31 ottobre 2019

Strage caserma in Russia: video shock delle violenze

Non ero a conoscenza di questa notizia, dato che da venerdì a lunedì scorso ero in vacanza, ma un amico residente in Russia mi ha mandato un messaggio (che pubblico di seguito) e sono andato a controllare. Da quanto mi scrive questa persona, le cose non starebbero esattamente come riferito dai media: "Queste sono le foto del ragazzo russo che ha ucciso i suoi commilitoni dopo aver subito atti di nonnismo gravissimi. Provo a mandarti il video girato dai cellulari durante le torture. In Italia è stata data la notizia che lui aveva problemi psichici o familiari, non è vero! Li ha ammazzati per quello che aveva subito".





Un soldato spara contro durante il cambio della guardia: otto morti e due feriti gravi

Un militare russo ha impugnato la sua arma di ordinanza e ha sparato contro i suoi commilitoni, uccidendone otto e ferendone in modo grave due. La strage è avvenuta venerdì nella regione della Transbaikalia, in Siberia, nell’estremo oriente russo. Lo rende noto il ministero della Difesa russo citato dall’agenzia Ria Novosti.

Stando a quanto riportato, durante il cambio della guardia un soldato 20enne di servizio dallo scorso luglio in un’officina tecnico-militare ha aperto il fuoco in una base a Gorny, circa 150 chilometri a nord del confine con la Mongolia. Il ministero della Difesa ha anche precisato che il soldato soffrirebbe di “un esaurimento nervoso per problemi personali non legati agli obblighi militari”. Il militare è stato fermato e arrestato.

Secondo l’agenzia Interfax il militare avrebbe 20 anni e sarebbe in servizio dallo scorso luglio. Sempre stando a Interfax, la base in cui è stato commesso l’omicidio è gestita dal 12esimo dipartimento del ministero della Difesa russo, responsabile della manutenzione tecnico-nucleare. L’unità sarebbe la 54160, dislocata a Gorny, dove si può entrare solo con un permesso speciale.

[Link]




24 ottobre 2019

Cinder deve dimagrire: gli esercizi del gatto obeso fanno il giro della Rete - VIDEO

Impossibile non ridere per lo sguardo decisamente contrariato di Cinder: il footing del gatto obeso ha decisamente conquistato i social




Cinder deve dimagrire: gli esercizi del gatto obeso fanno il giro della Rete

Un gatto obeso, talmente grasso da avere problemi non solo di qualità della vita ma anche di salute. Il "piccolo" Cinder è divantato una vera star del web da quando è entrato in una clinica veterinaria per iniziare un programma di perdita del peso sotto l'occhio vigile dei social network.

Un bizzarro quanto divertente esperimento è portato avanti dalla clinica veterinaria statunitense Northshore Veterinary Hospital.

Un video davvero irresistibile e che sta facendo il pieno dei like sui social mostra il povero Cinder impegnato in uno "tapis roulant subacqueo" che dovrebbe servire per aiutarlo a sostenere il peso evitandogli disagi alle giunture. Un'attività comunque un po' troppo impegnativa per Cinder che ha deciso di iniziare muovendo una sola gamba accompagnando il movimento con uno sguardo decisamente contrariato.

Per aiutarlo a dimagrire i veterinari hanno abbinato all'esercizio fisico un piano di riduzione del peso con una dieta ipocalorica.

Forza Cinder! 

[Link]

22 ottobre 2019

A caccia di aurore con la webcam di Tromsø

Conoscevo già diverse webcam live di Tromsø (come di quasi tutte le città che ho visitato) ma questa oggi ne ho trovata una che punta sulla Cattedrale dell'Artico, simbolo della città, con le montagne e soprattutto molto cielo alle sue spalle. 

Dato che la città è una delle mete ideali per vedere le spettacolari aurore boreali, chissà che non si riesca a beccarne una in diretta dalle immagini live della webcam? Io ogni tanto ce lo butto uno sguardo.




Time-lapse del 20 ottobre 2019

21 ottobre 2019

Com’è che tutti parlano del poke ma voi non conoscete il “sushi hawaiano”

Cos’è il poke, piatto hawaiano adatto all’estate che sta ispirando l’apertura di diversi ristoranti anche in Italia




Com’è che tutti parlano del poke ma voi non conoscete il “sushi hawaiano”

Era il 2016, quando il New York Times, parlando di ristoranti etnici dal rapporto qualità prezzo sorprendente citava Sons of thunder, forse il primo posto nella grande mela, vicino alla sede dell’Onu, interamene dedicato al poke.

Poco dopo, includendo il poke nel dizionario 2017 dei cibi hipster, Dissapore ipotizzava per il piatto a base di pesce crudo, in genere piovra o tonno, tagliato a cubetti e condito con salsa di soia, tipico delle isole Hawai, un futuro da conquistatore di molte tavole internazionali, compresa la nostra.

L’avvento del pesce crudo in Italia
In Italia il pesce si è mangiato da sempre cotto o almeno marinato, tranne che in una fascia adriatica, molto robusta tra Bari e Lecce. Lì è una tradizione. In tutto il resto del Paese il pesce crudo è diventato moda alla fine degli anni Settanta, quando a Milano hanno aperto i primi ristoranti di sushi, Poporoya e Mister Shiro.

Nonostante un gruppo di resistesti, del quale ci onoriamo di far parte, che ha sempre visto l’anonimo scopritore del fuoco come un benefattore dell’umanità, abbiamo assistito da allora e allegramente partecipato all’invasione di ristoranti etnici: orientali, sudamericani, africani, da ultimo hawaiani. Con il pesce crudo entrato stabilmente nelle nostre diete. Compreso il poke, ribattezzato “sushi hawaiano”.

La diffusione del poke

La diffusione del poke è iniziata un paio di anni fa, partendo dalla West Coast americana, dalle isole paradisiache del surf e del mare incantato, per poi sfondare a Londra, Parigi e anche in Italia.

