12 aprile 2018

Stupro Marechiaro, scarcerati i tre minorenni

La violentarono, a turno. Prima le tolsero il costume e poi mentre uno abusava gli altri ridevano. Poi il cambio. Quando alcuni mesi più tardi furono arrestati provarono a dire che la ragazza, 15 anni, era consenziente. Si parla in continuazione di violenza sulle donne, fisica e morale, di stupri, di omicidi chiamati con quel termine orribile (femminicidi) e poi, quando si prendono i responsabili di un fatto criminale compiuto su una minorenne, si lasciano liberi dopo pochi mesi?



Stupro Marechiaro, scarcerati i tre minorenni: faranno i pizzaioli

Il giudice sceglie la messa alla prova con un programma di recupero per i ragazzi che violentarono una 15enne a fine maggio dello scorso anno. A ottobre furono arrestati

La violentarono, a turno. Prima le tolsero il costume e poi mentre uno abusava gli altri ridevano. Poi il cambio. Quando alcuni mesi più tardi furono arrestati provarono a dire che la ragazza, 15 anni, era consenziente. Ma in pochi giorni i minorenni, un diciassettenne e due sedicenni, di Capodichino e Forcella, confessarono la violenza. A mettere gli investigatori sulle loro tracce fu proprio la vittima che tornata a casa ebbe la forza di accendere il computer, collegarsi a Facebook e cercare i volti dei suoi stupratori tra i profili di amici degli amici. Alcuni mesi di indagini e poi l’arresto. Ma ieri, a distanza di sei mesi dal loro ingresso nel carcere, il giudice per i minorenni del Tribunale di Napoli li ha rimessi in libertà con la misura della messa alla prova. Faranno i pizzaioli, impareranno ad impastare e infornare cercando di crearsi un futuro diverso, magari migliore di quello che hanno vissuto fino ad oggi.

La violenza di gruppo
La violenza avvenne il 28 maggio del 2017. Allo «scoglione» di Marechiaro, in pieno giorno, di domenica. La ragazzina di via Petrarca, 15 anni, è con un gruppo di amici. Poco lontani i tre ragazzi, che si conoscono tra loro sin da bambini e che hanno un amico in comune con il gruppo della ragazza presa di mira. Una parola, una battuta, qualche bibita fredda e poi l’invito a spostarsi per poter ripararsi dalla calura. La quindicenne decide di andarci, perché con lei c’è anche un suo amico, poi sparito nel nulla. In ospedale i medici hanno riscontrato delle abrasioni, i segni della violenza e le hanno fatto dei tamponi vaginali i cui risultati saranno poi comparati con il Dna di uno degli indagati. I due ragazzi di Capodichino prima l’hanno denudata e poi hanno provato ad abusare di lei. Non ci sono riusciti. C’è riuscito invece il ragazzo di Forcella che è andato via dopo aver schiacciato il volto della ragazza al muro, prendendola per la nuca.

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