28 giugno 2025

Mi fanno buttare la Carta d'identità con ancora due anni di validità

Ricordo come fosse ora quando, lavoratore socialmente utile, espletavo il servizio alla comunità presso l'ufficio anagrafe del mio Comune.

Era il 2017 e stavano tutti impazzendo per avere le nuove carte d'identità elettroniche uscite da poco in qualche Comune del circondario ma non ancora a Montecosaro. C'era addirittura chi, per averla, era andato in un Comune vicino dove, se ricordo bene la procedura, si sarebbe dovuto richiedere un nullaosta al municipio di residenza.

Io, come al solito contro corrente e soprattutto contro le mode e gli isterismi collettivi, prima di lasciare quell'impegno, con la vecchia carta d'identità in scadenza, mi feci un bel documento cartaceo con scadenza 2028 (la scadenza si calcolava sommando 10 anni dal giorno del compleanno successivo).




Nell'ultima vacanza che ho fatto, in Albania, presentando il documento cartaceo ai controlli aeroportuali, il poliziotto mi ha chiesto: "Non ce l'hai una carta d'identità?" e quando gli ho risposto pleonasticamente "E' quella" mi ha guardato in malo modo perché sarebbe stato costretto a scrivere tutti i dati invece di scansionarli con l'apparecchiatura dedicata ai documenti elettronici.

Ebbene, nonostante la scadenza al 10 marzo del 2028, sembra che prima di agosto 2026 debba recarmi presso gli uffici competenti per fare la CIE (Carta d'identità elettronica), dato che il vecchio documento cartaceo terminerà la propria validità, come riportato nel seguente articolo di TGCOM24.

Addio alla carta d'identità cartacea per l'espatrio: dal 3 agosto 2026 sarà valida solo quella elettronica

Lo stabilisce il regolamento europeo 1157/2019, che impone standard di sicurezza più stringenti per i documenti di riconoscimento

A partire dal 3 agosto 2026 la carta d’identità cartacea non sarà più considerata valida per l’espatrio, a prescindere dalla data di scadenza riportata sul documento. Lo stabilisce il regolamento europeo 1157/2019, che impone standard di sicurezza più stringenti per i documenti di riconoscimento. La principale ragione della dismissione è l’assenza, nella versione cartacea, della cosiddetta Machine Readable Zone (MRZ), una zona di lettura ottica composta da tre righe codificate con dati anagrafici leggibili dai sistemi automatici di controllo. La carta d’identità elettronica (CIE), invece, è dotata di questa tecnologia e risponde pienamente ai requisiti fissati dall’Unione europea.

Come richiedere la CIE: cosa serve e quanto costa

Per evitare lunghe attese o intoppi burocratici in prossimità della scadenza, l'invito ai cittadini è quello di muoversi con anticipo e richiedere il nuovo documento già da ora. La procedura per la richiesta prevede la prenotazione di un appuntamento presso l’ufficio anagrafe del proprio comune di residenza o domicilio, o al Consolato di riferimento se si è residenti all'estero. I documenti necessari sono una fototessera recente in formato cartaceo, la carta d’identità cartacea (o altro documento in caso di furto o smarrimento) e il codice fiscale.

Nel caso in cui la richiesta riguardi un minore e si voglia ottenere la validità per l’espatrio, è obbligatoria la presenza del minore stesso e di entrambi i genitori, ciascuno munito di un proprio documento di riconoscimento. Al momento della domanda, l'operatore comunale procede con l'acquisizione delle impronte digitali. Per il rilascio della CIE occorre versare la somma di €16,79 oltre i diritti fissi e di segreteria qualora previsti. Il nuovo documento viene recapitato entro sei giorni lavorativi.

Le credenziali per l'identità digitale

Il passaggio alla CIE avrà anche ricadute sul fronte dell’identità digitale. Tutti i cittadini italiani dotati della nuova carta potranno infatti accedere ai servizi online della pubblica amministrazione utilizzando le credenziali CieID, considerate più sicure e avanzate rispetto allo Spid.

27 ottobre 2024

E' possibile che mi manchi l'ospedale?

Che noia la mattina a casa, senza nessuno che ti sveglia gridando nel mezzo della notte, senza i rumori delle infermiere dalle sei e mezza, le luci accese in corridoio dopo quindici minuti, la macchina che pulisce i pavimenti e dopo altri quindici lo sferragliare del carrello delle colazioni e qualcuno che ti sveglia (ma ormai lo eri già) chiedendo "latte, orzo o the?" e ti apre la finestra per cambiare aria.

