22 gennaio 2016

Assenteista licenziato: “Datemi un’altra possibilità”

Il signor Ciro Cuciniello, uno degli otto licenziati per assenteismo a Salerno, chiede scusa e prega perché gli venga data la possibilità di riscattarsi: “Ammetto le mie colpe, ma datemi un’altra opportunità, perché non sono un disonesto”. 

Dice di essersi assentato solo alcune ore ma è facile ipotizzare che le poche ore siano solo quelle documentate dagli inquirenti e che probabilmente ce ne siano state altre di cui non se n'è accorto nessuno. Non è detto che sia così ma è facilmete ipotizzabile.

Mi sento di dire una cosa al Cuciniello, visto che sono alla ricerca di un lavoro anche io e purtroppo non sono stato mai uno statale: Amico mio, se non facevi il coglione eri un super paraculato. Avevi il lavoro assicurato fino alla pensione e mille privilegi. Devi andare serenamente a fare in culo.
 


Da Leggo.it

Assenteista licenziato in ospedale: "Ho sbagliato, ma ridatemi il lavoro"

​«Ammetto le mie colpe, ma datemi un'altra opportunità, perché non sono un disonesto». A dirlo è Ciro Cuciniello, uno degli 8 licenziati del Ruggi per assenteismo, che chiede una sorta di indulto per la sua posizione, in virtù del fatto che a lui sarebbero contestate solo alcune ore di allontanamento dal posto di lavoro.  


Lo stesso punta il dito contro i dirigenti dall'azienda ospedaliera, colpevoli in egual misura, a suo dire, dei dipendenti coinvolti nello scandalo, che si sentono i capri espiatori di una vicenda che andrebbe allargata. Proseguono in Procura, nel frattempo, le indagini sulla posizione di altre persone, in merito alle quali nei giorni scorsi sono giunte ulteriori segnalazioni.

«I politici facessero una legge più severa di quella Brunetta, ma mettendo dei paletti, come ad esempio ipotizzando la rilevazione delle impronte digitali, e a partire dal primo giugno chi sbaglia dovrà pagare – ha detto Cuciniello – Viggiani aveva ipotizzato una cosa del genere, ma non voleva fare la casa del Grande fratello. Perché? Tutto questo non nasce nel 2015 e non possono dire di non saperlo. Siamo stati traditi dai nostri dirigenti, perché quando sbaglia un figlio la colpa è dei genitori». 


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