30 novembre 2017

Bimba sottratta ai genitori anziani, "deve tornare da loro"

La storia di questi due genitori è sconvolgente (leggi), frutto di una menzogna da parte di un vicino che ha scatenato una reazione a catena, arrivata fino alla sottrazione della figlia. E' di oggi la notizia che forse potrebbe esserci un epilogo positivo. Tifiamo per loro e stiamo a vedere che succede.


Genitori anziani: Pg, restituirgli la figlia


Bimba di sette anni è stata data in adozione

Deve essere restituita ai genitori biologici, una coppia del Monferrato, la figlia nata nel 2010 che era stata tolta a madre e padre perché Gabriella Carsano oggi di 57 anni e il marito Luigi Deambrosis di 69, erano stati considerati troppo anziani per crescerla e inadatti, dopo essere stati accusati ingiustamente di averla abbandonata in macchina per quattro minuti. Lo ha chiesto il Pg della Cassazione Francesca Ceriani sostenendo che il fatto che la bimba "sia stata adottata non può ottenere tutela perché si tratta di una situazione la cui genesi non è legale" e che la famiglia adottiva dovrà collaborare al 'rientro' della piccola nella casa dei veri genitori per attutire il trauma.

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29 novembre 2017

Mister Friuli è di origini senegalesi: insulti e minacce

La gente non deve averla presa troppo bene l'elezione di questo ragazzo e si è sfogata addirittura con insulti e minacce. Certo, non è proprio il tipico friulano ma evidentemente il regolamento permetteva la sua partecipazione e i giurati l'hanno trovato migliore degli altri. Nessun problema quindi e polemiche infondate. 


Alioune Diouf di Cividale è Mister Friuli Venezia Giulia 2017

Di origini senegalesi, 18 anni, ha battuto la concorrenza alla finale di Villotta di Chions

Alioune Diouf, 18enne di Cividale, è stato eletto Mister Friuli Venezia Giulia 2017, concorso organizzato dall’agenzia Astol Models. Alioune, molto commosso per la vittoria, è il più giovane concorrente mai eletto. Di origini senegalesi, gioca a pallacanestro, è alto 1.98 e frequenta la quinta superiore. Adesso sogna di fare il modello a Milano.

La premiazione

La finale è stata celebrata al ristorante Adriatico di Villotta Di Chions (Pn). Il secondo gradino del podio ha visto come protagonista Davide di Mortegliano, con la fascia di Mister Optex, terzo Francesco di Sacile (Mister Astol Models), quarto Gabriele di Udine (Mister Adriatico), quinto Mister Web (il più votato del concorso sulla pagina Facebook della manifestazione) è Davide di Gemona del Friuli.

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28 novembre 2017

Pentole bomba: qualcuno scherza, qualcuno muore

Civitanova - Il fatto del giorno è senza dubbio il ritrovamento sospetto di una pentola a pressione, che invece di starsene tranquilla dentro una cucina, si trovava in Piazza XX Settembre, di fronte al Municipio. Ok, lo ammetto, anche io ero tra quelli che pensavano che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi ma mi fanno un po' tenerezza quelli che, ostentando tanta sicurezza, scrivevano commenti ridicoli sui social. 

Ricordiamo che ci sono persone morte per ordigni confezionati con oggetti del genere, che di solito sono utilizzate più per ferire che per uccidere, come il caso della maratona di Boston, in cui morirono 3 persone ma i feriti furono ben 176. Vorrei vedere uno di quei simpaticoni, tanto sicuri che non ci fosse nessun pericolo, nel caso gli fosse stato chiesto di andarla ad aprire.

La seconda questione è quella delle telecamere. Porca di quella miseria, non è possibile che da alcuni mesi non funzionino. Una cosa importante, per cui sono stati spesi anche tanti soldi, deve essere riparata in 24/48 ore, non dopo 6 mesi.


Di seguito è riportato l'articolo sulle bombe di Boston.



Boston, pentole a pressione come bombe

I due ordigni di Boston imbottiti di chiodi e pallini metallici Tre vittime e 176 feriti. Obama: è terrorismo, li prenderemo

È quello che tutti hanno pensato guardando le agghiaccianti immagini delle due esplosioni in tv. La gente che cadeva ferita sull’asfalto, la folla che fuggiva in preda al panico, calpestando chi era caduto, le bandiere di tutto il mondo che si abbattevano al suolo come rami secchi. E gli americani hanno rivissuto dopo dodici anni l’incubo dell’11 settembre. Ma nel giorno del sangue e della paura, il presidente aveva preferito non usare «quella» parola, quasi fosse un tabù. Lo ha fatto ieri. Perchè, anche se le indagini devono ancora dare un nome e un volto agli attentatori (o all’attentatore), una cosa è certa: quello di Boston è stato «un vile atto di terrorismo», come ha sottolineato Barack Obama nel suo discorso alla Casa Bianca. «Non sappiamo se è opera di un’organizzazione o di un individuo o più di un individuo. Continuare a parlarne sarebbe fare solo delle speculazioni. Quello che posso assicurarvi è che lo scopriremo e lo porteremo davanti alla giustizia - ha detto il presidente Usa - Ogni volta che le bombe vengono usate per colpire civili innocenti, si tratta di un atto di terrore. Però quello che è venuto fuori dai fatti di ieri è anche che gli americani si rifiutano di essere terrorizzati».

