07 dicembre 2008

Muore a 19 dopo il calcetto

Ho appena letto un articolo sul Corriere Adriatico che mi ha lasciato di stucco. Si può morire a 19 anni, dopo una partita di calcetto?? Incredibile! Sono cose che fanno riflettere.

CASTELFIDARDO - Si è accasciato a due passi dalla macchina dopo la partita di calcio a cinque e la doccia. Lo hanno soccorso i compagni e l’allenatore, sono arrivati i volontari della Croce Verde e a ruota quelli del 118. Poi la corsa disperata a Torrette. Tutto inutile per salvare la vita di Alessandro Marasca, 19 anni, operaio in un’azienda della zona di Osimo. Tutto inutile perchè il malore che lo ha colpito mezz’ora dopo la fine dello sforzo fisico gli è costato la vita.

Una nuova tragedia si consuma accanto ai campi da gioco: è successo ieri pomeriggio a Crocette, frazione di Castelfidardo, intorno alle 17.40, al termine dell’incontro Junior Castelfidardo-Campocavallo, valevole per la prima giornata del girone dei andata del campionato di calcio a cinque di serie D. Una debutto dal sapore di derby che invece è terminata in tragedia. Dopo che Marasca era figurato tra i migliori in campo, come spesso accadeva. Dopo la partita, gli spogliatoi e poi quegli ultimi passi verso la macchina quando è stato notato perdere l’equilibrio. Si è accasciato, gli amici si sono avvicinati per scuoterlo ma è bastato scuoterlo per capire che la situazione era seria. Marasca era sbiancato e aveva perso conoscenza. Immediato l’appello alla centrale di Ancona Soccorso: nel breve e terribile volgere di qualche minuto sono arrivati i militi della Croce Verde di Castelfidardo. Intuita la crisi cardiaca e respiratoria sono iniziate le operazioni per liberare il cavo della trachea e contemporaneamente è stato attivato il defibrillatore. A quel punto visto che il giovane non rispondeva alle scosse, sempre sotto il coordinamento del 118, si è deciso di trasferirlo nel minor tempo possibile all’ospedale regionale di Torrette. Dove i medici del pronto soccorso, con il blocco cardiaco ancora in corso, hanno continuato nei tentativi di rianimazione. Tutto inutile, tutto inutile.

La notizia ha sconvolto tutti i compagni di squadra e l’allenatore-dirigente Michele Ristè. Marasca infatti era uno dei migliori della propria squadra e nella prima partita del campionato di serie D aveva confermato tutta la sua passione e tutta la sua bravura sul rettangolo di gioco dell’impianto geodetico della frazione di Castelfidardo. Peraltro, durante la partita, non c’è stato niente che lasciasse presagire a un seguito tragico. La fine dell’incontro, il saluto ad arbitri e avversari, il recupero delle proprie cose e il meritato approdo della doccia. Poi qualche battuta con i compagni, i programmi da condividere per la serata, magari qualche messaggio via cellulare da scambiare con un amico o un’amica per comunicare il risultato della partita. Poi l’epilogo nel cortile dell’impianto e lo choc a distanza di un’ora quando si è saputo da Torrette che il ragazzo aveva perso la vita.

Secondo quanto si è saputo (e per quanto oggi possa servire), Marasca aveva regolarmente il certificato di idoneità per svolgere attività agonistica sportiva. Gli esami cardiologici, spirometrici e la visita conclusiva con il medico dello sport erano stati coronati con il documento che viene richiesto.

Nessun commento: