07 settembre 2016

Ortoressia, l'ossessione per i cibi sani

Ne ho sentito parlare per la prima volta oggi a pranzo, nel TG2 salute, ed ho voluto approfondire la questione. In effetti, dai discorsi che sento in giro, credo che molta gente se non ne soffre a pieno, ci va molto vicino. Conosco persone che mangiano dolo determiante cose, prodotte in un certo modo, acquistate in un tale negozio e magari confezionate come solo dicono loro.

La gente sta impazzendo e nonostante i tanti problemi della vita quotidiana, riescono pure, magari inconsapevolmente, a crearsene di nuovi.




Ortoressia, l'ossessione per i cibi sani

Si tratta di un disturbo del comportamento alimentare (che però per ora non compare nel DSM, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) meno conosciuto e meno studiato rispetto all’anoressia e alla bulimia, che può diventare ugualmente pericoloso, anche perchè altrettanto subdolo. Così come per gli altri DCA (disturbi del comportamento alimentare), anche l’Ortoressia colpisce più frequentemente il sesso femminile.

Il termine deriva dal greco: orthòs = giusto e oréxis = appetito

In effetti, la persona ortoressica è ossessionata dall’idea di nutrirsi in modo “corretto” e tende a privilegiare solo alcuni cibi, escludendo tassativamente gli altri, esponendosi così a rischi nutrizionali notevoli.

Alla base di questo disturbo c’è un meccanismo ossessivo che porta a seguire rituali dietetici particolari sempre più complicati (es. mangiare solo cibi cotti e concentrarsi su di essi in silenzio, masticando anche fino a 100 volte ogni boccone) tanto da diventare invalidanti.

Sostanzialmente, così come nell’Anoressia Nervosa e nella Bulimia Nervosa il problema è la quantità di cibo (poco o troppo), nell’Ortoressia il problema è la qualità: è incalcolabile il tempo utilizzato per analizzare le tabelle nutrizionali dei vari cibi, anche per cercare di annullare i rischi di contaminazione che spesso sono fonte di grande preoccupazione.

Una persona che soffre di ortoressia mangia principalmente perché è un dovere, oppure per rispondere a determinati bisogni (es. mantenersi in salute, prevenire la stipsi, prevenire il tumore...), non per il piacere di gustare le pietanze, per scoprire nuovi sapori o per il piacere della convivialità che caratterizza i momenti dei pasti.

Il problema tende a peggiorare col tempo, anche perché le regole diventano sempre più restrittive. Inoltre di solito si tende all’isolamento, da un lato per non mostrare agli altri i propri “strani” rituali, dall’altro perché difficilmente famigliari o amici rispettano le ferree regole di chi è ortoressico.

In caso di trasgressione alle regole autoimposte, subentra un forte senso di colpa, che porta ad un ulteriore loro inasprimento, con l’attivazione di un rischioso circolo vizioso.

Il primo a parlare di Ortoressia è stato nel 1997 Steve Bratman, che ha anche ideato un test da autosomministrarsi per valutare se si è affetti da tale problematica.



Test ORTO -15 per la valutazione della ortoressia

Questo test è stato approntato e validato sulla popolazione italiana da Donnini et al. (2004-2005), con il supporto della Facoltà di Scienze Alimentari dell’Università la Sapienza di Roma e dell’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del CNR di Avellino.
Il test è composto da 15 item a scelta multipla a cui bisogna rispondere con sempre, spesso, mai, a volte.
“Sempre” equivale a punteggio 4
“Spesso” equivale a punteggio 3
“Mai” equivale a punteggio 2
“A volte” equivale a punteggio 1

1. Quando mangi presti attenzione alle calorie del cibo?
2. Quando vai al supermercato ti senti confuso?
3. Negli ultimi tre mesi il cibo ti ha preoccupato?
4. Le scelte del cibo sono condizionate dalla tua paura circa lo stato di salute?
5. Quando scegli il cibo, il gusto è più importante della qualità?
6. Sei disposto a spendere di più per avere un cibo salutare?
7. Il pensiero del cibo ti preoccupa per più di 3 ore al giorno?
8. Ti neghi qualche trasgressione alimentare?
9. Gli stati affettivi incidono sul tuo comportamento alimentare?
10. Mangiare solo cibo salutare accresce la tua autostima?
11. Mangiare solo cibo salutare cambia il tuo stile di vita (ad esempio riduce la frequenza delle cene al ristorante con amici)?
12. Pensi che mangiare cibo salutare migliori il tuo aspetto?
13. Ti senti colpevole quando trasgredisci?
14. Pensi che in un supermercato ci sono anche cibi non salutari?
15. Sei solo quando mangi?

Un punteggio complessivo di 40 o più segnala ortoressia. Il problema è tanto più grave quanto più il punteggio si approssima a 60.
Un punteggio inferiore a 40 ottenuto con una prevalenza di “mai” indica la possibile presenza del problema opposto, ossia una disattenzione eccessiva e potenzialmente pericolosa per la propria alimentazione.

 



ORTORESSIA. Prodotto dei nostri tempi?

L’ortoressia in ordine di tempo è solo l’ultimo prodotto della nostra società consumistica ed è paradossale che in una società che iper-consuma e produce, dove spesso si bada di più alla quantità che alla qualità, una persona che scelga la ricerca della qualità come ideale di vita finisca con l’ammalarsi proprio per questo. Purtroppo si parla proprio di malattia perché è da considerarsi una vera e propria patologia.

Solitamente accade che si era partiti scegliendo un regime alimentare che sembrava più sano fino ad arrivare a rinunciare agli inviti a cena, o a portarsi il cibo da casa, o a limitare sempre più il numero di alimenti con cui cibarsi, convinti che alcuni di questi facciano male. A differenza degli altri disturbi alimentari come anoressia e bulimia, dove il problema è la quantità di cibo che si lega alla propria immagine corporea e ai sensi di colpa, nell’ortoressia le preoccupazioni si circoscrivono principalmente alla qualità del cibo, al rischio di contaminazione, alla minaccia che sia sporco, non sano e non puro, fino ad arrivare, nei casi più estremi, alla vera e propria mania di persecuzione.

La Psicosintesi ci insegna che in noi coesistono diverse parti o personaggi interiori che possono manifestarsi in determinate circostanze della vita, per cui in ognuno di noi potenzialmente si annida un piccolo ortoressico pronto ad aggirarsi tra le corsie dei supermercati intento a scrutare le etichette dei prodotti. Quest’aspetto è certamente amplificato dal fatto che in Italia il mangiar bene è diventato un vanto popolare. Non a caso siamo immersi in una mare di riviste, associazioni, fiere e trasmissioni televisive che non perdono un minuto ad elogiare la nostra eccellenza gastronomica. Così anche noi pian piano stiamo imparando a riconoscere tra i  vari prodotti quali sono migliori rispetto ad altri, quali i più gustosi, quali i più sani.

Non ci si definisce ortoressici con la O maiuscola solo perché ci si nutre seguendo i precetti di una dieta vegan, o si è crudisti, o consumatori biologici ortodossi. Si è ortoressici nel momento in cui mangiare cibo sano diviene una ossessione, nel momento in cui non tolleriamo più la possibilità di entrare in contatto con ciò che trasversalmente attraversa la nostra natura umana e imperfetta. Nascono in questo caso dei comportamenti di evitamento che portano la persona ad essere sempre attenta a non entrare in contatto con tutto ciò che può risultare tossico o dannoso, cercando inconsciamente di soddisfare il proprio desiderio di immortalità. Ed è proprio per la paura di morire che nel 2003 è morta  una donna americana di nome Kate Finn. Deceduta apparentemente per anoressia, in realtà voleva “solo” mangiare sano. Il risultato della sua ossessione per il cibo sano le ha fatto perdere molti chili, e proprio questa perdita di peso, secondo alcuni, ha determinato l’insufficienza cardiaca che l’ha stroncata.

Non è certo un delitto interessarsi alla propria salute e al proprio benessere attraverso l’alimentazione. La scuola medica salernitana diceva “noi siamo quel che mangiamo”. Ma non solo direi. “Che il tuo alimento sia il tuo medicamento” diceva Ippocrate. Non solo da come mangia, ma anche da cosa mangia si può riconoscere un uomo. Essere attenti agli ingredienti scritti sulle etichette dei cibi ai supermercati non è poi così sbagliato. È un po’ come in tutte le cose, basta non esagerare  perché, come dice il famoso detto popolare, ”il troppo storpia”.

Sintomi del disturbo alimentare.

L'ortoressia, come le delle altre forme di disturbi alimentari, affonda le sue radici in un disagio psicologico, che si manifesta attraverso un controllo ossessivo sul cibo. L' ortoressia infatti presenta una serie di similitudini con patologie quali bulimia, e soprattutto anoressia, la differenza sostanziale è che mentre per entrambe queste patologie il punto focale del problema è rappresentato dalla "quantità "di cibo ingerito, l'ortoressico è ossessionato dalla "qualità" degli alimenti. E anche questo aspetto di per sé non è negativo, perché chiunque di noi preferirebbe mangiare cibo genuino piuttosto che cibo in gran parte chimico o alterato, ma gli ortoressici portano questa preferenza a livelli maniacali.

Paura della “contaminazione”: l’ortoressico teme che il cibo sia “contaminato” dai più svariati fattori. Teme le radiazioni anche se abita lontanissimo da ambienti soggetti a questo tipo di inquinamento, se è vegetariano teme che il cibo non preparato da lui abbia “sentito” la carne, teme tutti i virus e batteri che nel tempo sono stati ricondotti al cibo, come l’aviaria o la mucca pazza, teme gli involucri di alluminio e di plastica e così via.

Programmazione: per essere sicuro di mangiare solamente cibi sani e puri, l’ortoressico dedica molte ore al giorno a pensare alla sua alimentazione e a programmare i pasti.

Ipocondria: ha paura di contrarre malattie se entra in contatto con cibo non sano, come abbiamo visto succedere a Bratman con il formaggio pastorizzato.

Depurazione: la paura della contaminazione e dell’ipocondria lo porteranno al desiderio di depurarsi se sarà costretto ad ingerire cibi per lui non salutari e per rimediare a questo si provocherà il vomito o l’evacuazione forzata.

Severità: l’ortoressico è estremamente severo con se stesso, man mano che l’ossessione peggiorerà inizierà a seguire regole sempre più rigide e ad essere sempre meno intransigente.

Circolo vizioso: questa severità instaurerà un circolo vizioso che porterà alla comparsa di comportamenti ossessivo – compulsivi. L’infrazione alle regole non è assolutamente ammessa e nel caso accadesse il soggetto entrerà in depressione, si punirà e si costringerà a regole più severe.

Isolamento: la persona colpita dall’ortoressia inizierà ad isolarsi dagli altri individui che non la pensano come lei mangiando in solitudine, non accettando inviti a pranzi o cene, se costretta ad uscire si porterà il proprio cibo, interromperà i rapporto di amicizia.



Fonti:
- www.medicitalia.it

- www.quipsicologia.it
- www.benessere360.com

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