28 maggio 2016

Stoccolma è piena di zingari

Mi è capitato di leggere un articolo di un paio di anni fa in cui si parlava della schedatura dei rom da parte delle autorità svedesi e probabilmente, dopo la sollevazione popolare che ne è derivata, si è esagerato nell’altro senso e gli si è lasciato un po’ troppo spazio.

Di seguito ci sono le foto che ho scattato lo scorso agosto a Stoccolma. Quella dell’accampamento notturno l’ho fatta in un angolo del Sergels Torg, pieno centro della città.




Stoccolma, la discriminazione dei rom

La Svezia scheda gli zingari e la società si mobilita.

Oltre 4 mila nomi inseriti in una lista, compilata meticolosamente dalla polizia. Donne, uomini, bambini con una sola cosa in comune: l’appartenenza all’etnia rom.
L’elenco è restato segreto fino al 23 settembre, quando il quotidiano di Stoccolma Dagens Nyheter ne ha dato notizia. Facendo risvegliare la Svezia con il sospetto di essere un Paese molto meno aperto di quanto credeva.


LA SCHEDATURA DEI DIVERSI. Più di un quarto dei nomi contenuti nel registro (4.029 in tutto) appartengono a bambini, 842 hanno meno di 13 anni. Alcuni appena due.
Accanto a ogni nome c’è un indirizzo e legami di parentela: l’obiettivo della polizia, hanno rivelato i media nazionali, è avere una mappa sempre aggiornata per rintracciare in fretta cittadini di origine rom e conoscerne le frequentazioni.


NESSUN CRIMINE COMMESSO. Anche se non hanno precedenti penali: moltissimi degli schedati, infatti, non hanno mai avuto nulla a che fare con la giustizia svedese. Ma devono comunque essere tenuti sotto controllo.

UNA MAPPATURA COSTANTE. La gestione dell’elenco, secondo quanto riferito dalla stampa, è compito delle forze dell’ordine del distretto di Skåne, la contea più meridionale della Svezia. Che prima ha smentito l’esistenza di un registro stilato in base all’etnia, salvo poi rettificare e aprire un’indagine interna.
Troppo tardi però per arginare le polemiche e i fantasmi del Paese.

Non è la prima volta infatti che la civilissima Svezia viene turbata dalle discriminazioni razziali.

IL PICCO DI CRIMINI RAZZIALI. Le difficoltà nell’integrazione sono emerse con violenza in estate, quando le banlieu di Stoccolma sono state messe a ferro e fuoco dalla rabbia dei giovani immigrati a margine del sistema.
Ma era solo la punta dell’iceberg. Uno studio pubblicato ad agosto ha mostrato come nel 2012 oltre 3.500 crimini commessi nel Paese siano riconducibili all’odio razziale.
E i media nazionali hanno pubblicato rapporti riservati secondo i quali la polizia tende a fermare e controllare molto più spesso i cittadini di origine straniera di quelli svedesi, anche senza ragioni apparenti.


L’ESCLUSIONE DAL SOCIALE. Ma la storia del rapporto tra i rom – circa 50 mila, su 8 milioni di abitanti – e la società svedese è ancora più complicata.
«Quella rom è una comunità sottoposta a discriminazione ed esclusione sociale da molto molto tempo», ha ammesso pubblicamente Erik Ullenhag, ministro dell’Integrazione.


SENZA VOTO FINO AL ’60. Fino agli Anni ’60, infatti, ai rom è stato negato il diritto di voto, sono stati bollati come «indesiderabili», sono stati scacciati dai luoghi dove avevano deciso di stabilirsi e solo a pochi bambini veniva concesso di frequentare le scuole.
Un passao davvero poco edificante.


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