11 dicembre 2017

L'amore per Adidas nell'est Europa

L'amore per le tute (e non solo) dell'Adidas nell'ex Unione Sovietica, nacque all'inizio degli anni Ottanta, subito dopo le Olimpiadi di Mosca. Il fenomeno è molto simile a quello dell'amore per i nostri cantanti, dovuto alla trasmissione di spezzoni di Sanremo, negli anni (inizio '80) in cui furoreggiavano “Felicità” di Al Bano e Romina Power, “Storie di tutti i giorni” di Riccardo Fogli, oltre alle canzoni di Pupo e molti altri. 



Perché i russi amano così tanto le tute Adidas?

È ormai un meme diffuso: la bella ragazza russa in abito e tacchi alti e il suo ragazzotto con l’indumento sportivo a tre strisce. Il marchio tedesco conquistò celebrità in Urss subito dopo le Olimpiadi di Mosca del 1980. Poi negli anni Novanta divenne dress code obbligatorio per autorità criminali e businessman di nuova generazione. E oggi?

Karl Lagerfeld, direttore creativo della casa di moda Fendi e Chanel, una volta disse: “I pantaloni della tuta sono un segno di sconfitta. Hai perso il controllo della tua vita, quando compri i pantaloni della tuta”. Se questo è vero, allora molti russi non hanno il controllo sulla loro vita.

In giro per il Paese, le tute spesso non hanno nulla a che fare con lo sport, specialmente nelle province. Molte persone le indossano come pantaloni di tutti i giorni, e sono diventate quasi un simbolo nazionale. E oggetto frequente dei meme. Tuttavia, alcuni decenni fa le tute non erano considerate come adesso. Ma molto meglio! In effetti, erano quasi ritenute un abito di classe. Ma perché?

Le Olimpiadi

Nel periodo della Guerra Fredda, poco prima che Mosca ospitasse le Olimpiadi del 1980, l’Adidas firmò un accordo con il governo sovietico e fornì alla squadra nazionale un’uniforme a strisce.

Non che Leonid Brezhnev e compagni fossero troppo compiaciuti che gli atleti sovietici gareggiassero in abiti prodotti in Occidente, ma la qualità dei tessuti sul lato orientale della cortina di ferro era oggettivamente di qualità molto più bassa. L’Urss fece del suo meglio per cancellare le insegne capitalistiche dalle uniformi: non solo non permise la riproduzione del logo Adidas, ma anche le tre strisce tipiche del marchio furono ridotte a due.

Questo non impedì però al pubblico russo di accorgersi del fatto che i suoi beniamini indossavano dei capi Adidas. E la popolarità del marchio crebbe a dismisura nell’Unione Sovietica dopo i Giochi olimpici. 

In voga

Così, nei primi anni Ottanta le tute da ginnastica Adidas divennero il segno di massimo chic. Ovviamente, acquistarle legalmente era difficile se non impossibile, così un intero settore produceva capi contraffatti a basso costo. Le famose tre strisce iniziarono a essere schiaffate su tutti i tipi di indumenti, quindi i pochi fortunati che potevano permettersi quelle vere si sentivano come se indossassero abiti d’alta sartoria.

Le autorità non erano entusiaste del fenomeno e consideravano il marchio alla stessa luce dei jeans, delle gomme da masticare e di altre cose provenienti dal corrotto Occidente, ma non potevano fare granché per contrastare la moda. Si era diffusa anche una specie di filastrocca: “Chi oggi l’Adidas indosserà, domani la Patria tradirà!” 

Teppisti e businessman

Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, le tute sportive, compresi i marchi diversi da Adidas, divennero particolarmente popolari nel mondo criminale. I prigionieri si vestivano in tuta da ginnastica, dato che molte prigioni non avevano uniformi. Inoltre, durante gli anni Novanta, alcuni ex sportivi si erano rivolti al crimine per sbarcare il lunario… e indossavano la stessa cosa con cui si erano allenati a lungo.

Questo dress code raggiunse addirittura i vertici di alcune aziende (quasi sempre aziende gestite da criminali), quindi l’idea di una persona ricca e facoltosa che sfoggiava una tuta da ginnastica Adidas in sala riunioni non era per niente inverosimile. Anche i piccoli criminali di strada – chiamati “gopnik” – indossavano la tuta.

Certo, questi sbandati non avevano i costosi originali ma le contraffazioni economiche trovate nei mercati. E questo fu alla base delle ironie sul fenomeno “Adidos”, “Abibas” e altre compagnie false. 

Ascesa e declino delle tute

Un utente russo scriveva su LoveHate.ru nel 2008: “Non puoi vestirti così a teatro o a un matrimonio ma come cosa per tutti i giorni, perché no?”. Ma il tempo passa e la popolarità dei pantaloni della tuta come abito “quotidiano” è sempre più in crisi.

Nell’ottobre del 2017, Pavel Gorchev ha elencato su Quora.com i tipi di persone che ora indossano tute sportive (ad eccezione di chi pratica sport): gopnik, gangster… e persone che viaggiano sui treni a lunga percorrenza.

Immortali

Sì, molti russi si infilano la tuta sui treni, anche se non sono gopnik. Viktor Wachstein, un professore di Scienze sociali, lo ha spiegato così: “Una tuta da ginnastica oggi è un’uniforme semi-pubblica, e il compartimento di un treno è uno spazio semipubblico. Ecco perché sono adatte”.


Questo è il motivo per cui le tute rimarranno probabilmente sempre nelle strade (e nelle stazioni e nei vagoni) della Russia. Inoltre, come ha scritto Victor Guberniev, utente di Twitter, “la vita in Russia è un’infinita corsa a ostacoli”, quindi forse è sempre utile avere una tuta da ginnastica a portata di mano.

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