Anche se le indagini sono nella fase embrionale e se finora non ci sono state rivendicazioni per l’attentato, è stato accertato che ad esplodere sono state solo due bombe e che non ne sono state trovate altre inesplose, come invece si era pensato in un primo momento. Gli ordigni sarebbero stati relativamente artigianali, costruiti con due pentole a pressione riempite di chiodi e pallini di metallo, che sono stati recuperati sui corpi di alcuni dei 176 feriti. Secondo la Cbs gli investigatori «hanno trovato anche un circuito elettronico che potrebbe indicare l'uso di un timer per attivare la bomba». Entrambi gli ordigni erano stati «abbandonati» su un marciapiede per farli sembrare spazzatura. Le vittime sono state in tutto tre (tra loro anche un bambino di otto anni e una ragazza di 29) e 17 persone sono ricoverate in condizioni gravi. Nove sarebbero bambini. I medici sono stati costretti ad effettuare dieci amputazioni, senza contare le persone mutilate sulla Boylston Street dalle schegge metalliche trasformate in micidiali proiettili. «Ieri sono state due, e solo due, le bombe esplose, tutti gli altri pacchetti esaminati non contenevano nessun genere di ordigno», ha precisato il governatore del Massachusetts Deval Patrick. Membri della «scientifica» stanno esaminando i resti dei due ordigni e sono 30 gli esperti sul campo. Il commissario della polizia di Boston, Ed Davis, ha fatto notare come «quella da esaminare è una delle scene del crimine più complesse degli ultimi anni», aggiungendo poi che molti agenti provenienti da altri Stati e città si sono messi a disposizione: «Sono arrivati da Los Angeles, New York, Chicago, Baltimora». «Interrogheremo le persone che vivono negli edifici antistanti almeno per i prossimi due giorni e quindi faremo un piano traffico alternativo», ha aggiunto Davis. Gli investigatori sono molto determinati. «Andremo fino in capo al mondo» per trovare i responsabili, ha promesso l’agente speciale dell’Fbi, Rick DesLauriers, durante una conferenza stampa in cui ha anche escluso altre minacce. Un ventenne saudita ferito, che rimane ricoverato al Brigham and Women’s Hospital, è stato interrogato. Ma la polizia ha tenuto a sottolineare che ufficialmente non c’è nessuno in stato di fermo. Nella notte è stato anche perquisito un appartamento in un edificio del sobborgo dove abita il giovane, Revere, a circa otto chilometri dal centro di Boston. Intanto sono state rafforzate le misure di sicurezza anche a New York, Washington, San Francisco, Los Angeles, Denver e Seattle. Pattuglie antiterrorismo sono state dispiegate nei luoghi simbolo di Manhattan e davanti ai principali alberghi della Grande Mela mentre è stata isolata l’area intorno alla Casa Bianca. L’America ha paura. Ma è pronta a combattere.

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27 novembre 2017

Lavori in "corsa"

La nuova stazione di Civitanova Marche-Montegranaro, perché è così che si chiama, sta pian piano iniziando a prendere forma. Non so perché ma ho come l'impressione che ci sia una certa frenesia nei lavori ma non conoscendo le scadenze, non posso dire niente. 


Le uniche informazioni a disposizione sono quelle in un cartellone affisso nel sottopasso, che indica come il 2 novembre 2016 la data presunta di inizio lavori e 300 giorni come termine utile per portarli a compimento.

Mi sembra che ci siano stati articoli sulla cronaca locale, sul modo disinvolto di lavorare dell'impresa che sta eseguendo la ristrutturazione, con protezioni per i passanti messe dopo che sono caduti pesanti pezzi di marmo, ma finora è andato tutto bene e non si è fatto male nessuno. 

A questo punto, aspettiamo trepidanti la fine dei lavori per vedere cosa uscirà fuori da questa riqualificazione.






26 novembre 2017

L’Airbnb della marijuana

Negli ultimi tempi sono nate decine di start-up finalizzate alla creazione di applicazioni o servizi dedicati alla distribuzione della droga leggera, negli stati in cui è legale. Uno dei più importanti è budandbreakfast.


Bud and Breakfast, l’Airbnb della marijuana

Si chiama Bud and Breakfast ed è un servizio che offre ai turisti un posto in cui dormire e provare l’erba locale. Rinominato l’Airbnb della marijuana, è solo l’ultima di una serie di start-up basate sul consumo legale della cannabis

Il settore della distribuzione di marijuana, almeno negli stati in cui è legale il suo consumo, sta letteralmente entrando in un'epoca d'oro. Negli ultimi mesi sono nate decine di start-up finalizzate alla creazione di applicazioni o servizi dedicati alla distribuzione della droga leggera sia negli stati in cui è legale il consumo a scopo medico, sia dove lo è a scopo ricreativo. Per esempio abbiamo assistito alla nascita del Tinder della marijuana, High There, e dell'Uber della marijuana, Eaze. Proseguendo sulla linea dei paragoni, da qualche settimana è disponibile un ulteriore servizio che potrebbe essere definito come l'Airbnb della marijuana.

