31 dicembre 2017

L'albero di nuvole

Bellissima foto di un albero con il vestito invernale, completamente spoglio, con delle nuvole sullo sfondo che sembrano la sua candida chioma.


30 dicembre 2017

Trovato il colpevole: Garzellino

L'immagine della scritta alla stazione di Civitanova, istallata non proprio a regola d'arte un paio di giorni fa, ha fatto il giro dei social e come di dice in questi casi, è diventata virale. Non è una questione di lingua parlata, perché anche fossero stranieri gli operai, a meno che non siano ex sovietici, usano il nostro stesso alfabeto.


Questa mattina abbiamo trovato gli operai regolarmente al lavoro, indaffaratissimi nei ritocchi finali, ed uscendo dal tunnel che porta al parcheggio dietro alla stazione, è stato veramente facile individuare il colpevole della scritta malandrina.

Era steso a terra, come svuotato, inerme, in mezzo ad una piccola discarica di materiale del cantiere. Dopo l'errore grossolano di cui si è reso colpevole, probabilmente è stato messo da parte dagli operai, per nulla riconoscenti dei bei momenti che gli aveva fatto passare quando era con loro. Nonostante fosse stato ormai fatto fuori, portava ancora l'etichetta con il nome: Garzellino. Di seguito la sua foto.



Leggi l'articolo (quello serio)

29 dicembre 2017

Michele Placido lasciato a 71 anni

Sono sposati da 17 anni, quando Federica Vincenti ne aveva 19 e lui, Michele Placido, la bellezza di 54 ma evidentemente prima c'era meno differenza d'età tra i due. Adesso che lei ne ha 36 e lui 71, la signora Placido ha deciso di lasciarlo con la testuale motivazione: "Tra di noi abissale differenza d'età".


Federica Vincenti, addio a Placido: «Tra di noi abissale differenza d’età»

La moglie 36enne del regista di «Romanzo criminale» spiega di aver lasciato il marito perché «la vecchiaia si è piano piano allargata fino a diventare una voragine»

È arrivato al capolinea il lungo matrimonio tra Michele Placido, 71 anni, e Federica Vincenti, 36, sposati da 17 anni. È stata la stessa attrice e moglie del regista a raccontare a «Vanity Fair» che tra lei e il marito la vecchiaia «si è allargata, piano piano, fino a farsi voragine. Non a distruggerci, ma a governare lei. Cambia il corpo, cambiano i muscoli, le forze. Cambia la testa, può togliere i pensieri e il ricordo a un uomo che ha fatto la cultura nel mondo al pari di mostri d’intelletto come Monicelli, Albertazzi. Cambiano i desideri. Le voglie non sono più comuni». Al settimanale Federica ha ricordato come fosse diventato difficile «ascoltare il proprio corpo» («avevo spesso mal di stomaco. Ero sempre contratta, nervosa, in ansia») e di come è riuscita a superare le difficoltà grazie alla «psicobiorisonanza», grazie a cui non solo ha riscoperto la passione per il pianoforte ma è stata in grado di «tirar fuori la propria voce a dispetto di quelle intorno, a far viaggiare insieme testa e sentire, e così ad assecondarsi». Una rinascita che il marito non ha particolarmente apprezzato: «Ma è naturale vada così: l’amore cambia — racconta Federica —. Quando è agli inizi non ci pensi: che un giorno quella differenza d’età vi dividerà per forza di cose, che tra voi ci sarà la vecchiaia, e che sarà abissale».

«Anche a stagione dell’amore finita resta l’uomo della mia vita»

«È raro che usciamo — riflette l’attrice —, ma l’altra sera per esempio eravamo a un concerto di Ermal Meta. Ballavo. Mi ha guardato: “Fede, ma che stai a fà? Che te balli?”». Prosegue: «Lo dico con la luminosa indulgenza di chi sa che non è colpa di nessuno: a 70 anni l’uomo della mia vita e padre di mio figlio resta l’uomo della mia vita e il padre di mio figlio anche nell’allontanarci, anche a stagione dell’amore finita, perché comunque resta che io ci sarò sempre per lui e lui ci sarà sempre per me, e questo ci fortifica». Vincenti e Placido si sono uniti in matrimonio nel 2012 dopo aver iniziato la loro relazione d’amore nel 2002; quattro anni dopo è nato il figlio, Gabriele. La Vincenti, più giovane della prima figlia di Placido, Violante, che oggi ha 41 anni, ha debuttato un paio di mesi fa nel mondo della musica con il nome di Luna. Il titolo del suo disco d’esordio? «Sorry».

