14 giugno 2010

Riga-Vilnius 2 - DIARIO DI VIAGGIO


Dopo aver pubblicato le foto scattate dalla mia fotocamera, posto anche il diario del viaggio. Mi scuso con tutti quelli che parlano un italiano decente, ma quelli che mi leggono di solito o sono stranieri o ANNO difficioltà con la nostra lingua.



Martedì 18


Seconda vacanza del 2010, dopo Francoforte del 12-14 marzo. Questa volta mi sono organizzato diversamente e ho deciso di chiedere (con largo anticipo) 3 giorni e mezzo di ferie per non fare il solito weekend mordi e fuggi ma stare qualche giorno in più. Partenza martedì sera (18 maggio) e ritorno domenica a tarda notte. Avendo deciso di visitare due città però, anche facendo 5 giorni, l’effetto è stato quello del weekend perché abbiamo dormito due notti da una parte e due notti dall’altra. Diciamo che ho fatto due weekend in un’unica vacanza.

Non ho ancora detto qual’é stata la destinazione del viaggio: Vilnius e Riga, rispettivamente capitale della Lituania e della Lettonia, due bellissime e verdissime repubbliche baltiche.

Volando Ryanair, prima della partenza, io e Simone (Simon & Simon anche questa volta) abbiamo perso quasi mezz’ora per controllare i pesi delle nostre valigie. Ci siamo portati due bagagli a mano da 10 kg ed uno da imbarcare di 15 ed abbiamo dovuto lavorare duro per non eccedere. Alla fine abbiamo ecceduto lo stesso di qualche decimale sperando di farla franca e di non essere controllati.

Siamo partiti alla volta di Pescara alle 15:45, accompagnati da mio padre che avrebbe dovuto riportare a casa la macchina, per risparmiare 5 giorni di sosta a pagamento. Si sarebbe potuto lasciare la macchina nel parcheggio del centro commerciale attaccato all’aeroporto ma.. vatti a fidare di Pescara, città che non conosco per niente.

Siamo arrivati dopo quasi 90 minuti ed abbiamo fatto con calma tutte le procedure per l’imbarco, essendo giunti con un buon anticipo sull’orario del volo. Decollo alle 18:49 ed atterraggio a Bergamo alle 19:47 dove sarebbe dovuto essere ad aspettarci il ragazzo del B&B ma che si è fatto trovare solo dopo averlo chiamato al cellulare. Partendo il volo per Riga da Bergamo, il mercoledì mattina, avevo deciso di arrivarci in aereo da Pescara la sera precedente, senza fare un viaggio massacrante di notte con il treno o peggio ancora con l’auto.

Alle 20:15 arriviamo al Bed and Breakfast "My Room" che odorava ancora di vernice per essere fresco apertura, da sole due settimane. Molto carino, arredato in maniera minimalista, stile Ikea, ma con tutto quello che serviva. Il ragazzo che lo gestisce non aveva capito la mia prenotazione e ci ha fatto trovare una matrimoniale ma essendoci un divano letto, ce lo ha preparato subito, diventando un altro letto grande.

Siamo usciti quasi subito e seguendo le indicazioni ricevute, siamo andati a cenare in un ristorante della stessa via, il Pasta & Basta. Abbiamo mangiato molto bene ma caspita, quanto tempo ci hanno fatto aspettare prima di portarci quello che avevamo ordinato! E dire che era martedì sera ed il locale era mezzo vuoto.

Abbiamo finito di cenare che era quasi ora di colazione ed abbiamo fatto un giro a piedi per arrivare in centro. Ci avevano detto 5 minuti ma ce ne sono voluti quasi 30, da via San Giovanni Bosco, per trovare un po’ di vita ed alle 22:40 siamo arrivati in un pub dove, oltre alle 2/3 ragazze che ci lavoravano, il resto era composto da giovani bergamaschi e qualche extracomunitario. Il tempo di una birra ed alle 23:30 eravamo già in camera, pronti per andare a dormire.

Mercoledì 19

Ci siamo svegliati abbastanza presto (7:15) perché avevamo il volo alle 10:45 e dopo doccia e colazione ci siamo fatti accompagnare in aeroporto, come pattuito. Il tragitto che separa Bergamo dall’aeroporto non è lunghissimo e l’abbiamo coperto in 13 minuti, arrivando alle 9:08. Come sempre c’era il rischio della verifica dei bagagli e questa volta siamo stati sfortunati, li controllavano! C’era una signorina che prima dell’ingresso ai controlli personali chiedeva la carta d’imbarco e subito un’altra che guardava il bagaglio.

Al 99% eravamo in regola ma ho cercato lo stesso di evitare il controllo. Con un abile mossa ho temporeggiato al controllo della carta d’imbarco tenendo sotto controllo l’altra ragazza e quando l’ho vista girata a pesare una valigia sono passato facendo l’indifferente. Salvo!

L’aereo è partito da Orio al Serio alle 10:57 e siamo atterrati a Riga alle 13:17 che con il fuso orario sono diventate le 14:17. Ad attenderci ci doveva essere l’uomo della CAR4RENT che a differenza del giorno precedente, con quello del B&B, era regolarmente ad attenderci con un foglio con il mio nome. Come era successo già a Cracovia qualche vacanza fa, anche questo si aspettava di vedere comparire una donna, credendo che Simone sia un nome femminile. Ci siamo fatti una risata e siamo usciti nel parcheggio per prendere la macchina.

