C’era da aspettarselo. A supporto delle legge Fiano contro i gadget fascisti arriva l’illuminato parere di Laura Boldrini, il presidente della Camera che già in passato non ha nascosto il suo fastidio per l’obelisco del Foro Italico a Roma (ex Foro Mussolini).
Per quanto riguarda Civitanova, tra le opere da abbattere, figurano senza dubbio del due palazzine liberty del Lido Cluana che, come impresso alla base delle ringhiere, sono state costruite nell'undicesimo anno dell'era fascista, periodo di tempo che va dal 28 ottobre 1932 al 27 ottobre 1933.
L'era fascista, per chi non lo sapesse, fu creata adottando come data di inizio quella del giorno successivo alla marcia su Roma, che avvenne il 28 ottobre 1922. Il primo anno di quella che fu l'era fascista iniziava dunque il 29 ottobre 1922 e terminava il 28 ottobre 1923 e poi a seguire tutti gli altri.
Ecco i capolavori fascisti che la Boldrini vorrebbe abbattere
Laura Boldrini non lo sa, così come molti italiani poco appassionati di storia, ma probabilmente se passasse l’idea di radere al suolo tutti gli edifici, i monumenti e le opere pubbliche realizzate durante il Ventennio dai fascisti, l’Italia sarebbe ridotta a una città post-atomica, praticamente un rudere con macerie in ogni angolo delle principali città italiane.
Fascisti con il piccone
A prescindere da cosa si pensi sul fascismo e delle polemiche sulla spiaggia “nera” di Chioggia, è innegabile che per l’Italia l’architettura fascista, sia per qualità che per quantità, così come la mole di investimenti pubblici che Benito Mussolini attivò su tutto il territorio nazionale, abbia lasciato un’eredità insostituibile sul fronte delle infrastrutture. Pensare di compiacere i partigiani, nel 2017, abbattendo le opere del Ventennio, oltre che impossibile da fare, sarebbe anche stupido da immaginare. Mussolini vide nel futurismo e nell'architettura razionale una sorta di fiore all'occhiello per un partito rivoluzionario e alimentò con denaro pubblico cantieri ovunque, non solo per estetica ma anche per siti istituzionali, di trasporto e di rappresentanza.
Non solo le bonifiche dell'agropontino
Oltre alla riqualificazione di ampie aree dell’Italia meridionale abbandonate alle paludi e la creazione di città ex novo (furono 110 le città di fondazione), come Littoria (l’attuale Latina), Pomezia, Sabaudia ed Aprilia, anche a Roma la mole di lavoro e di opere fu imponente, dall'Eur42, acronimo di Esposizione Universale di Roma, il quartiere che ospita i più importanti e famosi monumenti di ideologia fascista, agli edifici del Ministero delle Comunicazioni, il Ministero dell’Ambiente, la sede centrale delle Poste Italiane e la sede dell’Inps, fino al palazzo della Civiltà Italiana o della Civiltà del Lavoro, simbolo dell'Eur, il cosiddetto “Colosseo quadrato”, in marmo bianco, costruito per celebrare il ventennale della “Marcia su Roma” che si sarebbe dovuta tenere nel 1942. Sempre di architettura fascista è il Foro Italico, o Foro Mussolini, che ospita lo Stadio Olimpico, lo Stadio del Tennis, lo Stadio del Nuoto e lo Stadio dei Marmi, così come l’Obelisco, simbolo fascista eretto nel 1932 che riporta la scritta “Mussolini Dux”. In centro, anche via dei Fori Imperiali fu fatta costruire dal Duce spianando il quartiere Alessandrino, per collegare il Colosseo a Piazza Venezia, ma sempre al Ventennio sono da attribuirsi le cittadelle di Cinecittà e quella universitaria che ospita l’ateneo La Sapienza.
A Venezia il ponte dei record
Anche a Napoli i palazzi realizzati durante il ventennio sono tantissimi, dal Palazzo delle Poste, al palazzo degli Uffici Finanziari, della Questura ed il palazzo del Banco di Napoli a Via Toledo e della Banca Nazionale del Lavoro all'apice di Via Armando Diaz. Fascista anche tutto il complesso fieristico della Mostra d’Oltremare di Fuorigrotta, la stazione cumana di piazzale Tecchio e la fermata di via Leopardi, così come piazza Carità, i giardini del Molosiglio, la Galleria Vittoria. A Milano, nel Ventennio furono realizzati l’Idroscalo, il Palazzo di Giustizia, la trasformazione di Palazzo Castani, l’inaugurazione della Stazione Centrale. Tra le opere infrastrutturali,da ricordare varie tratte di autostrade al nord, dalla Genova – Serravalle Scrivia alla Milano-Varese-Sesto Calende, fino alla Milano-Bergamo, la Napoli-Pompei, la Torino-Milano. A Firenze si ricorda l’edificio di maggiore pregio fascista è la Biblioteca Nazionale Centrale e la stazione di Santa Maria Novella all'interno di una vasta e funzionale area ferroviaria, A Venezia fu invece costruito il ponte del Littorio (oggi della Libertà), che collega l’isola alla terraferma. In 657 giorni. Meno di un terzo del tempo speso per la Nuvola di Fuksas. L’elenco delle opere pubbliche costruite sotto il Ventennio sarebbe troppo lungo: ci limitiamo a citare il Palazzo delle Poste a Palermo (realizzato nel 1934 da Angiolo Mazzoni) e la casa del Fascio di Giuseppe Terragni a Como.
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