19 agosto 2018

Vacanza Russia 12 - Il lungo e travagliato viaggio di ritorno

Siamo arrivati alla fine di questa bellissima vacanza, con un lungo e travagliato viaggio di ritorno. Andato a letto dopo l'una e mezza per aver voluto finire di sistemare i bagagli, la sveglia è suonata alle 4:30, anche se Simone si era alzato alle 4 e di conseguenza, ero sveglio anche io.


Ci siamo preparati rispettando esattamente l'orario che ci eravamo dati e alle 5 in punto siamo usciti dall'hotel, chiamato il taxi con l'app di Yandex che è arrivato in un minuto, avendo l'hotel attaccato alla stazione centrale. Poco più di mezz'ora di auto e giunti all'hotel, ho sperato di trovare l'ufficio postale aperto, oppure un negozio che vendesse francobolli, dato che avevo qualche cartolina da spedire. Invece niente, c'era il post office ma avrebbe aperto quando noi saremmo stati in volo.

Per la seconda volta nella vacanza, mi sono scontrato con la rigidità e l'inflessibilità (possiamo dire anche la stupidità) di un'addetta alla sicurezza. Volevo uscire un momento fuori dall'aeroporto ma non ero sicuro che avessi potuto rientrare, così mi sono solo affacciato, senza mettere il piede fuori ma le porte scorrevoli però, purtroppo, mi si sono chiude dietro. Ho fatto quindi immediatamente retromarcia, per rientrare, ma l'addetta che era a un metro e che ha assistito alla scena, non ha voluto sentire scuse e mi ha fatto fare il giro esterno, facendomi passare di nuovo sui metal detector. 

Mi era accaduta la stessa cosa sulla Piazza Rossa, quando una sera mi sono affacciato per 3 secondi, oltre le transenne aperte a fare una foto al Gum e quando ho fatto per rientrare, il poliziotto non ha voluto sentire scuse, dicendo che ormai era chiuso e non potevo rientrare. Lascio a voi ogni commento.

Un piccolo imprevisto in uno dei tanti controlli in aeroporto, mi ha fatto poi venire un coccolone, non avendo capito subito di cosa si trattasse. Al check dei biglietti, prima dei controlli personali per accedere all'area partenze, una delle sue addette inizia a parlare fitto con la collega che poi mi guarda e mi chiede se parlo inglese. Rispondo di si e mi dice che il biglietto non è valido. A momenti svengo! Come non è valido? Me lo avete stampato voi solo 5 minuti fa! Poi alla fine ho capito che si trattava solo di un problema si stampa illeggibile, per colpa della loro stampante ed è stato sufficente ritornare al banco del check-in e farmelo ristampare (ho saltato però tutta la fila, entrando di lato).

Riusciti finalmente a partire, siamo arrivati a Pisa senza problemi (a parte lo ristretto spazio per le mie gambe) e quando ho visto la macchina, ho tirato un grosso sospiro di sollievo. L'avevo lasciata infatti nel parcheggio indicatomi da un signore conosciuto su Facebook la sera prima di partire e per di più, era proprio sotto un ponte e di questi tempi, la cosa potrebbe essere anche preoccupante.

Un po' di trambusto quindi per trovare un tabaccaio aperto, che alla fine ci ha portato alla stazione di Pisa e poi finalmente il viaggio di rientro in auto, la parte più difficile. Ero così stanco che a momenti mi prendevano quei microsecondi di black out, che quando ti riprendi, sembra siano passati dei secondi, con la macchina che nel frattempo aveva iniziato ad andare per conto proprio. Alla fine, con quattro pause, di cui una in una piazzola di sosta, e molta fatica, alle 16:30 sono arrivato a casa, dove ad attendermi c'era un succulento piatto di gnocchi.

Tutto è bene quel che finisce bene.

























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