Mi aspettavo una Polo o una Opel Corsa, come era scritto nel sito, ma ci siamo trovati una Peugeot 206 che comunque è della stessa categoria. L’unica pecca che era alimentata a benzina ma per il resto tutto ok. Essendo solo in due e non c’erano certo problemi di spazio.

Il giorno precedente alla partenza, per scrupolo, avevo cercato eventuali ricevute di prenotazione ma non ne avevo trovate e per fortuna che ho fatto chiamare l’agenzia dalla mia amica di Riga perché altrimenti sarei arrivati in aeroporto senza avere un auto a disposizione. A questi cialtroni infatti, non risultava nessuna prenotazione ed ho dovuto mandare la stampa della videata del mio home banking in cui c’erano gli estremi del pagamento prima di ricevere una conferma in extremis. Che stress!

Alle 15, dopo aver messo qualche firma e lasciato 50 euro di cauzione dalla mia carta di credito siamo finalmente potuti partire alla volta di Vilnius. Durante il tragitto non ci sono stati problemi particolari, il navigatore ha fatto egregiamente il suo lavoro, il traffico era pressoché inesistente ma abbiamo sofferto parecchio il caldo. Strano a dirsi ma le previsioni che davano maltempo sul Baltico fino a quel momento non vi avevano affatto azzeccato.

Quando mancavano 10 minuti alle 19 abbiamo fatto il nostro ingresso in Tilto Gatvé, la via dell’appartamento che avevo prenotato e, sceso dalla macchina, ho cercato di capire quale potesse essere. Dopo 2 minuti mi sono arreso ed ho mandato un sms alla signora Dana, della Danarent, che ci ha raggiunto in 2 secondi. Ci ha mostrato quel poco che c’era da vedere, ha preso i soldi ed è scappata. Come avevo espressamente richiesto, avevamo il parcheggio privato e recintato.

Anche nella prenotazione dell’appartamento ci sono stati dei problemi, come con la macchina. Dopo aver ricevuto le varie offerte del signor Eugenijus, il giorno successivo gli avevo mandato una mail per confermare uno degli appartamenti che mi aveva proposto. Credevo di stare tranquillo ma dopo due giorni mi manda una mail dicendomi che, visto che non avevo confermato l’appartamento, lo aveva affittato ad altri. Sono rimasto sbalordito ed un po’ incazzato! Ma come è possibile? E la mail che gli avevo inviato??

Gli inoltro la mia precedente mail di conferma chiedendo spiegazioni e mi dice che non l’aveva ricevuta. Visto che mancavano ormai pochi giorni alla partenza gli ho chiesto se avesse qualcos’altro e per fortuna, allo stesso prezzo, ci ha trovato un appartamento con le stesse caratteristiche. Le sorprese però non erano finite ed Il giorno prima della partenza, mi ha mandato un sms per dirmi di riprendere quello offertoci all’inizio. Trafficante di appartamenti!

Una doccia veloce ed alle 19:30 siamo usciti per mangiare. Avendo l’alloggio proprio dietro alla via principale (Gedimino Prospektas) ci abbiamo messo un minuto per arrivare e da li pochissimo tempo per individuare un ristorante dal nome conosciuto: Pomodoro. Conoscevo infatti questa catena per esserci stato a Riga, nella precedente vacanza e ricordo di aver mangiato benissimo.

Lo so che non si deve andare nei ristoranti italiani quando si va all’estero ma non ho resistito. Ho anche rischiato a prendere la pasta a dimostrazione che non avevo paura di niente ma sopratutto che ero affamato. Devo dire che tutto quello che ho mangiato in quel ristorante è stato veramente buono, dalla pasta alla pizza. Complimenti Pomodoro!

Finito di cenare siamo tornati un’ora a rilassarci in appartamento per uscire di nuovo alle 22:30, pieni di grinta e di buone intenzioni. Devo dire però che nonostante tutto l’impegno possibile e dopo aver controllato tutti i locali di cui avevo raccolto informazioni, non ci è restato altro che il "Prospekto", locale segnalato su molti siti internet per essere frequentato sopratutto da italiani.

Forse perché era mercoledì, ma non c’era tantissima gente e per di più c’era anche musica latino-americana, che palle! Il tempo di una birra e prima dell’una eravamo già in appartamento. Purtroppo avevo portato il computer, prestatomi da Maurizio, e fare le 3 è stato un gioco da ragazzi.

Giovedì 20

Sveglia alle 9 perché dovevamo andare a Trakai, a vedere il castello, ma sopratutto perché era impossibile dormire più di tanto avendo il sole che entrava dalle finiestre. Siamo usciti a fare colazione su Gedimino e ci hanno colpito quei tavolini davanti al Coffee Inn, con diverse ragazze che facevano colazione e prendevano il sole.

Il tempo di un buon cappuccino ed un Muffin ed alle 10:30 siamo tornati a casa a prendere l'auto per raggiungere il castello. Essendo distante meno di 30 km, siamo arrivati circa alle 11:15 e mentre stavamo parcheggiando (non so se in divieto) un signore che stava pescando li vicino ci chiama e ci offre il suo giardino per 5 litas, senza limiti di tempo.

