06 aprile 2010

Giunta regionale delle Marche: che schifo!!

Marche, giunta "a peso d'oro": spese alle stelle e ci sono anche due consiglieri in più

Ancona, 6 aprile 2010 - Passata la festa, gabbato lo santo. Vi ricordate la famosa polemica sulla Casta ed annessa riduzione dei costi della politica? Cosa ha prodotto, praticamente nulla. Nelle Marche sono saltate un paio di comunità montane, l’anello debole della catena.

Prima delle elezioni abbiamo elencato i costi del consiglio e della giunta regionale: con 122 vitalizi (alias pensioni privilegiate) da pagare, più i 41 consiglieri e gli assessori esterni (passati nel corso dei 5 anni da cinque a due). Nessuno ha fatto una piega, anzi, sono già previste le uscite per l’indennità di fine mandato dei consiglieri regionali non confermati (una sorta di bonus di reinserimento nella società: 35 mila euro lorde per chi ha fatto 5 anni): 650 mila euro che escono di botto dal bilancio regionale e dalle tasse che i cittadini pagano. Poi qualcuno si meraviglia perché c’è disaffezione al voto...

Non solo. Questi 650 mila euro sono una parte di quanto in realtà la Regione paga ai suoi consiglieri come “fine mandato”, perché anche chi è stato riconfermato può chiedere l’anticipazione dei primi 5 anni. Un fine mandato col... mandato. Incredibile ma vero.

Eppure anche Massimo D’Alema in piena campagna elettorale, in un dibattito a Urbino buttò là l’invocazione: "Dobbiamo ridurre il numero di persone che vivono di politica". Peccato che il consiglio regionale delle Marche abbia avuto nel recente passato ed abbia anche ora idee diverse: sarà un caso ma dalla legislatura precedente all’attuale i consiglieri sono cresciuti da 41 a 43, presidente compreso. Ogni consigliere costerà 110 mila euro all’anno, più le spese di trasporto e l’indennità di fine mandato, più un vitalizio che è una sorta di 'buco nero' per il bilancio regionale (siamo a 3,1 milioni di euro di disavanzo a carico dei cittadini nel 2009). Solo i due consiglieri in più costeranno 220-230 mila euro l’anno.

E non è finita. Si fa infatti un gran parlare di assessore esterni. Come se il voto fosse un optional e gli eletti non fossero in grado di governare. Da una parte il tecnico (Marcolini), dall’altra i problemi di equilibrio politico e territoriale (Benatti, Carrabs e altri). Nella precedente legislatura Spacca toccò i 5 assessori che costavano ogni anno 600 mila euro. Poi nell’ultimo anno e mezzo scese a due per mantenere gli equilibri dove si... vota. Fatto sta che ogni esterno in più costa soldi e non è detto che i benefici siano pari. Il ruolo di Marcolini sembra quello di un tecnico, e allora perché non inserirlo come tale nell’organigramma regionale? L’esterno deve essere un’eccezione, al contrario può diventare una patologia, uno schiaffo alla sobrietà, un problema nei confronti di una società alle prese con una crisi economica profonda e drammatica.

Su questo tema, però, non c’è differenza tra maggioranza ed opposizione. Come non c’è mai stata in passato quando la sinistra comunista era all’opposizione. Il vitalizio, ad esempio, è cumulabile totalmente con qualsiasi altra pensione. Tutto legittimo, per carità. L’importante è poi non parlare troppo di solidarietà e di sobrietà. Un assessore in meno e qualche scelta più produttiva in più sarebbero graditi. Soprattutto dai cittadini che vanno a votare. Perchè il rischio è che il «federalismo» diventi non solo fiscale ma anche 'spendaccione'. E se i consiglieri regionali delle Marche spesso si vantano di essere tra i più virtuosi e di conseguenza meno costosi d’Italia, non vuol dire che, di questi tempi, non si possa fare meglio. C’è chi ha il potere di cominciare...


Da Il Resto del Carlino

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