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28 dicembre 2017

Carente in ferro mangia una ferramenta

E' accaduto nella Russia centro orientale, a 230 km dal confine con la Mongolia, dove una signora anemica, ha pensato bene di immettere del ferro nell'organismo ma invece di mangiare carne di cavallo, come consigliano i medici, si è mangiata parti della carrozza.


Russia, mangia oggetti di metallo per aumentare il livello di ferro nell'organismo, le trovano 152 oggetti nello stomaco

Era convinta che per aumentare i livelli bassi di ferro del suo organismo sarebbe stato necessario mangiare oggetti metallici. E lo ha fatto fino a quando una forte febbre l'ha costretta ad andare in ospedale, dove i medici hanno fatto una scioccante scoperta. La vicenda, alquanto bizzarra, è stata registrata nella città di Ulan-Ude, città della Buriazia, in Russia, a circa 230 chilometri a nord del confine con la Mongolia.

Come riporta the Russian Times, la donna, una 74enne, si è presentata in ospedale con una forte febbre: visto che accusava dei forti mal di mancia è stata sottoposta a una radiografia. È stato allora che i medici si sono accorti che nello stomaco erano sedimentati diversi “strani” oggetti. L'anziana a quel punto ha rivelato di aver sofferto di anemia e di essere convinta che ingerire metallo l'avrebbe aiutata a innalzare i livelli di ferro nel sangue. Dopo averla sottoposta a un intervento d'urgenza i chirurghi hanno trovato 152 oggetti metallici, tra cui chiodi, viti, bulloni, un fermaporta, diversi rottami metallici e una collana d'argento.

«Nessuno, a parte lei, sa da quanto tempo questi oggetti fossero lì dentro - ha detto il portavoce dell'ospedale - Ci ha raccontato che ha iniziato a ingerire metallo 14 anni fa. Miracolosamente viti e oggetti appuntiti non hanno provocato gravi perforazioni nell'apparato digerente. Al momento è fuori pericolo, anche se rimarrà ricoverata in ospedale».

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27 dicembre 2017

Polizia adotta con successo il metodo “Simpson”

Ventuno criminali arrestati mandandogli a casa notifiche di falsi regali da ritirare. Quelli hanno abboccato come polli e quando si sono presentati, il loro regalo è stato l'arresto. Ma si può??


Polizia inglese adotta metodo dei “Simpson” per arrestare i criminali

Le forze dell’ordine del New Yorkshire in Gran Bretagna hanno arrestato 20 criminali usando un metodo mostrato nella serie TV dei Simpson, scrive l’Independent.

La testata osserva che i poliziotti hanno inviato al presunto indirizzo dei criminali delle cartoline con il nome di una compagnia inesistente con la proposta di ricevere un regalo gratuito per il nuovo anno. Per ottenere il regalo era necessario indicare il momento della consegna e l'indirizzo. All'ora indicata però invece del corriere si recavano i poliziotti. Con questo metodo sono stati arrestati 21 criminali accusati di rapina, aggressione, guida in stato di ebbrezza e altri reati.

Come osserva l'Independent gli utenti dei social network hanno notato la somiglianza di tale metodo con quello usato da Clancy Winchester, il commissario della polizia di Springfield, nell'ottavo episodio della decima stagione. Nella serie animata, gli agenti di polizia inviano inviti ai trasgressori della legge con la promessa di regalare una barca gratis. Tra gli invitati c'era uno dei personaggi principali, Homer Simpson, colpevole di aver parcheggiato illegalmente.

Tuttavia, la pubblicazione sottolinea che non è noto se gli agenti di polizia britannici abbiano effettivamente usato il loro trucco ispirandosi alla serie animata.

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26 dicembre 2017

Facebook e la privacy (che non c'è)

Mi ha colpito molto questo servizio per due motivi, il primo, abbastanza risaputo, riguarda la mancanza di privacy per gli utilizzatori di Facebook e di altri social e motori di ricerca, che può riguardare anche coloro che non vogliono esserci. 