Che noia senza nessuno a cui devi porgere un braccio per farti misurare la pressione e un dito per la saturazione, qualcuno che venga ad attaccarti una flebo, guardare quasi ipnotizzato la gocce che scendono e poi dover aspettare che vengano a toglierla. Senza chi viene a pulire la camera, le oss a rifarti il letto, essere chiamati in visita e vedersi infilare nel naso una sonda metallica di dieci centimetri.

E quasi incredibile guardare il calendario e vedere che sono stati solo tre giorni.




26 ottobre 2024

Come ammazzare il tempo in ospedale

Ieri sera a quest'ora, tra una briscola e un tressette, al reparto di Otorino dell'ospedale di Civitanova Marche.

Momenti indimenticabili ❤️




Ritorno a casa dall'ospedale

Si torna a casa in un vortice di emozioni. 


Da una parte, c’è una grande felicità nel poter riprendere la vita normale e soprattutto respirare meglio. 

Dall’altra, c’è un po’ di dispiacere nel salutare i compagni di stanza con cui ho condiviso momenti complicati (più i loro che i miei a dire il vero) ma anche tante risate e soprattutto le briscolate serali. Anche lasciare quell'ambiente ovattato, con il personale medico che è stato sempre gentile e premuroso, mi lascia quel retrogusto di malinconia che purtroppo fa parte del mio carattere.

Un ringraziamento particolare ai dottori Franco Ianniello e Gabriel Angel Tamburini che, da quanto mi è stato detto, sono quelli che mi hanno operato.



25 ottobre 2024

Mi hanno tolto i tamponi dal naso

Finalmente ci siamo... a grandi passi verso il recupero!

Poco fa c'è stato il fatidico "stamponamento", ossia la rimozione dei tamponi nasali inseriti dopo l'intervento di due giorni fa.

Devo dire che era una delle cose che mi impensieriva di più e della quale avevo un ricordo terribile dalla prima operazione che ho fatto nel 2013. Allora mi sentii svenire e mi ripresi un istante prima di perdere i sensi, quando con una bacinella metallica sotto il mento per raccogliere l'eventuale sangue, mi tirarono via quella garza intrisa di sangue che era diventata un blocco unico.

Ebbi la sensazione che mi sfilassero il cervello passando per il naso per quanto era in profondità e per quanto dolore provai.

Questa volta è stato tutto molto ma molto diverso, oserei dire quasi un gioco da ragazzi.

Alla base di tutto ci sono i tamponi che non sono assolutamente gli stessi di allora. Quelli che avevo nel naso erano di silicone o spugna e all'estremità avevano un filo da tirare per l'estrazione (tipo Tampax per intenderci). A differenza dei compagni di stanza, nel mio caso riuscivo anche a respirarci, seppur a fatica, ma questo bastava a non darmi quella sensazione di oppressione che avrei avuto con il naso completamente tappato.

I presupposti erano quindi buoni e al momento della rimozione, a parte un piccolo fastidio (tipo quello di quando la sonda con la telecamera arriva nella parte alta del naso), è stato tutto veramente facile e indolore. Anche perché, con il muco che si era formato e li rivestiva, sono semplicemente scivolati fuori senza quasi nessuna resistenza. Il fatto che potessi respirarci un po' ha sicuramente contribuito anche a cicatrizzare le ferite.

Il post "stamponamento" nel mio caso ha visto la quasi totale assenza di sangue a parte una piccola goccia dalla radice sinistra, tanto che a differenza dei miei compagni, a me non hanno dato neanche il telo impermeabile da mettere attorno al collo (o sopra le gambe) per raccogliere quello che sarebbe potuto uscire. Gli altri hanno sofferto un po' di più e vedo che stanno tutt'ora sanguinando, anche se moderatamente ma dicono che i primi giorni sia del tutto normale e adesso sono passate solo qualche decina di minuti.




24 ottobre 2024

Come ammazzare il tempo in ospedale

Stasera ci hanno portato in camera il quarto che ci mancava e casualmente aveva con se anche un mazzo di carte.

Ne abbiamo subito approfittato.

Se non fosse per i tamponi nel naso, devo dire che non mi trovo malissimo in ospedale (Civitanova Marche).




Urlo nella notte all'ospedale

Ore 3:57, il compagno di stanza si alza di colpo e grida "Uuuu".

Ci guardiamo con l'altro e gli facciamo: Michele, tutto a posto?

"Si, si... scusate"