Il poke –pronuncia “po-kay”– che nella lingua madre significa “tagliato a pezzi grossi”, non è solo pesce crudo, anzi, gli altri ingredienti che compongono la scenografica maxi ciotola in cui viene servito –poke bowl– sono altrettanto importanti.

Com’è fatto il poke

La regola generale prevede la presenza di pesce crudo o marinato, una base masticabile, in genere riso, il condimento di una salsa più altri ingredienti ai quali è richiesta una sferzata di sapore.

Ma per quanto liberamente composto, si chiede al poke di essere leggero, fresco e a basso contenuto calorico.

Nelle isole di origine, il poke si trova ovunque –bar, ristoranti, stazioni di servizio– preparato con pesce crudo marinato, in genere tonno, olio di sesamo, riso bollito, cipolla dolce del Maui e altri ingredienti che in genere sono avocado, noci Macadamia, peperoni, peperoncino, a volte alghe o uova di pesce.

Immancabile il condimento a base di noci tostate, chiamato Inamona, che si ritrova anche nella cucina Thai.

In realtà del poke, sommerso da un’ondata di popolarità internazionale, si sta perdendo la vera essenza, lamentano gli hawaiani. L’eccesso di contaminazione con altre cucine, soprattutto negli Stati Uniti, avrebbe trasformato l’esotica pietanza in un pretesto per mescolare in modo arbitrario zucchini, pomodori, quinoa, ravanelli e altri ingredienti in uber insalatone svuotafrigo distanti dall’originale.

Il poke in Italia

Non hanno tutti i torti, se perfino nel già citato Sons of thunder di New York, autoproclamata “casa del cibo hawaiano”, il piatto più richiesto del menu è una bowl che comprende carote e ravanelli, cetrioli e petto d’anatra.

A Londra, da Ahi Pokè, forse il più frequentato ristorante devoto al piatto hawaiano, prevale un’insolita versione alla frutta, mentre i clienti di I Love Poke, primo ristorante italiano a tema aperto a Milano in piazza Mercanti, e rapidamente replicato sia in via Tortona 20 che in via Fabio Filzi 4, prediligono il poke con pollo e arachidi, oppure con avocado e frutta secca.

Al Pacific Poke di Torino, in via Duchessa Jolanda 1 e in via Verdi 34, la preferenza degli avventori va a una versione ipocalorica del poke.

Ma nel caso la dea bendata vi riservi un viaggio a Honolulu, capitale delle Hawai, non dimenticate di provare il lomi salmon o insalata hawaiana, che si prepara con le carni di salmone massaggiate a lungo per essere più tenere, servito freddissime con una nota di piccantezza.








[Link]

20 ottobre 2019

Marito e moglie si innamorano della stessa donna, ora vivono tutti insieme con i loro quattro figli

Mary e Leo, sposati e con due figli, si sono innamorati allo stesso tempo di un'altra donna che hanno conosciuto in palestra, e dal 2016 i tre hanno iniziato una relazione romantica: ora vivono tutti insieme come una famiglia.



Marito e moglie si innamorano della stessa donna, ora vivono tutti insieme con i loro quattro figli

Mary e Leo Barillas si sono sposati quando erano entrambi molto giovani, nel 2010 si sono stabiliti a Washington nel per avviare un'attività, aprendo una palestra di CrossFit. È lì che hanno incontrato Kimberlee Slagle.

Inizialmente, Kimberlee e Mary divennero buone amiche, ma poi i tre iniziarono a frequentarsi e l'attrazione tra loro divenne palese. «La relazione romantica è iniziata nel 2016. Ad un certo punto in quell'anno ci siamo innamorati, probabilmente in momenti diversi, per motivi diversi» ha raccontato Leo al The Sun. 

I tre portano avanti una relazione poliamorosa in cui l'apertura e l'onestà sono alla base del rapporto. «Onestamente, non è molto diverso da una relazione tradizionale, abbiamo una relazione speciale con ciascuno dei nostri partner, insieme abbiamo un trio», ha detto l'uomo. Kimberlee, che è anche madre di due figli, si trasferì con la coppia in modo che tra i tre potessero crescere i quattro figli insieme.

«I membri della famiglia, che sono a conoscenza della nostra relazione, l'hanno accettata molto bene. Così come i nostri amici», ha detto Barillas.

Sebbene espongano il loro poliamore sui social network, la triade afferma di non aver mai ricevuto commenti negativi. Al contrario, le persone mostrano curiosità per il loro stile di vita. «Va bene seguire il tuo cuore e stare con qualcuno che ti rende felice, anche se è considerato non convenzionale», ha concluso Leo.

[Link]

19 ottobre 2019

Sfera Ebbasta apre un locale dove non si potrà bere alcol

A Milano apre Healthy Color, il primo locale di Sfera Ebbasta, aperto dal trapper insieme al calciatore Andrea Petagna. Il Food Corner, sito in pieno centro, propone tra le altre cose il modaiolo poke, il “sushi hawaiano” che sta ispirando l’apertura di diversi ristoranti in Italia.



SFERA EBBASTA APRE LOCALE SALUTISTA A MILANO, 100% ALCOL FREE


In società con il calciatore Petagna tutto dedicato a poke e smoothie bowl

Si chiama Healthy Color il nuovo Food Corner del rapper multiplatino Sfera Ebbasta e del calciatore di Serie A Andrea Petagna. Sfera, dopo gli ultimi successi discografici e un tour europeo che l’ha visto protagonista si sta lanciando in una nuova avventura nella veste di giudice di X Factor. Petagna, attaccante della Spal ha siglato il suo record personale di gol fatti nella passata stagione. Amici nella vita e ora soci nel lavoro hanno varato questo locale nel centro di Milano, proprio dove via della Moscova incontra Largo La Foppa, che ha aperto il 16 ottobre. Healthy Color è 100% alcol free ed eco-friendly. Una curiosità decisamente color: il nome di ogni poke deriva dal colore del suo riso.