Il secondo motivo è di natura geografica, perché a Luleå, dove sorge il data center del più grande social network, ci sono passato e ci ho dormito una notte, durante il viaggio da Stoccolma a Capo Nord che ho fatto nell'agosto del 2015. Lo avessi saputo, magari ci sarei passato davanti.


Facebook e la privacy: quattro cose da sapere sul social network - VIDEO

I consigli da tenere a mente mentre si naviga e si chatta: dalla possibilità di essere tracciati anche quando non si è iscritti a quella di risalire a un nome che non conosciamo attraverso il numero

Ogni giorno condividiamo online centinaia di informazioni sui nostri interessi e i nostri spostamenti. Gesti distratti, ormai quasi inevitabili, ma niente affatto gratuiti. I ricavi pubblicitari realizzati nel 2017 con questi dati solo da Google e Facebook supereranno i 100 miliardi di dollari (stima Emarketer). Una somma sufficiente, da sola, a comprare tutte le case vendute in Italia in un solo anno. Ma quanto siamo consapevoli delle informazioni che quotidianamente cediamo online e che sono alla base di questo giro d’affari multimiliardario? 

Ecco quattro cose che vale la pena di conoscere sul social network più noto.

1 - Il tracciamento dei nostri dati da parte di Facebook può coinvolgere tecnicamente tutti, anche le persone che navigano online ma che non hanno un profilo social. Un’ipotesi fino a qualche tempo inimmaginabile e che invece da un po' di tempo è possibile grazie alle icone di condivisione dei social network presenti in gran parte dei siti. Attraverso i tasti dei "mi piace", infatti, Facebook (come altri colossi del Web) è in grado di tracciare anche chi non è mai stato iscritto. "Quei tasti - spiega Stefano Zanero, docente di Computer security del Politecnico di Milano - contengono al loro interno parti di codice in grado di tracciare gli accessi alle pagine che li contengono. E ciò avviene anche se non siamo mai stati iscritti al social network. In questo caso, ovviamente, non avremo un nome e cognome ma semplicemente un identificativo unico". Questo numero, però, prosegue Zanero, basterà comunque a Facebook per "scoprire ad esempio che la stessa persona che ha visitato un blog di cucina, ha poi cliccato su un sito di un'agenzia viaggi, è poi andato sulle pagine di un quotidiano online etc. Raccogliendo tali informazioni, il social network potrà senz’altro comporre un profilo molto prezioso dell’utente perché di grande rilievo commerciale". 

2 - Quando Facebook chiede a un iscritto di inserire il numero di telefono, lo rassicura spiegando che tale numero sarà visualizzato solo dal diretto interessato. E' vero. Appena inserito, però, alla domanda “Chi può cercarti usando il numero che hai fornito?”, il social network inserisce spesso in automatico l’opzione “tutti”. Se non abbiamo fatto una verifica attenta nelle impostazioni della nostra privacy, è dunque probabile che chiunque, digitando il nostro numero di telefono nel motore di ricerca, possa trovarci. Per evitarlo, basta una piccola accortezza: andare nelle impostazioni della privacy e spuntare l'opzione "solo io" o "amici".

3 - Il social network può teoricamente suggerire amicizie anche quando non ci sia alcun collegamento tra noi e “le persone che potremmo conoscere” . Com’è possibile? Facebook non ha mai svelato il principio degli algoritmi che stanno alla base di queste scelte, ma il ruolo della localizzazione è decisivo. Questo meccanismo può portare a conseguenze imbarazzanti o surreali. Secondo quanto riferito da alcuni blog, una psichiatra avrebbe scoperto che il social network, tra i suggerimenti di amicizia, indicava ai suoi pazienti nomi di altri pazienti, mettendo a rischio il segreto professionale. La Bbc ha invece raccontato il caso di una vittima di una rapina alla quale Facebook avrebbe proposto come amico l’uomo che le aveva rapinata a Birmingham (permettendo in quel caso l’identificazione dell’uomo).

