15 aprile 2011

Cracovia 1-4 aprile - DIARIO


Questo ennesimo viaggio a Cracovia (il quarto) è nato un sabato pomeriggio di gennaio, quando, navigando nel sito della Wizzair, ho notato che da aprile cambiavano gli orari di alcuni voli. Il nostro amato Forlì – Katowice, che fino a marzo volava di sabato e martedì, il mese successivo veniva spostato nel più comodo venerdì/lunedì. Ho chiamato immediatamente Mattia, chiedendo cosa ne pensasse di un giro a Cracovia a 25 euro, e nonostante avessimo già pronto un viaggio a Parigi per febbraio, mi ha detto subito di si.

Prenotato il volo per noi due, abbiamo iniziato a parlarne ad amici e colleghi e pian piano sono aumentate le adesioni. Prima Stefano, da sempre convinto che le polacche siano tutte bellissime e poi il nostro collega di lavoro Andrea. A quattro potevo già chiudere le adesioni ma quando me lo ha chiesto Stefano, un amico di Montecosaro che mi ha salvato diversi viaggi destinati ad essere cancellati per mancanza di adesioni, non ho potuto dire di no.

In cinque eravamo tanti e con le valige al seguito sarebbe stato scomodo arrivare in auto fino a Forlì così, quando mi è stato chiesto se poteva venire anche Gaetano (altro collega di lavoro), non ci ho pensato due volte.. “certo che può venire!”. L’ultimo ad aderire è stato Simone, che avevo chiamato per organizzare il viaggio a Mosca di giugno ma che ho convinto anche per Cracovia. Avremmo potuto prendere a bordo tranquillamente un ottavo, ma non si è fatto avanti nessun’altro.

Agli inizi di marzo avevo anche scelto il posto per dormire, due splendidi appartamenti in Ulica Florianska, e fino a due giorni dalla partenza è stato tutto ok.

Il giorno prima della partenza iniziano i problemi: mi chiama Stefano (di Montecosaro) e mi dice che per impegni di lavoro non può venire. Avendo già prenotato sia la navetta che gli appartamenti mi ha fatto penare un casino per chiedere eventualmente uno sconto, anche se si era detto disposto a pagare regolarmente quanto dovuto. Alla fine sono riuscito ad ottenere metà prezzo per la sua quota dell’appartamento ma niente sul prezzo del taxi, già scontatissimo.

Sempre lo stesso giorno, la sera prima della partenza, mi chiama Simone dicendomi che non trovava la carta di identità e dopo aver pensato a mille possibili soluzioni, ho provato a chiamare il call center della Wizzair per vedere come si poteva risolvere. Ho composto un numero costosissimo che doveva essere in italiano e mi hanno risposto in inglese ma per fortuna sono riuscito a farmi capire e mi è sembrato di aver compreso che avrei potuto rifare il check-in in aeroporto, buttando quello fatto online e forte di questa certezza, siamo arrivati finalmente al giorno seguente, quello della partenza.

Venerdì 1 aprile: ritrovo a casa mia alle ore 15:30 e dopo dieci minuti siamo partiti alla volta di Forlì, dove siamo arrivati al nostro solito parcheggio, in mezzo alle case, fuori dall’aeroporto, in meno di due ore. Ci siamo diretti immediatamente ai banchi del check-in per sistemare il problema di Simone ed abbiamo avuto la bella sorpresa che era tutto gratis mentre io ero convinto che ci sarebbe stato da pagare qualcosa. Meglio così.

I problemi però non ci sono stati solo per gli amici ed anche io ho avuto delle difficoltà nelle procedure di imbarco. Al controllo bagagli infatti, cosa accadutami solo una volta in precedenza, c’era una bilancia per pesare le valigie e quando l’ho vista mi sono sentito perso. Non avevo minimamente verificato il trolley, confidando nei controlli più blandi della wizz (rispetto alla Ryanair), ma ero sicuro che pesasse molto di più dei 10 kg permessi e quando l’ho messo sopra la bilancia ne ho avuto la conferma: più di 12 kg!