Si chiama Bud and Breakfast  – Bud è un termine che viene utilizzato per definire la cannabis – ed è un servizio che offre ai turisti un posto in cui dormire e provare l'erba locale. "Siamo fondamentalmente un Airbnb della cannabis" ha spiegato Sean Roby, CEO del sito "Le persone mettono a disposizione le proprie case in posti dove il consumo di marijuana è legalizzato, sia negli Stati Uniti che in altri paesi come la Giamaica o l'Uruguay". Il sito, finanziato completamente da Roby, non è attivo da nemmeno un mese ma ha già 100 case registrate, con prezzi che variano da 42 dollari a 250 dollari.

Roby aveva già creato un servizio simile, tuttora attivo, chiamato A Taste of Travel: una serie di eventi dedicati ai turisti interessati ad assaporare vini locali e ad effettuare attività legate a luoghi particolari del territorio, come giardini o fattorie. Nelle sue intenzioni, Bud and Breakfast propone la stessa esperienza ma con la marijuana. Roby non è nemmeno preoccupato da una possibile funzionalità simile proposta dal vero Airbnb, perché è sicuro che il suo servizio possa offrire di più. "Ogni nostro partner conosce qual è il dispensario più vicino alla sua casa" ha concluso "Conoscono la posizione di ogni ristorante o club dove si può fumare la cannabis. Sono un network di conoscenza".

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25 novembre 2017

Arresto cardiaco, le donne sfavorite

Sperando che non serva mai, nel caso venga richiesta una rianimazione cardiopolmonare, uno studio americano rivela le donne sono sfavorite rispetto agli uomini per via dell'imbarazzo dei soccorritori. Si parla ovviamente di passanti e non di personale qualificato, che di certo non ha di queste remore.


Arresto cardiaco, le donne sfavorite: la rianimazione provoca imbarazzo

Soccorritori a disagio nel toccare la zona del petto a una donna

In caso di un arresto cardiaco improvviso in pubblico le donne sono più svantaggiate degli uomini: è meno probabile infatti che ricevano la rianimazione cardiopolmonare da un passante, uno sconosciuto, rispetto agli uomini. Il motivo? Nell'aiutare una donna sembra che ci si senta meno a proprio agio, per barriere di tipo fisico (relative a dover scostare i vestiti, intervenire sulla zona del petto). A evidenziarlo è uno studio della University of Pennsylvania School of Medicine, presentato alle American Heart Association Scientific Sessions 2017.

Gli studiosi hanno preso in esame 19.331 casi di eventi cardiaci, dai dati del Resuscitation Outcomes Consortium, un network di centri clinici regionali negli Usa e in Canada che studia il trattamento extra-ospedaliero di traumi e arresti cardiaci. I risultati dell'analisi hanno permesso di evidenziare che il 45 per cento degli uomini ha ricevuto la rianimazione cardiopolmonare da un passante, rispetto al 39 per cento delle donne. Questa pratica si verifica solo in circa il 37 per cento di tutti gli eventi cardiaci in luoghi pubblici e gli uomini hanno una probabilità 1,23 volte maggiore di beneficiarne. 

Non solo: hanno il doppio di probabilità di sopravvivere a un evento cardiaco dopo averla ricevuta, oltre che un 23 per cento di possibilità di sopravvivenza in più anche quando non viene praticata. Le stesse disparità non si osservavano in casa. "Dobbiamo trovare modi più efficaci per educare sull'importanza della rianimazione cardiopolmonare, oltre all'importanza di essere a proprio agio nel praticarla indipendentemente dal sesso, l'età o anche il peso della persona bisognosa", evidenzia Benjamin Abella, autore senior dello studio. (ANSA).

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24 novembre 2017

Risse, scontri e violenze in un pazzo venerdì di shopping - VIDEO

Risse, furti, feriti e persino un morto. La follia da shopping dell'ultimo venerdì di novembre, quest'anno, incentivata dalla crisi, ha provocato non pochi episodi di insofferenza e persino violenza negli Stati Uniti. Molti gli interventi della polizia per sedare risse e liti. Il timore è che quanto stia accadendo negli Usa, presto potremmo vederlo anche in Italia, perché dopo Halloween, sembra che anche il Black Friday stia prendendo prepotentemente piede anche da noi.


Psicologia: shopping “da rissa” al Black Friday? Esprime paura di ingiustizia

E’ in arrivo il Black Friday e l’eccitazione fra gli appassionati di shopping è alle stelle. Si moltiplicano le conversazioni sui social network e molti si preparano a mettersi in fila per ore fuori dai grandi magazzini o dai negozi delle grandi firme per avere la possibilità di accaparrarsi i migliori acquisti scontati. E spesso i ‘venerdì neri’ diventano occasioni violente: sono centinaia i video di spintoni, urla fino a vere e proprie risse pubblicati negli ultimi anni sul web. Un giovane è stato addirittura calpestato a morte nel 2008 negli Stati Uniti. Ma cosa trasforma ordinari acquirenti in ‘soggetti’ pericolosi? Gli scienziati sociali e gli psicologi dell’Indiana University stanno cercando di scoprirlo, riporta il ‘New York Times’.

