Terzo viaggio a Londra dopo un weekend nel dicembre 2004 e 4 giorni a febbraio 2008. Le cose da vedere talmente tante che ogni volta se ne scoprono di nuove, fermo restando l'obbligo di visitare "i classici" da cui non ci si può esimere.
Il volo doveva essere la fotocopia di quello dell'anno scorso tranne il fatto che saremmo partiti il venerdì invece del giovedì, comunque da Ancona e con gli stessi orari, compreso quello assurdo del ritorno, alle 9 della mattina. Qualche giorno prima della partenza però, il Michele (organizzatore) mi fa sapere che la Ryanair ci ha chiesto di partire da Perugia e tornare a Pescara in modo da liberare dei posti (35) dallo scalo dorico che sarebbero serviti ai numerosi podisti che volevano recarsi a Londra per la maratona che avrebbe dovuto svoglersi proprio durante la nostra permanenza. Avendoci la "Rana" (Ryanair) coperto tutte le spese in più, dovute allo spostamento, abbiamo accettatto senza problemi anche perché avremmo guadagnato diverse ore di permanenza, partendo prima e tornando dopo.
Essendo la gita del "corso di inglese", per la prima volta dopo anni, ho partecipato ad un viaggio senza esserne l'organizzatore. Mi è costato un po di più ma non ho dovuto pensare assolutamente a nulla se non partire e divertirmi.
Diario di viaggio
Venerdì 24
Mi sono svegliato alle 6 per radermi e fare colazione ed alle 6:45 mi sono fatto accompagnare al punto di ritrovo, a Civitanova. Alle 7 (come da programma) siamo partiti ed ho scoperto che c'era una fermata alle 7:30 anche a Trodica che mi avrebbe consentito di dormire 30 minuti di più!
Alle 9:30 siamo arrivati all'aeroporto di Perugia dove, a differenza della partenza e di gran parte del viaggio, splendeva il sole ed era caldo. Per il viaggio ero partito con un Fay primaverile nel trolley e con addosso un Woolrich siberiano che era un po eccessivo per il clima italico ma si sarebbe rivelato utile in UK.
Ero curioso di vedere l'aeroporto di Perugia (ovvero Bastia Umbra) perché non essendo lontanissimo un giorno potrebbe risultare utile per volare da qualche parte nel mondo. Ho visto con piacere che è facile da raggiungere, c'è la possibilità di lasciare l'auto nei dintorni senza dover pagare il parcheggio ma è più scarso di un autogrill in una strada di campagna: piccolo da far paura e senza niente all'interno. Addirittura carente nelle toilettes che dovrebbe essere il servizio minimo offerto. Due per gli uomini e due per le donne quelle presenti prima del controllo passeggeri ed una solamente nell'area partenze, dopo aver effettuato i controlli. Incredibile.
L'aereo è decollato alle 11:30 ed abbiamo toccato terra alle 13:45 che, con il fuso orario, sono diventate di colpo le 14:45. In aeroporto qualcuno ha cambiato degli euro, altri si sono fatti dei bei sfilatini e dopo 30 minuti ci siamo ritrovati per prendere il pullman della Terravision per Victoria Station (15 euro andata e ritorno). Michele, con un abile mossa, era andato a parlare con la ditta dei trasporti ed era riuscito ad ottenere di farci salire tutti sullo stesso autobus.
Alle 15:30 siamo partiti per Victoria, dove siamo arrivati con un po di ritardo (alle 17) avendo incontrato traffico dovuto a strade chiuse per le proteste della comunità Tamil. Londra è peggio di Roma, vanno tutti li a protestare.
Gli hotels in cui alloggiavamo erano due, abbastanza vicini, ed il nostro si trovava proprio nella via dietro alla Victoria Coach Station. Me lo devo ricordare la prossima volta che torno perché era veramente comodo. Era un cesso come tutti gli hotels inglesi (a parte quelli "stellati") ma almeno si trovava in una posizione centrale e soprattutto avevamo trovato un bar, alla fine della via, gestito da ragazzi italiani che cucinavano anche la pasta (italiana).
