Diario di viaggio
Venerdì 18.01.08
Venerdì 18.01.08
Eravamo partiti da 3 minuti e già erano iniziati i problemi. Dopo essere passato a prendere Maurizio dovevo fare bancomat ma non trovavo il portafogli. Quel volpone ci si era seduto sopra (e sopra al cellulare) e non se ne era nemmeno accorto!
Risolto il problema soldi passo a prendere Gianluca al distributore di fronte l'autostrada e partiamo. Dopo nemmeno 2 ore si era a Forlì in attesa dell'aereo. E' proprio comodo quell'aeroporto e dicono che stia per diventare base Ryanair, così ci partiranno tanti più voli e noi potremmo viaggiare ancora di più!
Tra aeroporto ed aereo ce ne sono successe di tutti i colori.
Al controllo bagagli a Gianluca gli fanno buttare via il doccia schiuma nuovo perché non si possono portare liquidi a bordo anche se a me non l'hanno ma trovato, nemmeno questa volta.
Al gate prima dell'imbarco mentre attendiamo che inizino le operazioni per poter salire a bordo, gli altoparlanti dell'aeroporto chiamano un certo Simone Fra... scatto dai signori della Ryanair e mi dicono che avendo l'imbarco a prorità dovevo passare prima degli altri, che ovviamente mi guardavano malissimo. Strano però che ai miei amici non venga detto niente, visto che i biglietti erano gli stessi. I quali però, essendo furbi, mi si sono messi subito dietro in scia.
Furbi fino ad un certo punto visto che Gianluca si dimentica di lasciare (e loro di chiederla) la parte del biglietto che deve essere strappata. Appena seduti in aereo, nella nostra bellissima fila 17 (numero a parte, sono i posti centrali dove ci sono le uscite di emergenza e c'è più spazio per le mie povere gambe) viene cercato al microfono un certo Gianluca Tramandini a cui viene chiesto il biglietto e finalmente sistemato la faccenda.
Le vicende aeronautiche non finisco mica quì!
Come hostess (si dice ache per gli uomini?) di lingua italiana c'era un simpatico giovane con accento partenopeo che ha cominciato a sparare cazzate a non finire. Annoveriamo tra le più clamorose:
- nell'aereo ci sono 3 bagni, due dietro ed uno avanti, scordatevi quelli dietro che non sono agibili
- tra poco passeranno le signorine a con snack e bevande fredde. Le bevande calde non verranno servite perché sono previste turbolenze
- stanno passando le hostess per raccogliere la spazzatura, chi avesse mogli o fidanzate da rottamare può approfittarne
- stiamo volando sopra Manchester alla velocità di 800 km/h rallentati da un vento di poppa molto forte (il mio navigatore satellitare diceva che: non era ne Manchester, ne 800 km ma 650 ed il vento di poppa aiuta e non rallenta)
- sono in vendita i biglietti per il trasferimento dall'aeroporto al centro città a 6 euro e vi ricordiamo che è l'unico modo per raggiungere il centro. Io sapevo benissimo che c'era il 16/A a 1,95 euro.
Ma la più grossa, quella che passa alla storia è questa:
- stiamo per arrivare a destinazione, se ci fosse qualche ragazza disponibile ad uscire con il comandante non esiti a presentarsi in cabina.
Che dire? Uno showman. A tratti sembrava l'aereo più pazzo del mondo, ci mancava solo la scritta "OK, Panico" ed era l'aereo del film.
Nonostante tutto, alle 21 riusciamo finalmente a toccare il suolo irlandese ed appena usciti dall'enorme aeroporto (10 minuti a piedi) prendiamo subito l'autobus che già sapevamo ma non ero sicurissimo della fermata che avremmo dovuto fare. Con il mio inglese molto approssimativo decido di chiedere all'autista che mi rassicura che è quella che sapevo anche io. Culo!
Scendiamo alla fermata successiva ad O'Connell Street (D'Olier street) ed iniziamo a cercare dove potrebbe essere l'ostello. Alzo gli occhi per vedere il numero civico e noto un'insegna che avevo visto tante volte su internet: Ashfield House Hostel. Cribbio! il nostro ostello!!!
Entriamo, prendiamo possesso della nostra camera ed poco dopo, alle 22 ora irlandese (23 italiane), siamo pronti per affrontare Dublino.
Come prima cosa, appena usciti, siamo andati a cercare un posto dove mangiare, cioè un McDonald's ad O'Connell Street e subito dopo, quando l'emergenza fame era passata, ci siamo buttati in cerca di locali nella zona di Temple Bar, quartiere antico della città con strade fatte di mattoni, pubs in legno uno attaccato all'altro e tantissima gente. Molto molto bello.
Accidenti, dicono che in Irlanda piova sempre ed hanno ragione! A dire il vero siamo stati abbastanza fortunati perché ha iniziato tardi e la pioggia non era molto intensa, quanto basta per rompere le palle. Una delle cose che abbiamo avuto difficoltà a comprendere è stata il vedere tantissime persone in maniche di camicia se non addirittura in t-shirt e le ragazze con dei vestitini leggerissimi, spesso con le spalle scoperte, con sandali e senza calze. Ma come fanno???
In giro per la città ci sono tantissimi poliziotti (Garda) e quando tornando all'ostello ci siamo imbattuti in una avvincente rissa tra ragazze abbiamo avuto la prova che sono anche presenti quando servono. A 100 mt dall'ostello vediamo un gruppetto di persone vicino a due signorine che sono a terra (pioveva), mezze svestite che si prendono per i capelli. Sembrava uno di quegli incontri di lotta nel fango anche se era una semplicissima pozzanghera. Non so da quanto tempo fosse iniziata ma dopo un minuto che eravamo ad assistere divertiti, arrivano una pattuglia in borghese, una con i lampeggianti della polizia e subito dopo altre due ed un cellulare. Prendono le due ragazze, raccolgono i loro abiti, le scarpe, le ammanettano e se le portano via in lacrime. Da noi si sparano, si accoltellano per strada, si stuprano ragazze nelle piazze e non c'è mai nemmeno un vigile urbano.
Alle 2 (in Italia le 3) siamo tornati in camera ma mi sembrava presto per andare a dormire così sono sceso a navigare un po in internet e mandare qualche email fino a dopo le 3. La stanza era con 3 letti a castello e la prima notte (venerdì) c'era solo un ragazzo oltre noi, due letti erano vuoti. La notte è stata terribile. Sono andato a dormire alle 3:20 e mi sono svegliato prestissimo ma quelle poche ore mi sono dovuto sentire lo straniero con la musica che gli usciva dagli auricolari e Gianluca e Maurizio che russavano. Per di più il letto non era proprio per giganti come me. Ma chi se ne frega, se a casa dormo 5/6 ore in vacanza possiamo fare la metà!
Sabato 19.01.08
Sabato mattina sveglia poco dopo le 8, doccia, colazione e via a visitare la città. Andiamo a chiedere alla sede della Dublinbus e tra le varie opzioni scegliamo un citytour con l'autobus per i maggiori punti di interesse della capitale, tra cui; Trinity College, Dublino Castel, St.Patrick's Cathedal, Guinness Storehouse, National Museum e tanti altri, con la possibilità di scendere, visitare quello che interessa e poi prendere uno dei bus successivi.
L'autobus era a due piani e noi ovviamente siamo andati sopra dove però mancava il tetto. Ma si, facciamoci del male! Abbiamo asciugato il sedile e ci siamo accomodati sperando nella clemenza del tempo. C'era un po d'aria ma tutto sommato non si stava malissimo e siamo scesi, come primo punto di interesse alla fabbrica/museo della Guinness, la famosa birra Irlandese.
14 euro di biglietto per visitare un cagata mostruosa ma in compenso al settimo ed ultimo piano c'era una birra omaggio e la vista panoramica su tutta la città. A mezzogiorno e senza aver mangiato non me la sono sentita di affrontare una birra per cui tra le cose analcoliche che avevano ho scelto una stupidissima fanta anche se, per le foto, reggevo un bicchiere di Guinness.
Da li siamo tornati indietro, a piedi, per visitare la Cattedrale di San Patrizio che non eravamo sicuri se visitare o no e ci eravamo decisi quando l'autobus era già partito. Bella chiesa ma come ce ne sono tantisse altre, non mi ha entisasmato particolarmente e comunque si paga 5,5 euro per entrare. E se io volessi semplicemente assistere alla messa?
Alle 14.30, dopo essere stati la sera precedente al McDonalds, abbiamo optato per il pranzo di Burgher King e di seguito in giro per il centro tra negozi e moltissima gente fino alle 17:30 quando esausti abbiamo deciso di tornare all'ostello dove, dopo aver comprato qualcosa da mangiare in un negozietto, abbiamo anche cenato a base di panini. Sorpresona, nella nostra camera c'erano segni di nuovi arrivi e sopratutto abiti femminili! Ma sicuramente in giro per la città e quindi bisognava aspettare che rientrasse per vedere chi fosse.
Alle 22 prendiamo la via di Temple Bar decisi ad esplorare quanti più locali possibili ed in effetti entriamo in 3 o 4. Tutti molto belli, tantissima gente ovunque (e tantissime ragazze), i classici pub in legno della tradizione con musica e tanta birra che, come è noto, può far fare le cose più strane ed assurde. In un locale c'era anche una ragazza che mi guardava insistentemente e da un'altra parte una, al passare di Maurizo, non ha resistito dal passargli la mano tra i capelli, in modo anche abbastanza provocante.
Tutta la giornata è stata accompagnata da una pioggia rompicoglioni che per lo più era leggerissima ma ogni tanto diventava più consistente e bisognava tirare fuori l'ombrello. Dicono che in Irlanda e Gran Bretagna sia sempre così, tutto l'anno.