Healthy Color è soprattutto un modo di concepire e vedere il mondo, sano e a colori. Healthy Color significa rispetto non solo nei confronti del proprio corpo ma principalmente verso il pianeta. Salute, Ecologia e Sostenibilità sono alcuni dei valori chiave che guidano il processo di ogni singola preparazione del nuovo Healthy Food Corner. Stare bene con sè stessi è prima di tutto quello che serve per stare bene con gli altri e con l’ambiente. “In una società sempre di corsa nutrirsi in modo corretto non è mai facile e scontato. Da sportivi e amanti della forma fisica Healthy Color nasce proprio dalla volontà di proporre una valida alternativa nello scenario dei corner food attraverso una proposta che sia il più possibile equilibrata e salutare" dichiarano Sfera Ebbasta ed Andrea Petagna. Prendersi cura di sè stessi e volersi bene sono atti di fondamentale importanza che dipendono anche dalle nostre scelte alimentari quotidiane in quanto Il cibo è vita ed energia”

Nel menù c’è scelta dai coloratissimi poke hawaiani alle açai bowl, dalle tartare di pesce e di carne agli avocado ripieni, sino alle insalate e alla nuovissima tendenza degli smoothie bowl ai pancake. Il design degli interni, ad opera del duo di street artist italiani Motorefisico, incarna in pieno lo spirito del locale: colore, luce, ordine.

[Link]

18 ottobre 2019

La foto più bella del Wildlife Photographer Of The Year: la marmotta terrorizzata

Una marmotta terrorizzata da una volpe tibetana: è questo lo scatto vincitore del premio Wildlife Photographer Of The Year 2019.


Una rara quanto espressiva fotografia di una volpe tibetana che attacca una marmotta del fotografo cinese Yongqing Bao si è aggiudicata il primo premio assoluto del prestigioso contest del Natural History Museum di Londra. Quattro riconoscimenti ai fotografi di National Geographic. Anche due italiani tra i vincitori: l'altoatesino Manuel Plaickner e il giovane Riccardo Marchegiani

La marmotta sembra paralizzata dalla paura, con le zampe e la bocca aperta. La volpe è pronta a balzare. È una cornice di caos, impulsi e terrore: la Natura nella sua essenza. 

Con questo straordinario scatto, realizzato un momento prima dell'attacco, il fotografo cinese Yongqing Bao ha vinto il Wildlife Photographer of the Year, assegnato il 15 ottobre dal Natural History Museum di Londra.

Purtroppo, così come riferisce il New York Times, la marmotta non è sopravvissuta all’incontro ravvicinato con la volpe, tuttavia passerà alla storia, considerato come si tratti davvero di uno scatto unico nel suo genere. Così come ha sottolineato il museo, la fotografia è stata in grado di immortalare “un contesto sia di humor che di orrore”, catturando “il dramma e l’intensità della natura”. Gli animali sono stati ripresi sull’altopiano del Qinghai-Tibet, dove gli avvistamenti sono abbastanza difficili e rari. Michael Dixon, il direttore del Museo di Storia Naturale, ha aggiunto:


Questa avvincente immagine cattura l’ultima sfida in natura: la battaglia per la sopravvivenza.

17 ottobre 2019

Bimbo di 6 anni picchia la maestra e i genitori la insultano

Un bambino di sei anni, in una situazione normale, sarebbe quasi inoffensivo ma quella piccola bestia di satana ha colpito la maestra nel ginocchio dove era stata operata e l'ha fatta cadere perfino dalle scale. E' stata pure fortunata perché sarebbe potuta andare anche peggio.



Bimbo di 6 anni picchia la maestra davanti ai genitori. Loro la insultano: “Non fare scene”. Portata via dal 118

Ha dell’incredibile quanto accaduto la scorsa settimana in una scuola primaria di Mascalucia, in provincia di Catania. Un bimbo di 6 anni, allievo presso la scuola elementare “Federico II di Svevia” ha aggredito una maestra sferrandole un calcio al ginocchio. L’insegnante poco tempo fa aveva subito un’operazione al ginocchio stesso e dunque sotto l’effetto del calcio sarebbe caduta dalle scale.

Come riporta La Sicilia, il bambino avrebbe continuato a picchiare la maestra sotto gli occhi dei genitori che anzichè fermare il figlio, avrebbero anche preso a minacciare. “Non fare la scena, non dare spettacolo” avrebbero detto. Ma non solo. I due coniugi si sarebbero rivolti alla stessa maniera anche nei riguardi della vicepreside e di altri docenti accorti sul posto.

BIMBO AGGREDISCE LA MAESTRA: SCONOSCIUTO IL MOTIVO DELL’AGGRESSIONE

Al momento non è ancora chiaro quale sia la ragione per cui il piccolo abbia aggredito così la maestra. Pare che tutto sia accaduto a causa di un voto basso. L’insegnante avrebbe telefonicamente avvisato i genitori che poi avrebbero assistito alla scena.

E’ stato necessario l’intervento dei carabinieri chiamati sul posto da alcuni testimoni, per calmare le acque. La maestra è stata medicata in ospedale dove i medici hanno stabilito per lei una prognosi di dieci giorni.

[Link]

16 ottobre 2019

Quando la "gravità" sembra in pausa

Senza trucchi e senza inganni, otto incredibili foto in cui la forza di gravità sembra essersi presa una pausa.



La prova che i cervi possono volare


Gatti antigravità


Cani volanti


Gli animali nel loro habitat naturale volano un po' 


Nuova specie di volpe volante


Wonder woman


Come avrà fatto?