Dopo una prolungata attesa fuori dall'ingresso, dovuta ad un problema sorto con le camere, alle 17:45 finalmente siamo riusciti a prendere possesso della nostra n.15, posta sotto la sede stradale. Per scendere bisognava passare da una porticina bassa e stretta e fare una rampa di scale ripida e tappezzata di moquette. Nel corridoio sotto erano appoggiati dei sacchi dell'immondizia che abbiamo dovuto spostare per poter passare. Nonostante il percorso per arrivarci non fosse dei più agevoli, siamo arrivati alla camera ed abbiamo scoperto con piacere che c'erano 6 posti letto: un matrimoniale con un singolo sopra, un classico letto a castello singolo e in una stanzina collegata, un altre letto ed il bagno. Cavolo che suite! Moquette ovunque, per la gioia degli acari e nessuna finestra o presa d'aria. Essendo il letto singolo l'unico senza sponde, ho chiesto ai compagni di stanza se potevo prenderlo io ed ovviamente nessun motivo in contrario. Ho condiviso la camera con Andrea e Paolo, più o meno miei coetanei con cui avevamo gli stessi interessi: la pussy.
Alle 18:30 c'era l'appuntamento fuori dall'hotel per il primo contatto con la città. Siamo partiti alla volta del Tate (Tate Modern London) che abbiamo raggiunto dopo una bella camminata. La metro era stata esclusa come opzione perché essendo in tanti e soprattutto di una certa età, ci sarebbero stati sicuramente degli smarrimenti. Prima di visitare la galleria, essendo già le 21, ci siamo diretti all'ultimo piano dove c'era un bellissimo ristorante con vista panoramica in cui abbiamo cenato. Devo dire che la vista era realmente fantastica, soprattutto nell'ora in cui si spegneva il sole e si accendevano le mille luci della città ma l'abbiamo pagata a caro prezzo. Finito di cenare siamo scesi a visitare la mostra che purtroppo (o per fortuna) chiudeva alle 23.
La Tate Modern è una galleria d'arte parte del complesso museale Tate del Regno Unito, le altre gallerie del sistema sono la Tate Britain, Tate Liverpool e Tate St Ives. Si trova a Londra, nella zona di Bankside; è ospitata in una ex centrale elettrica ed è dedicata all'arte moderna internazionale. Come spesso accade l'arte moderna non è capita dai contemporanei ed infatti, anche in questo caso, le espressioni più ascoltate dai miei compagni di viaggio sono state: ma che cazzo è sta cagata?
Alle 23 siamo usciti dalla galleria d'arte e camminando verso il centro siamo tornati all'hotel più o meno alla 1:45.
Sabato 25
Sveglia abbastanza mattutina, alle 7:30 e dopo esserci preparati, alle 8:30 eravamo fuori in cerca di una bar dove fare colazione. Ne abbiamo trovato uno sfigato, di fronte alla stazione dei pullman, dove avevo deciso di farmi del male con una cosa che sembrava "carina": una fetta di cheesecake (torta di formaggio) con delle fragole sopra. Diciamo che... il cappuccino non era male.
Alle 9:30 il gruppo si era ricompattato e siamo partiti, sempre a piedi, alla volta della National Gallery. Durante il percorso siamo passati per Buckingham Palace, St.James Park (quello con papere e scoiattoli) ed un palazzo dove nell'ampissima area antistante abbiamo visto una parte del cerimoniale del cambio della guardia che credo si sarebbe conclusa dalla parte opposta del parco, al palazzo della regina.
Uscendo da questo palazzo, andando pochi metri verso destra, siamo passati a vedere l'abitazione del primo ministro Gordon Brown, al famosissimo n.10 di Downing Street e un centinaio di metri nella direzione opposta, sulla Trafalgar Square, c'era la National Gallery, dove siamo arrivati a mezzogiorno.