Considerando che al cambio, 5 Litas corrispondono a meno di 1,5 euro, accettiamo battere ciglio. Avvicinandoci al monumento notiamo che, come ogni castello che si rispetti, ci sono tantissime scolaresche a visitarlo e per il resto poche altre persone. Il prezzo del biglietto di ingresso è di 12 Litas che diventano 16 (4,5 euro) se si intende fare delle foto all'interno. Ovviamente si..

Non dico che è stata una delusione ma certamente non mi aspettavo una scatola vuota. La cosa più bella del castello è senza dubbio quello che si vede dall'esterno, con questa grande costruzione in mezzo ad un isolotto, circondata dall'acqua e da tanta vegetazione. Dentro praticamente non c'è nulla, se non qualche oggetto dell'epoca raccolto in qualche vetrina e due mattoni vecchi spacciati per qualcosa di medievale.

Alle 13 siamo ripartiti per tornare a Vilnius e visto che c'eravamo abbiamo deciso di passare prima all'Akropolis, il centro commerciale più grande della città sia per mangiare che per vedere un po di negozi. Veramente molto grande e con una miriade di negozi piccoli e grandi. All'interno c'era anche una pista di pattinaggio sul ghiaccio dove sicuramente ci fanno anche delle gare di Hockey.

Simone mi concede un McDonald's (a lui non piacciono moltissimo) e finalmente si mangia! Dopo un giro in lungo ed in largo per tutti i piani dello shopping center, alle 15:20 rientriamo in appartamento per rilassarci un po.

Usciamo di nuovo dopo un'ora e mezza e questa volta andiamo a visitare l'adiacente Cattedrale di Vilnius che è la più importante chiesa cattolica della Lituania. La nostra sistemazione era a pochi metri dalla chiesa come al resto delle principali attrazioni della città, tutte vicinissime tra loro.

La cattedrale di Vilnius fu costruita sulle ceneri di un precedente tempio pagano tra il 1779 ed il 1783. Facendo dei lavori di scavo per ristrutturare le fondamenta sono state riscoperte le state di bronzo alte 5 metri di St Helene, St Stanislav e St Casimiro. All'iterno della cattedrale la capella dedicata a quest'ultimo santo è da ammirare, con all'interno una bizzarra madonna sorridente..

La cosa che mi ha colpito di più della cattedrale è stata la sua grandezza sicuramente, con quelle colonne che sembravano non finire mai guardandole da sotto ma anche il suo candore e pulizia. Sicuramente è stata ristrutturata-dipinta di recente perché sembrava appena costruita.

Il passaggio successivo era quasi obbligato con la visita alla torre di Gedimino, uno dei più bei monumenti della città, che si trova in cima alla omonima collina, dietro la cattedrale. Dentro la torre di mattoni rossi si trova anche un museo (di scarsa importanza) ma la cosa che la rende unica è la vista di cui si può godere una volta saliti in cima.

Scesi dalla Gedimino Pilies ci siamo diretti verso la Repubblica di Uzupis, nome altisonante che stava ad indicare il quartiere degli artisti. Raccogliendo informazioni su internet sembrava ci fosse qualcosa di importante o caratteristico da vedere ma dalle informazioni degli amici di Vilnius non dovevo perderci tempo. Ci siamo andati per curiosità, giusto per fare due foto e prenderci una birra ma avevano ragione gli amici lituani: non c’era assolutamente niente di interessante da vedere.

Alle 20:30 siamo tornati in camera a darci una sistemata in vista della serata ed alle 22 eravamo in cerca di un ristorante. Volevamo andare alla Trattoria da Antonio ma arrivati davanti all’ingresso abbiamo visto, primo che era vuota e secondo il listino prezzi. Nessuna delle due cose ci spingeva ad entrare ed infatti abbiamo cambiato immediatamente destinazione, andando al Pomodoro, per la seconda sera. Si mangia benissimo, si spende regolare... perché no?

Finito di cenare siamo tornati a "casa" e siamo usciti con l’auto per andare a vedere qualche locale fuori dal centro. Siamo passati prima al Pacha e poi al Metelica ma entrambi erano chiusi e scorrendo la lista, il successivo era il Pabo Latino, un nome che era tutto un programma. Purtroppo non riesco a digerire la musica latino-americana e mi stavo proprio sforzando per entrare in quel locale.

Siamo entrati a mezzanotte e siamo rimasti per quasi un’ora ma non c’erano tantissime persone, per lo più erano coppie miste con donna locale ed uomo straniero. C’erano anche un paio di belle ragazze ma erano con un gruppo di amici e quindi inavvicinabili. Simone però ha rimediato una signora sulla cinquantina che lo ha preso quasi di forza e se l’è portato a ballare in pista. Avevo paura che lo violentasse pure ma per fortuna è finito tutto bene.

All’una eravamo di nuovo all’appartamento e visto che era presto abbiamo deciso di lasciare la macchina e fare un giro a piedi. Con pochissime persone in giro e la voglia al minino, quando ci hanno chiesto il biglietto per entrare al Prospekto abbiamo deciso che era ora di andare a dormire.

