25 ottobre 2018

Trump e il quadro che celebra il suo ego

La politica americana ritratta attorno ad un tavolo da poker. La mitica partita al tavolo verde è stata notata in una stanza della Casa Bianca dagli spettatori di "60 Minutes", un programma di informazione americano, nel corso del quale era intervistato Donald Trump. 


Trump e il quadro che celebra il suo ego

L'opera alla Casa Bianca lo ritrae tra i Grandi repubblicani. La Rete lo irride

È comparso alle spalle di Donald Trump durante un'intervista tv rilasciata dal presidente a «60 minutes», uno dei programmi di attualità della Cbs più noti d'America.

E da allora «The Republican Club», il quadro di Andy Thomas, artista autodidatta del Missouri, è diventato un caso. Simbolo e sintesi perfetta dell'era Trump divisa tra l'auto-esaltazione, l'ego forte del Commander in Chief che si è definito «il miglior presidente della storia» (con 100 milioni-record già raccolti per la rielezione nel 2020) e le risate degli oppositori, che nel presidente vedono un narciso, «un pagliaccio che gioca a fare il re», come lo ha definito e rappresentato il 4 luglio, giorno dell'Indipendenza, il Daily News.

Non è un caso che il presidente in persona abbia voluto l'opera alla Casa Bianca, nella sua sala da pranzo personale. The Donald è al centro della scena, il suo ciuffo biondo iperrealista, camicia bianca, cravatta rossa, il fisico più asciutto di quel che conosciamo e un sorriso che - racconta l'autore - nasce dallo studio di migliaia di fotografie. Immagine perfetta di come il presidente si vede. «Pacchiana» e «kitsch» quanto lui, dicono i suoi oppositori. E in Rete i montaggi ridicoli e le battute si sprecano.

Ma è il contorno che dice ancora di più. Perché i riflettori sono puntati sul presidente, ma Trump è circondato dalla Storia, nove leader repubblicani che lo hanno preceduto: Gerald Ford, Richard Nixon, Dwight Eisenhower, Theodore Roosevelt, Ronald Reagan, i Bush, padre e figlio. Un Olimpo dei presidenti repubblicani. Con un particolare che non può sfuggire: The Donald guarda e sorride, ricambiato, al grande Abraham Lincoln, considerato «IL» presidente d'America, il primo ad appartenere al Partito Repubblicano, l'uomo che liberò gli schiavi e salvò l'Unione americana. Rappresentato di spalle, ma quello più a tu-per-tu con il presidente. Lui che stringe solo un bicchiere d'acqua mentre Trump ha davanti una Diet Coke, la sua bibita preferita (ne beve una dozzina al giorno). «L'ho voluta apposta», spiega l'artista, che nell'opera ha inserito anche l'immagine di una donna: «Un messaggio femminista nascosto, la speranza di una futura presidente». Sul fisico asciutto del leader in carica. «Volevo che tutti sembrassero più belli possibile e ho tolto qualche chilo dove potevo».

Non è un caso che un paio di settimane fa a Thomas sia arrivata la chiamata dalla Casa Bianca. A mostrare il quadro al presidente è stato il deputato Darrell Issa, anche lui immortalato qualche anno fa da dall'artista. The Donald al telefono ha ammesso: «La maggior parte dei ritratti che mi fanno non mi piacciono». E invece questo proprio sì. Un colpaccio per il pittore col pallino dei presidenti. Anche perché l'originale è ancora nel suo studio, quella alla Casa Bianca «è una stampa laser di alta qualità». E poi ai tempi di Obama, Thomas aveva realizzato anche «The Democratic Club». Ma il telefono allora era rimasto muto.

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