 Black Friday moments

In uno studio pubblicato sulla rivista ‘Clothing and Textiles Research Journal’ hanno intervistato 189 ‘fashion victim’ del Black Friday, facendo domande sul loro comportamento durante le spedizioni di shopping nel ‘giorno x’: avevano mai preso un oggetto dal carrello di un altro acquirente, urlato ai commessi, scambiato schermaglie con altri clienti, o ancora rovesciato qualcosa dalle scaffalature dei negozi? Molti dei partecipanti, principalmente di sesso femminile, bianchi e ben istruiti, hanno ammesso comportamenti come questi.

Sharron Lennon, a capo del team di ricerca, ipotizza che siano “i sentimenti di ingiustizia a spingere molti di questi acquirenti a comportarsi così: lo shopping, nella mente di molti, è e deve concretizzarsi in uno scambio equo: pago e ho un bene in cambio. Qualsiasi violazione di questo scambio può evocare forti sentimenti di disuguaglianza“.

Questo avviene soprattutto – hanno osservato gli psicologi – quando non si trovano gli articoli pubblicizzati e quando i prezzi sono più alti di quanto affermato magari su un volantino. Tendenze confermate anche in un follow-up eseguito su 267 ‘Black Friday shopper’, che ha anche evidenziato la forte influenza che il comportamento degli altri ha in queste occasioni: se sei scortese o addirittura violento, lo divento anche io pur di accaparrarmi la borsa o le scarpe griffate al 30% di sconto. “Più si percepisce una sensazione di ingiustizia in questo senso – conclude Lennon – più ci si comporta malamente“.

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23 novembre 2017

Malata terminale vuole rivedere il mare

Le rimangono pochi giorni di vita e lei esprime un ultimo desiderio, quello di vedere per l'ultima volta il mare. Una storia che ha fatto il giro del mondo, complice anche questa bellissima foto e la potenza dei social che l'hanno diffusa nei quattro angoli del pianeta.


Australia, malata terminale chiede di vedere il mare: realizza il suo sogno e muore

Aveva un ultimo desiderio prima di salutare tutti per sempre: vedere il suo mare, quel mare in cui aveva trascorso tante giornate felici e spensierate insieme al marito. Così i paramedici del Servizio Ambulanza del Queensland,  Stato orientale dell’Australia, non hanno esitato un attimo e, caricatala in una barella, l’hanno portata là, nell’amata Harvey Bay.

L’autrice della richiesta, una malata terminale di cancro, si è commossa fino alle lacrime e, realizzato il suo sogno, è morta qualche giorno dopo. Dolore di amici e familiari e del popolo del web, che ha appreso della sua fine e della sua triste storia attraverso una foto.

La foto in questione è quella scattata da uno dei due sanitari, una toccante immagine, finita poi su Facebook, in cui la donna, adagiata sulla lettiga, osserva il mare al fianco di Graeme Cooper, l’altro suo “angelo custode”.

«E' stato un momento speciale, potente, difficile da descrivere a parole, senza prezzo», ha raccontato al Daily Mail il paramedico, che ha deciso di assecondare il desiderio della sua paziente mentre, insieme alla collega Danielle Kellum, la accompagnava dal marito.

Oltre che Cooper, la vicenda ha commosso anche migliaia di internauti, che hanno pianto la scomparsa della donna e elogiato l’umanità dei due sanitari, complimentati pure dalla propria responsabile. “A volte, per fare la differenza, - ha scritto su Facebook la dirigente - tutto ciò che serve è un po’ di empatia!”.

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22 novembre 2017

Bagni pubblici osceni

I bagni pubblici del lungomare sud di Civitanova, che dopo l'estate erano in condizioni pietose (prima non ero mai entrato), adesso, strano ma vero, sono peggiorati e sono diventati letteralmente indecenti.


La foto a sinistra è di fine settembre mentre a destra di ieri pomeriggio, 21 novembre. In quasi due mesi è stato prima incendiato il cestino dei rifiuti e successivamente depositata immondizia varia, il tutto, sopra il tappeto di schifo già presente.

Io mi domando e dico: visto che non siamo a New York e che in città ce se saranno una mezza dozzina di bagni pubblici, per qualche cavolo di motivo non si manda una persona, non dico a lucidarli, ma almeno a darli un aspetto più decoroso.

Per togliere l'immondizia e pulire quel cavolo di pavimento ci vorranno al massimo 15/20 minuti, se proprio vogliamo esagerare puliamo anche il wc ed abbiamo appaltato mezz'ora. E' possibile che tra tutti gli operai comunali, non si riesca a mandarne uno a bonificare questo scempio?










21 novembre 2017

Violentata dal barelliere

Roba da matti! Già sei in ospedale che di solito non è una bella cosa, se poi, dopo che hai subito un intervento, trovi pure il vecchio maiale che ti mette le mani addosso, è proprio tutto finito. Per una che se n'è accorta, chissà quante ne avrà toccate che ancora non si erano riprese. Complimenti anche alle forze dell'ordine per il nome dell'operazione:  "Longa manus".


