06 marzo 2011

Parigi 10-13 febbraio. IL DIARIO


Premetto che avrei lasciato Parigi come ultima città da visitare, dopo aver terminato tutte le grandi città europee ma, avendolo promesso a Mattia (mio collega d’ufficio) in un momento di debolezza, ho dovuto farlo. Visto che la promessa era: “entro il 2011 andremo a Parigi”, avevo a disposizione tutto l’anno per andarci ma per una serie di circostanze, ho scelto la capitale francese come prima meta, avendo già prenotato anche le due successive (1-4 aprile a Cracovia e 20-26 giugno a Mosca).

Nonostante diversi amici sembravano interessati, quando si è trattato di prenotare il volo siamo rimasti solo in due e devo dire che, discorso economico a parte, la cosa non è che mi dispiacesse più di tanto perché almeno sarebbe stato più facile muoversi e soprattutto prendere decisioni su cosa fare, dove andare, etc.

Il volo ovviamente è stato un Ryanair, con partenza da Bologna ed arrivo a Beauvais, a circa 80 km da Parigi, con cui saremmo arrivati tramite pullman. Il costo del biglietto è stato abbastanza elevato per i nostri standard, 68 euro. Potevamo risparmiare qualcosa se lo avessimo prenotato con due giorni di anticipo ma per quando ci siamo decisi, non costava più 43 ma 68 appunto. Questa volta però mi sono organizzato meglio per quanto riguarda il parcheggio dell’auto, perché ho cercato, essendo sicuro di trovarne, qualcuno privato al di fuori dell’aeroporto. In effetti ne ho trovati un paio ed avendo gli stessi prezzi ho scelto quello che aveva il sito internet migliore, cioè il “Park to air” che con 8 euro per i primi due giorni e 4 per tutti gli altri (auto all’aperto) era nettamente più conveniente del parcheggio dell’aeroporto.

Come date, avevo scelto giovedì 10 per la partenza e la domenica successiva per il ritorno. Gli orari erano molto comodi perché avendo l’aereo alle 20:15 potevamo lavorare almeno mezza giornata del giovedì ma Mattia, avendo tante cose da fare, ha lavorato addirittura fino alle 16, quando sono andato a prenderlo per andare all’aeroporto.

GIOVEDI 10 FEBBRAIO

Partenza alle 16 dal nostro ufficio in direzione Bologna, dove siamo arrivati, in perfetto orario con la tabella di marcia, alle 18:30. Il tempo di lasciare l’auto (con le chiavi) al parcheggiatore, prendere la ricevuta della registrazione, salire sulla navetta e dopo 10 minuti eravamo all’area partenze dell’aeroporto Guglielmo Marconi. Quanto è comodo quel parcheggio! Ne terrò conto per tutti i prossimi viaggio da Bologna.

Operazioni di controllo bagaglio senza problemi particolari (ogni volta è una lotteria) e dopo un paio di ore di attesa, alle 20:25 siamo finalmente decollati.

Abbiamo toccato terra dopo 90 minuti esatti ed una volta scesi dall’aereo abbiamo cercato come e dove fare i biglietti per la navetta “Beauvais-Parigi”. Non è stato molto difficile perché è stato sufficiente seguire la folla e soprattutto, la biglietteria era lungo il tragitto per l’uscita. Costo del biglietto 15 euro a tratta, non proprio economicissimo.

Usciti dall’aeroporto è stato molto semplice trovare il pullman, anche se abbiamo dovuto camminare un po per raggiungere il parcheggio, ed alle 22:30 siamo partiti alla volta di Port Maillot dove siamo giunti 10 minuti prima di mezzanotte. Una volta scesi non avevo la più pallida idea di dove fosse la fermata della metropolitana ma in questi casi basta mandare avanti qualcuno che lo sa e seguirlo.

Trovata la fermata di Port Maillot, dopo aver fatto amicizia con la biglietteria automatica, ci siamo muniti di ticket (1,7 euro) e siamo saliti sulla metro cercando di non sbagliare direzione. In effetti avevo con me la mappa con tutte le indicazioni ed era pressoché impossibile sbagliarsi con la metro. Non era così impossibile però, sbagliarsi a piedi ed infatti, usciti alla stazione di Anvers, per la pigrizia di non tirare fuori la prenotazione dell’ostello abbiamo camminato qualche minuto nella direzione opposta.