VENERDI 21

Venerdì 21, il giorno del ritorno a Riga. Ci svegliamo alle 8:30 ed usciamo per fare colazione, scegliendo questa volta il Double Coffee su Gedimino, vicino al McDonald’s. Era un’altra bellissima giornata, non ancora molto calda e si stava benissimo all’aperto. Dopo il cappuccino ed una fetta di dolce, alle 10:15 siamo tornati all’appartamento per fare le valigie ed andarcene.

Partiti che erano quasi le 11, come prima destinazione avevamo l'antico santuario di Siluva dove la Madonna apparve ad alcuni pastorelli nel 1608, per la prima volta in Europa. Papa Giovanni Paolo II lo visitò nel 1993 ed è senza dubbio il santuario più popolare della Lituania. Siamo arrivati, senza grosse difficoltà per trovarlo, dopo due ore e mezza e nonostante fosse così importante sulla carta, non era ne grandissimo ne frequentatissimo.

Nel piccolo parcheggio, proprio davanti ad un supermercato, c’erano appena due auto e non erano di fedeli mariani ma di lituani con il frigo vuoto, visto che uscivano dal negozio con la borsa della spesa. Ci avviciniamo al santuario, ad un centinaio di metri dal parcheggio, attraversando un grande piazzale con al centro una statua della madonna ed in fondo quella di Giovanni Paolo II. Alcuni operai stavano montando una copertura sopra ad un altare all’aperto, segno che da li a qualche giorno, ci sarebbe stata qualche cerimonia importante.

Continuiamo a camminare e vediamo tutto intorno alla chiesa un piccolo cimitero, fatto di croci e lapidi piantate nel terreno ed un paio di signore che pregavano su una di queste. Forse non lo è, ma mi è sembrato un strano come posto per un cimitero, proprio intorno ad un luogo di culto così importante. Nel frattempo siamo arrivati all’ingresso della chiesa e passiamo di colpo dai 25/28 gradi esterni ai 15 che stavano dentro. Brrrr!

La chiesa, di forma quadrangolare, non era grandissima ed aveva al centro una statua della Madonna posta al di sopra di un altare. Dentro c’era solamente una signora inginocchiata a pregare e noi due che facevamo qualche foto, non moltissima gente. Come gli altri monumenti di Vilnius, mi ha colpito la pulizia ed il candore di quella costruzione quasi fosse stata imbiancata il giorno prima.

Usciamo dal santuario e nella stradina di fronte vediamo un piccolo negozio di souvenir che prima era chiuso. Forse ci sono dei sensori all’interno della chiesa che avvertono il negoziante della presenza di turisti. Facciamo un giro all’interno senza trovare nulla che attirasse la mia attenzione, tutto troppo strettamente di carattere religioso, mentre Simone, gioia di tutti i negozianti del mondo, ha comprato un paio di santini.

Alle 14:15 lasciamo Siluva alla volta di Siauliai, per vedere la famosa Collina delle Croci.

Da Wikipedia: La Collina delle Croci è un luogo di pellegrinaggio ed una meta turistica che si trova nei pressi della città lituana di Šiauliai, lungo la strada E77 che collega Kaliningrad a Riga. Si tratta di una piccola altura su cui si ergono oltre cinquantamila croci, piantate per devozione dai pellegrini secondo una tradizione popolare che dura da alcuni secoli, ma che ha preso un enorme impulso nella seconda metà del XX secolo come simbolo dell'identità nazionale lituana. Nel 1900 c'erano soltanto 130 croci sulla collina.

Durante l'epoca sovietica, per tre volte le croci della collina furono completamente abbattute, ma ogni volta ricomparivano sempre più numerose. Oggi si contano circa 56.000 croci di ogni dimensione, foggia e materiale, da piccole croci in plastica fabbricate in serie a croci artistiche monumentali. La Collina delle Croci fu visitata il 7 settembre 1993 da papa Giovanni Paolo II. Il crocefisso da lui donato è stato posto ai piedi della collina.

Trovare “the Hill of the Cross” non è stato facilissimo, essendo una decina di km fuori dal centro di Šiauliai e tutti quelli a cui ho domandato non mi hanno saputo dare informazioni su come raggiungerla. Per fortuna un ragazzo mi ha detto della presenza di un information point a cui sono arrivato camminando per 10 minuti nella via principale della città e li ho potuto trovare tutto quello che cercavo: mappa, indirizzo e nome lituano scritto su un foglietto, da mostrare al passante di turno per chiedere informazioni.

Siamo arrivati al viale alberato, sulla destra rispetto alla strada principale, subito dopo aver passato il ponte sul fiume (queste erano le indicazioni) alle 16:20. Giungiamo al parcheggio dove questa volta ci sono almeno una corriera e diverse auto, non come il deserto santuario di Siluva. Per arrivare alla collina dobbiamo camminare per qualche minuto sotto al sole e devo dire che faceva veramente caldo.

Finalmente arrivati, non c’è altro da fare che fotografare, salire sulle scalette che attraversano le croci e scendere dall’altro lato. Togliendo il significato storico-religioso di quel luogo, non erano altro che 56000 croci piantate tutte insieme ed al massimo si poteva dire una preghiera. Era una visita che portava via poco tempo, a parte quell’ora persa per trovarlo.

Alle 17 ripartiamo e questa volta diretti a Riga, senza nient’altro da visitare lungo il tragitto. La via per arrivarci era una grande strada a due corsie per senso di marcia, in mezzo alla natura, con un paesaggio pressoché sempre lo stesso fatto di alberi, alberi, alberi, prati e qualche mucca. Non autostrade come le intendiamo in Italia ma una semplice grande strada senza nulla intorno e senza nemmeno tante stazioni di servizio.