4 - Gran parte dei dati raccolti da Facebook è custodita con dispositivi di altissima sicurezza. Ma una parte residuale sfugge a questi controlli. In pochi sanno, per esempio, che l’invio di foto o documenti tramite una chat di Messenger non è blindato. Come riferito dal blogger Attivissimo, è possibile infatti mandare a chiunque un link ad un allegato che è stato condiviso in una chat di Messenger; e ciò che più conta è che chiunque lo potrà usare, almeno temporaneamente, per scaricare l’allegato, purché questo sia stato inviato da qualcuno dei partecipanti allo scambio. Per gestire il proprio traffico dati, Facebook infatti utilizza una rete esterna (content delivery network o CDN) che non è soggetta alle restrizioni d’accesso del social network.

Il percorso del mio viaggio a Capo Nord


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25 dicembre 2017

Mosca, autobus sulle scale della metro

"Driver did it on purpose". Titola così "RT", il più importante sito di notizie in lingua inglese di Russia, che tradotto significa che si tratta di un gesto volontario da parte dell'autista e non di un tragico incidente. I morti sono stati cinque e almeno una dozzina i feriti, come riporta il sito (leggi):

The driver whose bus crashed into a pedestrian underpass in Moscow on Monday was acting with malicious intent, one of the passengers claims. At least five people were killed and over a dozen injured in the incident.

The witness told the Russian media that he was sitting next to the driver and “saw how he did it on purpose.” The incident occurred at around 14:50 local time, the passenger recalled, adding that he asked the driver when the bus was going to move out and received the reply: “I’ll move at 15:00.”


Mosca, bus finisce sulle scale della metro. Morti e feriti

Almeno 5 morti e dieci feriti. E' il bilancio della collisione di un autobus di Mosca contro le scale dell'uscita di un sottopasso della metropolitana sul Slavyansky Boulevard nella zona occidentale della città. La polizia precisa che tra le vittime ci sono passeggeri del mezzo e pedoni, ma ha escluso da subito l'attentato. L'autista, russo e non ubriaco, che lavorava da 17 anni per la società dei trasporti, è stato subito arrestato. L'ipotesi più probabile è quella di un errore umano o di un guasto tecnico. A titolo precauzionale il sindaco Sergei Sobyanin ha ordinato l'ispezione meccanica di tutta la flotta dei bus della città.

Oggi in Russia è una giornata lavorativa, dal momento che il Natale ortodosso si celebra il 7 gennaio. Negli ultimi mesi le autorità locali hanno adottato misure di sicurezza speciali per evitare attacchi terroristici.

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Il filmato dell'attentato


24 dicembre 2017

Amore e Psiche, la leggenda d’amore più bella di sempre

Quella di Amore e Psiche è una favola senza tempo, metafora dell’eterna lotta tra razionalità e istinto, tra cuore e cervello. A scriverla fu, nel II Secolo d.C, lo scrittore latino Apuleio nelle sue “Metamorfosi”. Metafora dell’eterna battaglia tra razionalità e istinto, tra cuore e cervello, la leggenda racconta la storia del Dio Amore (Cupido) e della bellissima Psiche.

(Nella foto: Amore e Psiche di Antonio Canova - Louvre, Parigi)

LA LEGGENDA – “Vi erano in una città un re e una regina. Questi avevano tre bellissime figliole. Ma le due più grandi, quantunque di aspetto leggiadrissimo, pure era possibile celebrarle degnamente con parole umane; mentre la splendida bellezza della minore non si poteva descrivere, e non esistevano parole per lodarla adeguatamente”. Inizia così la leggenda che narra la storia di Amore e Psiche. Psiche era bellissima, la sua grazia e il suo splendore erano tali da attirare le invidie di Venere (Dea della bellezza) che, per vendicarsi, decise di chiedere aiuto a suo figlio Amore (Cupido). L’invidiosa dea chiese a suo figlio di colpire Psiche con una delle sue infallibili frecce e di farla innamorare dell’uomo più brutto della terra. Amore accettò ma, una volta arrivato di fronte alla fanciulla, rimase così incantato dalla sua bellezza da distrarsi al punto che una delle sue frecce lo colpì, facendolo innamorare perdutamente della splendida fanciulla.

LA STORIA D’AMORE – Per vivere il suo amore “mortale” il Dio, di nascosto dalla madre, portò Psiche nel suo palazzo senza rivelarle la sua identità. Ogni sera, al calar del sole, Amore andava dalla fanciulla e, senza mai mostrarle il volto, i due vivevano intensi momenti di passione. La giovane principessa aveva accettato il compromesso ma, si sa, la curiosità è donna e una notte, mentre Amore dormiva, Psiche si avvicinò al suo volto con una lampada restando folgorata dalla bellezza del suo amante. Mentre ammirava il profilo di Amore, però, una goccia d’olio della lampada cadde accidentalmente sul giovane che, risvegliatosi, scappò via abbandonando la fanciulla.

