17 agosto 2016

Premiati per la catastrofe

All'inizio credevo fosse un fake oppure il solito sito satirico ma controllando la fonte e leggendo bene l'articolo ho capito una cosa sola, che questi continuano a prenderci per il culo e a mangiarsi il mangiabile.

Con l'Istat che certifica la crescita zero, con il debito pubblico che aumenta di 77 miliardi, la disoccupazione alle stelle e l'Italia allo sfascio, questi che fanno? Si danno dei premi per il raggiungimento del 100% degli obiettivi.

A questo punto sorge una domanda: gli obiettivi erano la catastrofe?


(Fonte: ilfattoquotidiano.it)

Istat certifica la "crescita zero" e intanto i collaboratori del premier al Dipartimento per la programmazione e coordinamento della politica economica conseguono i risultati al 100%. La sola Manzione ottiene così 80mila di “variabile” e 34mila di premio, arrivando a guadagnare 93mila euro più di Renzi che l’ha nominata. Il “tutti bravi-tutti promossi” urta però con la realtà oggettiva dei dati. Non senza prove di sciatteria e obiettivi senza senso, ovviamente raggiunti

 Istat certifica la “crescita zero”, il debito pubblico sale di 77,2 miliardi. Intanto la Presidenza del Consiglio promuove a pieni voti i vertici del suo Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, il motore stesso della politica per lo sviluppo del governo. Sul sito del governo è stata pubblicata la “tabella delle performance” aggiornata al 29 luglio, una quarantina di pagine in tutto, con il bollino dell’Ufficio per il Controllo interno (Uic), che è come dire Palazzo Chigi che dà i voti a se stesso. Promuovendosi a pieni voti. E se il target raggiunto non è stato proprio il 100%? Nessun problema: perché era stato preventivamente fissato all’80, al 60 o al 40% e così via. E le cifre in ballo sono di tutto rispetto.

Ad esempio quelle di Antonella Manzione, l’ex comandante dei vigili che da Firenze Renzi si è portato a Roma per metterla a capo del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi del governo: nel 2015 ha preso 55mila euro di stipendio tabellare, 36mila di retribuzione di posizione più una componente variabile di 80mila e altri 34.600 come premio di risultato. In tutto nel 2015 ha portato a casa 207mila euro, 93mila euro più di Renzi che l’ha nominata. Idem per Ferruccio Sepe, capo del dipartimento. Buon per loro, si dirà, se non per un dettaglio: numeri e parole di quel documento sembrano aver perso ogni rapporto col reale. A prenderli per veri si direbbe infatti che in Italia va tutto a meraviglia: le opere pubbliche, gli affari per le imprese, la lotta alla burocrazia e alla corruzione. Quando si tenta di approfondire il merito delle singole valutazioni emerge la distanza con la realtà oggettiva dei dati (Pil e debito) e con la percezione soggettiva dei governati (a luglio la fiducia nell’esecutivo è calata di altri due punto scendendo al 20,2%). Non senza errori, “successi” discutibili e sproloqui in burocratichese stretto. Vediamone alcuni.


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