05 agosto 2018

Primo «divorzio» per due donne a Vicenza

Due anni di sì, due anni di coppie omosessuali che hanno ottenuto il riconoscimento ufficiale della loro unione dallo Stato. Ma anche due anni di rotture e di primi «divorzi». Nel caso specifico, potremmo dire che anche loro hanno capito quanto è difficile avere una moglie.



Primo «divorzio» per due donne: a Vicenza si scioglie un’unione civile

A un anno dall'inizio del matrimonio, la decisione di separarsi e di dividere casa e beni. «Affido congiunto» anche per il cane e il gatto

Due anni di sì, due anni di coppie omosessuali che hanno ottenuto il riconoscimento ufficiale della loro unione dallo Stato e tutela. Ma anche due anni di rotture e di primi «divorzi». Sono passati ventiquattro mesi dall’approvazione della «legge Cirinnà» sulle unioni civili tra coppie etero ed omosessuali, e già qualcuna di queste ultime è scoppiata.

Tanto che il tribunale civile di Vicenza, per la prima volta, è stato chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di scioglimento del vincolo — parlare di divorzio non è propriamente corretto — presentata da due vicentine, di 35 e 40 anni, che lavorano in ambito sanitario e che avevano pronunciato il fatidico «sì» davanti agli amici e ai parenti appena un anno fa.

Con la relazione al capolinea, le due compagne, ormai ex, hanno deciso unanimemente di far mettere la parola fine al loro «matrimonio» da un giudice, dopo aver convenuto anche sulla casa acquistata assieme e sulla gestione e sulle cure dei propri animali che si divideranno, con il cane e il gatto che d’ora in avanti vivranno rispettivamente con ciascuna di loro. Già comparse in tribunale, le due attendono solo che venga depositato il provvedimento. E si tratterebbe di uno dei primissimi casi in Italia e in Veneto: la prima sentenza di scioglimento di unioni civili era stata emessa, nell’estate scorsa, dalla sezione civile del tribunale di Savona. Ora toccherà a Vicenza pronunciarsi.

Quella tra le vicentine, di cui intendiamo tutelare la privacy, era stata una storia d’amore come altre: la scintilla scoccata, il fidanzamento a cui era seguita la convivenza, e poi la scelta del «matrimonio», di celebrare la loro unione davanti ad un ufficiale comunale, possibilità ammessa dalla legge Cirinnà. Ma l’idillio è durato poco, un anno appena: divergenze caratteriali che renderebbero ormai difficile la convivenza tra le due. Una situazione del tutto nuova, questa, per gli uffici comunali e pure per il tribunale di Vicenza che però si sta attrezzando. Le due ormai ex hanno presentato una dichiarazione con la loro volontà comune di rompere l’unione civile all’ufficio di stato civile del Comune di residenza e dopo tre mesi — questo il tempo previsto — sono comparse in tribunale, affiancate dall’avvocato Massimo Pagnin di Vicenza, che aveva avuto modo di parlare di persona con la senatrice Monica Cirinnà promotrice della legge che norma le unioni civili.

La 35enne e 40enne si sono presentate davanti al giudice presidente della seconda sezione, Marina Caparelli. Per ottenere la sentenza di scioglimento dell’unione civile – che richiama le norme procedurali relative al divorzio - e avviare al contempo tutte le pratiche previste dalla Cirinnà in tema di regime patrimoniale all’interno della coppia. Stabilendo anche l’assegnazione a una di loro della casa comprata assieme e, richiamando il protocollo del tribunale di Vicenza di ottobre 2017 adottato per separazioni e divorzi, anche il mantenimento dei loro animali, in merito alle eventuali spese veterinarie (e non solo) extra che dovranno dividersi al cinquanta percento. La legge prevede la disciplina sul diritto agli alimenti. In questo caso, però, non è stata avanzata alcuna richiesta in tal senso. Ora il tutto passerà al vaglio del pubblico ministero, quindi al giudice che emetterà la sentenza di «divorzio». La prima nel suo genere a Vicenza.

Inevitabile che all’ondata di unioni civili fra persone dello stesso sesso seguisse una quota fisiologica di separazioni, in linea con i divorzi veri e propri. Stando ai numeri forniti dal Ministero dell’Interno sulle unioni civili, è Verona la provincia veneta in cui si è pronunciato il maggior numero di sì: 102 in tutto, dato che vede la città di Giulietta al decimo posto, seguita dai 96 sì di Venezia, undicesima nella classifica nazionale. Al quattordicesimo e quindicesimo posto ci sono rispettivamente Padova e Vicenza con 84 e 78 unioni civili. Otto posizioni più sotto, con 60 unioni, Treviso. Rovigo solo 13. Mentre Belluno ne conta appena 11.

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