Vorrei fare una breve riflessione sulla questione dei soccorsi sul Nanga Parbat, l'ormai famosa montagna sull'Himalaya, dove è morto lo scalatore Karl Unterkircher. Premetto che il mio più grande amico è uno scalatore, malato e non semplicemente appassionato, di montagna e quindi conosco un po il genere di persone che fanno queste cose.
Sono come dei drogati, sanno benissimo che potrebbero non tornare, che ci sono elevatissime possibilità di un incidente qualsiasi (ed un incidente in quelle condizioni spesso può essere fatale) ma loro vanno tranquilli, dicono che sia il richiamo della montagna che solo chi la vive può capire.
Spesso, per scherzare, dico al mio amico che gli auguro di morire in montagna, così almeno sarà contento, visto tutti i pericoli che corre ogni volta. Pericoli che spesso sono evitabili con un minimo di buon senso. E' da un po di tempo che non lo vedo ma ricordo che a volte mi diceva di essere andato a scalare senza nemmeno aver visto le previsioni del tempo o che aveva fatto dei passaggi confidando nella buona sorte senza prestare attenzione alle elementari norme di sicurezza. Per non parlare di quella volta che stava volando ed era arrivato a pochi cm di fune prima della fine, che se non avesse guardato per caso di aver messo una cosa nel verso sbagliato, sarebbe finito nel vuoto.
Passi il voler correre dei rischi ed il mettere a repentaglio la propria vita, ma i soccorritori poi, chi li paga? Una spedizione che deve venire a salvarti, elicotteri, equipaggiamenti.. paga qualcuno per questi salvataggi? Uno dei tanti pompieri che conosco mi ha detto che per un gatto sulla pianta (il famoso gatto sulla pianta o sul tetto) oppure un'apertura porta, i vigili del fuoco fanno pagare il loro intervento. Per un elicottero sull'Hymalaya come la mettiamo?
1 commento:
i membri della spedizione di Unterkircher mi risulta abbiano versato una cauzione di 4mila euro prima di partire, nell'eventualità che un elicottero fosse dovuto intervenire in loro soccorso.
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