Incubo per la paziente: violentata dal barelliere al risveglio dall'anestesia

La donna, di origini straniere, è stata più volte toccata dal maniaco nelle parti intime dopo un'intervento chirurgico

Un risveglio da incubo per una giovane donna di origini straniere che, dopo aver subìto un intervento chirurgico, è stata violentata da un barelliere in ospedale mentre era ancora sotto l'effetto dell'anestesia totale. La vittima, lo scorso 18 settembre, era ricoverata all'ospedale "Cervesi" di Cattolica e, al termine dell'operazione quando era ancora intontita dall'anestetico, si trovava in una stanza attigua alla sala operatoria dove, i medici, attendevano il suo risveglio. Secondo il racconto della giovane, in quel momento era entrato un barelliere e, mentre era annebbiata dai farmaci, l'uomo le avrebbe ripetutamente palpeggiato le parti intime nonostante lei cercasse di lamentarsi e di reagire. Dopo questa prima violenza, durante il trasferimento dalla "sala del risveglio" alla sua camera lo stesso barelliere, approfittando di essere solo con la sua vittima nell'ascensore, si sarebbe riproposto con gli stessi squallidi toccamenti.“

La giovane, al rientro in camera rendendosi conto di quanto era accaduto, si era messa a piangere disperatamente e, alle sue compagne di stanza in inglese ha cercato di spiegare cosa le fosse successo. "Old man, bad man", il vecchio uomo è cattivo, aveva singhiozzato la vittima con le altre donne che, alla fine, hanno capito l'accaduto dando l'allarme. Il compagno della ragazza, appreso quanto era successo, si era rivolto subito ai carabinieri della Compagnia di Riccione mentre anche le altre signore ricoverate si erano rivolte alla direzione sanitaria facendo così partire sia un'indagine dell'Arma che una interna all'ospedale. Gli inquirenti dei carabinieri, dopo aver ricostruito l'intera viceda, sono arrivati al barelliere, un 66enne originario del foggiano ma da anni residente in Valconca.“

L'indagine, grazie ai ricordi della vittima che ha descritto il suo violentatore e il suo abbigliamento, ha permesso di individuare nell'uomo chi ha abusato della vittima quando si trovava in uno stato di semincoscienza. Il magistrato che ha coordinato l'inchiesta chiamata "Longa manus", al termine degli accertamenti, ha così chiesto e ottenuto da gip un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per il 66enne che, all'alba di martedì, è stato ammanettato dai carabinieri nella sua abitazione. Portato in caserma, al termine delle pratiche di rito il barelliere è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale aggravata.“

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20 novembre 2017

Viaggiare aggrappati al tram

Se non fosse tragicamente vero, verrebbe da riderci sopra pensando a Fantozzi nella scena mitica in cui cerca di prendere l'autobus al volo, ma purtroppo sembra che sia un gioco, una sorta di sfida e non sia la prima volta che viene messa in atto a Firenze. Di stupidi ce ne sono tanti ma questi mi ricordano una trasmissione in particolare: stupidi al quadrato.


Firenze, la folle sfida di un ragazzino: viaggia aggrappato al tram

Una sfida, una bravata, una folle impresa da non emulare. Il ragazzino che vedete nella foto ha percorso aggrappato al retro del tram alcune centinaia di metri. E’ avvenuto ieri a Firenze sulla linea 1 che collega Scandicci alla stazione di Santa Maria Novella, quando un ragazzo ha viaggiato aggrappato alla parte posteriore di un convoglio. Immortalato da un automobilista in una foto poi diffusa sui social, il protagonista della vicenda, tuttora sconosciuto, si è arrampicato sulla vettura alla fermata Talenti ed è rimasto a bordo fino alla fermata successiva, quella di piazza Batoni. Gest, l’azienda che gestisce il trasporto tramviario fiorentino, ha condannato la vicenda bollandola come “una bravata che poteva finire male”.

“Abbiamo già sporto denuncia alle forze dell’ordine e stiamo visionando le immagini riprese dalle telecamere per identificare il ragazzo protagonista di questo gesto irresponsabile”, scrive la società su Facebook, “un gesto stupido, da stigmatizzare, estremamente pericoloso. Un gesto da non ripetere”. Dunque un episodio sporadico oppure no? “Ci sono giunte altre segnalazioni di infrazioni lievi, come ragazzi che attraversano i binari poco prima che passi il tram o che entrano nelle vetture un istante prima della chiusura delle porte – spiega l’azienda tramviaria – sono episodi che possono accadere ovunque ma bisogna capire se in questo caso si tratta di una bravata o di un nuovo ‘gioco’ degli adolescenti”.

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19 novembre 2017

Il cane fascista

La vicenda, di qualche tempo fa, sarà stata probabilmente un po' "gonfiata" perché sembra proprio incredibile che si possa attribuire ad un loppide un'appartenenza politica. Va bene fare politica ma ricordarsi di accendere il cervello non è male, certe volte.


