Caporedattore ha fatto assumere la moglie nel suo programma, presentandola con il cognome da nubile, per aggirare il divieto. La Rai se n'è accorta ed è stato licenziato mentre un giudice l'ha fatto riassumere sostenendo che da un punto di vista prettamente giuridico non ha dichiarato il falso.
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Giornalista Rai fa un contratto alla moglie: per la Cassazione non è licenziabile. Il coniuge non è parente
Il regolamento aziendale vieta di assumere parenti e per il caporedattore che aveva taciuto il suo legame con la donna era stato chiesto il licenziamento. La Suprema Corte gli dà ragione
E’ sicuramente singolare la sentenza della Corte di Cassazione che ha respinto l’atto della Rai con il quale si prevedeva il licenziamento di un caporedattore che aveva chiesto all’azienda un contratto di lavoro autonomo per la moglie. La suprema Corte ha infatti fatto notare che il coniuge non è un parente.
"Non ha rapporti di parentela"
Insomma, da un punto di vista prettamente giuridico, Livio Leonardi – questo il nome del caporedattore dell’azienda radiotelevisiva – non ha dichiarato il falso quando ha sottoscritto di “non avere rapporti di parentela” con la signora in questione.
Il regolamento
Va spiegato che la Rai ha un regolamento che vieta di assumere familiari. Così quando Leonardi ha proposto l’ingaggio per la moglie “come invitata intervistata” al programma Paesi che vai l'azienda ne ha chiesto il licenziamento perché aveva taciuto il suo legame con la donna. Sembra infatti che Leonardi avesse presentato in azienda la moglie con il cognome da nubile. La Rai, però, si era accorta del legame giuridico tra i due e aveva reagito. Lei non era stata più reclutata, lui era stato licenziato, il 5 novembre, secondo quanto scriveva Repubblica.
"Un peccato veniale"
"Ho solo chiesto un misero rimborso spese per una donna da cui sono sostanzialmente separato. Non meritavo questo schiaffo", aveva dichiarato lui su Repubblica. "Parliamo di una professionista valida per la quale ho chiesto un rimborso - aveva aggiunto - In azienda ci sono consanguinei che lavorano uno accanto all'altro, padri e figli, fratelli e fratelli. E loro cacciano me per un peccato veniale. Non ci sto".
Legge e senso comune
Per i legali della Rai tra i parenti, in base al “senso comune”, vanno fatti rientrare anche i coniugi. Non la pensa allo stesso modo la Cassazione che si è evidentemente attenuta al dettato normativo che distingue la “parentela” dal “coniugio”. Per i giudici le due sono cose completamente diverse e dunque la Corte ha dato ragione a Leonardi.
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