Ho appreso la notizia da mia madre oggi a pranzo: "La sai l'ultima? - mi ha detto con gli occhi lucidi - "E' morto Simonacci". Mi si è gelato il sangue nelle vene e ho provato un grandissimo dolore.
Fortunatamente non abbiamo mai avuto problemi dermatologici seri a casa nostra, per cui fino a gennaio di quest'anno non lo conoscevo.
L'ho sentito nominare per la prima volta sabato 8 gennaio, quando siamo stati chiamati da un altro specialista, per renderci noto il brutto esito della biopsia fatta a un campione prelevato sulla spalla di mia madre. Purtroppo non si trattava di un semplice accumulo di grasso, come speravamo, ma di un grosso melanoma e ci aveva fissato un appuntamento urgente il lunedì successivo alle 9 del mattino con il primario di dermatologia Marco Simonacci.
A quel primo appuntamento era andato mio fratello. Io l'ho conosciuto personalmente giovedì 20 gennaio, dopo i dieci giorni più brutti della mia vita, quando preoccupatissimo per la salute di mia madre, gli portai l'esito della TAC fatta la settimana precedente.
Mi è sembrata una persona molto alla mano e quando mi ha detto che sostanzialmente, l'esito dell'esame di cui avevo una paura matta era positivo, avrei voluto abbracciarlo fortissimo. C'era da fare un percorso di cura ma le speranze erano alte.
Alla visita successiva ho dovuto rimandare mio fratello perché nel frattempo mi ero preso il covid e ho rivisto Simonacci venerdì 4 marzo, il giorno dell'intervento per l'asportazione del melanoma. Anche quello è stato un giorno molto particolare con un'altalena di emozioni. Pazienti entrati in sala operatoria dopo mia madre erano tornati in reparto ma lei, portata alle undici, dopo quasi tre ore ancora non tornava e la mente cominciava a fare dei viaggi strani fino a quando, poco prima delle quattordici, abbiamo visto passare il dottore che una volta riconosciuti, si è fermato a spiegarci come era andato l'intervento: fatto quello che doveva fare senza particolari problemi. Molto bene, ancora portatore di buone notizie.
Per i controlli e le medicazioni post-intervento abbiamo avuto a che fare sempre con i suoi collaboratori e l'ultima volta che abbiamo rivisto Simonacci è stato il 12 aprile, giorno della visita collegiale dermo-oncologica, alla quale però lui non poté essere presente perché aveva una riunione. Riuscimmo però a parlarci e prima di andare interloquì con i suoi collaboratori e colleghi per trasferire notizie su mia madre.
Da quel giorno siamo passati in carico dall'oncologia di Civitanova e non abbiamo più frequentato l'ospedale di Macerata né incontrato Marco Simonacci, di cui avevo letto dalla stampa locale che a giugno era andato in pensione.
Parlando con un amico, un giorno ho scoperto che lui lo conosceva molto bene per essere andato in più occasioni in visita da lui e sostanzialmente ha confermato le mie impressioni di un professionista di alto livello in grado di infondere sicurezza nei pazienti.
Dopo che mi madre mi ha parlato della sua morte, sono andato a leggere i giornali per i dettagli e di seguito c'è quello riportato da Il Resto del Carlino (link).
Macerata, 1 novembre 2022 - Si è abbattuta come un fulmine a ciel sereno a Recanati ieri sera sul tardi la notizia della morte del dermatologo Marco Simonacci. Il professionista, 69 anni, era in Spagna con alcuni amici per una battuta di caccia.
Dopo aver camminato nei boschi per alcune ore Simonacci, insieme ai suoi amici, si era concesso un momento di pausa mettendosi seduto ai piedi di un albero. Qui improvvisamente si è accasciato per un malore, probabilmente un arresto cardio-circolatorio.
I suoi amici hanno dato subito l’allarme, ma quando sono giunti i soccorsi per il recanatese non c’era più nulla da fare.
I familiari, la moglie Francesca Patrizi e i suoi figli di cui uno, Simone, siede in consiglio comunale a Recanati come capogruppo di Fratelli d’Italia, saranno già oggi in Spagna per sbrigare le formalità necessarie per riportare la salma in Italia.
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