"Cane fascista", Albenga dice no al pastore tedesco anconetano

Nel mirino il nome dell’allevamento di provenienza: Decima Mas

Ancona - «Non vogliamo cani da un allevamento che parla fascista». Su questo il sindaco è irremovibile. Si chiama «Decima Mas» l’allevamento di Agugliano finito nel mirino degli amministratori del Comune di Albenga in Liguria. «Decima Mas» il nome del corpo d’armata della Repubblica Sociale, non era accettabile. E’ la storia di un cane antidroga che sarebbe dovuto arrivare fino ad Albenga per la polizia municipale. Il Comune della provincia di Savona però, guidato da una giunta di centrosinistra, ha detto no. Il motivo? Proprio quel nome di fascista memoria. Il dibattito è esploso in Consiglio comunale con Forza Italia che ha preso le difese del cane. Il motivo principale per cui la giunta ha deciso di respingere la proposta è che prevede costi eccessivi soprattutto per il mantenimento del cane, ha poi aggiustato il tiro il sindaco Giorgio Cangiani, Pd. Però ha ammesso che il nome dell’allevamento da cui proviene ha un ruolo nella scelta, per una questione di rispetto per la storia di Albenga, dice. Dura la replica della minoranza di centrodestra: «Per una stupidaggine hanno privato la nostra città di un servizio importante. Quell’allevamento è il più conveniente ma poi l’intervento della Cgil ha bloccato tutto». Allibito il proprietario dell’allevamento, Daniele Barbanera, conosciutissimo nell’ambiente: «Pensino ad amministrare».

Daniele Barbanera, ma il suo pastore tedesco è veramente fascista?
«Ma non scherziamo, questa storia ha dell’incredibile. Verrebbe da ridere, ma in realtà c’è da piangere».

Scusi ma per quale motivo il suo allevamento ha come nome ‘Decima Mas’?

«È stato un omaggio a un mio parente e a un carissimo amico di mio padre che ne facevano parte. Detto questo il nome del mio allevamento doveva essere un altro».

Cioè?

«Tanti anni fa quando ha preso vita questa struttura inviai all’Enci (Ente nazionale delle cinofilia italiana, ndr) tre possibili nomi: di Vallechiara, di Chiaravalle e Decima Mas. I primi due vennero esclusi perché simili ad altri e mi diedero l’ok sull’ultimo. Tutto qui».

Ma lei è di destra?

«Non è questo il problema».

E allora cosa ne pensa di tutto questo?

«Che la politica dovrebbe dedicarsi ad amministrare bene e non a cimentarsi su queste polemiche. E in questo caso come amministratori hanno sbagliato».

In che senso?

«I miei cani vengono utilizzati da polizia, carabinieri, finanza, protezione civile, salvano le persone e scovano i malfattori. L’importante è che riescano a svolgere al meglio il loro compito non certamente l’orientamento politico. Se loro hanno un problema con la droga avevano trovato un pastore tedesco fantastico che li avrebbe aiutati. Invece parlano di fascismo. Così non aiutano i loro concittadini ad affrontare un tema caldo come la lotta alla droga».

Come si chiama il cane?

«Olimpia, ha 9 mesi e non è fascista o comunista oppure grillina, è soltanto un bravo cane antidroga».

È lei che prepara i cani?

«Certo. Ho vinto 15 trofei come allevatore, li curiamo e prepariamo al meglio per affrontare i loro compiti. Domani, ad esempio, sarò a Nettuno per consegnare due pastori alla polizia».

È stato contattato dal Comune di Albenga?

«No. Io ho inviato il preventivo e poi ho saputo che non si faceva più nulla. Però...».

Cosa?

«Non mi hanno chiamato loro ma tanti amici, allevatori, che mi hanno espresso la loro solidarietà per questa situazione assurda che si è venuta a creare».

Senta, ma ha pensato di regalare il cane al sindaco di Albenga?

«Sinceramente no, però potrebbe essere un’idea sulla quale riflettere. Però non credo che si meritino di avere con loro la mia Olimpia».

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18 novembre 2017

Va al bar e dimentica la neonata in auto

Questo caso sembra essere ancora più grave, perché leggendo l'articolo si evince che la neonata non è stata dimenticata ma lasciata volontariamente, visto che stava dormendo. La gente sta fuori!


Bracciano, va a prendere un caffè e dimentica la figlia di 4 mesi in auto. Denunciato

Un attimo di distrazione forse e dimentica la figlia di 4 mesi in auto. E' successo a Bracciano dove un uomo per andare a prendersi un caffè al bar abbandona la neonata, lasciandola chiusa in automobile. Dopo circa 20 minuti,
il pianto disperato della piccola ha attirato però l'attenzione di un cliente, che ha immediatamente chiamato il 112.

È accaduto venerdì pomeriggio al supermercato «Gross» di Bracciano. Il padre è stato denunciato in stato di libertà per abbandono di minore. Rapido l'intervento dei militari dell'aliquota radiomobile di Bracciano, che dopo vari e vani tentativi di rintracciare l'uomo, sono stati costretti a forzare la portiera dell'auto, per soccorrere la neonata, sempre in preda ad un forti vagiti. L'uomo, rintracciato più tardi grazie all'ausilio di altre pattuglie, ha ammesso di aver lasciato la figlia in auto perché stava dormendo.

La bambina è stata subito visitata da personale medico del 118 e, per tutto il tempo, è stata accudita dal carabiniere donna che per prima è intervenuta sul luogo unitamente al collega, sino al momento in cui è stata riaffidata alla madre.

