Pazzesco quello che sta succedendo sull'Everest, dove l'eccessiva presenza di scalatori sta causando una serie d'incidenti mortali.
Everest, strage sovraffollamento. Troppi alpinisti in coda verso la vetta
Solo nelle ultime 24 ore sono morti due scalatori, uno di nazionalità britannica e uno irlandese, a causa di malori derivanti dall'altitudine.
Si tratta dell'ottava e della nona vittima nell'arco di una settimana, la decima della stagione iniziata a metà maggio. Questo periodo rappresenta una finestra favorevole per le scalate sull'Everest, ma divampa la polemica sulla scarsa autorizzazione delle autorità del Nepal.
Sarebbero infatti troppi i permessi rilasciati, quasi 400 per la stagione primaverile ad un costo salatissimo di 11.000 dollari ciascuno, che hanno portato questo sovraffollamento sul tetto del mondo, così da mettere a dura prova il fisico e la resistenza degli alti costretti a fare lunghe file.
Il Nepal tuttavia ha respinto ogni accusa, definendo infondate le voci legate al fatto che sia stato il sovraffollamento la causa di queste tragiche fatalità. La foto della cima dell'Everest affollata da oltre 300 scalatori in fila uno dietro l'altro, appare però eloquente sul clamoroso traffico in alta quota.
I tempi lunghissimi per raggiungere le vetta, fino a due ore di coda, non possono però che mettere a dura prova gli scalatori. Ad un'altezza di 8.848, infatti, l'aria è estremamente rarefatta ed ogni respiro contiene un terzo dell'ossigeno rispetto a quello che si trova al livello del mare.
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