25 novembre 2006

Io non mori' e non rimasi vivo

INFERNO Canto XXXIV

...
Luogo è là giù da Belzebù remoto
tanto quanto la tomba si distende,
che non per vista, ma per suono è noto

d'un ruscelletto che quivi discende
per la buca d'un sasso, ch'elli ha roso,
col corso ch'elli avvolge, e poco pende.

Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d'alcun riposo,

salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch'i' vidi de le cose belle
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.

E quindi uscimmo a riveder le stelle.


Sono reduce da una settimana in cui ho scritto e parlato
(ci separano 386 km) con lei come con nessun'altra prima e come con nessun'altra mai più. Un misto tra la Beatrice di Dante e la Miss Cavendish di Opus Pistorum di Henry Miller. La mia vita non sarà più la stessa.

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