Era appena arrivata a Fiumicino, estradata dalla Germania. Immaginate quante persone impegnate e quanti soldi spesi per riportarla da noi e questa se ne scappa senza nemmeno entrare in carcere. Che fenomeni!
Roma, detenuta si nasconde tra i visitatori ed evade da Rebibbia
Ha fatto perdere le sue tracce una 32enne bulgara condannata a quattro anni per furto. Era appena arrivata da Fiumicino dopo che era stata arrestata su mandato europeo ed estradata dalla Germania. Aperta un’inchiesta interna
In cella non c’è nemmeno entrata. Era arrivata a Rebibbia da mezz’ora, proveniente dall’aeroporto di Fiumicino dove era sbarcata da un aereo atterrato dalla Germania. Estradata in Italia per scontare quattro anni di carcere per furto e rapina. Ma adesso la detenuta bulgara di 30-35 anni, nota con almeno tre alias (Gina Evegeniva Stancheva, nata il 29 settembre 1982, Petya Dinkova Bogdanova, nata il 23 marzo 1985, Penka Vasileva PItanova, nata l’11 maggio 1987) è libera. Evasa dal complesso penitenziario sulla via Tiburtina nel primo pomeriggio di venerdì approfittando probabilmente della presenza di un gruppo di visitatori. Confusa fra di loro, la donna - destinataria di un provvedimento di cattura europeo - ha trovato il modo di uscire dal carcere mentre erano ancora in corso le pratiche per il suo ingresso.
L’inchiesta interna
Le ricerche sono proseguite fino a sera, anche se la trentenne non può essere andata molto lontano. Non è chiaro infatti se a Roma possa avere appoggi o conoscere luoghi dove nascondersi. Sul caso è stata anche aperta un’inchiesta interna per le modalità dell’evasione e per il fatto che purtroppo si tratta dell’ennesimo episodio nel giro di pochi mesi sempre nella stessa struttura, già finita al centro delle polemiche per le misure di sicurezza adottate. Per i sindacati, come la Fns Cisl, con il segretario generale aggiunto Massimo Costantino, «occorre investire nel sistema carceri con più organico, e migliori condizioni di lavoro e tutele per il personale, nonché rivedere il sistema di vigilanza dinamica».
Il sovraffollamento
Attualmente il sovraffollamento nelle carceri del Lazio è di 1.077 unità. Solo a Regina Coeli c’è un surplus di 345 detenuti, a Rebibbia Nuovo complesso di 243, e nella parte femminile di 87. Anche a Velletri la situazione è preoccupante con un sovraffollamento di 159 reclusi. Per Maurizio Somma, segretario laziale del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, quello di oggi «è un evento irresponsabile e gravissimo», mentre per il segretario generale Donato Capece «il sistema penitenziario per adulti e minori si sta sgretolando ogni giorno di più, ma l’amministrazione invece di intervenire pensa di mettere il bavaglio ai sindacati che danno notizie su quello che succede in carcere, che invece deve essere una casa di vetro».
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