09 marzo 2008

Londra 28.02 - 03.03.08

Anche Londra è fatta, anzi rifatta, visto che c'ero già stato nel dicembre 2004.

Proprio per il fatto di esserci già stato posso fare dei confronti di cosa è cambiato, parlo di me, in questi tre anni.

La volta scorsa ero semplicemente andato al traino, dietro ad un mio amico che parlava bene inglese ed aveva pensato a prenotare sia il viaggio che ostello. Non mi ero nemmeno preoccupato di capire come si raggiungessero i vari luoghi che avevamo visitato, seguivo semplicemente lui. Questa volta invece ho fatto tutto da solo, sono abbastanza in grado di cavarmela sia con gli aerei che con le prenotazioni di ostelli e soprattutto con il mio poverissimo inglese riesco addirittura a farmi capire.

Per non parlare poi degli spostamenti: la metropolitana è una sciocchezza, ed anche se due linee su tre erano chiuse, nella nostra stazione di partenza, siamo riusciti a raggiungere qualsiasi destinazione e gli autobus, per quel poco che li abbiamo usati, sono stati abbastanza semplici da decifrare. Non è proprio un gioco all'una di notte trovare un mezzo per tornare all'ostello in una città così grande e caotica.

Nel confronto tra i due viaggi direi che sono diventato bravino. Sono molto soddisfatto!

Ma veniamo al racconto del viaggio...

Stavolta eravamo un bel gruppetto, tutti colleghi di lavoro: Maurizio, Simone, Michele con Claudia ed il loro bambino Matteo (di poco meno di un anno) ed io.

Partiti da Ancona con Ryanair alle 14:00 di giovedì 28 febbraio, dopo poco più di un paio di ore eravamo a Stansed e per quando abbiamo trovato il pullman che ci avrebbe portato a Victoria Station, convalidato il biglietto (che avevamo fatto ad Ancona) arrivati a destinazione e preso la metro per Earl's Court, siamo arrivati all'ostello che erano le 20 (19 ora inglese).

E' noto che gli ostelli di Londra sono i più sporchi del mondo ma la volta scorsa non mi ero trovato malissimo per cui ero fiducioso. Sti cazzi! Nota positiva, la nostra camera era da tre letti e quindi non dovevamo dividerla con nessun altro (Michele e famiglia sono andati da un loro amico a dormire) note negative: tutto il resto.

Il bagno era in comune ma questo di per se non sarebbe stato un grosso problema se non fosse che era largo 80 cm, lungo 120 ed alto 10 cm più della mia testa. Per entrare c'era una trave all'altezza di un metro e sessanta per cui aperta la porta bisognava abbassarsi e poi si era finalmente all'interno. La porta era scorrevole ma non di quelle fatte bene, aveva una "luce" di 3/4 cm tra il muro e la porta stessa e per chiusura un gancio che con un soffio volava in aria. Per concludere, il getto dell'acqua proveniva più dagli schizzi della tubatura rovinata che dalla pila.

E questo era solo il bagno.

La cucina era self service, così come la sua pulizia. Si potevano utilizzare tutti gli strumenti presenti a patto di pulire dopo l'uso. C'erano due o tre frigoriferi, microonde, fornelli ed un televisore "sgarrupato" che non siamo riusciti a far funzionare. Nel piccolo spazio adibito, c'erano anche un paio di tavoli e 5/6 sedie rivestite di velluto, sporche e piene di bruciature di sigarette. Tutto sommato era un bell'ambientino.

La colazione continentale di cui ci avevano parlato era composta da un paio di buste di succhi, un contenitore di latte da qualche litro appena preso dal supermercato, due o tre scatole di cereali, un po di pane bianco e un barattolo di marmellata. Dimenticavo che c'era anche il burro da qualche parte dentro il frigorifero e, meraviglia delle meraviglie, anche delle brioches, rigorosamente vuote, che con il loro euro a quintale erano forse erano la cosa più costosa.

Torniamo al racconto del viaggio: dopo un paio di ore di relax in ostello, quando erano circa le 21:30, siamo usciti a fare un giro per Piccadilly ma non c'era moltissima gente (era giovedì anche a Londra) e verso l'una eravamo a letto.

Venerdì 29 primo giorno effettivo di vacanza, sveglia alle 8 e mission impossible per fare la doccia ma con un po di contorsioni e tanta pazienza ce l'ho fatta. Alle 9:30, in perfetto orario con l'inizio della validità della travel card per la metropolitana, eravamo in stazione per la prima meta: Harrods.

