Come sempre, su queste notizie così strane, c'è sempre il dubbio della veridicità ma volendo fidarci, proviamo a pensare cosa avremmo fatto noi al posto della povera mamma svedese, di fronte ad un errore del genere: il nome del figlio tatutato, da Kevin, diventato Kelvin.
Tatuatore sbaglia nome del figlio: mamma va all’anagrafe per cambiarlo
Ha cambiato il nome del figlio di 5 anni per adeguarlo all’errore del tatuatore: è successo in Svezia.
Tatuarsi il nome del figlio, una scelta oggi alquanto comune ma che per una mamma svedese e il suo bambino si è invece trasformata in una vera e propria scelta di vita, capace di intaccare una certezza che in molti riterrebbero intoccabile: il nome stesso del figlio.
La signora aveva deciso di farsi tatuare i nomi dei suoi due figli, Nova e Kevin. Fin qui tutto normale se non fosse che, per un eccesso di distrazione, il tatuaggio ha riportato un fatale errore. Non una linea sbilenca o una chiazza di colore ma un vero e proprio errore di scrittura: il nome Kevin si è trasformato in Kelvin.
Poco conta interrogarsi su come sia possibile che la donna non si sia accorta per tempo della svista del tatuatore, fatto sta che, a giochi conclusi, il tatuaggio era lì, in bella vista e sbagliato.
Che cosa fare? La donna è stata inizialmente colta da una buona dose di sconforto ma poi, passate le lacrime, ha vagliato le varie possibili soluzioni. Peccato però che nessuna sembrava convincerla a pieno: il tatuatore si era persino offerto di porre rimedo al suo errore, cancellando gratuitamente l’opera con il laser ma nemmeno questa opzione convinceva Johanna.
Che cosa fare allora? Per qualche incomprensibile ragionamento l’unica soluzione parsa accettabile alla donna era risolvere il problema alla radice: andare all’anagrafe e cambiare il nome del figlio.
Detto fatto! Ora occorrerà spiegare a Kevin, 5 anni, che il suo nome ha una L di troppo: Kevin è diventato Kelvin.
Incredibile ma vero, il tatuaggio ha vinto sul nome scelto oramai 5 anni or sono per il figlio. Una decisione certo sopra le righe e che, senza dubbio, fa riflettere e discutere.
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