12 aprile 1961 – Yuri Gagarin e il primo viaggio nello spazio
Il 12 aprile 1961 Yuri Gagarin ha aperto la via
alle missioni umane di esplorazione dello spazio. A nemmeno quattro anni
dal lancio dello Sputnik che aveva inaugurato l’era spaziale, era
l’uomo a superare i confini dell’atmosfera.
Un primato conquistato nel pieno della corsa allo spazio che vedeva
Stati Uniti e Urss acerrimi rivali. Oggi molte cose sono cambiate da
quel primo volo che portò Gagarin per 108 minuti tra le stelle e
l’esplorazione spaziale è considerata impossibile senza una forte e
ampia collaborazione internazionale. Lo dimostra, ad esempio, la
Stazione Spaziale Internazionale: la più grande struttura mai costruita
nello spazio è nata dalla collaborazione fra Stati Uniti, Russia,
Canada, Europa e Giappone. Per onorare lo storico viaggio del russo
Gagarin, e il suo giro ellittico intorno alla Terra, l’Unesco ha
designato il 12 aprile come “la giornata internazionale del volo
dell’uomo nello spazio”.
La Terra è blu
“Vedo la Terra. È blu”. Con queste parole, Yuri Gagarin, all’epoca
ventisettenne, sancisce l’alba di una nuova era. Da allora, il modo in
cui l’uomo ha visto l’immensità dell’universo non è più stato lo stesso.
La partenza è fissata alle ore 9:07 fuso orario di Mosca. Gagarin
pronuncia la celebre espressione – поехали! (pojechali – “andiamo!”) al
momento del decollo all’interno della navicella Vostok 1 (Oriente 1),
guidata da un computer controllato dalla base. Il razzo lo porta oltre
l’atmosfera. Gagarin percorre un’intera orbita ellittica intorno al
nostro pianeta, alla velocità di poco più di 27 mila chilometri orari.
L’altitudine massima dell’orbita è di 302 chilometri, la minima 175. Il
primo volo umano nello spazio termina infine con l’atterraggio in un
campo vicino alla città di Takhtarova. È durato meno di due ore, più che
sufficienti per passare alla storia.
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