Avendo dentro la valigia anche il computer, la rompicoglioni della poliziotta mi ha gentilmente permesso di pesarla senza il notebook ma proprio non riuscivo a scendere sotto i 10, eravamo oltre di almeno mezzo chilo. A quel punto ho giocato il tutto per tutto e mi sono spostato da un lato, senza essere visto da nessuno, ed ho tirato fuori due maglie occultandone una sotto il giaccone che portavo in mano e legandomi l’altra in vita. Ho anche chiamato uno degli amici con il bagaglio più leggero, chiedendogli di prendere il mio computer e dopo una prima resistenza, la poliziotta ha acconsentito all’operazione. Arrivato a 10,2 chilogrammi, finalmente sono potuto passare.

Non ho capito cosa fosse successo perché nonostante avessimo un buon anticipo sembrava quasi che fossimo in ritardo ed avevano tutti un gran fretta di farci partire. In effetti siamo decollati alle 18:45, ben 10 minuti prima dell’orario previsto, mai successo prima. L’atterraggio, previsto per le 20:30, è stato a sua volta anticipato di 15 minuti ed appena entrati in aeroporto abbiamo subito trovato Tomek, il nostro autista, che ci stava aspettando con un cartello con su scritto: SIMONE.

Mi sembrava lui ma non ero sicuro e quando, durante il tragitto, mi ha detto che con il nome “Simone” si aspettava una donna, ho capito che era lo stesso autista che ci aveva accompagnato nel viaggio del 2008.

Siamo arrivati a Cracovia dopo circa 75 minuti e, chieste le chiavi degli appartamenti al negozio di kebab sottostante, alle 22 in punto eravamo in camera. Il proprietario degli appartamenti infatti, era anche il titolare del kebab ed usava quel negozio puzzolente come una reception per gli arrivi notturni.

Dopo una rapida rinfrescata, siamo usciti quasi subito per cercare un ristorante anche se “cercare” non era il termine più appropriato in quanto sapevo benissimo che li avrei portati al Sioux, ristorante stile western nella piazza del mercato (Rynek Glòwny). Conoscevo benissimo quel posto e come le altre volte, abbiamo mangiato della buona carne a prezzi più che ragionevoli.

A mezzanotte, calmata la fame, abbiamo iniziato a cercare un posto dove passare la serata e siamo andati subito verso il Prozac, che ricordavo essere ben frequentato nel fine settimana. Purtroppo però, la gente non era tantissima, abbastanza giovane e per di più il dj metteva dei tamarrissimi brani di latino-americano. Siamo rimasti poco in quel Prozac e subito dopo abbiamo proseguito il nostro giro passando al Frantic, dove ci hanno fatto aspettare qualche minuto prima di farci capire che non eravamo ben accetti.

La tappa seguente è stata il Cien Club, dove finalmente abbiamo visto persone di un certo livello. Non i soliti studenti squattrinati e mal vestiti ma proprio della bella gente e soprattutto delle gran belle ragazze. Purtroppo anche li non ci volevano, forse perché stranieri, forse perché 6 uomini, e ci hanno fatto aspettare all’ingresso dicendoci che dentro era molto pieno e “really uncomfortable”. Visto che invece i polacchi entravano tranquillamente abbiamo pensato di mandarli a cagare e cercare qualcos’altro.

Come ultimo locale siamo andati all’ex Midgard che nel frattempo aveva cambiato nome in Coco. La clientela giovanissima e la musica tecno ci hanno fatto resistere poco tempo ed alle 2 abbiamo accettato la sconfitta e siamo tornati a “casa”. Nonostante avessi portato il computer non avevo la password del wifi e quindi non avevo altro da fare che dormire.

SABATO 02

Sveglia alle nove in punto e dopo la colazione (la sera prima avevamo fatto spesa) ed i vari preparativi, alle 11 siamo usciti per andare a vedere cosa ci fosse di interessante a Nowa Huta.