Alle 2, stanchi e bagnati finalmente andiamo a dormire e scopriamo che i nostri compagni di stanza sono due ragazzi ed una ragazza.
Domenica 20.01.08
La mattina vanno tutti a fare colazione e rimaniamo solo io e la signorina e butto la una domandina, giusto per rompere il ghiaccio: where are you from?. Quando mi dice Brasil quasi mi sciolgo dall'emozione. Una brasiliana a Dublino!
Visto che eravamo rimasti da soli, abbiamo deciso di andare a fare colazione insieme. Lei non parlava italiano, io non parlavo portoghese e tutti e due parlavamo un pessimo ingelse. Perfetto! Le poche cose che riesco a chiederle, ma sopratutto a capire, sono che si chiamava "Gubia" (o qualcosa di simile) era una insegnate universitaria di non so quale materia, viveva vicino a Salvador de Bahia e che sarebbe stata a Dublino per un mese. Quando le ho detto il mio nome mi ha detto: da noi è un nome femminile. Subito dopo colazione purtroppo noi dovevamo partire e la nostra storia, appena iniziata, è già finita. Chissà cosa farà ora a Dublino senza di me...
Vabbè, andiamo avanti.
Lasciamo l'ostello alle 9:45 e ci rechiamo nei paraggi di O'Connell street dove verso le 11 dovremmo prendere l'autobus per l'aeroporto. Il solito tempo schifoso ci costringe ancora ad usare gli ombrelli, come tutto il giorno precedente, e dopo qualche foto, spendiamo quel po di tempo che ci rimane dentro un negozio di souvenir.
Finalmente alle 11 in punto passa il famoso 16/A e dopo 35 minuti siamo in aeroporto (caspita quanto è grande il Dublin Airport!). Cerchiamo qualcuno che ci sappia dare delle informazioni sul nostro gate e nel frattempo incontriamo parecchia gente che aveva fatto il nostro stesso viaggio di andata. Evidentemente fare solo il weekend fa comodo a molti.
Dopo una bella camminata per l'aeroporto, di almeno 10 minuti, troviamo il gate71 da cui ci dovremmo imbarcare. Alle 13:50 siamo in aereo ed anche questa volta riesco a prendere il posto nella fila delle uscite di emergenza. Alle 14:20 finalmente il decollo. Un tranquillissimo viaggio di ritorno, tutto normale fino a quando l'imprevisto: una voce ci avverte che in Italia c'è moltissima nebbia e che la visibilità sopra all'aeroporto di Forlì non constente in quel momento di atterrare, dice inoltre che ci avviciniamo ed aspettiamo disposizioni da terra.
Dopo qualche minuto la brutta notizia: a Forlì la situazione non migliora e dobbiamo atterrare a Pisa, l'aeroporto più vicino. Accidenti, avevo programmato di tornare a casa per cena e poi uscire con gli amici, invece se tutto va bene si torna a mezzanotte. Da Pisa eravamo partiti questa estate per andare in Germania e sono rimasto traumatizzato dal lungo viaggio in treno che abbiamo dovuto fare per arrivarci ma questa volta ci accompagnano loro con i pullman fino a Forlì, dove ho la macchina.
Alle 16:40 ora irlandese, 17:40 ora Italiana, finalmente atterriamo da qualche parte, cioe a Pisa, e la prima cosa che faccio appena scendo è andare a chiedere informazioni. Mi dicono che stanno arrivando dei pullman, che arriveranno tra 40 minuti e di attendere all'interno dell'aeroporto. Siccome me lo ha detto in italiano che è la mia lingua, capisco benissimo quello che dice e seguo alla lettera. C'è invece il resto dell'aereo che in Irlanda ha dimenticato l'italiano o si sono rincoglioniti del tutto che dopo 5 minuti che aspettavano hanno visto degli autobus e li hanno assaliti per poter entrare.
Erano per un trasferimento a Forlì e Bologna ma non del nostro volo bensì di uno atterrato precedentemente. Gli autisti più rimbambiti delle persone li hanno fatti salire ed è stato il caos. Quelli che sarebbero stati pronti per partire non potevano farlo perché gli autobus non bastavano per tutti, farli scendere sarebbe stato impossibile e così per colpa di qualche demente quei poveracci hanno dovuto attendere che arrivassero altri pullman per poter partire tutti insieme.
Solite manifestazioni di malcontento all'italiana con gente che cominciava ad urlare e voleva entrare per forza e se la prendeva con il personale dell'aeroporto che invece era stato chiarissimo fin dall'inizio ma alla fine, dopo aver atteso circa un ora, alle 18:50 siamo sull'autobus che ci porta a Forlì. Un po di fila ed un po di nebbia ma alla fine riusciamo ad arrivare anche a Forlì ed ora la parte peggiore, dover guidare io, per 200 km fino a casa, con forte possibilità di incontrare nebbia.
Per fortuna il viaggio è stato più tranquillo del previsto ed a mezzanotte e trenta, dopo aver accompagnato a casa sia Gianluca che Maurizio sono a casa anche io.
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