LE PROVE E IL LIETO FINE – Quando Venere venne a sapere dell’accaduto scatenò la sua ira su Psiche che, per punizione, venne sottoposta dalla Dea a difficili prove. La principessa superò brillantemente le prove, anche grazie all’aiuto di vari esseri divini, e questo fece ancora più infuriare Venere che le pose un’ultima prova: discendere negli inferi e chiedere alla dea Prosepina un po’ della sua bellezza. Come ordinatole dalla Dea, Psiche si recò negli inferi ma, stavolta, fallì. Nonostante le fosse stato ordinato di non aprire l’ampolla donatale da Prosepina la fanciulla, incuriosita, aprì il l’ampolla dalla quale uscì una nuvola che fece cadere Psiche in un sonno profondissimo. Intanto Amore, preso dalla nostalgia, andò alla ricerca della sua amata e, quando la trovò, la risvegliò. Per non rischiare di perderla di nuovo Amore condusse Psiche sull’Olimpo dove, grazie all’appoggio e all’aiuto di Giove, la giovane principessa, dopo aver bevuto dell’ambrosia, divenne una dea. La leggenda si conclude con il matrimonio dei due innamorati e la nascita di una bellissima bambina che prese il nome di Voluttà.

23 dicembre 2017

Scala l'albero per distruggere il simbolo cristiano

Un signore africano, forse in vacanza in Italia per il Natale, infastidito dalla croce, quel simbolo cristiano a lui così ostile, ha deciso di scalare l'albero di Natale dove era apposta per poterla distruggere. E' già tanto che ce li fanno ancora fare gli alberi di Natale. Tra qualche anno ce li sogneremo.


Milano, scala l'albero di Natale in piazza per togliere la croce: fermato migrante

Un 21enne di origine gambiana si è arrampicato sull'albero di Natale in piazza Duca D'Aosta, davanti alla stazione Centrale di Milano, per togliere la croce. Il giovane, in stato di alterazione, è stato fermato prima che riuscisse nel suo intento ed è stato portato in Questura per essere identificato e denunciato.

L'episodio è avvenuto venerdì ma è stato reso noto soltanto sabato. «Dopo la porta tunisina nel bel mezzo della piazza, adesso ci mancava anche un cittadino africano che cerca di sottrarre i simboli del Natale» ha commentato Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano e capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Lombardia. «E tutto questo - ha aggiunto - avviene nel giorno in cui Sala dice sì all'esposizione del barcone dei migranti a Milano, un'operazione che costerà 500mila euro».

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22 dicembre 2017

Napoli, albero rubato anche quest'anno

Non è la prima volta che l'albero di Natale nella galleria Umberto I viene vandalizzato o addirittura rubato ma questa volta è durato solamente meno di 24 ore. E vabbuò..


Natale: anche quest'anno rubato nella notte l'albero in galleria Umberto a Napoli

L'albero di Natale nella Galleria Umberto I di Napoli è stato segato e trafugato nella notte. L'albero era stato allestito ieri su iniziativa del Bar Gambrinus ma stamattina la polizia municipale ha trovato solo il vaso riverso a terra con la base del tronco, mentre il fusto è stato portato via. 

L'albero potrebbe essere stato segato con una motosega visto che il taglio è netto. Gli ignoti hanno anche portato via tutte le decorazioni. 

Non è la prima volta che l'albero, allestito dai negozianti all'interno della galleria Umberto viene rubato ma quest'anno è durato appena 24 ore.

Qualche anno fa i carabinieri, in alcuni locali dei quartieri Spagnoli, hanno rinvenuto diversi alberi rubati per essere poi dati alle fiamme nel falò che per tradizione si accende il 13 gennaio, giorno della ricorrenza di sant'Antonio Abate.

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21 dicembre 2017

Coppia di anziani con 27 kg di cannabis

Ottanta anni lui e settanta la moglie, fermati ad un posto di blocco, sono stati trovati con 27 kg di regali di Natale particolari, già impacchettati in sacche e pacchetti. Arzilli questi vecchietti.