Huston, abbiamo un problema

15 ottobre 2019

Si confessa e pentito lascia un chilo di droga al prete

Durante la confessione, coperta dal segreto, una persona ha consegnato al parroco di Borgotrebbia un chilo e mezzo di marijuana: si era pentito. Il don ha chiamato il 113 e la droga è stata sequestrata dagli agenti della squadra mobile. Le indagini sono in corso


Si confessa e lascia droga al prete

Nel Piacentino, sacerdote consegna stupefacente alla Polizia

Va a confessarsi in chiesa dicendo di essere uno spacciatore e, dopo aver ricevuto l'assoluzione, consegna al parroco un chilo e mezzo di marijuana. Il singolare episodio è accaduto alla parrocchia di Borgotrebbia, un piccolo quartiere alla periferia di Piacenza.

Dopo la messa domenicale don Pietro Cesena ha confessato un giovane che era pentito di aver spacciato droga. E per dimostrare il ravvedimento, dopo l'assoluzione, il ragazzo ha consegnato al sacerdote la droga in suo possesso. Don Pietro ha quindi chiamato la polizia e ha consegnato lo stupefacente che, al dettaglio, avrebbe potuto fruttare circa 20mila euro. Ovviamente il nome del peccatore ravveduto è invece protetto dal segreto del confessionale.

[Link]

14 ottobre 2019

La «classifica» delle multe: in testa l'eccesso di velocità, poi cinture e auricolari

I dati di polizia stradale e carabinieri elaborati in esclusiva per il «Corriere»: nei primi 9 mesi dell’anno 1.245 morti (-2,3%) e 36.549 feriti (-1,1%). Nuovi test antidroga


Strade: calano incidenti e vittime, più multe per le cinture di sicurezza

Doveva essere un sabato notte ritmato dalla musica, dalle luci e dal divertimento di un locale notturno, nel Catanese. Invece per quattro ragazzi si è concluso in un istante con il rumore dell’impatto violento della loro auto che, alle 4.30 del mattino, è finita contro uno spartitraffico spaccandosi letteralmente in due. A salvarsi è stato solo il guidatore, Giuseppe Cusimano, 40 anni, che da una prima ricostruzione degli inquirenti ha perso il controllo della sua vettura mentre rincasavano e, ora, è indagato per omicidio stradale. Due delle vittime non avevano neanche 18 anni.

Cinture di sicurezza
Probabilmente alcuni passeggeri, non indossavano le cinture di sicurezza. Un obbligo che in Italia esiste dal 1988 e che, sino a oggi, ha salvato milioni di vite. Eppure, secondo i dati elaborati in esclusiva per il Corriere della Sera da polizia stradale e carabinieri, nei primi nove mesi del 2019, i multati per questa infrazione sono stati 82.840 con un aumento del 10,1 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

La «classifica» delle multe
È la seconda sanzione più comminata dietro solo all’eccesso di velocità (525.497) che registra una crescita boom del 32,3 per cento ma che è più semplice da «pizzicare» grazie ai misuratori elettronici come autovelox, tutor o vergelius. Strumenti utilizzati con maggior frequenza dalle forze di polizia durante quest’anno (+14,7%). Precede invece il mancato o scorretto uso dell’auricolare o vivavoce (40.232, +16,5%). Scorrendo il dossier di Stradale e carabinieri ci sono anche altri dati a colpire. Come, a esempio, la crescita esponenziale dei verbali per i centauri scoperti alla guida senza casco: +30 per cento. Anche in questo caso, l’obbligo di indossarlo vige da 27 anni. Sempre dall’inizio dell’anno gli italiani hanno già perso 2,35 milioni di punti dalla patente (+32,2%), hanno ricevuto in tutto 1,51 milioni di verbali (+0,8%) e sono state ritirate 45.962 carte di circolazione (+17,1%) e 32.770 patenti (-1,7%). Senza considerare che per 492 persone è scattato l’arresto e in 6.874 sono stati denunciati. A diminuire, sono state le sanzioni per guida in stato di ebrezza (-2,5%) e sotto l’influenza della droga (-0,4%).

Nuovi controlli
Durante i week end, le pattuglie delle forze dell’Ordine svolgono dei servizi mirati contro le cosiddette «stragi del sabato sera» in cui sono state contestate 613.508 violazioni del Codice della strada che hanno comportato 986.148 punti sottratti dalla patente. Permesso di condurre che è stato ritirato a 23.169 automobilisti. In totale sono stati controllati con alcol test 439.696 guidatori. Discorso a parte meritano i test antidroga che richiedono una proceduta rigorosa perché non basta agli agenti dimostrare che chi guida abbia assunto droghe prima di mettersi al volante ma va provato che chi guidava lo faceva in stato di alterazione: lo deve certificare un medico. Questo allunga di molto i tempi, perché o il guidatore va accompagnato in una struttura sanitaria oppure le pattuglie devono avere al seguito un particolare camper in cui viene eseguito un test di screening sulla saliva, direttamente in strada, grazie alla presenza di medici e di personale sanitario. Poi, in caso di positività a droghe, vengono prelevati altri campioni salivari che sono inviati e analizzati, per la controprova, dal laboratorio del centro ricerche di tossicologia forense di Roma. Entro dieci giorni, in cui al guidatore viene sospesa la patente, arriva la risposta. Se il risultato è confermato, un campione viene conservato in archivio mentre le forze dell’Ordine procedono con le sanzioni. Il Codice della strada è severo: si rischia sino a un anno di arresto, seimila euro di multa e due anni di sospensione della patente.

I nuovi test antidroga
Dallo scorso week end, però, la Stradale sta sperimentando un’arma in più per scoprire chi guida sotto effetto di droghe. Il camper è stato attrezzato con un mini laboratorio tossicologico in modo tale da effettuare sia i prelievi salivari sia la controprova. Un risparmio di tempo enorme che ha consentito a Pescara e Ancona di «pizzicare» su 70 guidatori controllati quattro positivi a una o più droghe e altri due che ne erano in possesso. Proprio la severità nei controlli, dapprima su velocità e sull’alcol, e si spera presto con questi nuovi test anche sulla droga ha consentito di passare dagli oltre 900 morti durante il week end, nella fascia tra le ore 22 e le 6 del mattino, ai 203 dei primi 9 mesi di quest’anno. Però, se si considerano tutte le 24 ore e anche il venerdì, le vittime salgono a 620. Il 35,5 per cento dei 566 sinistri mortali è avvenuto per la perdita del controllo della vettura da parte del conducente. Inoltre, 360 sono avvenuti in strade extraurbane, 128 in centro abitato e 78 in autostrada dove, guarda caso, i guidatori sanno che esistono tutor e autovelox. Di certo le vittime sono ancora troppe e, per questo, le forze di polizia continuano con i servizi mirati su tutte le strade della movida da Nord a Sud.