Sapevo che doveva essere a due minuti dalla fermata e non trovandolo, ho dovuto rassegnarmi e tirare fuori il foglio della prenotazione di hostelworld. Come avevo intuito stavamo camminando nella direzione opposta nonostante "Boulevard de Rochechouart" fosse giusto ed una volta visto il numero civico è stato un attimo trovare il Regent Hostel.

Dopo aver fatto il check-in alle 0:50 siamo riusciti a prendere possesso della nostra camera che, per risparmiare qualcosa, era una tripla con bagno ed ovviamente ci sarebbe stata un’altra persona. Quando siamo entrati non abbiamo visto nessuno e c’erano tutti i letti (uno a castello ed uno singolo) disponibili così Mattia si è scelto il castello di sopra ed io il singolo. La stanza era abbastanza piccola ma il problema più grande era l’assenza di qualsiasi cosa per appendere i giacconi. C’era solo un piccolo tavolo, una sedia e due cubi di legno su cui appoggiare qualcosa ma di non molto grande.

Quello dello mancanza di un attaccapanni, alla fine, è stato sorpassato a tutta velocità dal nuovo problema che abbiamo scoperto aprendo la porta del bagno: c’era dell’acqua che gocciava dal soffitto ed essendoci un controsoffitto, scendeva dall’unico buco che trovava, ossia quello della lampada. Cazzarola.. dell’acqua che scendeva passando per l’impianto elettrico! Sono sceso alla reception a segnalare il problema ma il ragazzo dell’ostello non poteva far altro che mandare qualcuno la mattina successiva sperando non accadesse nulla nottetempo.

Alla 1:20, dopo esserci rinfrescati ed aver preparato i letti siamo potuti finalmente uscire a visitare la città ma essendoci la metro chiusa non ci siamo allontanati molto dalla nostra sistemazione ed abbiamo fatto solamente un giro a piedi per Pigalle trovando anche un preziosissimo McDonald’s vicino l’ostello. Siamo passati davanti al Moulin Rouge che però era chiuso e tornando verso la camera abbiamo visto anche la bellissima chiesa del Sacro Cuore che era a soli 100 metri da dove dormivamo.

Poco meno di un’ora e mezza e siamo tornati all’ostello per spegnere la luce e metterci a dormire quando erano le 3.

VENERDI 11 FEBBRAIO

La sveglia alle 9:15 non era dettata dalla nostra agenda ma più semplicemente dall’orario della colazione, che chiudeva alle 10. Scendiamo nell’area comune per mangiare qualcosa e restiamo felicemente sorpresi di trovare tante giovani ragazze carine anche se, quando ne ho vista una completamente scalza, sono rabbrividito.

Tornati in camera dopo aver fatto una buona colazione, ci siamo preparati per poter finalmente uscire quando erano le 11.

Giornata meravigliosa con tanto sole ed anche troppo caldo per il nostro abbigliamento invernale. La prima meta del nostro giro è stata la chiesa del Sacro Cuore che era a poche decine di metri dall‘ostello. Alla base della scalinata che porta alla chiesa, veniamo fermati da una banda di neri che, con un insistenza fuori dal comune, riescono a far si che gli prendiamo due braccialetti fatti al momento con dei laccetti colorati. Nonostante la violenza subita, c’è stato un aspetto simpatico perché questi neri, parlavano un po di italiano e ci hanno chiesto da che parte venissimo dell’Italia. Non sapendo cosa conoscessero dell’Italia ho detto Ancona, per citare la città più grande della regione e questo mi ha subito risposto "Hakuna Matata", discoteca di Porto San Giorgio (o più verosimilmente quella di Riccione, forse più famosa) strappandomi una risata.

Quando si è trattato di pagare ho tirato fuori tutte le monete che avevo ma non andavo oltre i due euro e 30 che a me sembrava anche troppo ma questi volevano addirittura soldi cartacei. Io li ho lasciati discutere e me ne sono andato ma Mattia che era rimasto dietro, dopo aver pagato 5 euro per il suo, gli ha dovuto mollare un altro euro per andare via tranquillo.