Ci passiamo tutta la mattinata ed esploriamo palmo a palmo tutti i 5 piani che ci sono a disposizione. Non ho molti commenti da fare, solo uno: un lusso incredibile! Anche il più piccolo particolare, la cosa più insignificante era di grande pregio e fattura, per non parlare della merce esposta. Dalle scarpe all'abbigliamento, dagli articoli sportivi al reparto pescheria era tutto della migliore qualità. Vedere il meglio di ogni categoria raggruppato insieme, rende ancora più evidente il fatto che noi italiani siamo i numeri uno. Dalle scarpe e borse della Tod's, ai vestiti di tutti i nostri più famosi stilisti, dalle biciclette della Ferrari alle macchine per fitness della Technogym, il meglio è tutto made in Italy.

Prima che usciamo ci raggiunge anche Michele con cui andiamo a pranzare in un Pizza Hut e subito dopo, visto il freddo che c'era all'aperto, ci rifugiamo nel Lilltwhites di Piccadilly Circus, famoso negozio di articoli sportivi su 5/6 piani. Il mio omonimo Simone è rimasto folgorato in quel negozio, si voleva comprare tutto ma dopo un po siamo tornati ad Earl's a prendere della roba che dovevamo dare ad un nostro amico londinese che avremmo dovuto incontrare alle 18: Daniele di Montecosaro la cui mamma lavora con noi.

L'incontro con Daniele doveva essere a Victoria Station e per raggiungerlo è stata una tragedia. Prima abbiamo sbagliato direzione della metro e ci siamo accorti dopo un paio di fermate, così siamo tornati indietro e Maurizio, l'incaricato della consegna, si era accorto anche di aver dimenticato la merce da consegnare (per conto della mamma di Daniele). Usciamo dalla metro e torniamo all'ostello a prendere il sacchetto. Riprendiamo la metro e porca puttana sbagliamo di nuovo la direzione della metro, incredibile! Alla fine riusciamo ad incontrarlo e ci andiamo a prendere una birra in un bar dentro la stazione, insieme a dei suoi amici.

Salutato Daniele torniamo verso l'ostello, compriamo qualcosa in un supermercato e ceniamo a panini e birra.

La sera ci si butta sempre a Piccadilly Circus, per iniziare, e camminiamo in direzione Leicester Square dove decidiamo di entrare in un club (i locali si dividono in PUB e CLUB), lo Zoo. Era un misto tra una discoteca ed un disco bar ma la clientela era piuttosto giovane. Verso l'una e trenta siamo usciti e tornati all'ostello.

Sabato primo marzo, dopo il solito rituale della poverissima colazione, partiamo un po più tardi, verso le 10. Meta della giornata sono i monumenti, si parte con il London Bridge passando prima per un mercatino coloratissimo, sotto un ponte, che mi sembra si chiamasse Crown Square Markets. A seguire il bridge e la torre di Londra e subito dopo abbiamo ripreso la metro per la cattedrale di Saint Paul, prima però abbiamo fatto una sosta al McDonald's.

Visitata la Saint Paul's Cathedral siamo andati a vedere The House of Parliament con il famosissimo Big Ben ed abbiamo proseguito per Hyde Park, in mezzo a papere e scoiattoli fino a casa della regina, Buckingham Palace. Lì abbiamo incontrato Michele e Claudia e ci siamo fatti qualche foto davanti al palazzo, o meglio, davanti al cancello chiuso del palazzo e poi siamo tornati insieme fino a Victoria Station per separarci di nuovo, ognuno verso il proprio alloggio.

Alle 18 eravamo in ostello, cena al sacco come la sera precedente ed alle 21 eravamo pronti per affrontare la serata. Meta di quella sera era Covent Garden dove il giorno successivo avevamo prenotato il pranzo in un ristorante italiano di un amico di Simone. Quel quartiere di Londra mi ha favorevolmente impressionato, molta gente, tante ragazze e qualche artista di strada.

Quello che mi è piaciuto di più è stato un cantante italiano che alternava pezzi celebri di cantautori nostrani con canzoni dei Beatles ed altri artisti internazionali. Aveva creato un gruppetto di persone attorno a lui con molte ragazzine che cantavano a squarciagola le canzoni di Battisti e De Gregori ma anche di Alex Britti. Molto ma molto bravo. Finito il giro di Covent, a piedi siamo tornati fino a Piccadilly da dove tramite autobus abbiamo raggiunto l'ostello. Alla 1:40 si era a destinazione ma avendo delle cartoline da scrivere sono andato a dormire dopo 1 ora, poco prima delle tre.