Il calo degli incidenti stradali
In generale, anche gli incidenti con almeno un ferito, nei primi nove mesi del 2019 calano rispetto allo stesso periodo del 2018. In particolare, gli scontri sono stati 54.600 (-2,3%), i feriti 36.549 (-1,1%), 1.245 (-2,3%) quelli che hanno perso la vita e di questi, in 194 avevano meno di 30 anni. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, gli incidenti stradali fra i 5 e i 29 anni sono la prima causa di morte: più dei tumori, dell’alcol o della droga.

[Link]

13 ottobre 2019

Celentano ci riprova: torna in tv con Adrian(o)

Dopo mesi di silenzio, si torna a parlare di "Adrian". Sui canali Mediaset sono già partiti i promo che puntano molto sulla presenza di Adriano Celentano. Dagospia: Bonolis e Conti ospiti, ma ci saranno anche politici 



"Adrian" torna in tv e diventa "Adriano": Celentano ci riprova

"Adrian" torna in tv e diventa "Adriano": Celentano ci riprova
con l'aggiunta di una O finale e la presenza fissa di Adriano Celentano. A partire dal 7 novembre quello che doveva essere l'evento televisivo dell'anno e che invece si è rivelato un clamoroso flop farà la sua ricomparsa su Canale 5, dopo la discussa sospensione causa "malanno di stagione" per il cantante.

Sulle reti Mediast è già partito il promo che vede Adriano Celentano dirigere con le sue movenze da Molleggiato un'orchestra inframmezzato da spezzoni del cartone animato Adrian, il tutto accompagnato da una voice over che avverte: "Stanno tornando, tutti e due".

Resta però ancora il mistero su cosa vedremo esattamente. Pier Silvio Berlusconi, come ricorda DavideMaggio, si è detto però fiducioso del risultato: "Siamo fiduciosi.  Adriano Celentano ci sembra molto convinto, sta lavorando ad uno spettacolo con la sua presenza costante. La voglia c’è che faccia quello che doveva fare la prima volta". 

Adrian(o): Celentano torna in tv su Canale 5

Dagospia anticipa poi la presenza di due super ospiti: Carlo Conti e Paolo Bonolis, rivali da prime time su Rai e Mediaset ma uniti nel nome di Celentano. Non solo: "Sul palco appariranno anche politici, che saranno messi sulla graticola da Celentano in persona. Si parla di personaggi di primissimi livello, di attuali ed ex membri del governo", aggiunge il sito di Roberto D'Agostino.

[Link]

11 ottobre 2019

Esplode lo smartphone in carica, muore ragazzina

Alua Asetkyzy Abzalbek, 14enne di Bastobe, in Kazakhstan, è morta dopo che la batteria del suo smartphone, che aveva messo in carica prima di andare a dormire, è esplosa. Il dispositivo, che aveva lasciato sul cuscino, si è surriscaldato ed è scoppiato, colpendola alla testa. A trovare il corpo senza vita della ragazza sono stati i genitori il mattino seguente: “Ancora non ci crediamo”.


Mette a caricare lo smartphone sul cuscino e la batteria esplode: morta studentessa di 14 anni

Tragedia in Kazakhstan, dove una studentessa di soli 14 anni, Alua Asetkyzy Abzalbek, è morta in seguito all'esplosione della batteria del suo smartphone, che aveva messo in carica prima di andare a dormire. Come riporta la stampa internazionale, la ragazza si trovava nella sua casa nel villaggio di Bastobe, quando si è verificato l'incidente: aveva lasciato il dispositivo sul suo cuscino e si era a messa a letto ascoltando della musica quando la batteria è letteralmente scoppiata. A scoprirne il corpo senza vita sono stati i genitori il mattino seguente: secondo la polizia, giunta sul luogo insieme ai paramedici, che ne hanno solo potuto confermare la morte, Alua sarebbe deceduta sul colpo in seguito alle lesioni riportate alla testa, così come confermato dalle analisi a cui è stata sottoposta.

Sotto accusa lo smartphone, di cui non è stata resa nota la marca, che sarebbe scoppiato dopo essersi surriscaldato durante la notte mentre era in carica. "Si è trattato di un tragico incidente", hanno commentato le forze dell'ordine che si stanno occupando del caso. Sotto choc la famiglia e gli amici della studentessa 14enne. Una di loro, Ayazhan, ha pubblicato sui social un lungo messaggio dedicato alla ragazza: "Non riesco ancora a crederci. Sei stata la migliore. Siamo state insieme fin dall'infanzia ed ora è così difficile per me senza di te. Mi manchi tanto. Mi hai lasciato per sempre". Non è la prima volta che si verifica un episodio del genere: a marzo del 2018 una ragazza indiana di 18 anni, Uma Oram, è morta dopo che la batteria del suo smartphone, che aveva messo in carica, le è esploso in faccia. Pochi mesi dopo la stessa sorte è toccata ad un uomo d'affari malese di 45 anni, anche lui deceduto dopo aver lasciato il cellulare in carica sotto il suo cuscino: il dispositivo si è surriscaldato ed è scoppiato.

[Link]

10 ottobre 2019

Quest'uomo mangia solo carne cruda da cinque anni

Cinque anni fa Derek ha contratto una misteriosa malattia che gli ha fatto perdere completamente l’appetito. Ha provato diverse diete, ma nessuna sembrava funzionare. Almeno finché non ha iniziato a mangiare carne cruda a pranzo e cena.