La National Gallery di Londra, fondata nel 1824, è un museo che, nella sua sede di Trafalgar Square, ospita una ricca collezione composta da più di 2.300 dipinti di varie epoche, dalla metà del XII secolo al secolo scorso. E' una collezione di dimensioni modeste se paragonata a quelle delle gallerie nazionali di altri paesi europei, ma che annovera però tra i propri pezzi un gran numero di opere molto importanti appartenenti a vari periodi artistici, dal primo Rinascimento al Post-impressionismo.
A differenza di quello schifo del Tate, la NG è piaciuta tantissimo. Siamo rimasti sbalorditi nel vedere i dettagli presenti in alcuni quadri: le luci, i riflessi, le ombre, il pizzo degli abiti ed addirittura i capelli facevano di certe opere quasi una fotografia. Incredibilie ma vero, mi sto appassionando alla pittura.
Verso le 13:30 siamo usciti, in direzione Covent Garden, dove siamo arrivati in pochissimo tempo, trovandoci già nelle vicinanze. Essendo difficile andare a pranzo tutti insieme, ci siamo separati, dandoci appuntamento alle 15:30.
Poco fuori del mercato di CG avevo notato un bel ristorantino dove un paio di persone avevano sul piatto una bistecca così invitante che l'avevo mangiata con gli occhi ed è proprio li che siamo andati a mangiare una buona parte del gruppo. Io e le 3 persone con cui ero a tavola (Nadia la guida, un avvocato 81enne e la sua compagna), siamo tornati all'interno del mercato con qualche minuto di ritardo e non abbiamo trovato nessuno, evidentemente già partiti per la tappa successiva senza aspettarci.
Sapendo che sarebbero andati al British Museum, mappa alla mano, ci siamo incamminati in quella direzione dove, sicuramente perdendoci, siamo arrivati dopo circa un'ora (erano 500 metri).
Appena siamo arrivati abbiamo incontrato i nostri compagni all'esterno del museo che ci hanno detto di averlo già visitato e che stavano andandosene. Non capendo come avessero fatto a visitarlo in così poco tempo ho chiesto spiegazioni Michele che si è meravigliato che ci avessimo impiegato un'ora per raggiungerli quando loro ci avevano messo poco più di 10 minuti. Fortuna che avevo la mappa!
Siamo entrati giusto il tempo di andare visitare i bagni e notare la magnifica copertura in vetro. Mi è dispiaciuto non averlo potuto visitare perché il British Museum è uno dei più grandi ed importanti musei di storia del mondo. Ospita sei milioni di oggetti che testimoniano la storia e la cultura materiale dell'umanità dalle origini ad oggi, ma molti di questi sono ammassati negli scantinati per mancanza di spazio. La Great Court della Regina Elisabetta II è il grande cortile quadrato, che ha le dimensioni di una piazza al centro del museo. Coperta da una grandiosa cupola di vetro, è oggi la più grande piazza coperta d'Europa.
Sicuro di aver perso un museo importantissimo, ho chiesto ad un paio di amici cosa avessero notato di interessante all'interno e le loro risposte mi avevano tranquillizzato molto: un sacco di sassi, pietre e qualche mummia.
Siamo ripartiti insieme al resto del gruppo in direzione Oxford Street, una delle strade più famose della capitale britannica ed una delle più attive strade commerciali del mondo che con i suoi 300 negozi (tra elettronica, vestiti, e tanto altro ancora) è anche la più grande.
Dato il poco tempo che avevamo a disposizione, abbiamo visitato solo un po di shops all'inizio dell'interminabile via e la maggior parte delle persone si era persa dentro il primo negozio di articoli sportivi.
Riunito il gruppo ci siamo diretti a Piccadily Circus dove a due passi abbiamo provato a cercare posto per mangiare in uno dei pub più grandi (di cui non ricordo il nome) ma purtroppo era impossibile trovarlo (non c'era posto per 4 figuriamoci per 30). Il Michele però non si era scoraggiato ed era andato a chiedere posto all'O'Neill's che incredibilmente stava per aprire una sala superiore, per un concerto live, proprio in pochissimi minuti.
