28 novembre 2022

Russia, virus di 50mila anni resuscitato dal permafrost della Siberia

Un virus rimasto nel permafrost per migliaia di anni è tornato in vita dopo essere stato scongelato in un laboratorio: ha 48.500 anni ed è il più antico mai resuscitato finora. 

È stato isolato in Francia, da un gruppo di scienziati dell'Università di Aix-Marseille coordinato da Jean-Michel Claverie, insieme ad altri 12 nuovi virus di diverse tipologie, prelevati da 7 campioni di suolo ghiacciato della Siberia. I risultati della scoperta sono stati pubblicati sulla piattaforma “bioRxiv”, archivio online gratuito di articoli in attesa di revisione da parte della comunità scientifica.



Il virus è stato trovato sotto uno strato di permafrost, il terreno gelato, formato da ghiaccio, suolo, roccia, sedimenti, a 16 metri sotto il fondale di un lago della Yakutia, nella parte orientale della Siberia.

Si tratta di un virus gigante del genere Pandoravirus, entità giganti con un genoma incredibilmente esteso e in minima parte conosciuto, mille volte più grandi di un virus dell'influenza (sfiorano il millesimo di millimetro).

Se confermato, si tratterebbe del virus più antico mai risvegliato. Quasi 50.000 anni è, per i virus, un record assoluto: il più giovane tra i virus resuscitati nello stesso laboratorio aveva comunque la veneranda età di 27.000 anni. E in teoria sarebbe possibile far tornare attivi anche virus assai più antichi (il permafrost più profondo arriva a un milione di anni).

Tra i virus resuscitai nel laboratorio francese, nove tra sono risultati in grado di infettare e replicarsi una volta liberati dal loro freddo contenitore: nessuno di essi è capace di attaccare piante o animali, perché - per fortuna - il team ha cercato deliberatamente soltanto virus che interessano le amebe, organismi unicellulari che mutano continuamente forma.

Se gli autori dello studio sono riusciti a far tornare infettivi virus rimasti così a lungo dormienti nel permafrost, anche i patogeni pericolosi per piante e animali potrebbero tornare attivi con la fusione del suolo perennemente ghiacciato dovuta alla crisi climatica. Sembra comunque poco realistico che uno di questi patogeni possa scatenare una pandemia.

[Fonte]

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