Quest'uomo mangia solo carne cruda da cinque anni

Ecco a voi Derek Nance. Cinque anni fa, Derek ha contratto una misteriosa malattia che gli ha fatto perdere completamente l’appetito e lo costringeva a rigettare quanto ingerito. I medici sospettavano si trattasse di un’allergia, così Derek ha cambiato alimentazione. Ha iniziato eliminando glutine e latticini, ma continuava a perdere peso. Disperato, ha fatto ricerche online, entrando in contatto con persone che seguivano diete di ogni sorta. Prima di abbandonare il pesce e diventare vegano ha fatto un ultimo tentativo con la dieta mediterranea, ma niente di tutto questo ha dato risultati. Alla fine, un ragazzo che accusava gli stessi sintomi ha consigliato a Derek una dieta carnivora risalente al Paleolitico. Non avendo più nulla da perdere ha deciso di provare. Questo è successo cinque anni fa. Ora Derek si lava addirittura i denti con il grasso animale. Per ragioni che ignoro, dopo aver sentito la sua storia ho deciso che avrei voluto vederlo mangiare. Sono andato a trovarlo a Lexington, in Kentucky, e abbiamo parlato di carne andata a male, organi vitali e soprattutto salute, la cosa a cui Derek tiene di più. Dice di non essere mai stato meglio. 

VICE: Ciao Derek, mi puoi raccontare qualcosa di più su questa dieta? Di chi è stata l’idea?
Derek: Si basa sulle ricerche del dentista Weston Price, che nel 1930 ha studiato i benefici che si potevano avere consumando alimenti crudi, tra cui la carne. Aveva studiato i nativi americani e alcuni di loro seguivano un'alimentazione basata su viscere e grasso, risultando molto più sani della media. Così ho pensato, "Quasi quasi ci provo anche io."

Quindi prima di fare il grande passo ci hai riflettuto a lungo?

Non proprio, perché ero malato da così tanto che ero disposto a provare qualsiasi cosa. Nel cortile di casa tenevo delle capre per procurarmi il latte ed ero stanco di mungerle, così le ho macellate. Ho mangiato entrambe le capre crude; ho cominciato così.

Sei stato male, dopo?

No. Forse in un primo momento può manifestarsi un po’ di diarrea, ma è solo l’apparato digerente che si deve abituare. Dopo la prima settimana mi sono sentito alla grande, e non volevo più tornare indietro. 

E da allora non mangi altro?

Sì, sono quasi sei anni che mangio carne cruda. Principalmente agnello, perché è veramente facile girare per le aziende agricole, accordarsi su un prezzo decente, macellare l'animale e portarmelo a casa. Col manzo è più complicato, perché è molto più grande. I maiali sono praticamente da escludere perché li imbottiscono di ormoni e li nutrono con i cereali, che facilitano il proliferare dei batteri.

Come si fa a evitare lo scorbuto?

La carne animale contiene vitamina C. E la cosa da sapere riguardo la vitamina  C è che ne manca sempre in una dieta a base di carboidrati, ma se sei carnivoro ce n’è a sufficienza nella carne animale. Perciò io mangio carne, organi, il tessuto connettivo e tutto il resto.

Che cosa succede se un amico t’invita a cena?

Se vado a casa di amici, la maggior parte delle persone che conosco mi consentono di portare un po’ del mio cibo. Stessa cosa se vado fuori a cena.

Ma non ci si ammala mangiando sempre la stessa roba?

No, c'è tutto un processo di adattamento. Dopo circa tre settimane ho sentito in gola un forte sapore simile al sangue, e all’improvviso ho cominciato a desiderarlo intensamente. L’altra carne non m’interessava più. Sa di bruciato. Stessa cosa per erbe e spezie che usavo per condire la carne una volta cotta: ora non mi piacciono più.

Ok, e che mi dici della carne avariata? Perché la mangi?

È probiotica. Parte del mio problema con la digestione era proprio la mancanza di enzimi. Il mio corpo non ne produce abbastanza da assimilare cibi amidacei. I batteri contenuti nella carne avariata mi aiutano a digerire. 

Hai mai spiegato la tua dieta a un vegetariano?

Certo, la mia ragazza è vegetariana.

Joanne, sei vegetariana?

Joanne: Sì, o meglio, più onnivora con tendenze vegane. Ho provato la dieta di Derek—una volta abbiamo mangiato dei filetti d’agnello veramente deliziosi, ma rimango vegetariana per “compassione”.

Vi confrontate mai sui vostri punti di vista?

Certamente, e comprendo il suo ragionamento, per lui si tratta di salute. Io credo di poter mangiare di tutto e non mi fa alcun effetto. C’è una bella differenza tra noi.

Derek, come ti trovi a macellare personalmente gli animali?
Be’, se l’animale in questione vive in natura, non ho alcun dilemma etico nel farlo. Ma se viene  allevato e quando è malato lo si riempie di antibiotici, mi faccio dei seri problemi. Non è solo ingiusto per l’animale: lo è anche per le persone che lo mangiano. 


Dopo cena Derek mi porta in cantina, dove tiene un frigorifero che sembra quello del Cannibale di Milwaukee. Una volta macellatala, Derek appende la pecora e la mangia dopo un paio di settimane o più. 

“È una pecora delle Shetland, quindi ha un sapore molto delicato e dolce. Mangio anche il cervello. È una prelibatezza, lo tengo da parte per il fine settimana.”


Qual è la cosa peggiore di questa dieta?

Essere emarginato. La mia famiglia pensa sia andato fuori di testa. Pensano che sia folle e malato, e non riesco a capire perché. Non accettano che io mangi carne cruda. Mio padre è laureato in biologia e sostiene che se continuo così finirò per ammalarmi.
Joanne: Già, è molto strano. Di fronte a loro non si può nemmeno menzionare di sfuggita, la sua dieta. 

