29 giugno 2019

La Francia condannò l'italiana che aiutava i migranti (e adesso fa la morale)

Alla luce delle dichiarazione della portavoce del governo Macron, che ha riferito che "la Francia si rammarica che si sia arrivati a questa situazione perché il governo italiano sceglie una strategia per rendere isterico il dibattito su argomenti dolorosi", la notizia del luglio scorso assume un valore molto diverso: alla cuneese Francesca Peirotti, infatti, i giudici di Aix en Provence avevano inflitto 6 mesi perché aveva aiutato persone in difficoltà ad attraversare il confine italo-francese.


Giovane cuneese condannata a 6 mesi di carcere in Francia per aver aiutato 8 migranti a attraversare il confine

Era accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

E' stata condannata dalla corte d'appello di Aix En Provence a sei mesi di carcere, con sospensione condizionale della pena per aver aiutato otto migranti ad attraversare il confine da Ventimiglia verso Mentone.  Francesca Peirotti ha 31 anni ed è originaria di Cuneo ma da tempo vive a Marsiglia. L'accusa per lei è "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina in territorio francese".

I fatti risalgono all'8 novembre 2016. La giovane animatrice socio-culturale molto attiva sui temi dell'immigrazione, è accusata di aver trasportato su un furgone con il logo della Croce Rossa otto richiedenti asilo arrivati in Italia da Eritrea e Ciad e rimasti bloccati a Ventimiglia. Tra loro c'era anche un neonato. La ragazza era stata bloccata dalla gendarmeria francese sull'autostrada A8 all'altezza di Mentone.

In primo grado, a maggio 2017, era stata condannata a una multa di 1000 euro dal tribunale di Nizza che non aveva accolto la richiesta di condanna della procura. La corte d'Appello ha deciso per una pena ben più grave a cui potrebbe aggiungersi anche l'interdizione a vivere nella regione francese per  prossimi cinque anni, se la condanna dovesse essere confermata anche in cassazione. La ragazza infatti, assistita dal suo avvocato Zia Oloumi, ha già presentato ricorso alla corte di cassazione di Parigi.

Peirotti aveva fatto ricorso in appello contro la multa e ora intende andare fino al terzo grado di giudizio e -  se necessario -  fino ala corte di giustizia europea. "La solidarietà non può essere un reato", ha più volte spiegato la giovane che in passato aveva passato sei mesi nella Jungle di Calais.

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