Arriviamo finalmente al Dodo Hotel quando erano le 18:40, spegniamo la macchina e mi presento alla reception. Eravamo, oltre che stanchissimi, anche affamati e non vedevamo l’ora di poter salire in camera e farci una doccia per poter poi uscire a cercare un ristorante. Purtroppo però a questo punto iniziano i problemi.

Premetto che quando ho prenotato su internet c’era disponibile una doppia ma il giorno dopo mi hanno mandato una mail dicendo che non c’era una doppia e dovevo prendere una matrimoniale, se mi andava bene lo stesso. Avevo accettato solo perché l’hotel era nuovo, costava poco, aveva il wifi ed il parcheggio interno e soprattutto perché mancavano pochi giorni alla partenza e non mi andava di mettermi a cercare qualcosa’altro.

Ma torniamo alla receptionist..
Mi dice che purtroppo erano arrivate tante persone di qualcosa che non ho capito e non aveva posto per noi ma tirando fuori delle stampe mi mostra la mappa dell’hotel Toss e mi dice che ci avrebbe trovato quest’altra sistemazione allo stesso prezzo e delle saune gratis come bonus per il disagio. Visto che avevamo la macchina e già eravamo fuori dal centro, abbiamo accettato senza troppi problemi.

Ma i problemi erano nell’aria e quando saliamo in macchina per ripartire si palesano improvvisamente. La macchina non si metteva in moto! Simone apre il cofano cercando di capire cosa fosse successo e non è stato difficile trovare il difetto, visto che la batteria fumava vistosamente. Nella sfiga siamo stati fortunatissimi! Fosse successo in Lituania, lungo il tragitto per Riga, cosa avremmo fatto??

Ritorno dalla signorina dell’hotel, che avevo salutato poco prima, dicendole se poteva farmi il favore di chiamare la Car4Rent e dire che avevamo un problema con la macchina. Lei chiama immediatamente facendomi risparmiare, oltre che soldi sul cellulare, la difficoltà di una conversazione telefonica in inglese ma alla fine ci ho dovuto parlare per cercare di spiegare il problema.

Ripeto qualche volta "problem with battery, electric problem" e mi dicono di aspettare una loro chiamata entro qualche minuto. Aspettiamo 20 minuti seduti sulle scale esterne dell'hotel ed alla fine esce la receptionist dicendo che hanno chiamato e stava arrivando un uomo della società di noleggio.

Alle 19:45 finalmente è arrivato un meccanico muto che senza proferire parola ha aperto il cofano, ha visto la batteria evidentemente rovinata, ha preso gli attrezzi in macchina e l'ha smontata. A quel punto si è diretto verso la sua auto e noi ci aspettavamo uscisse fuori con una batteria dal bagagliaio, invece è entrato nell'abitacolo, ha aumentato un po il minimo ed ha aperto il cofano della sua Audi vecchio modello.

Ci siamo guardati con Simone e ci siamo detti: non mi dirai che questo MacGyver fa una magia e sostituisce le batterie? Così ha fatto! Ha tolto la sua batteria, con macchina in moto e la messa nella nostra Peugeot, poi ha messo la nostra sulla sua macchina, ha verificato se eravamo in grado di ripartire e ci siamo salutati. Il tutto senza dire una parola, perché evidentemente il signor meccanico non parlava una parola di inglese.

Ripartiamo, sempre più stanchi ed affamati e ci presentiamo all'Hotel Toss quando erano circa le 20:20. Facciamo il check-in, ci spiega dove dobbiamo lasciare la macchina e ci fiondiamo in camera per una bella doccia, che mi porta via il 50% della stanchezza. Usciamo quasi subito (21:30) e ci dirigiamo nella Vecriga, il centro storico della città.

Ero già preparato sui parcheggi, avevo studiato e sapevo che dopo le 20 non si sarebbe dovuto pagare. Quando abbiamo lasciato la macchina sul lungofiume però volevamo accertarci di essere in regola ed abbiamo chiesto alla prima ragazza che passava. Questa nonostante il parchimetro fosse scritto nella sua lingua non aveva capito molto e così abbiamo cercato di capire da soli, leggendo dall'inglese. Nel frattempo alzo lo sguardo e vedo un ragazzo poco distante che mi osserva, quasi volesse offrirmi il uo aiuto. Gli chiedo se può aiutarmi e si avvicina.

Anche questo non ci capisce molto, non so per quale motivo ma quando scopre che siamo italiani ci va a chiamare la sua fidanzata. Guarda che combinazione, la bella signorina lettone aveva studiato 6 mesi a Milano e parlava un po di italiano. Ci siamo messi a parlare del più e del meno mentre il ragazzo si era allontanato ma ad un certo punto le ho chiesto come dovevamo fare con il parchimetro questa non ci capiva niente lo stesso e non ci ha saputo dire di meglio che inserire delle monete. Per fortuna una terza ragazza, vedendo quella riunione davanti al parchimetro si avvicina e mi dice che dopo le 20 non si paga, parlando anche con l'altra ragazza che era presente con noi. Questa mi chiede scusa e mi dice che aveva bevuto qualche drink.