La interromperai mai?

No, sicuramente non per scelta. Forse se un giorno venissero a portarmi via, magari.

Sei diventato macellaio, di recente. Cosa mi puoi dire a riguardo?

Be', erano ormai anni che giravo per aziende agricole, così quando ho saputo che un uomo aveva bisogno di aiuto mi sono offerto. Sto imparando, e in più ottengo un sacco di scarti. Prima ero un elettricista ma sono uno che fa di tutto. Joanne gestisce un bar dove vende succhi vegani e qualche volta le do una mano. Questa è la vita.

[Link]

09 ottobre 2019

Sondrio, spunta il tariffario per guardare il cantiere

È la simpatica trovata di qualcuno che ha affisso il cartello, con tanto di prezzi, su una parete nei pressi del cantiere per l’ampliamento di un ristorante.


Spunta il tariffario per guardare il cantiere a La Brace

Il cartello è apparso vicino al cantiere per l'ampliamento della struttura.

Un tariffario per gli umarell del cantiere al Ristorante La Brace, lungo la Statale 38.

A La Brace

È la simpatica trovata di qualcuno che ha affisso il cartello con tanto di prezzi su una parete nei pressi del cantiere per l’ampliamento della struttura che si trova lungo la Strada Statale dello Stelvio. Il prezzario è diretto ai pensionati e agli anziani che passano il tempo stazionando davanti al cantiere per guardare, e, magari, fare anche qualche critica del tipo «Ah,no! Se fa miga inscé» oppure «te se miga bùn de laura!».

[Link]

08 ottobre 2019

Greta e Carola in corsa al Nobel per la Pace

I bookmaker inglesi puntano su Greta Thunberg: l’attivista svedese 16enne, icona della lotta al cambiamento climatico, è la favorita come vincitrice del Premio Nobel per la Pace, che sarà annunciato al mondo il prossimo 11 ottobre.


Greta e Carola in corsa al Nobel per la Pace: sarà guerra tra le due nordiche o Papa Francesco le spodesterà?

A 16 anni, per quanto Greta possa essere il genio che (quasi) tutti dicono, devi ancora fare pace con te stesso, figuriamoci se puoi pacificare il mondo

I bookmaker inglesi puntano su Greta Thunberg: l’attivista svedese 16enne, icona della lotta al cambiamento climatico, è la favorita come vincitrice del Premio Nobel per la Pace, che sarà annunciato al mondo il prossimo 11 ottobre. Ora, che sia come dice il Daily Mail, ovvero che Greta e il suo movimento abbiano fatto qualcosa di straordinario, potremmo anche farlo passare per vero, benché discutibile, ma la forzatura del collegamento tra cambiamento climatico e pace sembra un tantino eccessiva. O quanto meno presa molto alla larga.

Tra i papabili vincitori del Nobel per la Pace 2019 figurano anche il primo ministro dell’Etiopia Abiy Ahmed, il leader dei nativi brasiliani Raoni Metuktire e il primo ministro della Nuova Zelanda Jacinda Ardern (foto a destra). Questi sì, degni del riconoscimento in questione, se non altro per le azioni politiche che da sempre hanno intrapreso a favore di minoranze e gruppi etnici quasi sterminati.

Ma tant’è, Greta ‘tira’ di più e dunque perché non creare clamore? Nella lunga lista di candidati al nobel c’è anche Papa Francesco, che in caso di vittoria sarebbe il primo papa della storia a ricevere il premio. Sicuramente in tre anni e mezzo di pontificato, Bergoglio ha conquistato milioni di persone per via delle sue idee sui rifugiati, sulla povertà e sui cambiamenti climatici, ma è anche vero che, forse proprio per gli stessi motivi, è uno dei pontefici più odiati degli ultimi decenni. Lo scrittore Mario Vargas Llosa, poi, ha proposto persino la capitana Carola Rackete, ma per ora non figura tra i favoriti.

Una bella lotta, insomma. Peccato solo che quella più gettonata sia anche, evidentemente, quella che forse lo merita di meno. Se non altro perché a 16 anni, per quanto Greta possa essere il genio che (quasi) tutti dicono, devi ancora fare pace con te stesso, figuriamoci se puoi pacificare il mondo.

[Link]

07 ottobre 2019

«Dormite sonni tranquilli, stanotte ci siamo noi di pattuglia»: ecco i due poliziotti nella Volante - VIDEO

Il commovente video ricordo dei due agenti uccisi, diffuso dalla Questura. Indossano la divisa e sono pronti a iniziare il turno di notte.





«Dormite sonni tranquilli, stanotte ci siamo noi di pattuglia»: ecco i due poliziotti nella Volante

TRIESTE - «Dormite sonni tranquilli, questa notte c'è la Volante 2». Così scherzavano durante un turno di pattuglia di notte, allegri, spensierati, ironici, ma anche consapevoli del loro prezioso servizio a tutela della comunità,  Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due poliziotti trentenni ammazzati dall'immigrato dominicano che avevano fermato, nella Questura di Trieste. Il video, diffuso dalla Questura, commuove. Erano ragazzi meravigliosi, con lo spirito di servizio giusto. Non dovevano morire così.

[Link]

06 ottobre 2019

A messa con i cani? No, lasciamoli a casa

Un articolo di Licia Colò accende il dibattito tra i lettori di Famiglia Crisitana. La risposta del direttore don Antonio Rizzolo:«Tranne alcune eccezioni, come i cani guida per i ciechi, è meglio che i nostri amici animali non entrino in chiesa».


A MESSA CON I CANI? NO, LASCIAMOLI A CASA

Egregio don Antonio, le scrivo in merito all’articolo di Licia Colò “I cani possono stare in chiesa? Sì, se i padroni sono educati”. Premetto che nutro molta simpatia per la signora Colò, che seguo dai tempi di Bim Bum Bam, ma mi sembra che a volte l’amore per la natura e gli animali faccia perdere il senso della prospettiva a molti.