Avevo letto su diversi siti che era un luogo importante, citato tra le cose da non perdere di Cracovia, ma esclusa la particolarità architettonica non sapevo cos’altro cercare e dopo un rapido giro intorno alla pizza (Plac Centralny) ce ne siamo tornati velocemente in centro. Un tour per le bancarelle all’interno del Sukiennice (Palazzo dei Tessuti in italiano) ed alle 13:30 li ho portati a rifarsi gli occhi al Rooster, ristorante appena dietro la piazza in cui a servire ci sono solo ragazze e vestite con dei pantaloncini molto ristretti.

Culi a parte, si mangia anche molto bene in quel ristorante, che è la cosa più importante, e ci saremmo tornati anche la sera se ci avessero fatto vedere il derby di Milano ma purtroppo, alla mia richiesta, hanno risposto che era in programma una partita del campionato spagnolo.

Nonostante si mangiasse della buonissima carne, avevo deciso che era ora di provare i famosi pierogi, tradizionale pietanza della cucina polacca. Un’amica polacca mi parlava spesso di questi cosi, ma quando mi hanno portato un piatto con degli strani tortelloni, bianchi cadaverici e senza nessun tipo di condimento, cominciavo a credere di aver toppato. Sul tavolo avevo tre tipi di salse ma solo annusandole le avevo già scartate ed ho iniziato a mangiare questi pierogi senza niente sopra. Non è bastato nemmeno questo a farmeli piacere perché il ripieno aveva un forte odore di cipolle e quando sono arrivato faticosamente a metà, ho lasciato il piatto a Simone che lo ha “spazzolato” senza pensarci due volte.

Il pomeriggio è proseguito con un giro al castello del Wavel (nome della collina situata sulla riva sinistra del fiume Vistola a un'altitudine di 228 metri sul livello del mare. È un luogo simbolico e ha grande significato per i polacchi. Il Castello Reale e la Cattedrale sono situati sulla collina. I reali della Polonia e alcuni illustri polacchi sono sepolti nella Cattedrale e le incoronazioni dei re avvenivano proprio lì) ma senza entrare all’interno del museo e poi ci siamo diretti al Kazimierz (quartiere storico di Cracovia, noto per essere stato il centro della comunità ebraica della città dal XIV secolo fino alla seconda guerra mondiale), andando in perlustrazione in vista della serata. Ci abbiamo messo un po per trovarlo perché sia io che Simone non ricordavamo bene la strada ma a forza di chiedere a destra e sinistra, alla fine siamo arrivati alla famosa Plac Nowy.

Sapevo che la sera sarebbe stato molto frequentato ma alle quattro di pomeriggio in quel posto non c’era quasi nessuno se non qualche turista come noi. C’erano però gli immancabili promoter di visite guidate ed uno di questi parlava italiano. Lo abbiamo lasciato spiegare tutto quello che voleva e poi gli abbiamo detto che avremmo fatto un giro sulla sua macchinetta elettrica solo se alla fine del tour ci avrebbe riportato al nostro appartamento. In verità volevamo solo un passaggio per Ulica Florianska e lo avremmo pagato anche solo per quello ma visto che era compresa anche la visita al Kazimierz abbiamo fatto anche quella.

Kazimierz: Ad oriente della Città Vecchia di Cracovia sorge il quartiere di Kazimierz, dal nome del suo fondatore, Re Casimiro il Grande. Edificata nel 1335 come cittadina distinta, nel 1800 a seguito dell’allargamento dei confini amministrativi di Cracovia, divenne un quartiere della città. Il Kazimierz è diviso in due parti: ad ovest c'è quella cristiana, ad est quella ebraica. Nella parte cristiana troviamo la Piazza del Mercato (Wolnica), le chiese gotiche di Santa Caterina e del Corpus Christi e la chiesa barocca di San Stanislao sulla roccia, luogo del suo martirio.