Finalmente, riusciti a parcheggiare la macchina, andiamo a cercare quel ristorante che mi era piaciuto tanto nel precedente viaggio a Riga: lo Steiku Haoss.

Entriamo nella old city e sentiamo da lontano della musica ad alto volume che camminando è sempre più vicina. Ad un certo punto ci si apre davanti una piazza con tavoli all'aperto e tantissime persone che mangiano, bevono e si divertono. La temperatura era perfetta, si stava benissimo all'aperto, tanto che, una volta arrivati al ristorante, non siamo riusciti a trovare posto all'esterno.

Era talmente tanta la fame che in quel momento non ci fregava niente che di fuori c'era una sfilata continua di modelle, abbiamo pensato solo a mangiare. Non ero mai entrato dentro allo Steiku Haoss e caspita quanto è grande! Per non parlare delle cameriere una più bella dell'altra (ma a Riga sono tutte così).

Finito di cenare, alle 23:30 siamo usciti dal ristorante e ci siamo tuffati nella folla festosa che riempiva la città. Abbiamo girato un paio di locali e prima delle 4 eravamo di nuovo in camera.

Sono rimasto sorpreso, ancora una volta, di quanto sia facile fare amicizia con la gente del posto. Basta uno sguardo, un sorriso o un saluto e se viene ricambiato (la maggior parte delle volte), si va a parlare con la signorina in questione, sempre molto gentile e disponibile, anche se bella (brutte non ce ne sono in Lettonia).

SABATO 22

Nonostante mi fossi messo a letto alle 4:20, dopo tre ore ero già sveglio, come se ne avessi dormite 10 ore. Ho resistito nel letto fino alle 9 poi ho preso la difficile decisione di alzarmi. Simone era nelle stesse condizioni, visto che aveva già acceso la televisione da un pezzo.

Alle 9:30 siamo partiti e, arrivati in centro, siamo andati direttamente in un parcheggio a pagamento senza dover cercare monetine per i parchimetri. Dopo un cappuccino al Double Coffee abbiamo iniziato a visitare la città.

Come prima tappa ci siamo diretti alla stazione centrale dove avremmo dovuto trovare nei paraggi un tradizionale mercato all'aperto che non avevo potuto vedere nel mio precedente viaggio a Riga. Siamo arrivati davanti alla stazione ed ho chiesto ad un paio di persone ma nessuna mi ha saputo dire dove fosse.

Non riuscendo ad avere informazioni da nessuno, abbiamo provato a fare il giro della stazione per vedere se ci fosse qualcosa ed appena abbiamo svoltato l'angolo iniziavano i primi venditori ambulanti. Abbiamo proseguito per qualche metro e ci siamo ritrovati in mezzo a centinaia di bancarelle che vendevano di tutto.

Il Mercato Centrale è un buon posto per assaporare lo stile di vita odierno della città visto che di turisti non ce n'erano molti, forse eravamo gli unici. Il mercato si estende dentro e attorno gli hangar dello Zeppelin risalenti agli anni '30, situati vicino alla stazione degli autobus e a quella ferroviaria. Si tratta di 5 padiglioni, 4 dei quali paralleli e comunicanti tra loro, che occupano un’area complessiva di 16000 M2, raggiungendo, nella bella stagione, una superfice di 72300 metri quadri, con gli spazi esterni.

Usciti dal mercato, ero curioso di sapere cosa fosse quel palazzone enorme che incontravamo nel tragitto da e per l’hotel e visto che eravamo molto vicini, siamo andati a vedere. Ci si presenta davanti un colosso alto decine di piani ma non si vedeva nessuno entrare ed uscire, giusto un paio di persone. Aveva l’aria di essere uno di quei palazzi del potere dell’ex URSS, dall’aspetto un po’ funesto. Senza farmi troppi problemi, ho detto a Simone: andiamo e vediamo che succede. Pensavo, se non si può entrare qualcuno che ce lo dirà..

Siamo entrati decisi e determinati ma le nostre facce da turisti non sono passate inosservate e siamo stati subito fermati (o per meglio dire rincorsi) da un solerte portiere che ci ha fatto notare la presenza di una cassa, dove acquistare il biglietto per l’ascensore (2 Lats, poco meno di 3 euro). Non abbiamo capito cosa ci fosse in quel palazzo ma evidentemente i turisti potevano entrare e nonostante avessi preparato accuratamente il viaggio questa cosa l’ho scoperta per pura casualità.

Sapevo infatti, per esserci stato, della vista panoramica che si poteva osservare sia dallo Skyline bar, all’ultimo piano dell’Hotel Latvija, sia dalla torre della chiesa di S.Peter ma questo palazzone, addirittura più alto, mi era ignoto.

Per il resto, c’è poco da dire.. Siamo saliti, abbiamo fatto delle foto e siamo scesi. A me si fermava il cuore quando mi avvicinavo a meno di un metro dalla balaustra ma un paio di foto dovevo farle e farmele fare. Mamma mia come soffro di vertigini!

