24 agosto 2008

Suicida per l'altezza

E' incredibile come la sensibilità di una persona possa portare a gesti così drammatici come quello terribile ed assurdo di questo ragazzo. La vicenda mi tocca particolarmente perché io so cosa vuol dire essere alto due metri e non nego che da ragazzo la cosa non mi entusiasmasse più di tanto, per usare un eufemismo, ma ormai è una cosa passata e credo che sia peggio essere alti 1,50 che 2.00.


Pesarese di 22 anni, studente modello alla facoltà di ingegneria, in crisi da mesi anche per i suoi 2 metri


PESARO - Thomas Francolini, 22 anni compiuti lo scorso 14 agosto, studente modello iscritto alla facoltà di ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche, ad Ancona, è morto travolto all’Intercity 776 Tergeste in servizio da Lecce a Trieste, partito alle 2,34 dalla stazione del capoluogo marchigiano. Erano trascorse da poco le 3.15 quando il macchinista, giunto in località Tre Ponti, si è trovato di fronte il giovane, in piedi, in mezzo al binario. Impossibile attuare la frenata rapida. Il giovane è stato centrato dalla locomotiva, il suo corpo maciullato. Visibilmente sotto choc, il macchinista ha avvertito la centrale e sul posto sono arrivate pattuglie della polizia ferroviaria e della squadra volante.

Il buio della notte non ha aiutato l’opera degli agenti. Solo intorno alle 6, quando sul posto sono arrivate un’ambulanza della Potes e la squadra mobile, si è avuta un’idea più chiara. Il corpo era frantumato in mille pezzi. La scena sconvolgente. Trascuriamo volutamente i particolari che hanno messo a dura prova anche chi è abituato, tutti i giorni, a fare i conti con la morte, con le tragedie. Non a caso, per identificarlo si è reso necessario l’esame comparato con il Dna del padre, effettuato ieri pomeriggio.

Il silenzio della notte e della prima mattina era stato rotto dal lugubre suono delle sirene. I residenti a Tre Ponti e nelle zone circostanti hanno capito subito che era accaduto qualcosa di grave. Lungo via Acquabona, la strada che fiancheggia la ferrovia, era parcheggiata l’Opel Astra con cui era arrivato Thomas. Un luogo tranquillo, frequentato abitualmente da coppiette più o meno regolari in cerca di tranquillità. Lì il ventiduenne ha cercato e trovato la morte.

Inizialmente si era ipotizzato un giallo. Nell’auto la fondina, vuota, di una pistola. Nella cunetta, a pochi passi da dove il giovane studente è stato travolto dal treno, la pistola. E qualcuno ha raccontato di avere sentito urlare nella notte, come fosse in corso un litigio. Nessun giallo. La pistola è del nonno di Thomas. E per accertare cosa c’è dietro quelle urla indaga la Squadra Mobile.

Thomas Francolini. risiedeva con la famiglia (il padre Lucio, la madre Cinzia Cardinali e il fratello più giovane di cinque anni) in via Cesena. Una strada tranquilla nel quartiere Tombaccia, a due passi dalla ferrovia. Chissà quante volte avrà ascoltato il rumore provocato dallo sferragliare delle locomotive e dei vagoni, magari prima di addormentarsi.

Uno studente modello, un figlio in gamba. Diverso dagli altri coetanei, non omologato alla massa. Thomas Francolini era diverso, più attento alla scuola che alla discoteca, che al primo posto fra gli interessi aveva messo, appunto, lo studio.

I genitori sono molto conosciuti, lavorano entrambi nell’industria del nonno materno, nel settore dei forni.

E’ stato il padre ad essere informato dell’accaduto. Uno choc violento e mille domande e altrettanti dubbi che accompagneranno l’esistenza dei genitori. E’ stato fatto tutto per capire il ragazzo? Ieri mattina, fra le tante voci che hanno accompagnato la tragica notizia, una ha lasciato sgomenti: Thomas sarebbe andato in crisi qualche mese fa, a inizio anno. Era sempre più turbato dall’altezza, dai suoi 2 metri. Sembra impossibile, ma il turbamento avrebbe indotto lo studente universitario a togliersi la vita. E comunque da mesi si era isolato, anche dagli amici. Da tutto quello che era esterno al suo mondo. Non ha lasciato scritti per spiegare il suo gesto. Il traffico ferroviario è andato avanti a senso alternato per circa tre ore e solo alle 8.40 è tornato alla normalità.

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