Coppia di anziani trovata con 27 kg di cannabis: «È per Natale»

Una coppia di anziani signori di Nebraska City, negli Stati Uniti, è stata fermata con 27 kg di cannabis. I due si sono giustificati sostenendo che fossero i loro regali per Natale. 

Patrick e Barbara Jiron, di 80 e 70 anni, sono stati fermati a un posto di blocco della polizia in una zona rurale della città per un controllo di routine. Con grande stupore, però, gli agenti hanno subito avvertito un forte odore di marijuana provenire dall'auto e, infatti, hanno trovato nel portabagagli la notevole quantità di cannabis, confezionata in diverse sacche e pacchetti. Patrick e Barbara ora dovranno rispondere dell'accusa di possesso di droga.

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20 dicembre 2017

Alunni delle elementari "indemoniati"

Per la preside si è trattato solo di un incontro informativo sui rischi di alcuni giochi satanici, come l'ormai famigerato "Charlie Challenge" ma lascia sgomenti come bambini dell'età di 9-11 anni possano solo pensare, non dico mettere in pratica, queste cose. 


Alunni della scuola elementare «indemoniati», la preside chiama l’esorcista

Il caso alla scuola primaria «Telesio» di Reggio Calabria. I ragazzini stavano giocando a Charlie Challenge. Per la preside si è trattato solo di un incontro informativo sui rischi dei giochi satanici

Il 21 novembre alla scuola primaria «Telesio» di Reggio Calabria accade che un’insegnate entra in classe e trova alcuni alunni raccolti in cerchio attorno a un pezzo di carta con su scritto «Sì» e «No». Sopra sono incrociate due matite. Gli alunni, che hanno tutti tra i 9 e gli 11 anni, secondo la ricostruzione delle insegnanti, stavano invocando lo spirito di Charlie, ossia il Maligno. Il gioco, ritenuto satanico, è conosciuto come Charlie Challenge ed è diventato virale grazie a Youtube e i social network dove alcune webstar si cimentano con questo rito importato dal Messico. Per alcuni sarebbe solo una bravata adolescenziale, un trucco da illusionisti anche abbastanza grossolano. Per altri è la chiave con cui Satana entrerebbe nella vita dei giovani, ignari dei pericoli e affascinati dall’occulto, «un gioco pericoloso che può mettere a rischio la vita di chi lo esegue». Con queste preoccupazioni la preside Marisa Guglielmina Maisano ha chiamato l’esorcista e lo ha portato a scuola. «Un incontro informativo e di prevenzione sui rischi della rete e delle nuove tecnologie» minimizza la preside. Una versione che però non trova riscontro nei racconti di docenti e sacerdote. «Di web e internet non se ne è parlato. Piuttosto è stato un lungo incontro su satanismo, esorcismi, fattucchiere e maghi grazie ai quali, ha spiegato il prete, molti raggiungerebbero il potere o conquisterebbero la persona amata» riferisce una delle insegnanti della «Telesio» che ha partecipato all’incontro del 4 dicembre con l’esorcista (c’erano circa 130 persone tra docenti e genitori). 

Il sacerdote in questione è don Piero Catalano, discepolo di don Gabriele Amorth, noto esperto di esoterismo. A scuola si è recato con un suo assistente, Nunzio Di Stefano, teologo che sta compiendo il percorso per diventare diacono e presidente diocesano del Gris (Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa). Contattato a telefono è proprio Di Stefano a spiegarci come è andato l’incontro. «La preside ci ha chiamati dicendo che una maestra era entrata in classe e aveva notato delle matite che si muovevano da sole. Ci ha chiesto consiglio su cosa fare e come comportarsi. Così siamo andati a scuola e abbiamo parlato con le insegnanti e informato sui pericoli di questi riti satanici. Perché con il diavolo non si scherza». 

Sulla vicenda è calato il silenzio. Dopo che nei giorni scorsi il sito di informazione scolastica «La tecnica della scuola» aveva parlato di «un importante istituto comprensivo di una città della Calabria» e di un «collegio straordinario choc», alle insegnanti è stato imposto di tacere. Contemporaneamente all’arrivo dei giornalisti in città circolava un messaggio whatsapp sulla chat dei docenti: «Amici! C’è chi sta telefonando per un’intervista sull’episodio del prete e dei ragazzi. Raccomanda la preside di non rilasciare interviste». Addirittura sono stati minacciati provvedimenti disciplinari a chi avesse riportato altri dettagli sulla vicenda. 

