09 maggio 2017

Si iscrive a scuola ma solo per spacciare

Tempo libero ne aveva, soldi a disposizione anche, nonostante avesse compiuto 20 anni, ha deciso di iscriversi a scuola. Non si tratta però del figlio redento, ex nullafacente, di qualche riccone ma semplicemente di uno spacciatore moldavo. Complimenti per l'idea originale.


Si iscrive a scuola ma solo per spacciare

Portogruaro. Arrestato un ventenne dopo aver venduto oltre 400 dosi di droga agli studenti dell’Itis e dell’Ipsia

PORTOGRUARO. Si iscrive a scuola per avviare una nuova fiorente attività di spaccio, in un posto diverso da dove vive. Ma viene scoperto dai carabinieri di Portogruaro, che lo stavano controllando da tempo e che l’hanno arrestato. Si tratta di Sava Parfeni, ventenne di origine moldava, residente da molti anni a Portogruaro ed è qui che il giovane è stato ristretto agli arresti domiciliare su disposizione del Gip del Tribunale di Pordenone.

La soluzione trovata dal giovane moldavo per aumentare il numero dei suoi clienti è stata molto particolare: iscriversi lui stesso ad una istituto scolastico.

Infatti i militari dell’Arma hanno documentato 400 dosi di droga tra marijuana e hashish cedute a studenti dell’Itis Leonardo da Vinci e all’Ipsia D’Alessi di Portogruaro. La fiorente attività criminosa portava in dote a Parfeni qualche migliaio di euro al mese nelle sue tasche. L’indagine dei carabinieri di Portogruaro aveva preso avvio nel settembre scorso, con l’ausilio di pattuglie in divisa e uomini in borghese. Attraverso i piccoli sequestri di droga per uso personale, i carabinieri hanno ricostruito minuziosamente, dall’inizio dell’anno scolastico, tutti i passaggi: dalle modalità di contatto alla vendita di droga, nelle vie limitrofe alle scuole, nei parcheggi, nei parchi pubblici frequentati dai più giovani come quello della Pace. Scoprendo anche che i compratori, almeno una quarantina, erano quasi tutti minorenni con buone disponibilità economiche.

I contatti avvenivano anche attraverso i social, il più comune era whatsapp. Chi non pagava subito veniva minacciato pesantemente, anche se agli investigatori non risultano casi di violenza fisica nei confronti di chi non pagava in tempo utile la droga. I nuovi consumatori, invece, venivano avvicinati con una modalità diversa, più morbida. Alcuni non pagavano la droga subito, ma “a rate”. I carabinieri del Norm hanno accertato che Parfeni faceva tutto da solo e non risulta avesse complici nella sua fiorente attività. Il fatto che si muovesse in completa solitudine lo rendeva difficilmente individuabile. Sono stati anche identificati almeno 40 clienti, alcuni già segnalati nel 2013, altri soltanto occasionali. Sava Parfeni ha evitato il carcere soltanto perché era incensurato.

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