14 agosto 2014

Un tuffo a Sirolo

Ieri mattina, nonostante le poche ore di sonno, dormite anche male, ho mantenuto la parola è sono andato al mare a Sirolo. Sono andato chiaramente da solo perché nessuno dei miei amici si sarebbe svegliato alle 7:30 per andare al mare che piace a tutti ma lo amiamo in pochi.

Avevo appuntamento alle 8:15 al bar di Coppo di Sirolo con un altro amico, Simone, autista degli autobus urbani proprio della ridente cittadina del Monte Conero. Ho parcheggiato l'auto vicino alla rimessa degli autobus, lontano dal centro, assicurandomi un bel parcheggio gratuito che in quella città è cosa molto rara e sono partito con lui, quando ha iniziato il servizio.

Poco dopo l'autobus si è riempito di turisti e popolazione locale ed alle 9:15, finalmente siamo arrivati a destinazione, presso la rinomata Spiaggia Urbani.

C'erano solamente due stabilimenti balneari per cui la scelta è stata molto semplice e tra Arturo e Peppe, a occhio, ho scelto per il secondo. A quell'ora infausta i lettini erano praticamente tutti deserti, come pure gli ombrelloni e per averne uno non c'è stato nessun problema.

Man mano la spiaggia veniva popolandosi fino ad arrivare al completo verso le 11 e mi piaceva ascoltare i commenti dei vicini, molto spesso turisti da fuori regione. Persone per lo più entusiaste del paesaggio e la più meravigliata è stata una ragazza nel lettino accanto al mio che parlando al telefono con qualche familiare, ha esclamato: sembra di essere negli anni '60.

In effetti, lo stabilimento dai colori pastello con l'edera che ne copriva una parte importante ed i colori stessi dell'attrezzatura balneare, ricordavano in pieno i mitici film ispirati agli anni d'oro, quelli celebrati spesso dai Vanzina.

La clientela era abbastanza variegata, si andava dalle famigliole locali alle giovani coppie di fidanzati in vacanza ma se qualcuno fosse andato a cercare gruppi di ragazze in età pre-adulta (o post-adolescenziale), sarebbe rimasto molto deluso. Forse, per questo motivo, è stato meglio che sono andato da solo.

Veniamo infine a parlare del mare e del paesaggio che senza troppi aggettivi inutili è semplicemente meraviglioso. Come tutte le cose belle però, per averle, bisogna spesso soffrire un po'.

La sofferenza in questo caso è data dal terreno ghiaioso e ciottoloso che rendeva praticamente impossibile camminare scalzi e per uno come me che è vissuto sempre sulla sabbia, la cosa è stata un vero strazio per cui, quando ho deciso di andare a fare un giro di perlustrazione, ho pensato bene di indossare le Adidas con cui ero arrivato.


Visto che Simone terminava il servizio all'una, quando mancavano una ventina di minuti, mi sono preparato e sono tornato in piazzetta ad aspettare il suo arrivo. 

Come per l'andata, ma con andamento inverso, abbiamo distribuito i bagnanti per le varie fermate e siamo tornati in centrale, da cui, prese le rispettive auto, siamo andati a mangiare insieme.

Nel pomeriggio ho pensato bene di tornare alla solita Civitanova.














Nessun commento: