15 novembre 2017

Motocross contro basketball

Leggevo divertito la vicenda di Tavullia, con i vicinati di Valentino Rossi che si lamentano dal 2011 per i rumori e la polvere che provengono dalla sua pista di motocross, senza riuscire a farla chiudere e pensavo a Civitanova, dove un campo da basket è stato accusato di essere fonte di rumori molesti ed il sindaco l'ha "sistemato" in pochi giorni.

Pista da motocross contro campo da basket, quale sarà più rumoroso?



Tavullia, “La pista di Valentino Rossi va smantellata”. I residenti all’attacco

“Troppo rumore, non possiamo riposare”. La pista appartiene alla Test Trak, legata alla famiglia Rossi

Pesaro, 13 novembre 2017 - La ‘biscia’ non striscia: romba. Quindi fa rumore, alza la polvere, disturba. La biscia ‘morde’, azzanna quella conca paradisiaca del territorio di Tavullia: querce, prati, silenzio e declivi da cartolina. Proprio dove nel 2011 il Comune di Tavullia costruisce appunto la ‘biscia’, la pista per farci allenare Valentino Rossi, (che poi, da delibera comunale, deve fare anche ‘lezione ai ragazzi’), e i piloti del Motor ranch. Perché Vale, con quella pista, ha una certa familiarità: il rappresentante legale della Test Trak, nuovo nome della ‘Biscia srl’, società che quell’area (circa 100mila metri quadri) possiede, almeno nel 2011 era proprio Graziano Rossi, padre di Vale.

In contemporanea con la ‘biscia’ nasce la guerra che si trascina ancora oggi dei proprietari delle ville che si affacciano su quella conca, che al massimo vogliono sentire il rumore di una foglia che cade, non certo i vrooom delle moto di Vale e company: i colori delle tute non legano col blu del mare, che incredibilmente si vede da qui, spuntare tra le colline.

La guerra è andata avanti per 7 anni, ma l’assalto alla baionetta è adesso, con le memorie che gli avvocati (tra cui Gaia Brusciotti) dei tre proprietari – all’inizio i ricorrenti erano in 5, gli altri due si sono sfilati – hanno prodotto al Tar Marche. Mercoledì scorso l’ultima udienza di discussione. Ma nel frattempo è nato, anzi spuntato, un piccolo colpo di scena. Anzi otto. Sono i pali della illuminazione – alti 7 o 8 metri ciascuno, in legno – che giorni fa qualcuno ha piantato sulla pista.

«Devono illuminarne una parte», dice la sindaca di Tavullia, Francesca Paolucci, che rimanda per maggiori informazioni all’ufficio Urbanistica del suo comune. Visti dai ricorrenti, quei pali sono però un guanto di sfida tirato in faccia a loro: «Ma come, ancora il Tar si deve esprimere e questi ci piantano i pali, hanno già capito che vinceranno?», era la frase che girava ieri, tra gli sconsolati. La decisione del Tar? Indicativamente ad anno nuovo.

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