04 novembre 2010

Inzaghiiiiii (Milan - Real 2:2)

Ma quando rinasce uno così? Perché il calcio, in teoria, dovrebbe far vincere chi gioca meglio, chi ha più classe, chi ha più corsa. E an­che chi crea più occasioni. Ma poi arriva l’inspiegabile razio­nalmente. Lui che ha 37 anni, lui che gioca con il contagocce, lui che sembrava avesse se­gnato già quando si è tolto la tuta per entrare, tanto era at­teso dal pubblico di San Siro. Lui che si chiama Pippo Inza­ghi e che può nascere solo ogni 50 anni. Lui che entra al 15’ della ripresa e otto minu­ti dopo capisce che Casillas può sbagliare, sul tiro di Ibra. E infatti Casillas sbaglia e lui è lì come un falco, a rimetter­la in gol. A pareggiare. A urla­re sotto la curva. E poi passa­no altri 10 minuti, e il Milan sarà andato dieci volte in fuo­rigioco, ma lui è lì, ancora in agguato, sulla linea della dife­sa. E quando Gattuso, che non è Pirlo ma ha un’anima così, lancia, lui parte, in posi­zione molto dubbia, e porta il Milan sul 2-1, nell’apoteosi di una serata magica. Lui che sale a 70 gol in Europa, supe­rando Raul e Muller, primo di sempre. Lui che sale a 125 gol con la maglia del Milan, su­perando Van Basten. E pa­zienza se al 49’ Pedro Leon pareggia, evitando a Mou­rinho la prima sconfitta sta­gionale. Lo sanno tutti che la vittoria, godibile, orgasmica, sarebbe stata troppo. Ha vin­to l’Auxerre, in fondo, e allora è un pareggio che vale lo stes­so tanto. CHE SPETTACOLO! (da sporth24.com)





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