Ho letto con molto interesse l'articolo del Carlino di qualche giorno fa che trattava della vicenda del volo per Vilnius del segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin.
Riepilogo per sommi capi la vicenda: il cardinale Parolin, sulla scia riformista introdotta da Papa Francesco, effettua una scelta di sobrietà e sopratutto di contenimento dei costi e decide di prenotare un volo Ryanair invece che il solito Alitalia. Apriti cielo! Non l'avesse mai fatto.
Sembra che la compagnia di bandiera ci sia rimasta molto male e fino a quà non ci sarebbe niente male, se non fosse che la stessa compagnia è un importante investitore pubblicitario nei media della vaticani.
Ne vedremo delle belle..
Nonostante sia stato tre volte a Vilnius, solamente una sono atterrato nell'aeroporto della capitale lituana (le altre due al Lidosta di Riga) che tra l'altro ha un nome molto particolare che sembra più brasiliano che baltico: oro uostas. A seguire alcune foto dell'aereoporto incriminato e l'articolo de ilrestodelcarlino.it
(Fonte: ilrestodelcarlino)
Il segretario di Stato viaggia low cost. Vola la rivalità sul cielo del Vaticano
CITTÀ DEL VATICANO, MAGGIO 2016 - VA BENE la spending review, ma poi c’è sempre qualcuno che si lamenta. Pare facile fare il vescovo-pastore che non bada a orpelli, minimizza su costi per ingiustificate misure di sicurezza, rifiuta biglietti di prima classe e altri lussi così come piace a papa Francesco che è stato il primo a dare questo esempio, dal rifiuto del Palazzo apostolico alla scelta di una utilitaria al posto delle scintillanti berline. Ma anche il corso di sobrietà che pure in tanti nella curia di Francesco intendono percorrere sentendosi più a loro agio con mezzi e metodi spartani, ha le sue spine, e fare scelte low cost quando si è prelati molto in vista ha conseguenze del tutto inaspettate.
È QUELLO che è successo al cardinale Pietro Parolin, il segretario di Stato vaticano che in queste settimane ha preso un volo low cost Ryanair per recarsi a Vilnius, in Lituania. Un gesto che ha fatto notizia perché il fatto che un prelato in carica di così alto rango prenda un volo a basso costo per sbarcare in visita ufficiale non si era mai visto. E in più, se si pensa che il predecessore di Parolin, il cardinale Tarcisio Bertone, amava mobilitare attorno a sé un dispositivo di sicurezza che almeno nelle uscite in Italia coinvolgeva tanto auto della Gendarmeria vaticana quanto della Polizia italiana, c’è di che stupirsene.
Eppure la ben intenzionata mossa è diventata una specie di piccolo caso oltre le mura leonine. La Ryanair ha colto al volo l’occasione per farsi sentire col Vaticano, ringraziare per l’inattesa pubblicità e offrire nuovi voli promo per prossime missioni di esponenti vaticani. E addirittura proponendosi come prossimo vettore per il viaggio di papa Francesco in Polonia in programma a luglio. Tanto bene non l’ha presa però Alitalia, abituata ad essere la compagnia ufficiale che accompagna il Pontefice nei suoi viaggi internazionali e in genere la linea aerea di prima scelta per le missioni di esponenti vaticani quando si muovono da Roma. La compagnia ha fatto avere in via informale la sua protesta. Tra l’altro l’ex compagnia di bandiera è anche un forte investitore pubblicitario nei media vaticani, si guardi ad esempio al paginone pubblicato qualche giorno fa sull’Osservatore romano.
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