Alle 20:30 siamo entrati in questo pub dove abbiamo cenato e ballato fino quasi all'una. Mi è piaciuto molto sia perché abbiamo mangiato e bevuto ad un costo più che accettabile sia perché era pieno di gente tra cui spiccavano anche diverse belle gnocche abbastanza alterate dall'acool.
Alle 2:15, dopo una bella camminata ed un taxi finale, eravamo in hotel ma visto che mi sembrava presto mi sono messo a scrivere qualche cartolina ed ho spento la luce alle 3:45.
Domenica 26
Essendo la domenica il giorno del signore, non mi andava proprio di svegliarmi per andare con gli il gruppo così sono rimasto sul letto fino alle 10. Ho scritto "rimasto sul letto" e non "svegliato" perché la sveglia me l'avevano già data i miei due compagni di stanza che si erano svegliati scaglionati e quasi all'alba (8:30-9).
Mi sono alzato con molta calma e verso le 11, quando stavo per uscire ormai da solo, era tornato Paolo che non era andato con il gruppo. Chiesto il programma della mattinata a Michele, avevamo deciso di incamminarci verso Harrod's dove gli altri avevano la prima fermata. Appena arrivati ho mandato un altro sms per aggiornarmi sulla loro posizione ma purtroppo erano già andati via ma noi potevamo comunue visitarli. Paolo mostrava indifferenza ed io li avevo visti lo scorso anno così abbiamo deciso di raggiungere il gruppo al Natural Hystory Museum, poco distante.
Il Museo di storia naturale (The Natural History Museum) è sede di collezioni di biologia e geologia e comprende circa 70 milioni di reperti. Vi sono cinque collezioni principali: botanica, entomologia, mineralogia, paleontologia e zoologia. Vi è inoltre un giardino botanico contenente molta fauna e flora native.
Praticamente è il paradiso di ogni bambino dove, già nell'ingresso, c'era il gigantesco scheletro di un dinosauro a darci il benvenuto. Non essendo noi proprio dei bambini (io 38 a Paolo poco meno) e dovendo rincorrere gli altri che erano già alla fine della visita ce lo siamo guardato abbastanza velocemente non fancendoci mancare però qualche foto di e con gli animali più disparati.
La cosa che mi ha colpito di più del museo è stata, nel bene e nel male il contenitore. Un non so bene come definire, se palazzo o castello, comunque una struttura di eccezionale bellezza architettonica a cui però è stata appiccicata una parte moderna che non c'entra proprio niente. Orrore!
Alle 13:45 siamo usciti in cerca di cibo e, tornati nei pressi di Harrod's, ci siamo buttati finalmente dentro un McDonald's, il primo della vacanza. Secondo me ho mangiato e bevuto meglio li dentro con 4 sterline che al Modern Tate con 24. McChicken, patate fritte e coca contro una bistecca in cenere ed un vino portoghese che sapeva di stanza d'albergo.
Usciti dal ristorante americano abbiamo trovato casualmente gli altri, di cui avevamo perso le tracce e ci siamo accodati per andare a vedere Hyde Park, spronati dall'euforica Nadia (guida) che ce lo aveva descritto come supermegafantasmagorico.
Alle 15 siamo entrati nel parco che era si carino ma comunque sempre un lago con un prato attorno, non capivo perché ci era stato descritto quasi come un luogo fatato. Donne..
Dopo quasi un'ora di relax ed avendo notato che eravamo rimasti senza soldi sui cellulari (sia io che Paolo) abbiamo deciso di tornare in hotel, dove avevo scoperto che potevamo usare internet gratuitamente. Nel frattempo ci aveva chiamato Andrea (l'altro compagno di stanza) a cui avevamo dato appuntamento in camera per le 16:30 e visto che c'eravamo, dopo la brutta esperienza del giorno prima (dalle 9 alle 2 senza tornare a riposarci) avevamo deciso di buttarci un po sul letto a riposare. Andrea invece è uscito quasi subito, dopo aver ricevuto un sms da un suo amico che abitava a Londra, per incontrarlo e passare la serata con lui.