Come riferisce un gruppo di maestre - che per ovvie ragioni ha scelto l’anonimato - la scuola non sarebbe nuova a episodi del genere. «Già un anno fa la preside ci comunicò che un bambino era stato visto fare un balzo di alcuni metri e anche in quel caso si ritenne vittima del diavolo. Successivamente abbiamo saputo che è stato in cura e ha seguito un percorso di liberazione presso un prete esorcista». Sull’ipotesi che possa essere stata solo una marachella degli alunni replica con fermezza don Catalano: «Non è un gioco, Charlie è Satana e in questo modo si impossessa di questi ragazzi. Il problema non riguarda solo la scuola Telesio ma tantissime scuole di Reggio Calabria e oserei dire di tutta Italia. Abbiamo portato la nostra esperienza di esorcisti e indicato il percorso di liberazione che necessita di preghiere, confessione dei peccati e vicinanza a Dio».

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19 dicembre 2017

Anche Facci sulle palme: Natale del cacchio

Sinceramente da uno come Facci mi aspettavo qualcosa di più, è lo dico da ammiratore. Qualche giorno fa è stato grandissimo contro la figlia del regista, quella che si chiama come un continente ed anche oggi ha stroncato senza mezzi termini "la portinaia di Civitavecchia". Quello che ha scritto ieri su Libero, però, sulle palme di Civitanova, è abbastanza banale e scontato e considerando che è arrivato anche tardi sulla notizia, avrebbe potuto inventarsi qualcosa di più originale. 



Facci anti-islam: palme e porte islamiche, Natale del cacchio

Quest' anno l' ambito premio "Genio di Natale" vede vincitori ex aequo: 1) L' autentico suq tunisino ricostruito nella piazza della Stazione Centrale di Milano, sì, proprio lì; 2) Le gigantesche luminarie a evidentissima forma di pene comparse nella piazza principale di Civitanova Marche, ottenute involontariamente (che forse è peggio) ricoprendo di lucine i tronchi delle palme e il rigonfiamento a cappella da cui il fogliame si diparte. I due vincitori strappano finalmente lo scettro all'ambigua e mai ben individuata scritta "Buon Natale un cazzo" situata presumibilmente in Roma (scritta nobilitata da una citazione letteraria nel romanzo "La scuola cattolica" di Edoardo Albinati) e in campo internazionale se la battono con le vecchie luminarie situate nella città di Zabrze (Polonia meridionale, vedi foto) le quali, al proteso corpo penico, corredavano anche un paio di evidenti attributi alla sua base. Ma torniamo ai vincitori di quest' anno.

La genialata dura solo due giorni (finisce questa sera) e origina da una promozione dell' Ente turistico della Tunisia che "ha cambiato l' aspetto di Piazza Duca d' Aosta" e dove appunto è stato "allestito un piccolo e colorito suq. Dai loro banchi, artigiani e piccoli produttori tunisini inviteranno i visitatori ad avvicinarsi per scoprire manufatti, tessili e artigianali, e prodotti tipici attraverso i racconti delle tradizioni e dimostrazioni dal vivo". Che bello.