Arriviamo alla sommità della collina, davanti la chiesa, e voltando lo sguardo dall’altra parte vediamo un panorama mozzafiato, si vedeva quasi anche l’Italia! L’ampia scalinata davanti la chiesa era una sorta di “Trinità dei monti” con tutta la gente seduta ad ammirare il paesaggio ed ascoltare un musicista con una grande arpa.

Facciamo un giro dentro, visitiamo tutto quello che non si paga e saremmo saliti volentieri anche sulla cupola se solo avessimo trovato da dove si saliva. Non abbiamo chiesto informazioni a nessuno ma pensavamo fosse abbastanza semplice trovare un ascensore o più verosimilmente una scala stretta e buia per salire, invece no. Usciti dalla chiesa abbiamo fatto un giro intorno, per cercare un eventuale ingresso secondario e non avendolo trovato abbiamo proseguito per una viuzza piena di bancarelle e di tantissimi ritrattisti che volevano farci una caricatura.

A mezzogiorno e mezzo abbiamo lasciato Montmartre per andare a vedere uno dei monumenti più famosi del mondo, la Torre Eiffel. Usciti dalla metro, appena ci avviciniamo un po e cominciamo a vederla, la prima cosa che ho pensato: che brutto pezzo di ferro arrugginito! In effetti non mi ha fatto una bellissima impressione, forse mi aspettavo qualcosa di meglio ma quando mi sono trovato di sopra devo dire che mi è sembrata fin troppo alta per il mio senso dell'equilibrio.

Per salire c'erano due possibilità, una fila chilometrica per prendere l'ascensore e le scale con "imbarco immediato". Noi, ovviamente abbiamo preso le scale, anche perché siamo due giovanotti (il 10 marzo prossimo compirò 40 anni.. AIUTOOO) ma soprattutto non potevamo aspettare due ore per l'ascensore. La cosa che mi preoccupava di più nel fare le scale non era sicuramente la fatica ma la paura dell'altezza, considerando che era tutto aperto e si vedeva quasiasi cosa di sotto.

Fino al primo piano sono arrivato senza problemi ed abbiamo fatto tante foto allo splendido paesaggio ma quando si è trattato di passare al superiore, dopo una rampa di scale ho detto a Mattia di proseguire da solo perché il mio cervello si rifiutava di proseguire e mi stava bloccando tutti i muscoli per farmi tornare indietro. Ho obbedito agli stimoli e sono tornato al primo piano, aspettando Mattia ai bordi della pista di pattinaggio su ghiaccio.

A quel livello, c'erano infatti un bar, un ristorante ed appunto, questa pista di pattinaggio. Sono stato a vedere le evoluzioni di qualche provetto pattinatore fino a quando Mattia è sceso e siamo potuti tornare a terra. Traversata la Senna, siamo andati a vedere il Trocadero che se non guardavo su Wikipedia ancora non sapevo cosa fosse.

"Il Trocadéro è un'area del centro di Parigi situata sulla riva destra della Senna, a pochi passi dalla Tour Eiffel, nel XVI arrondissement. Il nome deriva dalla battaglia tra francesi e spagnoli del 1823. Oltre il pont d'Iéna si estendono i Jardins du Trocadéro (giardini del Trocadero), una scenografia verde composta da statue ornamentali e giochi d'acqua. Grazie all'illuminazione curata, i Jardis du Trocadéro sono particolarmente suggestivi nelle ore notturne."

Alle 16, dopo essere stati fuori sin dalla mattina, era arrivata l'ora di mangiare qualcosa e visto che non si trovava niente che piacesse da quelle parti, siamo tornati a Montmartre, nelle vicinanze dell'ostello, per andare a mangiare nell'economicissimo McDonald's che a me, nonostante tutti lo disprezzano, piace anche.

Finito di mangiare siamo andati a riposarci un po in camera dove siamo rimasti fino alle 19. Vista la stanchezza saremmo dovuti rimanere almeno 4 ore sul letto ma non potevamo perdere tempo a poltrire perché le vacanze non sono fatte per risposarsi (almeno le mie vacanze).