Scesi dalla grattacielo siamo tornati verso il centro, avendo appuntamento con la mia amica Kristine che ringrazio ancora una volta per il suo prezioso aiuto nell’organizzazione di questo viaggio, sia per la parte lèttone che per quella lituana, avendo vissuto 6 mesi anche a Vilnius. Ci incontriamo davanti al McDonald’s che erano le 13:15 ed a parte camminare per il centro storico non avevo idea di cosa fare. Si era pensato di andare a visitare una famosa spiaggia lettone ma essendo arrivati tardissimo la sera prima, quel giorno volevo rimanere sempre nella Vecriga ad oziare.

In effetti però, rimanendo nella Old Town ben presto ci saremmo rotti le palle e mi sono lasciato convincere da Kristine ad andare a visitare quella incantevole cittadina che è stata una famosa stazione balneare all’epoca dell’Unione Sovietica ed è ancora oggi molto in auge: Jurmala Beach.

Lungo il tragitto, ad un certo punto incontriamo un posto di blocco ma Kristine ci dice che non è niente, c’è solo da pagare un pedaggio. Jurmala infatti è l’unica città della Lettonia in cui si paga per entrare ma in compenso i parcheggi sono gratis. Lasciamo il nostro lat in una colonnina, tipo quella dei parcheggi, e dopo aver ritirato lo scontrino la sbarra si apre e ripartiamo.

Troviamo un parcheggio abbastanza fortunato ma con la macchina al sole e faceva veramente molto caldo. Dico di lasciare i finestrini un po’ aperti ma la nostra amica ce lo sconsiglia vivamente. Non so se la sua preoccupazione era dovuta al fatto di essere donna (e quindi si preoccupa per tutto) oppure dalla conoscenza della popolazione lettone, fatto sta che tiriamo su tutto e scendiamo.

Percorriamo la lunga via pedonale che porta alla spiaggia, dove ai lati c’erano centinaia di localini, bar, gelaterie, ristoranti e negozi. All’esterno, le bellissime case delle vacanze, dei signori lettoni e soprattutto russi. C’erano delle case bellissime, alcune simili a vere e proprie regge se non addirittura a dei piccoli castelli. Immancabili nei parcheggi, auto che la più piccola era la Porsche.

Finalmente, dopo una lunga camminata sotto il sole, arriviamo al mare. Ci si presenta davanti una lunga spiaggia di sabbia con un milione di persone che erano a prendere il sole. Siamo partiti dall’Italia che ci voleva il cappotto ed arriviamo nel nord Europa che stanno tutti al mare.. le stranezze del meteo. Ricordo che l’anno scorso era accaduta la stessa cosa quando siamo andati ad Oslo, in Italia aveva nevicato nei vicini Appennini ed in Norvegia c’erano 30 gradi e stavano tutti al mare.

La famosa spiaggia lettone non era altro che una lunga distesa di sabbia senza la minima attrezzatura come siamo abituati noi in Italia. Nessuno stabilimento balneare, nessun chiosco con le bibite e soprattutto nessun venditore ambulante! Quasi quasi mi informo su come ottenere una licenza per uno chalet e vado a lavorare in Lettonia d’estate.

Finita la passeggiata sulla sabbia, sofferente per non potermi mettere a prendere il sole come il miliardo di persone che erano li, alle 16 decidiamo di tornare a Riga. Lungo la strada, all’ingresso della città, c’era una grande scritta di metallo a caratteri cubitali e ci siamo fermati per fare le immancabili fotografie. Ne avevo viste in qualche racconto di viaggio, cercando notizie su internet ed avevo deciso che un giorno anche io avrei fatto una foto con quella scritta. Fatto!

Tornati in centro ci siamo ricordati che dovevamo mangiare e non c’era nulla di meglio di McDonald’s per velocità ed economicità. Dopo il fast food, abbiamo girato un po’ per la old city tra monumenti, chiese ortodosse e negozi di souvenir ed alle 19:15 abbiamo salutato Kristine e siamo tornati in Hotel per il riposino pre-serale.

Dopo esserci docciati e riposati, alle 22 eravamo pronti per affrontare la serata più importante della vacanza, il sabato notte! Siamo arrivati in centro dopo circa mezz'ora e visto che c'era la partita dell'Inter (finale della champion's league), abbiamo cercato un locale per andarla a vedere e bere qualcosa.

Finita la partita, con la morte nel cuore per il risultato, siamo andati allo Skyline bar (che già conoscevo) al 26esimo piano dell'Hotel Latvija, da cui si gode una vista mozzafiato. L'ambiente era molto carino, bella gente, disk jockey che ravvivava la serata ma non era quello che cercavamo. Verso l'una e trenta abbiamo preso la macchina e siamo andati a vedere un paio di locali che avevo annotato nei miei appunti per il viaggio.

Il primo, La Rocca, era chiuso oppure c'era una festa privata. Non abbiamo capito bene cosa ci fosse ma le porte erano chiuse anche se si vedeva gente all'interno e quindi siamo ripartiti per l'altro, che doveva essere in una via parallela. Accendiamo anche il navigatore, impostando la nuova via e dopo aver fatto un paio di incroci, abbiamo scoperto che erano due locali attaccati.

Quest'altro si chiamava Studio 69 e a dire il vero, sarebbe stato uno dei locali contenuti all'interno del complesso chiamato La Rocca. Eravamo indecisi se entrare o meno ma dopo aver pensato due secondi, ci siamo detti: perché no? Se non ci fosse piaciuto, avremmo preso da bere e saremmo andati via. Sti cazzi!! Non voglio indagare sulla moralità delle signorine presenti (alcune sicuramente erano li per guadagnare qualche soldo) ma così tante ragazze stupende, tutte in un locale, non le avevo mai viste. Siamo rimasti un paio d'ore ed alle 4:30 eravamo nella nostra camera d'albergo.