Domenica 2 marzo, ultimo giorno prima della partenza, era il giorno di Camden Town. Appena operativi, alle 9:40, siamo partiti immediatamente per il mercatino che aveva vinto il ballottaggio con Portobello. Un giro tra le migliaia di bancarelle ed i negozi che vendevano le cose più assurde e poco prima dell'una siamo partiti per Covent dove ci attendeva Michele all'uscita della metropolitana per andare tutti insieme al ristorante. Incontriamo anche l'amico che ospitava Michele insieme alla famiglia e tutti dietro a me, che avevo il navigatore, siamo andati al ristorante "Rosso di sera". Abbiamo mangiato benissimo, come se fossimo stati in Italia, anche perché i prodotti erano tutti italiani, addirittura anche l'acqua minerale.

Abbiamo iniziato con un antipasto di affettato misto con formaggi ed abbiamo proseguito con orecchiette e tagliatelle al ragù, per finire poi con un tiramisù enorme e soprattutto buonissimo. Entrati alle 13:30 ne siamo venuti fuori soltanto alle 15:45 quando abbiamo girato un po per il mercato di Covent Garden. Dopo un po siamo tornati a Piccadilly perché Simone voleva comprare qualcosa da Lillywhites ed alle 18:30 eravamo in ostello.

Simone e Maurizio, in vista dell'ultima serata si erano messi sul letto e dormivano placidamente mentre a me sembrava tempo sprecato e mi sono andato a fare in giro da solo, trovando finalmente, dopo il terzo tentativo in tre giorni, un internet point che mi desse la possibilità di scaricare delle foto dalla scheda di memoria della fotocamera alla penna usb che mi ero portato appresso. Alle 20:30 torno e ci mangiamo quello che si era comprato al supermercato prima del ritorno.

Alle 22 siamo usciti ma in giro c'era pochissima gente ci siamo spinti fino a Covent perché Simone voleva prendere una birra nel ristorante del suo amico e salutarlo ma quando siamo arrivati era tutto chiudo e non c'era nemmeno nessuno che camminava da quelle parti, solo noi. Decidiamo di battere in ritirata ed a mezzanotte eravamo all'ostello.

La vacanza che fino a quel momento era stata bella e divertente ad un certo punto diventò drammatica. Era tutto il pomeriggio che non stavo benissimo ed avevo un forte gonfiore di stomaco ma finchè ero in verticale la cosa finiva li. Quando mi sono messo sul letto però ho capito che la cosa era abbastanza seria e tempo 10 minuti (di sofferenza), sono dovuto scappare in bago a rimettere. Per fortuna che non c'era nessuno perché poi ne ho dovuto dare uso per altre 3/4 volte tra una cosa e l'altra... L'ultima alle 4:30 quando ho rimesso anche il pranzo della prima comunione. A quel punto mi si poteva dare anche l'estrema unzione e, se pensavo che alle 5:30 dovevamo partire, ero terrorizzato.

Terrorizzato o no, alle 5 si svegliano anche gli altri (io non ho mai chiuso occhio) ed alle 5:30 scendiamo perché ci aspettava l'autista di un minibus che avevamo prenotato per farci portare a Victoria Station. Quella non era la cosa che mi preoccupava di più, perché il tragitto era molto breve, la cosa che mi faceva più paura era quella ora e mezza di pullman da Victoria all'aeroporto.
Per fortuna però non ho avuto altri problemi e tutto è filato liscio sia per l'autobus che in aeroporto ed anche nell'aereo, dove almeno potevo dare la colpa al mal d'aria, che abbiamo preso alle 10:15 e ci ha lasciati in Ancona alle 12 (13 ora italiana). Sbrigate le formalità siamo usciti dall'aeroporto dove ci aspettava mio padre con la mia auto che, approfittando della mia assenza, ha provveduto anche a lavare.

Alle 14, precisi come un orologio svizzero lascio Simone e Maurizio in fabbrica, alla Manas (loro hanno lavorato il lunedì pomeriggio) mentre io me ne sono tornato a casa ed ho dormito tutto il pomeriggio. Tutto sommato una bella vacanza, mi sono proprio divertito.

(Le foto le metterò on line tra qualche giorno)

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