24 dicembre 2012

Che ne sarà della Moldavia?

Pubblico quanto letto pochi istanti fa. Si tratta di un bell'articolo che cerca di spiegare la situazione di stallo in cui si trova la Moldavia, stretta tra i due grandi blocchi di potere: la comunità europea e la Russia. 

L'articolo è tratto dal sito La Voce della Russia

Dal loro punto di vista la Moldavia si trova al bivio, cioè tra Russia e Unione Europea, e l’integrazione in direzione europea o orientale è solo una questione di tempo. Ma il più probabile scenario non è l’integrazione bensì la continua indeterminatezza. La Moldavia sarà stretta tra due blocchi politici senza ottenere nessun vantaggio da questa posizione quasi neutrale.

Malgrado le campagne lanciate periodicamente dai politici e dai media a favore della riunificazione con la Romania, tale prospettiva sembra praticamente impossibile. Bucarest non è indipendente nelle sue decisioni, mentre Bruxelles non vuole affatto ottenere entro i confini dell’Unione Europea un focolaio di tensione interetnica. Qualsiasi modifica dei confini aprirebbe, infatti, il vaso di Pandora e creerebbe un precedente per altri paesi. È poco probabile che Bruxelles accetti questo gioco, ma con poste molto più alte, in quanto nel caso della Moldavia si tratterebbe non del riconoscimento dell’indipendenza, bensì del riconosimento dell’annessione, il che aprirebbe per i concorrenti geopolitici dell’UE ben altre possibilità.

Un annessione della Moldavia alla Romania è in contrasto con il trend generale europeo verso la frammentazione finalizzata dei forti stati nazionali. Gli “euroburocrati” guardano con benevolenza agli sforzi separatisti della Catalogna, della Scozia e di altri. Per Bruxelles è molto più facile aver a che fare con piccole “regioni” anziché con forti élite nazionali. In queste condizioni è più probabile che Bucarest si opporrà ai tentativi di conferire uno status autonomo alla Transnistria e agli altri scenari di smembramento amministrativo della Romania, mentre non disporrà di forze e mezzi per annettere la Moldavia. In questo scenario la Romania potrebbe contare al massimo sulla conservazione di una seria influenza sulla vita interna della Moldavia.

L’integrazione della Moldavia nell’Unione Europea sembra assolutamente impossibile. Nel contesto della crisi economica il prezzo politico dell’ammissione nell’UE del più povero paese dell’Est europeo sarebbe troppo alto mentre il vantaggio strategico sarebbe nullo. La èlite moldova vedrà gesti diplomatici, sentirà dichiarazioni altisonanti e riceverà periodicamente offerte finanziarie, ma a questo non seguiranno passi concreti verso l’integrazione europea.

Nell’attuale congiuntura politica è difficilmente realizzabile anche l’integrazione della Moldavia nella Unione Doganale della Russia, Bielorussia e Kazakistan. Malgrado la retorica filorussa il Partito comunista moldavo ha guastato per sempre i rapporti con Mosca quando ha sabotato intenzionalmente il piano russo di regolazione del conflitto in Transnistria. Nessuno può quindi garantire che in caso di ritorno al potere in Moldavia dei comunisti non tradiranno nuovamente gli interessi dell’elettorato russofono e non flirteranno di nuovo con l’UE. Le altre forze politiche che dichiarano di voler partecipare ai processi integrazionisti euroasiatici sono prive di un largo appoggio e non hanno leader riconoscibili. Assistiamo ad una situazione paradossale: una parte dell’elettorato richiede l’integrazione nell’Unione Doganale ma non esiste una forza politica capace di lavorare in modo costruttivo con questo elettorato.

I risultati di un recente sondaggio demoscopico suonano come una condanna all’élite politica moldova. Nessuno dei politici locali gode di elevata fiducia. Del premier Vlad Filat si fida il 19% degli interrogati e del leader dei comunisti Vladimir Voronin il 17%. Per i fautori della "strada europea" è diventato una sorpresa sgradevole il grado di fiducia molto alto di Vladimir Putin, il 74,6%. Non si riesce a spiegare questi dati con gli “intrighi del Cremlino”, come ama fare la stampa romena. Il sondaggio è stato svolto dall’organizzazione IPP legata alle strutture americane che si occupano di "democratizzazione" dei paesi dell’Est europeo. Nessuno dei politici europei e americani ha un simile livello di fiducia. Del presidente romeno Traian Basescu si fida il 37,8% e di Barack Obama il 48,9% degli interrogati.

La Moldavia si trova in una situazione complessa. La classe dirigente vuole ma non è in grado di integrare la Moldavia nell’Unione Europea. L’integrazione nell’Unione Doganale è possibile ma inattuabile fino a quando in Moldavia non apparirà una potente forza politica per la quale voteranno gli elettori euroscettici. La situazione a livello statale quindi non si sblocca e i cittadini della Moldavia si vedono costretti ad occuparsi delle questioni dell’integrazione a livello individuale. Alcuni vanno ad ingrossare le file dei muratori e badanti europei, altri partono per la Russia. A quanto pare, al governo di Chisinau va bene così.

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