Usciti alle 19 ci siamo diretti verso gli Champs Élysées che abbiamo percorso dalla fermata Charles de Gaulle fino all'Arco di Trionfo. Ogni tanto si sentiva qualche macchina suonare il clacson e via via diventavano sempre di più. All'inizio ci domandavamo cosa potesse essere successo, poi abbiamo visto della gente con bandiere egiziane gridare qualcosa, con in mezzo un Mubarak, ed abbiamo realizzato che forse l'Egitto si era liberato del suo presidente.

Festeggiato con gli egiziani sugli Champs Élysées, abbiamo proseguito la nostra passeggiata fino alla vicina torre Eiffel, per vederla in notturna e siamo stati fortunati perché mancavano pochi minuti alle 21, quando sarebbe stata illuminata. Cioè.. illuminata lo era già, ma ogni ora ci sono dei giochi di luci.

Camminando dagli Champs Élysées verso la Torre Eiffel, siamo passati per Avenue Montaigne, dove abbiamo trovato tantissimi negozi delle griffe più famose, fino ad arrivare al famigerato Tunnel de l'Alma. Appena passato il ponte abbiamo visto la torre esplodere di luce, proprio mentre stavo piazzando il cavalleto per fare qualche foto. Spente le luci, abbiamo ripreso la strada per l'ostello e siamo tornati a Montmartre.

Avendo mangiato nel pomeriggio non avevamo proprio fame ma c'era comunque da mangiare qualcosa e così ci siamo presi qualcosa all'Auchan ed abbiamo mangiato in camera. Camera che però per quella notte ci era stata cambiata a causa dei lavori che avrebbero dovuto fare in quella dove eravamo e perciò, invece che la 32, ci hanno spostato alla 62. Per fortuna che c'era l'ascensore funzionante, altrimenti saremmo morti. La nuova camera era proprio sul tetto ed infatti aveva una parete spiovente ma tutto sommato non era male ed avevamo addirittura qualcosa tipo armadio, dove appendere gli indumenti.

Poco dopo la mezzanote ci siamo fatti forza e siamo usciti, portando con noi Marcelo, il ragazzo con cui avevamo condiviso la "32" (avevo preso una tripla per risparmiare qualche decina di euro), la notte precedente. Si trattava di un ragazzo brasiliano, studente in legge, che si stava facendo due settimane di vacanza in Europa completamente da solo e dopo Madrid, Parigi, sarebbe andato a Francoforte e Londra. Bella la vita!

Trovato Marcelo alla reception siamo partiti alla volta del Marais, quartiere di Parigi situato sulla rive droite della Senna, a nord dell'Île Saint-Louis, diviso tra III e IV arrondissement (come recita Wikipedia).

Il sito del "Corriere della Sera" lo descrive così: "Vicoli medievali e piazzette segrete, magnifiche dimore del Cinque e Seicento, giardini nascosti da portoni scolpiti: non c’è dubbio, dal punto di vista architettonico, il Marais è uno dei quartieri più belli di Parigi. Ma basta viverlo anche solo un giorno, divagando da rue des Rosiers a rue Vieille du Temple, alla Square du Temple, per scoprire che il suo vero fascino è soprattutto umano, e riguarda il singolare, inestricabile intreccio fra diversissime comunità e culture. Ebrei, arabi e asiatici abitano qui con un’infinità di artisti, stilisti, intellettuali. Fortissima, poi, è la presenza dei gay, arroccati nel triangolo rosa, tra rue Beaubourg e rue Vieille du Temple, cuore parigino delle notti folli e dello shopping di tendenza"

Noi abbiamo trovato solo una via con qualche pub e molta gente a passeggio ma forse tutte quelle belle cose sopra descritte si possono ammirare di giorno. Fatto sta che dopo aver camminato un po, ci siamo buttati dentro al pub che ci sembrava migliore per prenderci una birra. Verso le 2:30 siamo usciti per andare a dormire ma per trovare l'autobus notturno che ci avrebbe riportarto ad Anvers abbiamo camminato tantissimo e dire che avevo la mappa. Verso le tre e mezza eravamo a destinazione e per le 4 dormivamo.

SABATO 12 FEBBRAIO

Come il giorno precedente, sveglia alle 9:15, colazione, doccia ed alle 11:15 eravamo pronti ad uscire. Prima meta della giornata il Louvre, che tutti dicono necessiti di una giornata intera per essere visto bene ma che noi abbiamo liquidato in meno di due ore.