Ma il Kazimierz è stato, soprattutto, il centro della vita religiosa e sociale della Cracovia ebraica fino a quando la comunità semita che lo abitava (circa 65.000 persone) venne deportata nei vari campi di sterminio durante l’occupazione nazista.

Alle 18, finito il giro, come da accordi, siamo stati riaccompagnati al nostro appartamento e ci siamo dati due ore libere prima di ritrovarci per andare a cena. I miei coinquilini (Stefano e Simone), come al solito, si sono buttati sul letto ed hanno acceso la tv su qualche cartone animato mentre nell’altro appartamento, escluso Mattia, gli altri si sono sintonizzati sull’Isola dei famosi. Io ho fatto un giro nella piazza del mercato (Rynek Główny) ed approfittando della splendida luce del cielo, ho piazzato il cavalletto ed ho fatto qualche autoscatto.

Finito il servizio fotografico, sono tornato dagli altri, con l’intenzione di uscire in tempo per la partita. C’era infatti il derby di Milano che non mi volevo assolutamente perdere ma per quando sono scesi tutti erano già le 20:50. Ci siamo diretti immediatamente verso la piazza cercando un ristorante che avesse un televisore sintonizzato sul calcio e non sapendo da dove iniziare a cercare, siamo andati direttamente al Sioux. Ho chiesto al cameriere all’ingresso: “siamo in 6 e vorremmo vedere la partita del campionato italiano, è possibile?”. Questo entra a chiedere e quando esce con la risposta che volevamo abbiamo fatto un salto di gioia!

Ci accompagna nella sala di sotto e ci mostra un tavolo davanti ad un maxischermo: PERFETTO! Ad essere perfetto però era anche il risultato perché, dai messaggi che arrivavano dall’Italia, sapevamo già che aveva segnato il Milan con Pato. Dopo l’ottima cena e la favolosa conclusione della partita (3 a 0 per il Milan sull’Inter) siamo tornati nel Kazimierz ma questa volta ricordando perfettamente la strada per arrivarci.

Complice la serata abbastanza calda, c’era molta gente in giro, e Plac Nowy pullulava di giovani. Siamo entrati a dare un’occhiata in diversi locali, prima di fermarci a bere al Le Scandale dove Stefano, con il mio aiutino, ha rotto il ghiaccio con una bella ragazza polacca. Terminate le bevande, siamo tornati in strada e siamo stati attratti, come zanzare, dalla luce viola che proveniva dal Taawa. A quel punto mi sono ricordato di esserci già stato e che mi era piaciuta tantissimo in una mia precedente vacanza.

Non avendo programmi migliori, siamo entrati decisi e devo dire che ricordavo bene. Discoteca non molto grande ma carina, moderna e soprattutto con bella gente. Peccato che non ci fossero tantissime persone, comunque quelle poche ragazze erano veramente degne di nota e non c’era da “scartare” quasi nulla. Abbiamo tirato fino alle tre anche se qualcuno di noi non aveva l’aria di divertirsi troppo. Presi un paio di taxi, alle 3:15 si era in appartamento e dopo trenta minuti ero sotto le coperte.

DOMENICA 03

Nonostante fossi andato a dormire alle 3:45, quando erano le sette e trenta ero già sveglio, anche perché faceva molto caldo in quegli appartamenti. Mi sono girato sul letto per un’altra ora ed alle 8:45 finalmente è suonata la sveglia. La sera precedente, avevo preso appuntamento con Tomek, il ragazzo della compagnia dei pullman, per farci portare a visitare Auschwitz ed il ritrovo era alle 10.

Per fortuna sono stati tutti puntuali e qualche minuto prima dell’orario stabilito eravamo già al meeting point, nella piazza al di fuori del Barbacane: plac Jana Matejki. Partenza alle dieci in punto e dopo un’ora e 15 minuti eravamo arrivati ad Oświęcim. Evidentemente nelle mie precedenti visite (questa era la terza) ero stato sempre di pomeriggio perché non ricordavo che fino alle 15 fosse possibile entrare solo accompagnati dalla guida. La nostra avrebbe iniziato il giro a mezzogiorno ma essendo solo le 11:15 e conoscendo io abbastanza bene il campo di concentramento, dopo un po di esitazioni, abbiamo deciso di entrare da soli.

