Ma quando rinasce uno così? Perché il calcio, in teoria, dovrebbe far vincere chi gioca meglio, chi ha più classe, chi ha più corsa. E anche chi crea più occasioni. Ma poi arriva l’inspiegabile razionalmente. Lui che ha 37 anni, lui che gioca con il contagocce, lui che sembrava avesse segnato già quando si è tolto la tuta per entrare, tanto era atteso dal pubblico di San Siro. Lui che si chiama Pippo Inzaghi e che può nascere solo ogni 50 anni. Lui che entra al 15’ della ripresa e otto minuti dopo capisce che Casillas può sbagliare, sul tiro di Ibra. E infatti Casillas sbaglia e lui è lì come un falco, a rimetterla in gol. A pareggiare. A urlare sotto la curva. E poi passano altri 10 minuti, e il Milan sarà andato dieci volte in fuorigioco, ma lui è lì, ancora in agguato, sulla linea della difesa. E quando Gattuso, che non è Pirlo ma ha un’anima così, lancia, lui parte, in posizione molto dubbia, e porta il Milan sul 2-1, nell’apoteosi di una serata magica. Lui che sale a 70 gol in Europa, superando Raul e Muller, primo di sempre. Lui che sale a 125 gol con la maglia del Milan, superando Van Basten. E pazienza se al 49’ Pedro Leon pareggia, evitando a Mourinho la prima sconfitta stagionale. Lo sanno tutti che la vittoria, godibile, orgasmica, sarebbe stata troppo. Ha vinto l’Auxerre, in fondo, e allora è un pareggio che vale lo stesso tanto. CHE SPETTACOLO! (da sporth24.com)
04 novembre 2010
Inzaghiiiiii (Milan - Real 2:2)
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