La cosa si è svolta nel seguente modo: eravamo con il nostro compagno di stanza Marcelo ed avevmo iniziato un percorso preciso quando ad un certo punto, poco dopo essere entrati (a mezzogiorno), ci ha detto che alle 13:15 sarebbe dovuto andare via perché doveva prendere il treno per Francoforte, prossima tappa del suo viaggio e che quindi avrebbe voluto vedere subito la Gioconda. A quel punto abbiamo stravolto tutto il percorso e siamo andati direttamente a cercare la Monna Lisa per poi dover riprogrammare un itinerario.

Considerando che avremmo voluto vedere anche Notre Dame e che era già l'una passata, dopo la Gioconda abbiamo optato per una visita veloce alle cose più importanti tralasciando tutto il resto. Siamo andati a vedere quindi, in ordine di apparizione: la Venere di Milo, Amore e Psiche di Canova, La Nike di Samotracia e molti quadri famosi di artisti italiani ed europei.
Nella sezione greca abbiamo visto tante altre statue ma data la mia ignoranza, non sono sicuro che siano veramente famose. C'erano infatti statue di molte divinità, tra cui Aphrodite, Hermes, Ares e Athena Parthenos che sicuramente sono più note con i nomi latini. Abbiamo fatto anche una visita al settore "antico Egitto", abbastanza veloce, giusto il tempo di fotografare una sfinge ed uscire.

Alle 14 siamo usciti e camminando sotto una leggera pioggerellina, siamo arrivati alla cattedrale di Notre Dame, la cui visita è stata molto veloce anche quella. Abbiamo visto e fotografato ben bene l'esterno per poi entrare ma non siamo saliti al piano superiore, più per ignoranza che per mancanza di voglia. Non sapevamo ci fossero delle cose così importanti da vedere e scopro solo ora, a casa, che sarebbe stato molto bello salire i circa 350 scalini per vedere la galleria delle chimere ed ammirare lo splendido panorama su Parigi vista dall'alto. Sarà per la prossia volta..

Alle 16 siamo tornati all'ostello e quando abbiamo aperto la porta della camera abbiamo avuto una bella sorpresa: non c'era più niente dentro. Per fortuna abbiamo capito subito cosa fosse successo perché in effetti ci era stato detto che che quella sarebbe stata nostra solo per una notte, per potere fare i lavori nell'altra. Scesi a cambiare le chiavi, siamo ritornati alla 32 ed abbiamo trovato tutta la nostra roba quasi nella identica posizione di come l'avevamo lasciata nell'altra camera. E' incredibile come siano stati così precisi da rimettere perfino una busta arrotolata nel termosifone, nella stessa identica posizione in cui l'avevo messa nell'altra stanza.

Risolto il problema camera, siamo usciti a mangiare qualcosa per poi scatenarci in uno shopping selvaggio nella via che porta alla chiesa del Sacro Cuore, dove c'erano decine di negozi di souvenir. Pioveva leggeremente, per la seconda volta nella giornata, ma dopo un po aveva smesso e l'ombrello che avevo preso in camera è stato più che altro un peso che non una cosa utile.

Fatto il pieno di souvenir, cartoline e tshirt, alle 18 siamo ritornati in camera per riposarci un po, in vista della serata ed essendo andato via Marcelo, ci abbiamo trovato un nuovo personaggio ma con cui non abbiamo detto altro che "hi".

La serata è iniziata alle 21, quando usciti dall'ostello, ci siamo diretti come prima tappa nel vicino quartiere di Pigalle per poi proseguire quasi subito verso Saint Michel/San Germain dove abbiamo trovato una folla di persone incredibile. A centinaia camminavano per quelle stradine tra negozi, bar e ristoranti. Tutto molto bello ma dopo un po, prima che chiedesse la metropolitana, abbiamo deciso di tornare verso Pigalle/Montmartre, ossia il quartiere dove avevamo l'ostello.

Avevamo già in mente dove andare, perché appena usciti avevamo notato delle ragazze del nostro stesso ostello, entrare nell'Irish Pub attaccato al Moulin Rouge. All'una e trenta eravamo in fila per entrare e dopo una lunga coda, finalmente, con 15 euro abbiamo potuto accedere nel locale. Posto molto grande e carino con una clientela molto variegata. C'era un po di tutto ma sopratutto 4/5 stangone, una più bella dell'altra, su cui ho lasciato gli occhi.

