Partenza sabato mattina alle 9.43, con un vento medio tra 10 e 15 nodi che ci ha fatto navigare molto veloci durante le prime ore. Il mare non era una tavola ma nemmeno troppo agitato e l'andatura di lasco rendeva la regata abbastanza tranquilla. Le previsioni meteo non erano troppo rassicuranti ma i problemi maggiori ci sarebbero dovuti essere al ritorno, il giorno seguente.
L'equipaggio che doveva essere di 9 persone all'ultimo momento è diventato di 8, essendo venuto a mancare Andrea per un malore della madre. Eravamo: Sandro, Valentina, Federica, Jean Claude, Giorgio, Paolo, Mario ed io.
Era la prima volta che facevo una traversata (avevo già fatto una "lunga" ma costiera) e non ero molto tranquillo. Viste le condizioni del tempo, ero sicurissimo di prendere tanta acqua ma per fortuna così non è stato. Nel pomeriggio di sabato il vento era sceso ed il sole cominciava a farsi sentire. La regata, con poco vento, diventava noiosa, bisognava mettersi sottovento in posizione abbastanza scomoda. Complice il caldo finalmente ci si poteva spogliare e qualcuno ha messo addirittura ad asciugare gli indumenti bagnati.
Dopo un calo a metà dell'andata, avvicinandoci al giro di boa, il vento cominciava a rinforzare ma sempre senza raggiungere livelli preoccupanti. Nel frattempo era sceso il buio ed anche le cose più semplici non erano più tali.
Alle 23.30 finalmente arriviamo allo scoglio che, nonostante il buio e la foschia, avevamo già visto da parecchio tempo. Giriamo per primi seguiti a brevissima distanza da un'altra imbarcazione che a causa di qualche nostro problema nell'issata di spinnaker, riesce a passare in testa ed avviarsi per prima verso la terra ferma. A dire il vero noi abbiamo rischiato di salirci sopra a quello scoglio. Appena passata la barca comitato, abbagliati dalle sue luci, abbiamo virato immediatamente senza tener conto che c'era ancora l'isola e la stavamo per prendere in pieno. Per fortuna qualcuno dalla barca giuria ci ha urlato così Sandro si è reso conto di quanto stava accadendo ed ha cambiato immediatamente la rotta.
La cosa che mi ha fatto particolarmente impressione, quando abbiamo girato la prua verso l'Italia, è stata la quantità di fulmini che si vedevano in lontananza. Ce n'erano proprio tanti e di notte facevano ancora più paura. Visto che erano molto lontani avevo paura ma per il momento cercavo di non pensarci.
Durante il ritorno qualcuno, a turno, andava a riposare ma io non ero stanco e sono rimasto sempre in prima linea. Maglione di lana con collo dolce vita, cuffia e cerata a coprire il tutto ed ero pronto per affrontare qualsiasi condizione meteorologica. In effetti, in un paio di occasioni mi sono detto: "è ora di prendere l'acqua", quando, per pochi secondi, si cominciavano a sentire delle gocce di pioggia che cadevano. Fortuna ha voluto che dopo 30 secondi abbia smesso di piovere e questo è successo in almeno 3 occasioni. Ogni volta iniziava, ci faceva preoccupare e poi smetteva.
E' stata una delle notti più lunghe della mia vita passata a mangiare Mars, Bounty, cubi di parmigiano e fumare qualche sigaretta di Giorgio (visto che lui dormiva quasi sempre). Ci mancava un bel cuba libre ma non abbiamo incontrato nessun autogrill in quel tratto di mare. In compenso però c'era un traffico che nemmeno immaginavo ed abbiamo incontrato diverse navi da crociera, dei pescherecci e navi da carico.
Una delle cose più suggestive è stata l'alba che, se non fosse stato nuvoloso, sarebbe stata sicuramente stupenda.
Alle 6:30 la situazione era stabile, non c'erano particolari problemi di navigazione ed aspettavo solo che qualcuno di quelli che erano di sotto a dormire si fosse svegliato per poter finalmente andarci anche io. Poco dopo esce Jean Claude ed io mi fiondo di sotto dicendo a tutti che ci saremmo rivisti a San Benedetto, all'arrivo in porto.
Siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, dopo che mi ero tolto la cerata, il maglione e le scarpe e stavo cercando la posizione migliore per riposare si sente la voce di Sandro che urla a tutti di uscire di corsa perché si era alzato il vento e bisognava ammainare lo spinnaker . Mi sono dovuto vestire di fretta e salire in coperta ed addio al tanto sospirato riposino. Pensare che gente come Giorgio ha fatto due o tre turni di qualche ora ciascuno sui materassi.
Alle 10:20 finalmente tagliamo il traguardo e davanti a noi non c'era nessuno.
ABBIAMO VINTO!
Nessun commento:
Posta un commento