DOMENICA 23

Inspiegabilmente alle 8:30 suona il telefono della camera, senza che nessuno avesse chiesto un qualsiasi tipo di sveglia. Ovviamente non facciamo in tempo a rispondere e purtroppo il danno è fatto, siamo svegli. Rimango ancora un po’ sul letto ed alle 10, mentre Simone dorme ancora, scendo alla reception per collegarmi ad internet con il wifi, visto che nel secondo piano dove eravamo noi non arrivava il segnale.

Torno in camera alle 10:45 e mi tocca svegliare Simone perché si stava facendo tardi e volevo passare un po’ in centro, prima di partire. Alle 11:15 lasciamo l'Hotel Toss ed andiamo a fare colazione al solito Double Coffee di Kalku Iela per partire subito dopo alle volta dell'aeroporto. Puntualissimi con il programma di viaggio, alle 13 facciamo l'ingresso al parcheggio del Lidosta e lasciamo la macchina nello stesso punto in cui l'avevamo presa. Nemmeno il tempo di scendere ed arriva l'uomo della Car4Rent con cui chiudiamo la pratica del noleggio, riconsegnandola intatta come l'avevamo presa.

A questo punto, iniziamo il lungo viaggio di ritorno, con il primo aereo della giornata (Riga-Bergamo) che ritarda di un'ora. Invece che partire alle 14:50 decolla esattamente 60 minuti dopo ed arriviamo a Bergamo quando sono da poco passate le 18 ma con il fuso orario diventano le 17. Cerchiamo un posto per lasciare i bagagli di Simone e perdiamo mezz’ora per farli controllare e sigillare, prima di poterli depositare in custodia.

Alle 17:45 possiamo finalmente uscire dallo scalo orobico e passare un paio d’ore nel famosissimo Orio Center, in attesa dell’aereo che ci dovrebbe riportare a Pescara (alle 22:30). In quei dieci minuti a piedi per traversare la strada ho capito che in Italia, a differenza di quando siamo partiti, era arrivato il caldo.

Nel grande centro commerciale, amatissimo dagli inglesi, si nota la forte presenza straniera della zona. In fatto di stile però, gli stranieri non ci raggiungeranno mai ed ho visto italiani con pinocchietti, Crocs e marsupi a tracolla a cui gli extracomunitari non arriveranno mai.

Dopo aver abbondandemente passeggiato per i negozi, approfittiamo dell'attesa anche per mangiare qualcosa e quando sono le 20:15 decidiamo di tornare all'aeroporto. Ad ogni passaggio ai controlli avevo sempre paura che mi pesassero la valigia ma fin'ora non era mai successo ma la fortuna ha voluto che fosse arrivato il momento.

Entriamo nel il serpentone per fare i controlli e vediamo, prima degli scanner, una signorina con il misura bagagli della Ryanair che controllava a tappeto tutti quelli che passavano. Ok, non avevo scampo e speravo solo che fosse clemente. Avevo precedentemente pesato il trolley e sapevo già che era di 12,1 kg quando il massimo consentito è di 10.

Ci siamo, arrivo dalla ragazza che puntualmente mi chiede di mettere la valigia nel contenitore. Le dico che prima devo sistemare un paio di cose e mi appoggio sul tavolo per tirare fuori un po di cose. Metto il giubbino, lego la maglia più pesante che avevo alla vita, tiro fuori tutti i caricatori dei telefoni, della macchina fotografica, il cavalletto ed un po monete lituane e lettoni mettendolo nelle tasche ed affronto la pesa: 10,5!

E' ancora troppo ma chiudendo un occhio si può passare. Oltre quello del peso però, c'era anche il problema delle dimensioni ed il mio bel trolley non ci pensava proprio ad entrare nel misuratore. Essendo semirigido però, la cosa non era gravissima e sono stato lasciato passare.

C'era tantissima folla in aeroporto, forse perché di domenica sera, ed aspettando di imbarcarci ho fatto caso a quanta gente di nazioni diverse c'era in quella piccola porzione dello scalo. La sala d'attesa in cui eravamo, serviva a 3 gates e tutti quanti avevano un aereo in partenza. C'era gente diretta in Portogallo, Germania e Svezia e la palma dei più casinari non poteva che andare ai portoghesi, molto rumorosi ed anche un po rompiballe.

Finalmente è il nostro turno e poco dopo le 22 si apre il gate. Alle 22:15 siamo a bordo dell'aereo e decolliamo per Pescara alle 22:37, qualche minuto in anticipo rispetto all'orario ufficiale. Si arriva dopo appena 50 minuti senza nessuna nota di riguardo tranne che, per la quarta volta su quatto aerei presi abbiamo sempre cercato ed ottenuto la fila 17. Una delle due file sopra le ali, dove essendoci le uscite di emergenza, lo spazio per le gambe è maggiore.

Siamo usciti dall'aeroporto alle 23:30 dove ad attenderci c'era la sorella di Simone con il fidanzato. All'una e 15 ero in camera mia, pronto a disfare l'ennesima valigia.

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