Alle 18 abbiamo deciso di ripartire ed avendo saputo che Michele andava al Tower Bridge abbiamo chiesto informazioni in hotel sul modo più economico per raggiungerlo, essendo dall'altra parte della città. Le opzioni erano 3: taxi, autobus o metropolitana. Il primo scartato subito perché "very expensive", il secondo perché troppo complicato, non ci rimaneva che la metro, semplice e comodissima. Non era proprio una gran cosa fare un biglietto giornaliero da 5,6 sterline alle 18:30 ma pensavamo comunque di ammortizzarlo con il ritorno.
Alle 18:45 siamo arrivati a destinazione e dopo una camminata infinita dal Tower Bridge all'altro ponte (non so se abbia o meno un nome) alle 20:15 finalmente abbiamo raggiunto il gruppo che stava decidendo dove cenare. Di andare a cena in un ristorante e perdere tanto tempo non ce ne andava proprio ma dopo tutto il pomeriggio a ricnorrerli, una volta raggiunti, sarebbe stato da cafoni andare a cena da soli.
Rassegnato al ristorante, li seguo al Café Rouge, un locale francese vicino al Tower Brige dove non abbiamo mangiato malissimo, a parte una cosa incomprensibile fatta di formaggio liquido con una panatura esterna croccante.
Alle 22:15, finito di mangiare, non avevamo capito bene quale fosse la destinazione successiva ma dopo un po di foto in notturna al ponte avevamo deciso di abbandonare il gruppo, che comunque stava organizzandosi per tornare in hotel, e siamo tornanti in metropolitana: io, Paolo, la madre ed un'amica della madre.
Alle 23:40 eravamo in camera e dopo aver recuperato un po di forze, verso mezzanotte e trenta avevamo preso la decisione di tornare in centro, verso Piccadilly-Leicester a vedere se ci fosse un po di movimento. Era l'ultima sera ed anche se distrutti dovevamo farlo, che uomini saremmo stati altrimenti!?
Siamo arrivati in centro e... sti cavoli!!! Non c'era praticamente nessuno in giro ed oltre alle 10 sterline del taxi (20 con il ritorno) ci siamo fatti convincere a salire in una discoteca, semideserta anche quella, alla modica cifra di 5 pounds.
La nostra domenica era finita alle 3, quando finalmente ci siamo potuti mettere a letto.
Lunedì 27
Sveglia alle 8:45 e dopo i vari preparativi, alle 10:15 siamo usciti, sotto una pioggia fastidiosa, a fare colazione da qualche parte. Per una volta avevamo deciso di cercare un bar nella parte opposta della "Ebury street" (la via dell'hotel) e porca di quella miseria avevamo trovato un bar gestito da italiani che aveva tutti prodotti nostrani e che addirittura cucinava per pranzo (c'era della pasta Barilla sopra gli scaffali). Ci siamo dovuti accontentare di un buon cappuccino e ci è dispiaciuto tantissimo averlo trovato solo all'ultimo giorno.
Tornati all'hotel a recuperare i bagagli ci siamo poi diretti a Victoria (due passi) per prendere il bus (alle 12:00) della Terravision per Stansed, che abbiamo raggiunto dopo un'ora e venti minuti.
Alle 15:40 il decollo, sempre sotto la pioggia ed alle 18 siamo atterrati a Pescara dove, complice un vento fortissimo, l'aereo ha fatto qualche strano movimento poco prima di toccare terra. Brivido!
Usciti dall'aeroporto ci attendeva il pullman che ci doveva riportare a Civitanova che ha svolto il suo compito regolarmente in un'ora e quaranta minuti. Alle 20:15, con il mio arrivo a casa, è finita anche questa vacanza.
15 maggio 2009
Londra 24-27 aprile
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