14 settembre 2020

A Rocca Calascio con ParadisoMontagna

Sabato mattina mi ha chiamato l'amico Simone per invitarmi a un tracking non particolarmente complicato che avrebbe guidato la mattina seguente. Ero al mare, come ho fatto quasi giornalmente per tutta l'estate ma ora che siamo verso la chiusura della stagione balneare, ogni minuto, ogni ora, ogni giornata che si può ancora trascorrere in spiaggia ha un sapore diverso e gli ho detto che ci avrei pensato. Ma ci avrei pensato sul serio e non era un modo di dire.

 


Il vento teso e insopportabile del pomeriggio, dopo una settimana dello stesso tenore, e la possibilità di fare qualcosa di diverso per una volta, mi hanno fatto decidere di accettare l'invito e domenica mattina, alle 7:25, è passato a prendermi sotto casa, prima di raggiungere il meeting point di Montecosaro dove ci ha raggiunto l'amico Luca, compagno delle scuole medie (tutti e tre nella stessa classe) che non vedevamo dal giorno della licenza e che questa estate abbiamo incontrato per una cena amarcord.

Dopo un secondo punto di ritrovo con il resto della comitiva, a Porto San Giorgio, partiamo quindi alla volta di Santo Stefano di Sessanio bellissimo paesino compreso all'interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, facente parte del Club dei Borghi più belli, da cui, dopo un buon caffè, siamo partiti alla volta di Rocca Calascio (1460 m s.l.m.).

Rocca Calascio, dalla fondazione ai giorni nostri.

La fondazione della rocca si fa risalire all’anno 1000 anche se il primo documento storico che ne attesta la presenza è datato 1380. La struttura originaria era costituita da un torrione isolato di forma quadrangolare a pietre già squadrate ed aveva funzione di torre d’avvistamento.

Nel XIV secolo è possedimento di Leonello Acclozamora della baronia di Carapelle. Successivamente, verso la fine del XV secolo, venne concesso da re Ferdinando ad Antonio Todeschini della famiglia Piccolomini[3] che rafforzò la fortificazione dotandola di una cerchia muraria in ciottolame e quattro torri di forma cilindrica ad uso militare. Durante questo periodo la rocca vide crescere il proprio peso economico, poiché posta a controllo dei capi di pecore coinvolti nella transumanza sulla direttrice del regio tratturo per Foggia, ed ai suoi piedi si sviluppò un piccolo borgo, a sua volta cinto da mura.

Nel 1579 la famiglia Medici acquistò per 106.000 ducati la rocca ed il vicino borgo di Santo Stefano di Sessanio al fine di estendere i propri possedimenti per sfruttare il commercio della lana. Nel 1703 venne devastata da un violento terremoto in seguito al quale l’area più alta del borgo venne abbandonata e buona parte della popolazione si trasferì nel vicino paese di Calascio, la cui nascita è collegata alla distruzione della rocca.

Nel XX secolo anche le ultime famiglie rimaste abbandonarono il borgo e la rocca rimase disabitata. Sul finire del secolo però, anche sull’onda del successo derivato dall’ambientazione di alcuni film (su tutti Lady Hawke del 1985), alcune abitazioni sono state recuperate ed altre sono state convertite a strutture ricettive; il castello, inoltre, ha subito un importante operazione di restauro e consolidamento ed è oggi una delle principali attrazioni turistiche della zona.

La mia condizione fisica ai minimi

Devo ammettere che il mio pessimo stato di forma, alla fine dell'estate, dopo aver smesso con la palestra ai primi di giugno, mi ha creato qualche difficoltà nella salita e il super titolato Simone Pantanetti, Accompagnatore di Media Montagna facente parte del Collegio delle Guide Alpine Italiane della regione Marche, Guida ufficiale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e Guida del Parco Naturale della Gola della Rossa e Frasassi se n'è accorto senza che mi lamentassi in alcuno modo. Anche perché, sbagliando, avrei comunque stretto i denti cercando di arrivare in cima senza dire nulla.

Alla fine è andato tutto bene e dopo quasi due ore di cammino sotto un sole cocente, siamo finalmente arrivati alla chiesetta e quindi ai resti della vicina Rocca. Una visita più che altro simbolica, dato che riguardava solamente l'esterno e dopo qualche foto siamo scesi al sottostante paesino di Calascio, dove, dopo un giro tra le bancarelle e i negozietti di artigianato e souvenir ci siamo fermati per consumare il nostro pranzo al sacco prima di intraprendere la discesa.

Fortunatamente appena fatto pranzo il sole si è concesso una pausa e tornare verso l'auto, all'inizio, è stato molto più semplice con ombra e ventilazione rinfrescante. Durante la discesa si è riacceso il solleone e l'aria d'un tratto era sparita ma la vicinanza dell'arrivo faceva pesare meno quella condizione di disagio.

Alla fine siamo tornati a Santo Stefano di Sessanio, preso d'assalto dai turisti a differenza della mattina e dopo un passaggio al bar per rinfrescarci, verso le 16:45 abbiamo ripreso la strada di casa.

Condizione fisica e/o traumi del giorno dopo

Devo dire che tutto sommato poteva andare peggio. Acido lattico nei polpacci e dolori alle anche sono la condizione normale al ritorno di una vacanza, dove di solito si cammina sempre tanto e quindi ci sta tutto. Ero un po' preoccupato per l'arrossamento al volto e al collo dovuto al sole che ieri picchiava veramente forte ma non ho il minimo fastidio.