Cinquemila chilometri a temperature che possono scendere anche 60 gradi sotto zero. Lorenzo Barone è all'inizio del suo viaggio in bici ed in solitaria attraverso il freddo gelido della Siberia.
La Siberia in solitaria (in bicicletta): via all'impresa di Lorenzo Barone
Il 22enne narnese in tre anni ha pedalato per 57 mila chilometri attraverso 37 paesi: Capo Nord, Islanda, Turchia, Lapponia, India, deserto del Sahara tanto per citarne alcuni.
Lunedì 13 gennaio ha salutato gli amici a San Gemini, dove vive, e ha preso il volo per Mosca. Da lì ha raggiunto Magadan, località di mare dove il termometro dice 15 gradi sottozero. "L'ultima città prima del nulla" racconta al Messaggero nei brevi e sporadici messaggi che può mandare con i due telefoni satellitari di cui è dotato. L'obiettivo è arrivare ad Ojmjakon, il villaggio più freddo del mondo, in tre o al massimo sei mesi.
Mercoledì 15 gennaio la prima tappa per arrivare nel piccolo villaggio di Palatka, superando le prime montagne e con temperature subito in picchiata a -30 gradi. "Ci sono piccoli villaggi ogni 40 km come minimo e ogni 350 km come massimo, però ho poche ore di luce" scrive dalla tenda, anche quella modificata per l'occasione così come tutto l'abbigliamento e l'attrezzatura che gli serve per sopravvivere a quelle temperature.
Sabato 18 gennaio Lorenzo scrive sulla sua pagina facebook Lorenzo Barone Expedition di aver lasciato alle spalle il mare di Okhotsk: "Sto salendo verso nord avvicinandomi alle montagne le temperature stanno scendendo sempre di più e domani sono previsti -35°C, tutto normale. Ora sono in tenda nel sacco a pelo e fino a metà febbraio sfrutterò anche le ore notturne per coprire distanze maggiori altrimenti avrei pochissime ore di luce per pedalare. Ho percorso 78 km superando il villaggio di Palatka, ed è una figata. Mi sento a casa, mi si è risvegliata quella parte di me che avevo conosciuto in Lapponia tre anni fa, i chiodini delle ruote scricchiolano sul ghiaccio, tutta l'umidità del mio corpo si congela all'istante sulla mia faccia, in tenda, nelle scarpe, ovunque. L'esperienza aquisita nei precedenti viaggi in Lapponia e sul Pamir mi sta permettendo di vivere questa grande e fresca avventura. Scusate se non sono in grado di rispondere a tutti i messaggi ma non sono nella condizione migliore per farlo e quando possibile risponderò. Da domani sarà un mio amico a pubblicare i contenuti, che gli passerò quando possibile".
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