16 dicembre 2022

Multe stradali legate al reddito: come funziona in Finlandia

Modulare l’entità delle multe in base al reddito del soggetto sanzionato. È questa l’idea prospettata dal viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit) Galeazzo Bignami a margine della presentazione del rapporto Dekra sulla sicurezza stradale e rilanciata con un post sulla propria pagina Facebook.

“Nell'ambito della revisione del codice della strada che il ministro Salvini [Matteo, alle infrastrutture e trasporti, ndr] ha annunciato - ha affermato Bignami - svolgeremo un approfondimento specifico anche sulla possibilità di realizzare una proporzionalità tra il reddito e le sanzioni. Se la sanzione ha evidentemente una natura anche afflittiva, una persona che ha un reddito più elevato può evidentemente essere afflitta dal punto di vista del contrasto ai fenomeni che riguardano la sicurezza stradale con una sanzione più elevata”.

A riguardo, ho trovato un interessante articolo di Quattroruote del 26 marzo del 2021 dove già si ipotizzava una cosa del genere, ovvero le multe stradali proporzionali al reddito, che metto di seguito. Da notare l'esempio finlandese con cifre astronomiche per qualche fortunato.

Dopo Germania, Finlandia, Danimarca, Svezia, Francia e Svizzera, quattro anni fa l’Inghilterra è stato l’ultimo Stato del Vecchio Continente a introdurre le contravvenzioni al Codice della Strada proporzionate al reddito (a salire dalla multa base, che non si tocca): in sintesi sono aumentate le entrate.

È giusto che chi è più ricco paghi di più? A una prima lettura si potrebbe anche pensare che potrebbe essere corretto, ma questo avrebbe un senso anche ribaltando il quesito: è giusto che chi è più povero paghi di meno? Beh, da questo orecchio le varie amministrazioni ci sentono molto meno.

Due sono le ragioni che adducono: la prima è che aumenterebbero le infrazioni dei meno abbienti, più invogliati a rischiare a fronte di sanzioni minime, mentre la seconda è che calerebbero le entrate.

In Italia la tentazione comincia a girare ed è naturale temere il peggio. Adesso se l'automobilista supera il limite massimo di velocità ma non oltrepassa i 10 km/h in eccesso (se il limite è 70 km/h e la sua velocità viene rilevata a 78 km/h, per esempio) è soggetto a un'ammenda pecuniaria variabile tra i 41 e i 169 euro. In questo caso inoltre non vengono decurtati punti dalla patente.

Vi risparmio tutti gli scaglioni successivi, ma prendendo ad esempio quello che avviene in Inghilterra (ma non in Irlanda o in Scozia) se uno supera il limite di 15 km la multa verrà aumentata di un tot compreso tra il 25% e il 75% della sua paga settimanale e di qui si andrà a crescere in base al reddito fino a un tetto massimo in più di 2.500 sterline (circa 3.000 euro).

In Finlandia invece il limite non c’è. Così è passato alla storia Reima Kuisla, un uomo d'affari finlandese, che è stato recentemente sorpreso a 105 all'ora in una zona da 80 all’ora. Da noi se la sarebbe cavata con meno di 200 euro di contravvenzione (ridotti se pagati nei primi giorni) invece lì, dopo che la polizia finlandese ha controllato un database dei contribuenti federali per determinare il suo reddito (pari a 6,5 milioni di euro all’anno) l'importo è diventato di 54.000 euro. Multe esorbitanti come questa sono rare, ma non inaudite: nel 2002, un dirigente di Nokia è stato multato  di 105.000 euro per essere stato pizzicato a 45 in una zona 30 mentre viaggiava sulla sua moto, e due anni prima Teemu Selanne, il giocatore della NHL, la lega nordamericana di  hockey su ghiaccio, ha subito una multa pari ai 39.000 euro di oggi.

Accanimento terapeutico, o fame di quattrini? Il tema ha molte facce e quindi opinioni molto differenti. A me comunque 50 mila euro di multa per 20 chilometri in più sembrano comunque un’astrusità. Molto più razionale il tetto che hanno messo gli inglesi. Resta il fatto che il poveraccio che sgarra da noi pagherebbe comunque i suoi duecento euro, mentre se fosse uno con un reddito di 30 mila euro l’anno ne dovrebbe pagare  almeno 200 in più. E gli evasori totali? Sempre 200, ma tanto quelli non li pagherebbero comunque, così come fanno con tutte le altre tasse.

Nel video seguente c'è l'intervista andata in onda su Radio24 di un giornalista italiano che vive a Helsinki ma che nella sua esposizione non è stato particolarmente chiaro.



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