Abbiamo fatto appena 10 metri ed una guida italiana, con gruppo al seguito, ci ha notato e ci ha detto di uscire ed aspettare il nostro turno. Che palle!

Arriviamo finalmente a mezzogiorno e puntualissimo si presenta un ragazzo polacco, parlante italiano, che sarebbe stato la nostra guida e sintonizzate le ricetrasmittenti e ricevute le spiegazioni generali, iniziamo il tour. Buona parte delle cose che ci spiegava già le conoscevo, sia per le visite precedenti che per averle sentite in televisione ma ho scoperto anche cose nuove che ignoravo, sull’organizzazione dei lager.

Procediamo lentamente per i vari Block (come venivano chiamate le case all’interno del campo) facendo a volte da tappo ad altri gruppi che in qualche occasione ci hanno scavalcato. Sono rimasto basito quando siamo passati di fronte al blocco italiano e la guida non ci ha detto una parola ed è passata aventi come se niente fosse. Incredibile, abbiamo preso una guida italiana che non ci ha mostrato il blocco italiano!

Quando mancavano pochi minuti alle 14 mi chiama Tomek chiedendomi spiegazioni sulla lunghezza della visita ma proprio in quel momento mi accorgo che avevamo finito e siamo usciti subito. La visita guidata sarebbe proseguita alle 14:40 e prevedeva il trasferimento con pullman al secondo campo, quello di Birkenau ma noi siamo saliti subito sul nostro e siamo andati da soli. In effetti non serviva una guida per spiegarci un campo grandissimo con delle baracche all’interno e le poche cose interessanti le conoscevo già, come il monumento alla fine del campo dove si effettuano tutte le celebrazioni ed i resti semistrutti dai bombardamenti di forni crematori.

Alle 15 in punto siamo ripartiti alla volta di Cracovia dove siamo arrivati alle sedici e quindici, affamati come lupi. Dopo un rapido consulto, siamo entrati filati al McDonald’s all’inizio di Florianska street, senza nemmeno passare un momento all’appartamento per darci una rinfrescata. Finito il pranzo che erano le 17, ho dato il “rompete le righe” per ritrovarci alle 20 in punto. Nonostante avessi dormito meno di 4 ore e camminato tutta la mattina, mi rimanevano ancora due grammi di forza e li ho spesi per una passeggiata al castello, sulle rive della Vistola.

Complice la bellissima giornata, c’erano centinaia di persone sdraiate sui prati o sedute sui muretti, a prendere il sole guardando lo scorrere del fiume ma poco dopo il mio arrivo, il sole cominciava a sparire dietro le case. Nel frattempo mi aveva raggiunto Mattia ed insieme siamo tornati verso la piazza a vedere un po di turisti per tornare in appartamento a pochi minuti dalle 20.

Per riunire di nuovo il gruppo è stata necessaria una mezz’ora ed una volta ritrovati c’era da decidere dove mangiare. La scelta è stata più facile del previsto perché le cameriere del Rooster piacevano a tutti.

Finito di cenare abbiamo provato ad andare a Plac Nowy ma di tutta quella gente che circolava la sera prima non c’era nemmeno l’ombra. Pochissime persone e molti di quei locali erano chiusi. Siamo stati anche a vedere anche al Taawa ma nonostante la discoteca fosse aperta, non ci hanno fatto entrare perché c’era una festa privata.

Verso mezzanotte ci siamo dati per vinti e presi due taxi, ci siamo fatti riaccompagnare in Ulica Florianska, vicino al nostro appartamento. Ancora un giro per via principale del centro storico, assaliti dai promoter dei locali, e ci siamo anche fatti convincere ad entrare in un paio di posti, tra cui il Ministerstwo, che sarebbe stato anche molto carino se solo ci fossero state più persone. Un locale piuttosto grande in cui c’erano al massimo dieci clienti.