Io e mio marito non crediamo affatto «che i tempi debbano adeguarsi a un cambio di costumi». È vero che i cristiani sono nel mondo, ma non del mondo. Chiese e cimiteri sono luoghi di culto, luoghi sacri, dove bisogna entrare con grande rispetto, che si deve mostrare con l’abbigliamento, il comportamento, l’osservanza di regole ben precise. Noi questo stiamo insegnando ai nostri due bambini.

Se c’è chi addirittura dorme con i cani, non c’è nessun problema fino a che non si pretende di imporlo anche a chi non desidera farlo. Ho sempre avuto animali: gatti, pesci, tartarughe, uccellini, e un cane o anche due, compagni fedeli e affettuosi in ogni circostanza della vita, ma non mi sognerei mai di andare a Messa con il cane e di imporre la sua presenza agli altri fedeli. Non mi sembra quello il luogo per «rafforzare quel prezioso legame che lega il mondo degli uomini a quello degli animali», meglio per entrambi una passeggiata al parco o una corsa in un bel prato. In chiesa penso si cerchi raccoglimento per pregare e stare in presenza di Dio (di cui solo l’uomo è fatto a immagine e somiglianza) e a Messa si dovrebbe cercare di stare in comunione con Dio e con i fratelli.

Gli animali in tutto ciò a mio avviso non solo non c’entrano, ma rischiano di distogliere la nostra attenzione, già messa alla prova da mille pensieri. Quando nella sala d’attesa del veterinario si incrociano diversi animali possono creare situazioni difficili da gestire, figurarsi se ciò avvenisse durante una funzione! E questo non è sempre da imputare a come sono stati educati i cani. Fa parte del loro istinto e del loro modo di socializzare. L’educazione dei padroni dovrebbe piuttosto consistere nel capire che non è sempre opportuno portarli con sé.

A difesa della sua opinione, la signora Colò fa poi un deplorevole paragone tra genitori e proprietari di cani e quindi tra bambini e cani, quando scrive: «Quante volte in chiesa capita di sentire bambini urlare senza che il genitore pensi di uscire per non infastidire gli altri?». Si potrebbe dedurre dal contesto dell’articolo che in chiesa sia preferibile un cane educato a un bambino maleducato. E questo detto da una mamma mi ha proprio fatto arrabbiare.

Io e mio marito abbiamo portato i nostri due figli in chiesa da quando sono usciti dall’ospedale perché pensiamo che vivere la Messa come famiglia e come comunità sia un pilastro della loro educazione e della nostra vita cristiana. Poche volte siamo andati a Messa a turno, anche se spesso sarebbe stato più facile per noi. Ora hanno 7 e 9 anni e sono quasi sempre bravi a Messa, ma quando erano più piccoli quale educazione avrebbe potuto impedire un vagito, un rigurgito, un risolino o una corsetta traballante in fondo alla chiesa? Lo ammetto, da genitori preoccupati di non infastidire gli altri fedeli spesso uscivamo per qualche minuto, davamo occhiatacce e rimproveravamo imbarazzati i nostri figli. Ora che loro sono più grandi guardo i genitori che ci stanno passando adesso con benevolenza. Non mi danno più di tanto fastidio questi comportamenti tipici dei bambini e non li imputo a cattiva educazione: sono piccoli, cresceranno. Anzi, mi piace quando in chiesa si sente che ci sono tanti bambini. Il rumore che fanno è a mio parere una lode alla vita assai gradita agli orecchi di Dio. Magari ci si preoccupasse di riempire le chiese di bambini anziché di farvi entrare gli animali!

Serena



La risposta di Don Antonio Rizzolo

Grazie, Serena, per questa bella lettera che racconta l’esperienza di due genitori attenti all’educazione, anche religiosa, dei propri figli. L’articolo di Licia Colò ha suscitato diverse reazioni (tutte negative, a dire il vero). Colgo perciò l’occasione per ringraziare tutti dando una risposta collettiva. Non mi ero mai posto il problema dei cani in chiesa e mi sembrava che le parole della nostra collaboratrice servissero a porre la questione, in modo un po’ provocatorio. Sono certo, peraltro, che non intendesse preferire un cane educato a un bambino maleducato. Anche a me non dà troppo fastidio se un bambino piange durante la Messa e un genitore dovrebbe sapere quando è il momento di fare un giretto fuori.

Venendo al tema dei cani, vorrei ricondurre la faccenda nei giusti binari: non è in questione la fede o la linea del giornale, ma stiamo riflettendo su una realtà della vita e sul modo migliore di affrontarla. Non esiste, d’altra parte, una norma ecclesiastica che vieti esplicitamente di portare gli animali domestici in chiesa. Anzi, la loro presenza è talvolta ammessa nel caso di una benedizione per loro (che però spesso avviene sul sagrato). Qualche parroco, poi, lascia che una persona anziana tenga il cagnolino se resta in fondo alla chiesa. C’è anche il caso dei cani guida per i ciechi, che sono ben addestrati e di cui i padroni hanno bisogno. Sono però tutte eccezioni, che dipendono anche dalle abitudini locali, ed è a queste che Licia Colò faceva in pratica riferimento.

Di solito, ma per motivi di buon senso e di rispetto verso gli altri, penso che sia meglio tenere i cani e gli altri animali domestici a casa. Potrebbero distrarre i proprietari e gli altri fedeli, oppure dare fastidio a chi ha paura dei cani o è allergico al loro pelo. Per non parlare dell’eventuale “cagnara” che potrebbe avvenire quando sono più di uno. A ogni modo, è sempre bene parlare prima con il parroco ed è preferibile lasciare i cani a casa, soprattutto durante la Messa. Gli animali lodano già Dio con la loro stessa esistenza e il loro affetto verso chi li accudisce e vuole loro bene.

[Link]