcune attività, quando dal decespugliatore di una ditta privata, che svolgeva manutenzione lungo le aiuole spartitraffico, è partita una pietra che ha mandato in frantumi il vetro antisfondamento del mezzo. Il sasso ha colpito violentemente il vetro che è rimasto intero, ma si è scheggiato e alcuni frammenti hanno ferito tre bambini. 

Nel frattempo l'autista si è fermato e nell'autobus si è incominciato a creare un po' di panico. Sul posto è intervenuta subito la Polizia Municipale,  unitamente alle ambulanze della croce verde e al personale del 118.

I 3 bimbi lievemente feriti sono stati trasportati in ospedale e curati prontamente.  Per la ricostruzione di quanto è accaduto ed eventuali responsabilità indaga la Polizia Municipale. 





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