IL SUQ IN CENTRO

Ma ecco che le obiezioni e le battute si trovano a coincidere: ma proprio adesso, a Natale? Seconda domanda: ma non c' era già, proprio lì, a suo modo, una specie di suq tunisino dove gruppetti di immigrati ben educati si mischiavano a spacciatori e borseggiatori, tunisini pure quelli? Insomma: proprio lì e proprio adesso, si doveva fare questo scambio con l' Ente tunisino? Diciamo "proprio adesso" perché questo è il periodo natalizio - dicono - e l' idea che questa festività fosse ridotta a un gigantesco suq era già sufficientemente presente tra le nostre consapevolezze: non è che il centro di Milano o il quadrilatero della moda non siano agli effetti dei suq occidentali, ma sono i nostri suq, lasciateci almeno l' illusione di una supremazia cultural-consumistica. Diciamo "proprio lì", poi, perché da un lato la piazza della Stazione è già un suq africano disordinato e illegale (dalla merce contraffatta esposta a terra allo spaccio di droghe varie) anche se è vero che ai "commercianti" tunisini andrebbero aggiunti anche marocchini, algerini e libici: si attendono contatti coi rispettivi enti turistici; d' altro lato, stiamo parlando del crocevia ferroviario più internazionale del Paese, e un turista appena uscito dalla stazione potrebbe credere di essersi addormentato in carrozza per troppo tempo. Se poi prende la metro e scende in Piazza Duomo (facile) il turista vedrebbe anche il noto giardino di palme peraltro decisamente mal tenuto (nelle aiuole è pieno di rifiuti e piante morte) oltre a un sacco di venditori africani (abusivi) che non risulta facciano parte di un accordo con enti turistici, e soprattutto tra due giorni saranno ancora lì. Insomma: il nostro turista potrebbe pensare che Milano, da metropoli mitteleuropea, sia divenuta mittelafricana.

LE PENE DI CIVITANOVA

La maggioranza almeno ha ammesso l' errore, e non ha cercato - come alcuni - di additare un eccesso di malizia o addirittura di sostenere che «no, sembrano funghi»: come se certi funghi non sembrassero appunto dei peni. Sta di fatto che il giorno dell' accensione, un venerdì, in piazza XX settembre, sono rimasti tutti di sale: giganteschi peni ovunque, con l' aggravante che molte palme erano state completamente potate e sembravano un monumento a Rocco Siffredi. Finire nelle cronache nazionali è stato un attimo: «Meglio suscitare una sana risata che aumentare malessere e arrabbiature», ha cercato di metterla giù l'assessore.

«L' errore ormai è stato fatto, si può sempre fare di meglio e in futuro faremo parlare di noi in altro modo». C' è da tremare. Tuttavia «abbiamo solo regalato un sorriso.
Se alcuni per criticare la giunta si attaccano alle luminarie, significa che di altro non c' è da parlare». Cioè: a Civitanova Marche non c'è niente di cui parlare se non di luminarie a forma di cazzo.

di Filippo Facci


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18 dicembre 2017

Abusi tutte le mattine

E' una di quelle storie difficili da credere, ma visto che viene riportata da La Stampa di Torino e non da un un sito Lercio qualsiasi, ci vogliamo credere. Sembra che in Cina, in un'azienda di Pechino, le impiegate siano costrette a baciare in bocca il boss, ogni mattina, prima dell'inizio del lavoro. Roba da Corea del Nord, altro che Cina.


Cina, in fila per baciare il capoufficio: donne costrette a farlo ogni mattina

In fila dalle 9 alle 9.30 del mattino per baciare in bocca il capo ufficio: è il singolare rito cui sono costrette, ogni mattina, le impiegate di una azienda cinese del distretto di Tongzhou, a Pechino. Le foto e il video choc del «saluto» al boss, diffusi sabato dalla televisione pubblica cinese Cctv sul suo blog Sina Weibo, sono diventati virali con oltre 11 milioni di clic in un solo giorno. La compagnia, che costruisce macchine per la produzione artigianale della birra, non si è scusata. Ha anzi spiegato che il particolare saluto serve a cementare la coesione - «come i pesci con l’acqua» - e a «promuovere la solidarietà». Il capo ufficio, riferiscono i media cinesi, ha aggiunto di aver copiato l’idea da una società americana. Quanto alle dipendenti, avrebbero tutte accettato di buon grado il rito, tranne due che hanno preferito dimettersi.

Su Weibo, il Twitter cinese, gli utenti si sono indignati. «E un pervertito», si legge in un messaggio. «Ne vale davvero la pena per un po’ di soldi?», si domanda un altro. «Sono molestie sessuali istituzionalizzate», ha denunciato la Federazione delle donne cinesi.

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17 dicembre 2017

Le meravigliose foto di Valentino Paoletti, lo storico fotografo maceratese che da qualche anno ha aperto un negozio a Civitanova. In questi giorni si trova in vacanza in India e dal suo profilo Facebook ci arrivano delle immagini spettacolari, in particolare quelle dei villaggi, lontani dalle grandi vie di comunicazione, dove la povertà, se si può, è ancora più grave rispetto al resto del paese.



Le foto