Verso le tre e mezza abbiamo deciso che la serata poteva terminare ma come noi, purtroppo, anche molti altri e così, per prendere i giacconi al guardaroba, ci abbiamo impiegato più di venti minuti. Alle 4 eravamo all'ostello e dopo una mezz'ora si dormiva.

DOMENICA 13 FEBBRAIO

Ultima giornata parigina con la solita sveglia per arrivare in tempo alla colazione e dopo aver fatto i bagagli, abbiamo lasciato la camera depositando le valigie nella luggage room dell'ostello.

Non avevamo un piano preciso e così, nel dubbio, dopo tanti monumenti, abbiamo deciso di "farci" un centro commerciale. Siamo andati al famosissimo "Lafayette" e porca vacca, era chiuso. Siamo passati anche nella vicina Opéra che ovviamente, non essendoci spettacoli a quell'ora della mattina, era chiusa ai visitatori e quindi abbiamo deciso per il cimitero monumentale del Père-Lachaise. Primo dei cimiteri civili di Parigi, è anche il più grande ed uno dei più celebri del mondo ed è tra i luoghi più visitati della capitale francese.

Nonostante la maggior parte dei visitatori siano giovani drogati che si recano sulla tomba di Jim Morrison, nel cimitero di Père-Lachaise sono, o sono stati sepolti moltissimi personaggi famosi, tra cui: Frédéric Chopin, Honoré de Balzac, Eugène Delacroix, Gioachino Rossini, Oscar Wilde, Amedeo Modigliani, Marcel Proust, Piero Gobetti, Edith Piaf, Maria Callas, Simone Signoret, Yves Montand, Marie Trintignant, Marcel Marceau, Maria Schneider e molti altri.

Fatto un bel giro nel vastissimo cimitero e dopo aver visto le tombe di Morrison, Chopin, Wilde e Proust, alle 15 siamo tornati in centro e più precisamente sugli Champs Élysées. Si era deciso di fare le cose con calma e verso le 16 di tornare a prendere i bagagli, così abbiamo trascorso quell'ora libera visitando qualche negozio. Quelli si che erano aperti, non come la Gallerie Lafayette!

Dopo un giro da H&M (Mattia ultimamente sta andando matto per il franchising scandinavo) e qualche minuto al Virgin store, abbiamo camminato fino all'Arco di Trionfo, in fondo al viale. Visto che erano ormai le 16, abbiamo preso la metro, proprio sotto l'Arco, e siamo tornati a Montmartre.

Un rapido giro in cerca degli ultimi regali che doveva fare Mattia, un panino veloce al McDonald's ed alle 17:30 siamo passati a ritirare le valigie all'ostello e ci siamo diretti a Port Maillot, per prendere la navetta per l'aeroporto. Nonostante qualcuno alla reception ci avesse detto che le navette per Beauvais partivano 3 ore e 45 minuti prima del volo, non eravamo sicurissimi dell'orario e così siamo andati con un buon anticipo.

Alle 18 in punto eravamo a Port Maillot, nel parcheggio di fronte l'Hotel Concorde La Fayette, da cui partivano le navette per l'aeroporto. Dopo un po si caos e di attesa, alle 18:50 finalmente siamo partiti per arrivare a destinazione alle 20 in punto.

Stanco di rischiare ogni volta un controllo delle dimensioni del trolley, per questo viaggio avevo deciso di portare una borsa leggera ma, nonostante fossi immune da multe e sanzioni della Ryanair, mi hanno vuotato il contenuto durante i controlli personali. Incredibile! E non avevo nulla di sospetto.

Il volo di ritorno è partito alle 22:25 e siamo atterrati a Bologna poco prima della mezzanotte dove ad attenderci c'era l'uomo della "Park to air" che con un pulmino ci ha portati subito al parcheggio. Siamo partiti da Bolona a mezzanotte e mezza e dopo aver accompagnato a casa Mattia, alle 3:10 ero finalmente a casa. A letto alle 4 ed alle 7:30 la sveglia per essere regolarmente in ufficio il lunedì mattina.


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