Tornato ieri sera da Minsk, oggi sono alle prese con i moduli della Asl per l’auto-segnalazione Covid.
Sono andato a Minsk per sposare la donna che amo e l’ho fatto. Abito di nozze, anelli, ristorante, ambasciata, traduttore etc etc. Tutto perfetto, tutto fatto velocemente, correndo da un ufficio all'altro a piedi o con la metro; adesso mia moglie deve cambiare tutti i suoi documenti perché ha scelto il mio cognome. Mi raggiungerà in Italia all'inizio di ottobre.
Come mi sento? Mi sento come il dottor Zivago.
Noi avevamo la nostra storia d’amore e sullo sfondo una situazione politico sociale davvero rivoluzionaria (il profumo della rivoluzione). La TV? Tutto incredibilmente normale, tutto va bene, il presidente incontra con grande cordialità un ministro cinese, come se la gente che per strada affrontava poliziotti armati di tutto punto, non esistesse.
Ho avuto spesso la sensazione di trovarmi nel film Matrix, vedevamo la realtà solo quando per strada incontravamo centinaia di donne vestite di bianco con i fiori nella mano destra. Cosa ho capito? Questo è un popolo pacifico, coraggioso e orgoglioso, pronto a manifestare contro il potere sapendo che non ha nessun diritto davanti alla polizia, consapevole che anche i poliziotti, hanno madri e padri e che anche loro stanno subendo la violenza del sistema e per questa ragione le donne di Minsk sono armate di fiori.
Come dicevo, io non sono andato a Minsk per occuparmi di politica ma ho visto e voglio esprimere tutta la mia preoccupazione per questo popolo che non mette bombe e che vuole legittimamente autodeterminarsi con il proprio voto. Io non credo ad una sola parola di ciò che i media europei o bielorussi dicono, hanno tutti interessi.
Credo che c'è un popolo umiliato da un sistema e credo che in Bielorussia stia per avvenire un cambiamento che va ben oltre quello che è accaduto in Ucraina. Credo anche che questo cambiamento sia totalmente rifiutato dai paesi confinanti e temo di vedere eserciti stranieri per le strade della bella Minsk.
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