All’una io e Mattia siamo tornati in appartamento mentre gli altri ci hanno raggiunto poco dopo.

LUNEDI 04

Siamo arrivati all’ultimo giorno di questa breve vacanza, quello del ritorno. Sveglia alle otto e dopo la colazione e la preparazione della pesantissima valigia, alle dieci sono uscito, insieme a Simone, per andare alle poste a comprare i francobolli per le cartoline e fare un giro per la piazza del mercato. Al centro della piazza vediamo un sacco di telecamere intorno a due signore e cerchiamo di capire, senza riuscirci, se fossero personaggi famosi e cosa stessero facendo. Ho saputo solo dopo essere tornato a casa che si trattava di Trinny & Susannah, due “fashion advisor” inglesi che conducono un programma televisivo in Polonia.

Alle 11 in punto abbiamo liberato le nostre camere e scesi alla reception, abbiamo effettuato il check-out e lasciato i nostri bagagli in custodia alla gentilissima Kamila, la ragazza con la quale avevo contrattato gli appartamenti. A quel punto ho lasciato gli amici e, preso un taxi, sono andato a trovare Karina, una carissima amica che nei due precedenti viaggi a Cracovia, per un motivo o per l’altro, non ero ancora mai riuscito ad incontrare ed anche questa volta abbiamo rischiato di non farcela.

Torno dagli altri un quarto d’ora prima della partenza e prelevate le nostre valigie, lasciamo P&J Apartments per andare a prendere il pulmino che ci avrebbe accompagnato all’aeroporto di Katowice. Per il tornare all’aeroporto abbiamo impiegato più tempo rispetto all’andata perché, essendo le 13, oltre al normale traffico, c’erano anche dei lavori stradali, mentre all’andata abbiamo viaggiato di notte ed era tutto sgombro. Nonostante il traffico e le code, abbiamo impiegato appena un’ora e mezza da Krakòw a Katowice ed avendo preventivato due ore, siamo arrivati all’aeroporto con largo anticipo, alle 14:30 (volo alle 16:55).

C’era da fare il check-in per Simone, per il problema della carta d’identità smarrita, e quando ci siamo presentati al banco della Wizz, la signorina ci ha detto che non dovevamo assolutamente ne fare ne tantomeno pagare niente perché loro non controllano i numeri dei documenti ma solamente se sono validi e quindi uno può fare il check-in online con la carta d’identità e presentarsi al gate con il passaporto. A dire il vero a Forlì ci hanno rifatto il biglietto ma evidentemente questa cosa non è chiara e lascia spazio a diverse interpretazioni. Fatto sta che sono stati buoni i biglietti che avevo già stampato e siamo potuti andare a mangiare qualcosa , prima della partenza.

Al controllo bagagli questa volta non ci sono stati problemi particolari e siamo passati tutti quanti lisci come l’olio a parte una piccola perquisizione alla borsa di Simone ed il metal detector che suonava insistentemente al passare di Andrea.

Decollo con largo anticipo, alle 16:43 ed atterraggio in Italia, cinque minuti dopo le 18. Mezz’ora per uscire dall’aeroporto e raggiungere la macchina parcheggiata in mezzo ai palazzi, a 500 metri dall’aeroporto (è gratis e sicuro) ed alle 18:30 siamo partiti per l’ultimo parte del tragitto, Forlì - Montecosaro. Quando già sentivo il profumo dell’arrosto di mamma, abbiamo trovato un incidente in autostrada che ci ha fatto perdere 30/40 minuti ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Certo, fosse successo all’andata sarebbe stata a rischio tutta la vacanza, ma per fortuna non mi è ancora successo mai di perdere un volo per problemi di traffico stradale. Ore 21 sono arrivato a casa, sano, salvo e stanchissimo.


1 commento:

marta ha detto...

ho letto con piacere il tuo post. domani vado a cracovia :)