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17 novembre 2017

Pilota di caccia Usa disegna pene

Altro che scie chimiche, come direbbero i soliti complottisti, queste sono delle vere e proprie scie del cazzo (scusate il francesismo), o meglio, un grosso pene disegnato nel cielo da un pilota di caccia americano della Us Navy. Nonostante sia facile credere che si tratti di una bufala, la cosa sembra essere drammaticamente vera, dato che ne parla addirittura la prestigiosa CNN (leggi).



Pilota di caccia Usa disegna pene nel cielo, aperta inchiesta


La Us Navy ha ordinato un'inchiesta interna dopo che uno dei suoi piloti di caccia ha utilizzato la scia del suo jet per tracciare un enorme pene nel cielo. L'episodio, definito «assolutamente inaccettabile», si è verificato a Okanogan County, nello stato di Washington. Il pilota, ai comandi di un Boeing EA-18G Growlers, specializzato in guerra elettronica, è di stanza nella base aerea navale di Whidbey Island. La bravata, immortalata dagli smartphone di chi si trovava a terra e rilanciata in rete, ha suscitato ilarità tra gli utenti dei social network, ma i comandanti della base non hanno evidentemente colto il lato ironico della faccenda.


Thomas Mills, un portavoce della Us Navy, ha detto chiaramente che «l'equipaggio verrà ritenuto responsabile» di un comportamento che «non ha alcun valore dal punto di vista dell'addestramento». I Top Gun della Us Navy non sono però i primi in assoluto ad avere utilizzato costosissime macchine da guerra per disegnare forme falliche nei cieli. La Bbc ricorda che lo scorso agosto, un pilota della Raf riuscì a tracciare sui radar un enorme pene di 35 miglia, mentre si trovava in missione di pattugliamento sui cieli del Lincolnshire, in Inghilterra.


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16 novembre 2017

Italia, ipotesi ripescaggio al Mondiale

Calma ragazzi, la possibilità è remota ma non è del tutto irrealizzabile, tanto più che la situazione si è già verificata nel 1992, quando la Jugoslavia fu esclusa per colpa della guerra e fu ripescata la Danimarca. Che poi vinse.


Italia, ipotesi ripescaggio al Mondiale: il web si scatena

La "possibilità" che in queste ore ha fatto impazzire i social viene lasciata aperta dall'articolo 7 del regolamento ufficiale della FIFA

TORINO - La notte di San Siro ha decretato che l'Italia è fuori dai Mondiali di Russia 2018. Una disfatta pesante per la Nazionale italiana che non parteciperà al campionato del mondo dopo 60 anni. A meno che... Sì, perché c'è una piccolissima e remota speranza di vedere gli azzurri scendere in campo dal 14 giugno, data d'inizio della rassegna continentale. La "possibilità" che in queste ore ha scatenato il web tra commenti ironici e non, viene lasciata aperta dall'articolo 7 del regolamento ufficiale della FIFA che recita: «Qualora un'associazione (delle 32 qualificate) si ritiri o sia esclusa dalla gara, il comitato organizzatore della FIFA deciderà sulla questione a propria discrezione e prenderà qualsiasi azione ritenuta necessaria. Il comitato organizzatore della FIFA può in particolare decidere di sostituire l'associazione in questione con un'altra associazione».

DECIDE LA FIFA - Come spiega chiaramente il regolamento, quindi, sarà la Fifa a scegliere la squadra che potrebbe tornare in gioco perché è il Comitato Organizzatore che ha “piena discrezione” sulla scelta, a prescindere da classifiche, qualificazioni o ranking (in cui comunque l’Italia è la migliore seconda dei 9 gruppi europei a non essere qualificata).

LE NAZIONALI A RISCHIO - Nonostante il regolamento, però, c'è da sottolineare che un eventuale ritiro dal Mondiale è davvero difficile, considerato che mancano ormai pochi mesi al calcio d'inizio. Quindi è davvero difficile ipotizzare una situazione come questa. L'unica chance - facendo gli scongiuri perché sarebbe un altro brutto momento per il mondo intero - è che in uno dei Paesi in cui la situazione è tutt'altro che tranquilla scoppino guerre o pesanti questioni sociali. Tra questi potrebbero esserci la Corea del Sud, la Nigeria, l'Iran, l'Arabia Saudita, il Senegal, l'Egitto.

IL PRECEDENTE - E se lo scetticismo tra le persone regna sovrano è pur vero che un precedente c'è. Il caso più eclatante è quello della Jugoslavia, in occasione degli Europei del 1992. La nazionale jugoslava venne esclusa per l'avvento della guerra nei Balcani e al suo posto venne scelta la Danimarca, diventata poi incredibilmente campione d'Europa.

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15 novembre 2017

Motocross contro basketball

Leggevo divertito la vicenda di Tavullia, con i vicinati di Valentino Rossi che si lamentano dal 2011 per i rumori e la polvere che provengono dalla sua pista di motocross, senza riuscire a farla chiudere e pensavo a Civitanova, dove un campo da basket è stato accusato di essere fonte di rumori molesti ed il sindaco l'ha "sistemato" in pochi giorni.

Pista da motocross contro campo da basket, quale sarà più rumoroso?



