07 luglio 2019

"Se fai vedere il seno bevi gratis"

La denuncia di uno psicologo sui social network: "La squalifica per le donne è disarmante, dobbiamo ribellarci". Il barista: "Uno scherzo"


"Se fai vedere il seno bevi gratis", il cartello in un bar di Treviso

TREVISO - "Fai vedere il seno, più ce l'hai grosso e più bevi gratis. Se poi ti porti a casa il barista, una settimana di drink offerti". Angelo, barista di Treviso, non sa più come dirlo che quel listino offensivo e di cattivo gusto è nato come uno scherzo. La frittata è fatta, ormai. Davanti alla spina delle birre, ben sei anni fa, aveva affisso il cartello con il singolare tariffario. "Fai vedere il seno e vinci". Con tanto di elenco dei premi rapportati alle misure: "se hai la prima uno shot" (bicchierino di superalcolico), "se hai la seconda due shot" e così via fino alla quinta che merita anche l'applauso dei presenti. "Ti porti a casa il barista? Shot gratis una settimana". Nessuno ci aveva mai dato particolare peso, più di qualcuno forse ci aveva pure fatto qualche risata. Giovedì scorso però nel bar "da Angelo" di via Collalto si presenta lo psicoterapeuta Andrea Sales, il quale ordina due tramezzini e uno spritz e poi si accorge del cartello.

Lo legge, lo rilegge e decide di andarsene senza consumare. Appena torna in ufficio si attacca a Facebook, pubblica il tariffario e anche tutta la sua indignazione. "Una forma di violenza così sottile da diventare uno stupro lento e continuato", scrive, chiedendosi come sia possibile che nessuno prima si fosse lamentato. Quasi trecento condivisioni e quattrocento commenti, per una polemica tutta social in cui le opinioni si dividono. Molti sono convinti del fatto che sia il caso di riderci su.

Ma Sales non ci sta. "Penso a quanto stiamo cadendo in basso. Penso a che degrado generiamo ogni giorno. La squalifica per la donna è disarmante. La squalifica misurata addirittura per taglia di reggiseno o per disponibilità sessuale. E questo pensa pure di essere simpatico. E si lamenterà di sicuro degli stranieri che ci rubano il lavoro o che stuprano le nostre donne". Qualcuno su Facebook lancia persino l'idea del boicottaggio di massa, per isolare il locale e le idee del suo gestore. "Ognuno pensi ciò che vuole ma questo era uno scherzo", dice Angelo al Corriere del Veneto.

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