Tavullia, “La pista di Valentino Rossi va smantellata”. I residenti all’attacco

“Troppo rumore, non possiamo riposare”. La pista appartiene alla Test Trak, legata alla famiglia Rossi

Pesaro, 13 novembre 2017 - La ‘biscia’ non striscia: romba. Quindi fa rumore, alza la polvere, disturba. La biscia ‘morde’, azzanna quella conca paradisiaca del territorio di Tavullia: querce, prati, silenzio e declivi da cartolina. Proprio dove nel 2011 il Comune di Tavullia costruisce appunto la ‘biscia’, la pista per farci allenare Valentino Rossi, (che poi, da delibera comunale, deve fare anche ‘lezione ai ragazzi’), e i piloti del Motor ranch. Perché Vale, con quella pista, ha una certa familiarità: il rappresentante legale della Test Trak, nuovo nome della ‘Biscia srl’, società che quell’area (circa 100mila metri quadri) possiede, almeno nel 2011 era proprio Graziano Rossi, padre di Vale.

In contemporanea con la ‘biscia’ nasce la guerra che si trascina ancora oggi dei proprietari delle ville che si affacciano su quella conca, che al massimo vogliono sentire il rumore di una foglia che cade, non certo i vrooom delle moto di Vale e company: i colori delle tute non legano col blu del mare, che incredibilmente si vede da qui, spuntare tra le colline.

La guerra è andata avanti per 7 anni, ma l’assalto alla baionetta è adesso, con le memorie che gli avvocati (tra cui Gaia Brusciotti) dei tre proprietari – all’inizio i ricorrenti erano in 5, gli altri due si sono sfilati – hanno prodotto al Tar Marche. Mercoledì scorso l’ultima udienza di discussione. Ma nel frattempo è nato, anzi spuntato, un piccolo colpo di scena. Anzi otto. Sono i pali della illuminazione – alti 7 o 8 metri ciascuno, in legno – che giorni fa qualcuno ha piantato sulla pista.

«Devono illuminarne una parte», dice la sindaca di Tavullia, Francesca Paolucci, che rimanda per maggiori informazioni all’ufficio Urbanistica del suo comune. Visti dai ricorrenti, quei pali sono però un guanto di sfida tirato in faccia a loro: «Ma come, ancora il Tar si deve esprimere e questi ci piantano i pali, hanno già capito che vinceranno?», era la frase che girava ieri, tra gli sconsolati. La decisione del Tar? Indicativamente ad anno nuovo.

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14 novembre 2017

Mega manifestazione nazionalista a Varsavia

L'altro ieri la Polonia ha festeggiato l’indipendenza conquistata nel 1918, dopo oltre un secolo di dominazione straniera, e a Varsavia hanno sfilato i nazionalisti dell'ultra destra. A livello scenografico il corteo è stato spettacolare, per il resto, hanno esagerato un pochino. 


Le foto della minacciosa manifestazione nazionalista di ieri a Varsavia

Decine di migliaia di persone hanno manifestato con motti nazionalisti, frasi xenofobe e slogan religiosi per il giorno dell’Indipendenza

Ieri 11 novembre la Polonia ha festeggiato l’indipendenza conquistata nel 1918, dopo oltre un secolo di dominazione straniera da parte di Russia, Austria e Prussia. È uno degli anniversari più importanti della nazione, commemorato con parate e marce, ma dalla fine degli anni Duemila è diventato un’occasione per manifestazioni nazionaliste che attirano persone anche dal resto dell’Europa. A quella di ieri a Varsavia hanno partecipato decine di migliaia di persone di gruppi di estrema destra, dagli italiani di Forza Nuova agli ungheresi di Jobbik.

Lo slogan più usato ieri era “Vogliamo Dio”, da una vecchia canzone nazionalista polacca che anche Donald Trump aveva citato nel suo discorso durante la sua visita in Polonia. C’erano cartelloni che inneggiavano alla supremazia dei bianchi, che paragonavano l’Islam al terrorismo, contro i diritti LGBT e con slogan antisemiti del partito dell’ONR, il gruppo che ha fondato la manifestazione anni fa, che dice di voler “preservare l’omogeneità etnica della Polonia e la fede cattolica sotto l’ordine politico militare”. C’è stata anche una piccola contromanifestazione, ma il numero di partecipanti non è stato paragonabile.

Prima che il partito di estrema destra Diritto e Giustizia (Pis) vincesse le elezioni politiche nel 2015, la manifestazione era solita finire in scontri con la polizia e manifestanti antifascisti, ma ora è tacitamente approvata dal governo e alla manifestazione di ieri la presenza della polizia era ridotta e non ci sono stati grandi problemi, a parte uno scontro in cui i nazionalisti hanno aggredito diverse donne che cantavano slogan antifascisti.

Scrive il Guardian che l’emittente televisiva statale TVP ha parlato di “una grande marcia di patrioti” e ha descritto l’evento parlando di cittadini che “esprimono il loro amore per la Polonia, non di estremisti”; anche il ministro degli Interni Mariusz Blaszczak si è detto orgoglioso che tanti polacchi abbiano deciso di prendere parte alla celebrazioni legate al giorno dell’Indipendenza.

Il video

https://goo.gl/DeHNVZ

Le FOTO



















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